Rivista tecnico-scientifica ambientale dell'Arma dei Carabinieri                                                            ISSN 2532-7828

SALUTE 
IL MITO LETTERARIO DI CHIRONE: MODERNA SINTESI DELL’APPROCCIO ONE HEALTH NELLA SANITA’ PUBBLICA
31/01/2024
di Samuele PULZE
Ten. Col. CC RT (vet) Capo della 1^ Sezione del Servizio per la Veterinaria del Dipartimento per l’Organizzazione Sanitaria e Veterinaria del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e Ufficiale addet-to dell’Ufficio Comando del Centro Nazionale di Accoglienza degli Animali Confiscati Carabinieri (CNAAC).

La figura mitologica del centauro Chirone, celebrata dagli autori di tutte le epoche, da Ovidio a Dante, da Macchiavelli a Goethe, simboleggia, in quanto ibrido uomo-cavallo, la fusione dell’intelletto umano e dell’istintività ferina, ma anche la synthesis tra medicina umana e medicina veterinaria. L’innesto della componente ambientale, attraverso il filo conduttore che lo collega a Ippocrate, pilastro della cultura oc-cidentale, Chirone diviene il paradigma dell’attuale approccio One Health nel campo delle scienze mediche.


The mythological figure of the centaur Chiron, celebrated by authors of all ages, from Ovid to Dante, from Macchiavelli to Goethe, symbolizes, as a man-horse hybrid, the fusion of human intellect and feral insti-nct, but also the synthesis between human medicine and veterinary medicine. The grafting of the envi-ronmental component, through the common thread that connects him to Hippocrates, pillar of Western culture, Chiron becomes the paradigm of the current One Health approach in the field of medical sciences.

 

Il personaggio, le abilità, i discepoli
“E quel di mezzo, ch’al petto si mira, è il gran Chiron, il qual nodrì Achille” [1]: così Dante Alighieri, per bocca del “Duca” [2] Virgilio, introduce il centauro[3] Chirone nel XII Canto dell’“Inferno”, il c.d. “Canto dei Centauri”, laddove il Sommo Poeta s’appresta ad incontrare le anime dannate dei “violenti contro il prossimo”[4], sulle quali vigilano gli ibridi custodi umano-equini. La sua figura composta e il suo temperamento meditativo (“ch’al petto si mira”), uniti alla sua imponenza fisica e, soprattutto, morale (“gran”), lo distinguono da subito rispetto agli altri centauri (Nesso e Folo) e stabiliscono una presa di distanza rispetto all’indole violenta e ferina dei consimili.

FIGURA 1La medesima visione ne avevano eminenti autori classici: Ovidio, nei “Fasti”, descrive Chirone “iustim” e “senem”[5]; Stazio, nell’“Achilleide”, lo appella “ingens Centaurus” e “nutritor […] ingens”[6] del “Pelide”, attribuiti alla base delle attestazioni dantesche di capo saggio e accorto, istituendolo tra le “grandi figure monumentali della Commedia alla cui vita bastano un atteggiamento, una mossa” [7].

A conferma dell’eccezionalità del personaggio di Chirone, la mitografia ellenica presentava i centauri come ibridi dagli istinti smodati, spesso crudeli, dominati da passioni morbose, quali l’abnorme consumo di vino e il lascivo abbandono agli appetiti sessuali; Chirone, al contrario, unisce in sé una serie di attributi e di capacità specifiche: conoscitore del mondo naturale, della taumaturgia[8], dell’arte medica e dell’utilizzo delle erbe[9], della doma dei cavalli e della caccia, secondo la tradizione fu precettore ed educatore di importanti personaggi ed eroi della mitologia greca, tra cui Aiace, Enea, Giasone, Teseo, i Dioscuri[10], Achille e Asclepio. L’etimologia stessa del suo nome appare riconducibile al termine greco antico “cheir”[11], con il significato di “mano”, che ne costituisce, dunque, una sorta di nome-immagine ricollegato al suo talento nell’esercizio delle premesse arti pratiche, tra le quali, in particolare, la medicina[12]. Questa completezza del centauro, fusione perfetta di ragione e istinto, viene ripresa in epoca moderna dal fiorentino Nicolò Macchiavelli, che, ne “Il Principe” (1532), identifica Chirone, con una visione poco poetica e più pragmatica, quale modello del governante ideale, “uomo d’arme e di legge” chiamato a dosare con equilibrio e perizia le doti di forza e astuzia.

