Page 2 - Forestale N. 71 novembre - dicembre 2012
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Il Forestale n. 71  21-11-2012  9:38  Pagina 3


















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                 190 anni guardando al futuro


                      on la legge di riordino del 2004 il Corpo forestale si è adeguato alle nuove esigenze della società in
                      termini di sicurezza ambientale. Ma la trasformazione del Paese non si è naturalmente arrestata, anzi
                 C è continuata e con un ritmo più rapido e complesso rispetto ai decenni precedenti, quando l’Italia era
                 sostanzialmente a vocazione agricola. Il Corpo ha saputo in questi anni interpretare il cambiamento e si è
                 concentrato sul reato ambientale. Ne è nata una moderna polizia ambientale al passo con i tempi ma pro-
                 fondamente radicata al territorio e consapevole dell’interazione tra fenomeni naturali, processi antropici e
                 produttivi. Tante le specializzazioni in cui il Corpo ha raggiunto risultati di grande rilievo, fino ad appro-
                 dare, quasi naturalmente e per una conseguente evoluzione, al collegamento tra illecito ambientale e
                 malavita organizzata. Quest’ultima infatti realizza tanti profitti con lo smaltimento dei rifiuti e con l’agro-
                 pirateria, quanti con il traffico di droga, ma con minori rischi. Abbiamo preso atto di questa evoluzione e
                 da qui ad arrivare ad uno stretto rapporto di collaborazione con la Direzione Nazionale Antimafia prima
                 e ora anche con Direzione Investigativa Antimafia è stato un passo naturale ed obbligato, finalizzato  ad
                 inseguire e reprimere l’illegalità dove, anche nei settori di competenza, essa si andava annidando in conte-
                 sti malavitosi finora distanti dalla nostra esperienza. Si consolida intanto anche la collaborazione con la
                 Magistratura attraverso l’ingresso stabile del Corpo nelle sezioni di polizia giudiziaria presso le Procure. Un
                 rapporto sinergico che ci proietta in una dimensione nuova e più ampia. Nel frattempo l’Amministrazione
                 continua a lavorare sul fronte della formazione e dell’aggiornamento professionale con la convinzione che
                 solo le risorse umane potranno dare effettivo impulso al necessario cambiamento.
                 Da una visione strettamente patrimonialistica dell’ambiente siamo passati gradualmente ad una valenza
                 sociale con piena adesione al dettato costituzionale. Agli animali si comincia a riconoscere un valore in sé,
                 di tipo biologico ed etico, la loro tutela va ben oltre il  valore economico ma assurge ad interesse dell’inte-
                 ra collettività nazionale e internazionale. Lo stesso vale per la conservazione degli habitat. La Forestale
                 anche in questi contesti ha saputo applicare con equilibrio e fermezza le norme che la società nel tempo
                 ha cristallizzato attraverso l’ordinamento giuridico, divenendo al contempo garante ed esempio per un
                 nuovo tipo di legalità e di sicurezza.
                 Oggi, in un momento di generale crisi che investe l’economia e le stesse istituzioni dobbiamo cogliere il
                 senso di nuove opportunità come quelle che riguardano l’adeguamento di una reale tutela del territorio
                 e del paesaggio fisico, troppo spesso compromessa, da quelle che sono le divisioni politiche e ammini-
                 strative. L’Italia politica è cambiata nel tempo e si accinge probabilmente a cambiare di nuovo ma quella
                 fisica è rimasta la stessa. È mai possibile, ad esempio, che nessuno pensi alle sistemazioni idraulico-fore-
                 stali la cui assenza contribuisce al dissesto idrogeologico e alle conseguenti tragedie legate a frane e
                 alluvioni? È mai possibile che l’Italia debba avere ancora 20 leggi regionali forestali diverse, come se non
                 esistesse un unicum, come se foreste o animali rispettassero i confini tracciati sulle cartine geografiche?
                 E gli esempi potrebbero contiuare. Ecco un nuovo terreno di riflessione e di anticipazione culturale:
                 cercare di garantire un più alto livello di difesa ambientale nel nuovo profilo amministrativo, razionaliz-
                 zando al contempo le risorse disponibili.
                 È con questo spirito che festeggiamo i 190 anni di vita del Corpo forestale dello Stato che oggi, più di
                 quando fu istituito, conserva intatta la propria missione accresciuta di compiti nuovi che rispondono ad
                 interessi diffusi cui guardano con grande attenzione cittadini e istituzioni. Un impegno ancor più impor-
                 tante di quanto lo immaginò due secoli fa chi volle dare all’Italia una polizia per l’ambiente.
                                                                            Cesare Patrone
                                                                     Capo del Corpo forestale dello Stato
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