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Focus
MA QUANTI SIAMO
a sovrappopolazione è diventata una questione
sempre più urgente che mette a rischio le ri-
sorse dell’intero Pianeta. Nel 2050 saremo
quasi 10 miliardi. Ma c’è anche una popolazione
L che sta crescendo il doppio rispetto a quella
umana: gli animali domestici. Da uno studio californiano,
che ha preso in esame la sostenibilità del cibo a base di
carne per cani e gatti, emerge che i pet negli USA sarebbero
responsabili del 25-30 per cento dell’impatto ambientale dovuto
al consumo di carne. Secondo uno studio mondiale di GFK, che ha coinvolto 22
Paesi, il 56% degli abitanti del nostro pianeta vive con almeno un animale da com-
pagnia. Facendo qualche calcolo, sarebbero circa 800 milioni i compagni domestici
nel mondo. Tutto ciò ha, naturalmente, delle conseguenze sull’ambiente.
Non molto diversamente in Europa e in particolare in Italia dove gli animali
domestici, secondo l’ultimo rapporto Assalco Zoomark, sono complessivamente
60,27 milioni, con rapporto 1 a 1 rispetto alla popolazione residente, di cui oltre 7
milioni di cani e qualcosa in più di gatti. Sottostime, perché si tratta dei quattrozampe
dichiarati e che si accompagnano a qualcosa come 12,9 milioni di uccelli, 29,9
milioni di pesci e una schiera di rettili e piccoli mammiferi. Ma tornando ai cani, se-
condo Legambiente è ragionevole però stimarne la popolazione tra 20 e 30
milioni comprendendo quelli, e sono purtroppo ancora molti, non dichiarati. A
questi deve aggiungersi una moltitudine di randagi e inselvatichiti.
Per accudire questo esercito di pet si spendono fino a 50 euro al mese, ma c’è
anche chi supera i 300. Solo per cane e gatto il mercato dei prodotti per
l’alimentazione supera il tetto dei due miliardi, per una commercializzazione di
544mila tonnellate tra croccantini e scatolette di carne.
Cani e gatti vaganti, di cui ricordiamo responsabile è sempre l’errato comportamento
degli uomini, esercitano anche un’alta pressione sulla biodiversità attraverso i
propri atti di predazione e la diffusione in natura di malattie infettive potenzialmente
pericolose.
Se da una parte indiscussi sono i vantaggi dell’avere accanto un animale, dall’altra
il problema dell’impatto ambientale esiste e non è trascurabile. Alcune soluzioni
potrebbero essere il cibo biologico non prodotto in allevamenti intensivi, fare
ricorso agli insetti come forma alternativa di apporto proteico, preferire l’adozione
e la sterilizzazione dei propri animali.
Se molti umani si interrogano su come ridurre la propria impronta di carbonio con
comportamenti ecosostenibili e si convertono al vegetarianismo è pur vero che
occorrerà presto pensare anche ad un’accorta e seria politica demografica per i
NOVEMBRE-DICEMBRE 2020
domestici e, perché no, magari a prendere in considerazione come alternativa
anche animali da compagnia vegetariani come, per esempio, molte specie di
uccelli e i criceti.
#Natura
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