FIGURA 2L’eredità del centauro. Asclepio e la sua discendenza

Come anticipato, tra i più celebri discepoli di Chirone vi fu Asclepio[13], la cui figura rappresenta una delle più chiare attestazioni della nascita della medicina religiosa: già anticamente, infatti, era identificato come la sua primigenia autorità, che, citando il filosofo Aulo Cornelio Celso, “rese un po' più raffinata questa scienza ancora rozza e volgare, e perciò fu elevato al rango di divinità”[14]. Riconoscendo, pertanto, Chirone quale maestro di Asclepio, dio stesso della medicina, il centauro assurge al rango di iniziatore e capostipite della scienza medica.

 È interessante notare come Asclepio sia portatore di numerosi simbolismi nella specifica materia, attuali anche ai giorni nostri:

egli rappresenta, all’atto della sua nascita, il primo parto mediante taglio cesareo, in quanto il divino padre Apollo lo estrasse dal ventre della madre, la ninfa Coronide, mentre la destinava a morte, punendola per la sua infedeltà;
il suo bastone, sul quale sono avvolte le spire di un serpente[15], costituisce l’elemento identificativo della scienza medica, presente sulla bandiera dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) e da non confondere, come spesso accade, con il caduceo[16], simbolo della professione di farmacista.
FIGURA 6Attraverso la presunta discendenza di Asclepio, poi, Chirone può ulteriormente essere correlato alla figura che maggiormente ha rivoluzionato e condizionato la storia della medicina occidentale: Ippocrate[17], membro, appunto, degli Asclepiadi. Al centro del pensiero e dell’approccio del medico greco non vi è la malattia, decontestualizzata e, di conseguenza, affrontata in maniera asettica e impersonale, bensì l’uomo, considerato nella sua interezza e totalità[18]; in tal senso, la medicina, come testimonia il “Giuramento” che da lui stesso prende il nome, ancora oggi pronunciato dagli abilitati alla professione, non può e non deve essere separata dall’etica, della quale, con una valenza ulteriormente rafforzativa dell’intima connessione tra le due figure, Chirone viene considerato il padre.

Altro aspetto peculiare, frutto delle osservazioni di Ippocrate, è la teoria secondo cui l’ambiente influenza in maniera diretta e sostanziale lo stato di salute dell’uomo, gettando le fondamenta del pensiero ecologico[19].

FIGURA 7Il pensiero ecologico antico

Ricollegandosi alla trattazione del precedente paragrafo, si può individuare, per il tramite della figura di Ippocrate, una correlazione tra il mito di Chirone e la nascita dell’ecologia, partendo dall’atteggiamento originale tenuto dagli antichi di fronte alla questione del rapporto uomo-ambiente; se da un lato, infatti, appare significativa l’attenzione rivolta all’influenza che l’ambiente determina sull’uomo, dall’altro fa, però, da contraltare una scarsa sensibilità sull’impatto delle attività antropiche sugli ecosistemi circostanti. Tale atteggiamento deriva da una visione antropocentrica, prevalentemente di matrice aristotelica, che interpreta la natura, nel suo complesso, funzionale alle necessità e ai bisogni dell’uomo, “proiettato a perseguire l’obiettivo del progresso” [20].
Partendo dai presupposti descritti, pertanto, manca nel mondo greco classico[21] e nella cultura romana antica, che risente fortemente dell’influenza ideologica ellenistica, la percezione e l’assunzione di responsabilità nei confronti dell’ambiente. Eppure è evidente già all’epoca l’effetto fortemente impattante determinato dall’espansione dello spazio antropizzato a danno di quello naturale, che si rivela nei seguenti fenomeni:

-la deforestazione e il disboscamento[22], finalizzati a disporre di ulteriori spazi coltivabili e/o da destinare al pascolo, di materiale combustibile, di legname per i settori edilizio e manifatturiero;

-l’attività estrattiva, che modifica suoli e profili idrografici, determinando, al contempo, l’inquinamento dell’aria e delle acque;

-l’urbanizzazione, specialmente nel contesto romano, caratterizzato da dinamiche di speculazione edilizia fuori da qualsiasi controllo.

La voce di Ippocrate, forse per la prima volta, esprime il concetto “ecologico” di pari dignità della salute del pianeta, quale fattore condizionante, a ricaduta, degli aspetti della tutela e del benessere dell’uomo.

FIGURA 8Ricostituire l’unità

Chirone precettore, Chirone padre dell’etica medica, Chirone dalle molteplici abilità: tutte immagini del centauro descritte nel corso della presente esposizione, ma è necessario sviluppare un ulteriore simbolismo intrinsecamente correlato alla natura ibrida stessa del suo mito, vale a dire l’essenza e lo scopo della medicina veterinaria.

