Rivista tecnico-scientifica ambientale dell'Arma dei Carabinieri                                                            ISSN 2532-7828

TECNOLOGIA 
ADRIARADNET: I RISULTATI
21/10/2015
di Salvatore Santangelo


 
 
 
 

Piogge estreme, grandinate e alluvioni hanno, in questi ultimi anni, colpito l’intero territorio italiano ma anche i Balcani.
Dalla constatazione di questo scenario è nata l’esigenza di realizzare delle vere e proprie sentinelle contro le alluvioni, in grado di osservare tutti questi eventi meteorologici che possono mettere a rischio l’incolumità dei cittadini.
Per questo - nel 2012 - è nato Adriaradnet, un progetto europeo che si occupa della previsione e della prevenzione di fenomeni atmosferici estremi nella regione adriatica, finanziato dall’iniziativa comunitaria “Ipa Adriatico”.
Questa iniziativa ha coinvolto l’Abruzzo, l’Università dell’Aquila che - attraverso il suo centro di eccellenza Cetemps - ne è il soggetto leader, la regione Neretva-Dubrovnik (Croazia), le Marche, il Ministero degli Interni albanese, l’Università Politecnica dell’Albania e la fondazione Cima-Albania: tutti interlocutori fondamentali per la strutturazione e la realizzazione dell'iniziativa stessa.

 

Il nome stesso evidenzia i 3 temi portanti:

 
  1. “Adria”, perché interessa la zona centrale dell'Adriatico con L'Abruzzo (capofila), le Marche, il distretto di Dubrovnik e Tirana;
  2. “Rad”, grazie all’installazione di 4 sistemi radar di ultima generazione assieme alla previsione c’è una forte componente innovativa e tecnologica; in campo meteorologico il radar è il sistema principe per prevedere quello che succederà da qui a qualche ora.
  3. “Net”, il potenziamento della rete di comunicazione e di allerta grazie a una specifica infrastruttura informatica in grado di inglobare e integrare le informazioni, rendendole fruibili sia alle strutture di Protezione Civile che ai singoli cittadini.
 

Dopo tre anni -  ha affermato il responsabile del progetto Frank Marzano - abbiamo a disposizione 4 sistemi radar in banda X di ultima generazione, i primi a essere istallati sull’intera Europa con queste caratteristiche. Queste infrastrutture permettono il knowcasting: una ‘previsione a brevissimo termine’ estremamente utile per poter eventualmente allertare le popolazioni delle aree colpite da un fenomeno meteorologico estremo. Ciò presuppone che anche il sistema di Protezione civile sia attrezzato per poter “lavorare” questo tipo di informazioni e lanciare l’alert in un tempo estremamente rapido. Per questo è stata prevista una piattaforma di elaborazione dati chiamata Dewetra Adriaradnet, specificatamente creata nell’ambito del progetto. Quindi, grazie ad Adriaradnet siamo in grado di osservare, attraverso l’osservazione siamo in grado di prevedere, attraverso la previsione possiamo prevenire”.
Siamo di fronte a un vero e proprio ecosistema in cui le Istituzioni, le infrastrutture tecnologiche e le componenti di ricerca e sviluppo cooperano per realizzare un ambiente sempre più sostenibile e smart in un orizzonte di medio e lungo periodo.
“Trasferimento tecnologico, contenuti innovativi, attenzione all’ambiente ma soprattutto rispetto dei tempi, capillarità della disseminazione e capacità di spesa fanno di AdriaRadnet uno dei progetti virtuosi tra quelli finanziati dalla Ue tramite la misura Ipa-Adriatico”, ha così esordito Paola Di Salvatore (che di Ipa è proprio Autorità di gestione). Ed ha aggiunto: “Proprio questi risultati ci fanno pensare a una sua implementazione, nel senso di una ‘clusterizzazione’. Siamo di fronte a un vero e proprio progetto di riferimento”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il sottosegretario Mario Mazzocca: “Questa iniziativa lascia sul nostro territorio un radar di ultimissima generazione (in assoluto il primo con queste caratteristiche in tutta Europa), una serie di sensori istallati nei sotto passi più a rischio della costa teatina ma soprattutto ci ha inserito l’Abruzzo all'interno di un vero e proprio ecosistema per la prevenzione e la protezione civile di altissimo livello internazionale”.
Nelle modalità operative di Adriaradnet emergono con chiarezza alcuni assunti fondamentali: la ricerca come opportunità, la centralità del trasferimento tecnologico e dell’innovazione nelle nuove frontiere della cooperazione comunitaria, la necessità di un’attenta gestione della dimensione del ‘rischio’ a cui sono sempre più esposte le nostre società complesse.
A fare gli onori di casa, il responsabile del Cfa, Antonio Iovino che non ha nascosto il proprio orgoglio e la propria soddisfazione per gli ottimi risultati dell'iniziativa: “la protezione civile abruzzese, ancora una volta si dimostra un’eccellenza di questa regione con grandi risorse umane e tecnologiche: l’auspicio è che Adriaradnet, di cui la regione Abruzzo può essere orgogliosa, rappresenti un modello con cui poter sviluppare nuove azioni di cooperazione tra le diverse regioni europee. Le modalità con cui sono stati raggiunti obiettivi così ambiziosi possono rappresentare un punto di partenza per sviluppare queste stesse infrastrutture (e i sistemi che le supportano) anche in altri territori, così da consentire ai singoli cittadini di essere sempre più sicuri perché protetti da innovative sentinelle contro i temporali e le alluvioni”.