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Il Forestale n. 80 60 pagine  11-06-2014  16:53  Pagina 3
































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                 Piccoli eroi dei boschi


                      ono coraggiosi i nostri figli! “Nicole di appena 4 anni ha dormito su un albero, io su una roccia, ma
                      poi siamo caduti”. Così ha raccontato il piccolo Manuel di 5 anni la sua prodigiosa avventura ai soc-
                 S corritori della Forestale che a Capodanno scorso lo hanno tratto in salvo insieme alla sorellina tra i
                 boschi di Monte Livata, una località montana dell’Appennino laziale, dopo una notte passata all’addiaccio.
                 “Ho dormito abbracciato ad un albero” ha ripetuto il piccolo Giuseppe, 8 anni, ritrovato ad aprile dagli
                 uomini della Forestale su una stradina interna a Domegge di Cadore dopo che si era perso durante un pel-
                 legrinaggio organizzato dalla parrocchia a quasi mille metri di quota. “Un gufo mi ha fatto
                 compagnia…Ho sognato mio fratello che apriva la porta di casa e poi mi sono svegliato. A quel punto,
                 dopo essermi arrampicato, ho visto un uomo e ho chiesto aiuto”.
                 Storie vere ma che sembrano uscite da una favola e che ci raccontano del coraggio di bimbi che da soli
                 hanno lottato per la vita superando le paure e le avversità di una natura che secondo i loro racconti li ha
                 accolti e custoditi fino all’arrivo degli adulti, con la differenza che in questi boschi non c’erano i lupi catti-
                 vi, metafora antica dei pericoli che oggi si celano tra le mura di casa o nei meandri del web. Il respiro del
                 bosco che è il respiro della vita, per dirla con il filosofo Franco Ferrarotti, li ha protetti come una madre
                 affettuosa in un letto di foglie e muschio, tra balze rocciose e fronde di alberi come coperte.
                 Le paure dei bambini spesso sono riflessi delle paure e ansie dei grandi non più capaci di dare fiducia ai
                 più piccoli, che così diventano sempre più il ricettacolo delle nostre manie e fobie. Il desiderio ossessivo di
                 pianificare la loro vita in cerca di una perfezione inesistente non regge sotto l’imprevedibilità degli eventi.
                 È qui che la forza della vita si fa strada. Dobbiamo rispetto e attenzione nei confronti di questi piccoli
                 uomini e donne che ci descrivono un bosco diverso da quella selva oscura e paurosa del nostro immagi-
                 nario. “Vi è mai capitato - scrive Ferrarotti -  di attardarvi in un bosco fino al crepuscolo? Di distendervi
                 a terra al centro di una fitta radura…Di chiudere gli occhi e di riaprirli dopo qualche secondo, senza avere
                 più la netta percezione di dove vi troviate? Inalare il respiro del bosco a pieni polmoni, ascoltare i suoi
                 rumori, osservare le ombre misteriose di tutta la vegetazione attorno a voi, e immedesimarvi così tanto da
                 pensare di farne parte…Fino a desiderare, magari, di rinascere albero? …”. Qualcosa di simile deve esse-
                 re capitato ai piccoli eroi dei boschi, che molto hanno da insegnare a tanti pavidi e insicuri adulti, almeno
                 a giudicare da quel senso di assoluta tranquillità che hanno saputo trasmettere ai soccorritori e ai propri
                 cari subito dopo il ritrovamento. Nessun animo scosso o turbato, nessun danno fisico, come se il loro
                 corpo e il loro spirito fossero stati dondolati dall’alito rassicurante del bosco.
                 Dei bambini ci possiamo fidare e il coraggio ce lo possono insegnare.
                                                                                         Stefano Cazora
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