La “Suida”[23] afferma che Chirone compose un testo sull’arte veterinaria e la tradizione, coerentemente con il testo bizantino, associa il suo nome all’opera “Mulomedicina Chironis”, trattato latino in dieci libri, della seconda metà del IV sec. d.C., in materia di patologia equina[24].

Ma Chirone, in realtà, è portatore di un valore simbolico ancora più elevato: non solo quello di fondatore della zooiatria, quanto, piuttosto, l’emblema stesso dell’unità delle scienze mediche, attraverso un processo di somatizzazione dell’intrinseca contradditorietà della medicina, disciplina sospesa tra arte e scienza, tra razionalità e irrazionalità.

La comunanza tra uomini e animali[25], propria del mondo antico, vede minare le proprie basi, come premesso, dall’affermazione del pensiero aristotelico, che celebra la preminenza dell’uomo sulla natura e sugli animali, considerati alla stregua di automi[26]; il mondo classico porta, quindi, alla disgregazione della medicina unica, allontanando l’elemento umano da quello veterinario. Tale frattura arriva a consolidarsi, poi, attraverso le epoche, mediante coloro che hanno maggiormente contribuito a influenzarle da un punto di vista filosofico e ideologico:

-la Bibbia cristiana, portatrice del presunto diritto della specie umana di dominare il pianeta, in quanto creata a immagine e somiglianza di Dio;

-San Tommaso d’Aquino (1225-1274), che riprende la visione antropocentrica di Aristotele, rispetto alla quale gli animali non sono portatori di diritti, bensì l’uomo ha, al massimo, solo doveri indiretti nei loro confronti;

-Cartesio, che, nel “Discorso sul metodo” (1637), afferma essere l’uomo “signore e possessore della natura”;

-Immanuel Kant (1724-1804), esponente dell’Illuminismo, che statuisce la libertà come valore esclusivo dell’uomo, in quanto gli animali non sono in grado di tendere al futuro, poiché privi di qualsiasi progettualità[27].

FIGURA 9Lo spartiacque storico per la riaffermazione dell’uguaglianza tra uomini e animali è rappresentato dall’epoca Romantica, debitrice, in particolare, delle teorie evoluzionistiche di Charles Darwin[28] e del pensiero giuridico-filosofico di Jeremy Bentham[29]: la visione antropocentrica viene sostituita da quella biocentrica, all’insegna della pari dignità degli animali rispetto alla specie umana, nella loro capacità di soffrire e di provare dolore. Vengono, pertanto, gettate le fondamenta per la ricostituzione del rapporto paritetico nella relazione tra uomo e animali, del quale costituiscono pietre miliari le opere e le teorie di:

-Rudolf Ludwig Karl Vierchow (1821-1902), che conia il termine “zoonosi”[30], ad affermare l’intima correlazione esistente tra la salute umana e quella animale;

-William Osler (1849-1919), che individua la medicina veterinaria quale componente essenziale della sanità pubblica;

-Calvin W. Schwabe (1927-2006), che propone per primo il concetto di “One Medicine”, riconoscendo che non vi è alcuna differenza paradigmatica tra medicina umana e medicina veterinaria e che entrambe contribuiscono allo sviluppo reciproco.

Il passaggio dalla “One Medicine” alla “One Health”, a questo punto, è stato breve: il riconoscimento del mutuo impatto tra uomo, animali e ambiente e, parallelamente, la necessità di proteggere l’integrità degli ecosistemi, con l’obiettivo prioritario di preservare la biodiversità, hanno portato alla codifica dei dodici Principi di Manhattan[31], di cui il quinto, in particolare, recita: “Implementare approcci innovativi, fortemente integrati e olistici di prevenzione e di controllo delle malattie emergenti e ri-emergenti”. L’approccio “One Health”, pertanto, punta alla ricostituzione di quella unità delle scienze mediche affermata dagli antichi, nella quale viene innestato l’elemento innovativo della salute del pianeta, che assume una valenza di pari dignità rispetto alla salute di tutti i suoi abitanti; la presa di coscienza di questa interdipendenza dei fattori uomo-animali-ambiente diventa la chiave per un ecosistema sostenibile e durevole, attuabile attraverso l’abbattimento dei confini tra i vari settori della scienza, l’affermazione del processo di interdisciplinarietà e la realizzazione di politiche intersettoriali nell’ambito della salute pubblica, che evolve, così, in salute collettiva.

