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Natale sono di rigore i buoni più piccoli, ma non solo. La penna è quella di
sentimenti, e allora via le cronache Paola Favero, sensibile e vibrante interprete
A drammatiche dai titoli di testa e dai dello spirito della montagna, e funzionario del
servizi di apertura di giornali e telegiornali e Corpo Forestale. Fin qui tutto secondo
largo alle storie, magari dolci e po’ smielate, copione - siamo sicuri che divorerete la
che ci ricordano - almeno una volta all’anno - favola con la golosità che si riserva ad una
che a questo mondo non c’è spazio solo per tazza di cioccolato fumante sorseggiata di
i cinici e i calcolatori, ma anche per la gente fronte ad un caminetto saettante di faville –
dal cuore grande, quella che è ben felice di solo che la storia narrata è qualcosa in più di
mettersi in disparte per occuparsi del una favola, traendo spunto da un fatto
prossimo in maniera silenziosa e realmente accaduto. Nel freddo inverno del
disinteressata. Storie vere e non favole di 1986 una tremenda nevicata isolò quasi del
Natale, proprio come quelle degli uomini e tutto i paesini dell’altipiano di Asiago e fu solo
delle donne del Servizio Meteomont, grazie all’intuito e al tempestivo e coraggioso
ribattezzati “gli angeli della neve” per la intervento dei forestali, se una famiglia che
generosità della loro azione e per le abitava in una frazione isolata fu prima e
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condizioni limite in cui si svolge la loro rifocillata con i viveri e poi tratta in salvo. In
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missione. Gente dal cuore grande, profondi apparenza una storia come tante, una di d
conoscitori della montagna - al punto da quelle che non “tira la prima pagina”, ma che
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saper leggere e interpretare gli umori del più segna in modo indelebile il cuore dei i
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instabile e mutevole dei suoi elementi, la protagonisti e - speriamo - di voi, che la t
neve - questi uomini e queste donne leggerete nella sua trasposizione letteraria.
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percorrono con passo fermo e con lena Le storie di casa forestale, quelle da o
instancabile le nostre montagne per studiare raccontare e da raccontarsi attorno al tavolo
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le condizioni del manto nevoso che le ricopre delle feste, parlano di uomini semplici e r
e capire se questo possa cedere sotto le audaci, di un mondo sconosciuto ai più, che i
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lamine degli sciatori, precipitando a valle in fa parte di un Italia positiva e propositiva, che
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rovinose valanghe. ha il cuore pulsante nel sistema di protezione a
Un lavoro duro che non si interrompe civile e il sangue nella gran macchina del
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neanche in estate, reso possibile - ecco che volontariato. l
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ritorna lo spirito natalizio - dalla collaborazione A queste storie non si sottraggono gli e
e dalla condivisione dei dati e delle operatori del Meteomont e gli uomini del e
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esperienze di diversi enti dello Stato soccorso alpino, angeli della neve e dei
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impegnati per la sicurezza dei cittadini. Di ghiacci, sempre pronti a intervenire per la
questo parleremo nelle pagine seguenti. E sicurezza degli amanti della montagna.
per continuare sul filo della neve, nella più A loro, con gratitudine e affetto, vogliamo
consolidata tradizione dei giornali maggiori, dedicare “La grande nevicata” consapevoli
abbiamo voluto accogliere nelle pagine de “Il che non basta una favola per ringraziarli per
Forestale” una novella di Natale, dedicata ai quanto fanno ogni giorno.
2 dicembre
Nasce ufficialmente il Bollettino
Nazionale della Neve e delle Valanghe
Meteomont. Il cuore della notizia è
racchiuso nel termine “Nazionale”.
Per la prima volta gli uomini del Corpo
Forestale e del Comando Truppe
Alpine si incontrano sotto un emblema
comune - quello del Meteomont - e
realizzano uno strumento per rendere
più sicure le nostre montagne, e lo
fanno in sinergia con un’altra struttura
dello Stato, il Servizio Meteo
dell’Aeronautica Militare. I responsabili
dei tre enti - Cesare Patrone, Bruno
Iob e Roberto Sorani - hanno
presentato il Bollettino nel corso di una
conferenza stampa e l’hanno messo a
disposizione, insieme al Servizio Il Forestale n. 25/2004
interforze Meteomont, del capo del
Dipartimento della Protezione Civile
Guido Bertolaso, chiudendo così il
cerchio che lega la prevenzione, la
previsione e il soccorso.
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