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IL RICORDO DI GIORNI SPECIALI
I Ill PPaappaa
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Karol Wojtyla conosceva i monti - da quelli apprezza chi pesa le parole, perché a
proveniva - e amava camminare tra i cospetto della natura possono essere
boschi delle Dolomiti in compagnia dei scivolose e dure come delle pietre.
Forestali, “garanti dell’ impegno di tutela Eppoi lo sguardo.
u u u u dell’ambiente naturale, che l’uomo di oggi Quello di chi vive i monti è profondo e
va riscoprendo in tutta la sua importanza
intenso e proiettato lontano per
s s s s per la propria sopravvivenza sulla terra” incontrare con rispetto e amore quello
delle cime che lo scrutano dall’alto.
di Ivan Demenego
on bastano impegnative E quando la marcia riparte gli occhi si
abbassano per incontrare la terra.
o o o o N teologiche a spiegare lo stretto Papa Wojtyla era così. Uno di questi
speculazioni filosofiche o
uomini. I forestali che per tanti anni hanno
v v v v rapporto che legava Papa Karol Wojtyla accompagnato il Santo Padre lungo i
sentieri delle nostre montagne non
alle montagne. Non bastano, e allo stesso
i i i i tempo sarebbero tanto, qualcosa che confermano e non smentiscono,
comunque non parlano, si chiudono nel
porta troppo lontano.
t t t t “Chi è dell’arte stima dell’opera” recita riserbo e ricordano. Giù gli occhi a
t t t t l’adagio. Qualsiasi montanaro guardando incontrare la terra e la marcia riparte.
il Santo Padre dal basso in alto, dagli
La vita, per chi resta, va avanti. Il Papa è
e e e e scarponi al cappello, avrebbe svelato morto, e per alcuni forestali - quelli che lo
conoscevano meglio, quelli che avevano
l’arcano, capendo tutto, accorgendosi in
i i i i un batter d’occhio che l’uomo che gli camminato con lui dal 1987 al 1998
b b b b stava davanti era come lui. quando aveva scelto per le sue vacanze il
Cadore, e i forestali per guide - è morto un
A chi è avvezzo delle cose dei monti non
amico. E parlare di un amico che non c’è
serve molto per riconoscere chi è nato tra
o o o o le rocce: osserva come poggia i piedi, più, così, a freddo, e magari al telefono,
proprio non è possibile. Non è tempo di
quali sassi scansa nel camino e quali
sceglie per slanciare il passo; come tiene interviste. Sarebbe come sciuparne il
in mano l’alpenstock e come lo punta per ricordo, consegnandolo al commento e al
sorreggere il peso. Riconosce il tono della giudizio di chi non l’ha vissuto. Il contesto è
voce e importante e noi siamo lontani da quei
monti e da quelle storie - pardon - da
quelle vite.
“Ora no, non me la sento, forse dopo, tra
un po’, eppoi non tutto, forse qualche
cosa, quello che si può dire, quello che mi
Foto tratte dalla pubblicazione Cadore 87 © Diocesi di Belluno - Feltre potrebbe raccontare di più. Ma quelle
va di dire, e comunque non ora”. Queste le
uniche parole del forestale che lo
conosceva meglio degli altri, quello che
parole, quegli incontri, quelle gite e
quel verde sono “roba sua” gli
appartengono, e non vede ragione
per condividerli con nessuno. Come
dargli torto, d’altra parte è anche lui un
Il Forestale n. 27/2005 di più dell’intimo legame tra Giovanni
montanaro e le cose le vede e le sente
con il cuore e il cuore conosce delle
ragioni che la ragione non conosce.
Ma noi siamo curiosi e vogliamo saperne
montagna. Mario Rigoni Stern, scalatore
Il Santo Padre incontra i forestali a Pra Marino di San
Pietro di Cadore in Val Visdende (Belluno). Paolo II, al secolo Karol Wojtyla e la
di vette, non solo letterarie, “scrittore nella
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