Dal 1997. La Delegazione Italiana di Esperti per le Forze albanesi.

L'assistenza tecnica dell'Arma alla Polizia Militare Albanese, iniziata nel 1997, prosegue ancora oggi.Nel quadro generale degli aiuti che da varie parti arrivavano all'Albania, il Governo italiano, in base ad accordi bilaterali con il Governo albanese, avviava progetti concreti di assistenza per le Forze Armate e le Forze di Polizia albanesi. Un Commissario ad hoc (un Generale dell'Esercito) aveva il coordinamento di tutte le iniziative italiane a favore di Tirana, affidate sostanzialmente a tre organismi: alla delegazione speciale diplomatica del Ministero degli Affari Esteri, istituita a Tirana, che affiancava la rappresentanza diplomatica italiana in Albania; a una delegazione per le Forze di Polizia; a una delegazione militare per la riorganizzazione delle Forze Armate albanesi e della Polizia Militare.
Per riassumere, al momento dell'avvio di queste numerose forme di assistenza tecnica da definirsi, ovvero nel novembre 1997, erano costituite in Albania le seguenti Forze di Polizia: la Polizia con status militare, che dipendeva dal Ministero dell'Interno; la Polizia Militare, che dipendeva dal Ministero della Difesa, costituita nel 1991; la Polizia Finanziaria, dipendente dal Ministero delle Finanze; la Polizia dei Boschi (Forestale), dipendente dal Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, e la Polizia per la Rieducazione, che dipendeva dal Ministero della Giustizia, con attribuzioni similari a quelle della Polizia Penitenziaria italiana. Un quadro organizzativo strutturato, che però necessitava di molti elementi per poter divenire dichiaratamente efficiente secondo i parametri europei, anche nel campo del rispetto dei diritti umani.
Nell'ambito della cooperazione professionale svolta a livello internazionale, una collaborazione fu avviata in seguito ad un accordo bilaterale tra Italia e Albania per un Gruppo Italiano di Esperti (Gie). Questo accordo dette l'avvio subito dopo alla Delegazione Italiana di Esperti (Die), costituita da un Comando e da un Gie. Una assistenza successiva al ritiro delle forze impegnate nella Missione Alba (v. pag. 154 e segg.), nella cornice di una Missione Italiana di Assistenza Tecnico-Militare (Miatm), prevista per sei mesi con un Reparto italiano in Albania di circa 400 uomini e un Gruppo navale di circa 200 militari.
Alla chiusura di Alba, fu dunque costituito il Gie, che si sarebbe poi tramutato in Die. Il Gruppo di Esperti doveva prioritariamente definire le linee di azione per la cooperazione tecnico-militare italiana a favore delle Forze Armate albanesi, considerato che la missione prevista, composta da non più di 60 militari, operanti in collaborazione con esperti militari albanesi, era esclusivamente a beneficio di quelle forze. Il 28 agosto 1997, pochi giorni dopo il ritiro delle forze di Alba e l'insediamento del nuovo Governo albanese, fu firmato a Roma l'Accordo di Cooperazione Italia-Albania, e quindi il Gie iniziò la sua fase operativa. Nel settembre presero il via i lavori di programmazione in senso lato. L'accordo firmato prevedeva che la Die fosse attiva per un anno, periodo che poteva essere rinnovato automaticamente, su parere concorde delle parti.
In base all'articolo 2 del Protocollo di Applicazione dell'Accordo Italia-Albania, nelle ipotesi ordinative fu previsto un Reparto di Polizia Militare, da impiegare anche a supporto della Polizia Civile per il controllo del territorio e la salvaguardia dell'ordine e della sicurezza pubblica. Tra i compiti da assolvere era in programma anche l'assistenza nella riorganizzazione della Polizia Militare albanese.

