Ho trovato finalmente – gridò eccitato al nuovo compagno che sobbalzò stupito – questa è proprio una buona azione a favore di tutti.
E venne al dunque:
Vedi là Basan nel fondo?Al levar del sole ogni operaio principia il suo lavoro ai fornasotti, nel nome di Dio, e mai può abbandonarlo fino al calar del sole. Eppure per quante prove si facciano, nessuna stoviglia riesce bene e così padroni, operai e serventi campano assai male, perché gli impasti che producono non sono richiesti.
Io sono vecchio – aggiunse patetico messer Manardi – tocco ormai gli ultimi anni della mia vita: ma ho tre figli: Ottaviano, Sforza e Giorgio (3) che si studiano inutilmente di imitare i lattesini di Faenza e Lodi, perché non si conosce il segreto. Se tu ce lo riveli io ti giuro sul mio onore, che tutti i bassanesi ne avranno vantaggio e lavoro.
Il sanguanèl stette a pensarci su un po’, quindi ammise che, tutto sommato, gli pareva una proposta onesta e che sperava proprio che il suggerimento che avrebbe dato sarebbe stato ben valutato in Alto Loco. Per lui che conosceva i segreti della natura meglio degli uomini, era davvero una sciocchezza quel che gli si chiedeva.
Tu sei proprio invecchiato inutilmente, messer Francesco, se non vedi dove stai poggiando i piedi e il poggio che ti sta davanti il naso! La ricchezza l’avete fuori casa, a portata di mano e non ve ne siete mai accorti: Volete vasi, fiaschi, orci, servizi da tavola, coppe da frutta, acquasantiere, cornici di maiolica? Ma fateli con questa ottima tera da bocali (4). Sopra lo smalto crudo a base di stagno la decorate e poi la cuocete a fuoco grande che diverrà durissima e brillante.
E volete chicchere, statuine e zuccheriere di porcellana da stupire il mondo? Ma non li avete mai notati questi ciotoli, benedetti da Dio, che dalle montagne del Trentino, di Cismon e di Valstagna il Brenta da millenni scarica ed abbandona qui davanti la città? Prendete le pietre bianche del fiume di terra bianca di Vicenza, un po’ di saldame e di stagno, un poco di gesso e di calcina e di allume di rocca. Il tutto lo ponete a cuocere e, dopo cotto, lo pestate, e lo macinate sotto pietra e, quando sarà finalmente macinato, la pasta è pronta.
Allora si che il sabion d’Istria e il minio attacca! E per dorar sopra si posa un foglio d’oro e poi si pone in fuoco (5). E avrete porcellane meravigliose dalla superficie così brillante e dura nemmeno il diamante potrà rigarla, balordi che siete!
E detto questo, con un balzo di gioia, il sanguanèl disparve. Così grazie a quell’omino benefico e intelligente e alle montagne della Valbrenta, in quel lontano anno del Signore, nasceva in Bassano la ceramica e la porcellana: Le cui opere d’arte, modellate, smaltate e decorate da uomini e donne bassanesi, furono le più perfette, le più splendenti, le più fini di tutta la Repubblica Veneta. E viaggiarono tutto il mondo, che non ci stava a pari nessuno.