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- il primo esempio di cooperazione civile-   caso di intervento didattico-formativo
            militare che ha portato ad una proficua    realizzato nei riguardi del TMK/KPC
            azione di interscambi professionali tra lo  nell’ottica di trasformarlo in struttura di        c
            Stato Maggiore della Difesa - III Reparto,  protezione civile annunciando, in un               co
                                                                                                           c
            Politica Militare e Pianificazione - Centro  teatro di “operazioni militari di pace”, la
            Militare per la Difesa Civile, l’Esercito  tematica della protezione dell’ambiente             oo
                                                                                                           co
            Italiano ed il Corpo Forestale dello Stato  e della salvaguardia delle risorse naturali,
            che ha  consentito l’attuazione            nello specifico caso della tutela dei               op
                                                                                                           oo
            dell’iniziativa.                           popolamenti forestali del Kossovo dal
          - il Corso è stato, nel Kossovo, il primo    rischio incendi boschivi.                           pe
                                                                                                           op

                                                                                                           pe
            S SEERRBBII DDIIMMEENNTTIICCAATTII                                                             er
                                                                                                           er
            di Salvatore Santangelo                                                                        ra
                                                                                                           ra
            Ombre nere di monaci scivolano lungo le pareti, che si intuiscono coperte da icone             az
            ed affreschi. La luce tenue delle candele ed un sottile fumo di incenso si perdono nelle       zi
                                                                                                           az
            volte del santuario di Visoki Decani: le cupole del monastero svettano, confondendosi
                                                                                                           zi
            tra gli abeti che sovrastano Pec, la capitale storica e religiosa del Kossovo, dove prima      io
            la pulizia etnica delle bande serbe e poi l'avanzata albanese hanno reciprocamente             on
                                                                                                           io
            cercato di spazzar via con la violenza le diverse anime che con difficoltà convivevano
            nel Paese.                                                                                     ne
                                                                                                           on
            Decani è uno dei pochi luoghi del Kossovo in cui è rimasta una presenza serbo-                 e
            ortodossa. E sono gli alpini del 7° battaglione "Tolmezzo" che permettono la                   e
                                                                                                           ne
            sopravvivenza di questa piccola enclave serba in un oceano musulmano. Si tratta                 i
            comunque di una pace precaria e provvisoria, a mala pena garantita dalle truppe della          i
            Kfor.                                                                                          in
            Durante i 50 anni di vita della confederazione jugoslava il Kossovo era considerato una        nt
                                                                                                           in
            regione autonoma all’interno della Serbia ma, immediatamente dopo la disintegrazione
            jugoslava, si capì che la spinta indipendentistica avrebbe aperto la strada ad una guerra      te
                                                                                                           nt
            civile.                                                                                        er
                                                                                                           te
            Cominciarono presto le violenze reciproche e la cieca spirale delle rappresaglie: da
            una parte i serbi di Milosevic con le loro bande irregolari appoggiate dall’esercito           rn
                                                                                                           er
            jugoslavo, dall’altra gli albanesi dell’ Uck.
            Quando nel 1999, dopo l’intervento diretto della Nato, la Serbia accettò le richieste          na
                                                                                                           rn
            internazionali e ritirò le proprie forze, nel Kossovo venne schierata una forza militare
            internazionale di interposizione. Prima dell’insediamento della Kfor ci furono episodi         az
                                                                                                           na
            di inaudita ferocia perpetrati dagli albanesi che portarono all’esodo di quasi tutti i         zi
            180.000 serbi (su due milioni di abitanti) che vivevano nella regione.
                                                                                                           az
            Oggi dei villaggi serbi restano solo rovine annerite; perfino i loro cimiteri sono stati       io
                                                                                                           zi
            profanati e distrutti, mentre quasi tutte le chiese sono state bombardate.
            Da cinque anni sono gli italiani ad avere il peso maggiore del controllo del territorio,       on
                                                                                                           io
            con la presenza di un contingente di circa 3.500 uomini dislocati nei punti nevralgici.
            Si tratta di una presenza che ha di fatto congelato la situazione, garantendo l’arrivo         na
                                                                                                           on
            dei convogli umanitari e la smilitarizzazione delle bande, e provvedendo a bonificare          al
            ampi tratti del territorio infestato di mine.
                                                                                                           na
            Gli italiani hanno costruito un aeroporto, riaperto le strade e distribuito tonnellate di      le
                                                                                                           al
            aiuti. Ma il Kossovo era - e resta - soprattutto un crocevia di traffici più o meno leciti, e  e
            tutte le industrie della zona sono chiuse o fatiscenti.
                                                                                                           le
                                                                                                           e
            A Belo Polje, sulle pendici davanti a Pec (Peja, per gli albanesi) è nato intanto “Villaggio
            Italia”, la nostra più importante base militare all’estero. Un’area di oltre 700.000 metri
            quadrati dove possono alloggiare in relativa sicurezza circa 1.500 persone.
            Politicamente tutta la Serbia vive un momento di grande incertezza: a dicembre ci
            sono state le elezioni politiche e, come previsto, hanno vinto i partiti più nazionalisti. In
            Kossovo (che formalmente fa ancora parte della Serbia) non ha votato nessuno: gli
            albanesi perché rifiutano la sovranità di Belgrado, i pochi serbi rimasti per protesta             Il Forestale n. 23/2004
            contro il loro governo, giudicato troppo “morbido” verso i musulmani.
            Tutto sembra davvero legato a un filo…




                                                                                                    P Paagg.. 1111
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