Comando AFOR di Durazzo. I militari della MSU sono schierati per l'alzabandiera.Venne conseguentemente richiesta la presenza di un ufficiale dell'Arma, quale esperto componente la missione italiana. Il Comando Generale aderì alla richiesta, designando un ufficiale di grado superiore che partecipasse al Gruppo di Esperti e in seguito alla Delegazione. L'ufficiale che è stato inserito di volta in volta nella Die, dal 18 ottobre 1997, ha avuto le funzioni di Consulente generale a favore delle Forze Armate Albanesi nel settore della Polizia Militare; agisce come collegamento con il Comando Generale dell'Arma per la programmazione di tutte le attività di assistenza; partecipa alla selezione del personale albanese destinato a frequentare corsi in Italia. Nella Die fu integrato anche un sottufficiale addetto alla sicurezza del Capo Delegazione, inviato dalla Brigata "Folgore".
Nel corso della collaborazione fu elaborato un progetto dettagliato per le unità di Polizia Militare; per la definizione della struttura di Polizia Militare albanese; per l'organizzazione, l'addestramento e l'equipaggiamento di una Compagnia di Interventi Speciali. Fu programmato un prioritario approfondimento della conoscenza dell'organizzazione dell'Arma dei Carabinieri, con visita di delegazioni albanesi in Italia. Furono previsti: lo sviluppo di attività addestrativa mediante corsi e seminari in Italia e in Albania; la consulenza per l'istituzione in loco di enti che potessero provvedere a compiti addestrativi della Polizia Militare; il sostegno concettuale per la stesura di una manualistica che riflettesse l'esperienza degli elementi dottrinali e procedurali propri dell'Arma; la costituzione di un laboratorio di Polizia Scientifica; la cessione di materiali per le dotazioni dell'unità di Polizia Militare, per le esigenze delle Istituzioni di formazione e per il laboratorio. Fu segnalata la massima di sponibilità per altre eventuali esigenze, individuate e comunque specificamente richieste dalla parte albanese.
L'impegno dell'Arma nel settore prevede dunque concretamente: l'illustrazione in loco dell'organizzazione e dell'attività della Polizia Militare per i quadri dell'istituendo reparto; visite in Italia di elementi della Polizia Militare albanese a Reparti specializzati dei Carabinieri quali, ad esempio, il "Tuscania", il Nucleo Antisofisticazioni, o il Gis (Gruppo d'Intervento Speciale); l'invio in Italia di unità albanesi per seguire corsi di addestramento nei servizi di scorta alle autorità; la preparazione all'impiego dei kit di criminalistica e infortunistica stradale per i controlli del traffico; la formazione di un Plotone d'Intervento.
Da parte albanese è stata soprattutto richiesta un'assistenza nel settore operativo per la prevenzione dei reati, per l'attività investigativa con corsi tecnico-professionali tipici della Polizia Militare, nonché la cessione di materiale ed equipaggiamenti particolari. Vi è poi, nel quadro addestrativo programmato, una indispensabile conoscenza di carattere giuridico, strettamente correlata con la realtà giuridico-istituzionale albanese e quindi da svolgersi in strutture di quella nazione, con addestramento all'applicazione delle norme vigenti.
I Carabinieri hanno proposto ed avviato anche la costituzione di una unità a livello di Battaglione, modulare, idonea ad un eventuale frazionamento, per fornire supporto tecnico alle Brigate in fase di riordinamento, e l'inserimento ad ogni livello di una componente specializzata dedicata alla scorta delle autorità e di un'altra pronta per i rilievi tecnici in caso di reati o di incidenti stradali. Mentre per Polizia e Forze Armate i contributi sono arrivati da vari Paesi della Nato, l'addestramento della Polizia Militare è rimasto esclusiva competenza dell'Arma, in riconoscimento delle sue particolari caratteristiche operative e professionali.

L'opera della Die per la Polizia Militare fu dunque impostata, fin dall'inizio, principalmente su conferenze conoscitive in loco, visite di approfondimento e addestramento in Italia per raggiungere una professionalità operativa specializzata. Era ed è importante la partecipazione attiva della Forza di Polizia che viene seguita tecnicamente, così come è importante che venga avviata la formazione professionalmente valida soprattutto sul territorio: è stato questo un obbiettivo costante dell'attività di assistenza dell'Arma nella riorganizzazione delle Polizie, anche nel secolo scorso.
Nel luglio del 1998 personale della Polizia Militare albanese aveva già frequentato dei corsi in Italia, principalmente dedicati agli addetti ai servizi di scorte e agli addetti ai rilievi tecnici di Polizia Giudiziaria. Nel febbraio del 1999 il bilancio generale della cooperazione tecnica dei Carabinieri nella Die era positivo: si poteva dire che il Corpo della Polizia Militare albanese stava acquisendo un buon grado di addestramento. Nel 1998 aveva avuto il compito di difendere alcuni edifici pubblici tra i più importanti quando vi furono alcune sommosse a Tirana. La preparazione si rivelò, alla prova, efficiente, e buono anche il livello raggiunto nelle tecniche di Polizia Giudiziaria. Il progressivo miglioramento si avvale di continue verifiche, con esercitazioni di Polizia Militare sulle varie tecniche apprese, quale la prima, che fu condotta il 6 agosto 1998. Si trattò di una esercitazione alla fine di un corso tenuto presso il Battaglione di Polizia Militare di Tirana sull'impiego dei kit di infort unistica e circolazione stradale, tenuto da un ufficiale dell'Arma. L'esercitazione dimostrò il buon livello raggiunto.
L'assistenza tecnica dell'Arma alla Polizia Militare albanese è proseguita nel 2000 e prosegue nell'anno in corso (2001), anche in vista della costituzione di una "Guardia dello Stato albanese", nella quale debbono confluire i Reparti militari più prestigiosi. Si prevede cioè, in totale, in Albania, alla fine del progetto, una Polizia Militare di circa 900 uomini e una Guardia Repubblicana di circa 500, con struttura e modalità operative molto simili a quelle dell'Arma.
L'impegno nella riorganizzazione della Polizia Militare albanese ha fornito motivi di soddisfazione all'Italia e all'Arma dei Carabinieri: una Polizia Militare adeguatamente addestrata e consapevole dei propri doveri sarà di grande aiuto nei tentativi fatti dalla comunità internazionale, in particolare da quella europea e specialmente da quella italiana, per la ripresa totale delle prerogative della democrazia in Albania.