FIGURA 10In conclusione, trade union tra mito e storia, ecco, dunque, riemergere attuale e imperitura la figura di synthesis simboleggiata da colui che Goethe definisce, per bocca di Faust, “uomo grande, l’inclito pedagogo […], il medico che sa il nome di ogni pianta, conosce le radici di ogni fibra” [32]; si tratta di Chirone, che racchiude nelle sue sembianze, nelle sue abilità e nella conoscenza trasfusa nei suoi epigoni (Asclepio) e nella loro discendenza (l’innovativo pensiero “ecologista” di Ippocrate), l’etica stessa delle scienze mediche, reinterpretata nel loro moderno paradigma di governance: la cura di sé (l’uomo) e la cura degli altri (gli animali e l’ambiente), finalizzate alla salute dell’intero pianeta (“One Health”). 

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1Inferno, Canto XII, vv. 70-71.
2Nell’accezione latina di “guida” (dux).
3Figura della mitologia greca, il cui nome deriva dal capostipite Centauro, figlio di Issione, partecipe della natura biva-lente dell’uomo e del cavallo, che abitava i rilievi montuosi della Tessaglia.
4Primo Girone del VII Cerchio.
5Cfr. v. 384.
6 Cfr. Libro I, vv. 195-196 e 276.
7Momigliano, Attilio, “La Divina Commedia/commentata da A. Momigliano”, G.C. Sansoni, Firenze, 1957.
8 Capacità di operare miracoli.
 9Il nome di Chirone è intimamente associato all’Herbarius di Apuleio, opera nota e assai diffusa in epoca medievale.
10 I gemelli Castore e Polluce.

11 Il termine rappresenta anche la radice etimologica della parola “chirurgia”.
12Cfr. Bremmer, J.N., Greek demons of the wilderness: the case of the Centaurs, pag. 31
13 Esculapio nella forma latina.
14  Proemio del trattato De medicina, I sec. d.C..
15Nell’antichità il serpente assumeva simbolicamente svariati significati, tra i quali la conoscenza, la fertilità e la rinascita (quest’ultima, ricollegandosi alla muta della pelle).16Attribuito al dio Ermes/Mercurio, viene rappresentato anch’esso come un bastone, ma, a differenza di quello di Asclepio, è alato e avvolto nelle spire di due serpenti in posizione speculare. Secondo alcuni autori, sia il bastone di Asclepio, sia il caduceo di Ermes deriverebbero dall'antico metodo, ancora in uso, di estrazione dai tessuti sottocutanei della femmina adulta del nematode Dracunculus medinensis (c.d. “verme di Guinea”): il parassita, infatti, viene delicata-mente avvolto attorno a un bastoncino e l'operazione, che può durare anche interi giorni, deve essere eseguita con estrema perizia, affinchè il verme non si rompa durante l'estrazione. 17Padre riconosciuto della medicina moderna (460 - 377 a.C.), nato nell’isola greca di Kos, a lui viene ascritto il merito di aver liberato l’arte medica dall’aura magica che in precedenza la caratterizzava, trasformandola in scienza empirica, basata sui fatti e sulle osservazioni oggettive.
 18 Celebre la citazione di Ippocrate, “Se c’è amore per l’uomo, ci sarà anche amore per la scienza”.
 19 L’ecologia è la scienza che ha per oggetto lo studio delle interazioni tra l’uomo, gli organismi viventi (animali e vegeta-li) e l’ambiente in cui essi sono inseriti.

  20Plinio il Vecchio, Historia Naturalis, I sec. d.C..
 21L’unico autore dell’epoca che sembra esprimere un punto di vista “fuori dal coro” è il filosofo Teofrasto (IV sec. a.C.), pur discepolo dello stesso Aristotele, al quale succedette nella direzione del Liceo di Atene nel 322 a.C..
 22Nella Roma antica rappresenta uno dei più significativi fattori di degrado ambientale; già nell’Atene del IV sec. a.C. ne vengono descritte dal filosofo Platone, nell’opera Crizia, le conseguenze.
 23Conosciuta anche come “Suda”, sembra che il termine costituisca una corruzione della parola “Suidas”, ovvero il no-me dell’autore di questa enciclopedia bizantina del X sec. d.C., attinente a numerose discipline: geografia, storia, lette-ratura, filosofia, scienza, grammatica, usi e costumi.
 24Vi sono riconoscibili indubbie correlazioni con i testi veterinari greci, denominati “Hippiatrica”.
 25 La teoria della syngheneia (c.d. “parentela etnica”).
26Cfr. Aristotele, De interpretatione, IV sec. a.C..
  27Cfr. Kant, I., Antropologia da un punto di vista pragmatico, 1798.
 28 Cfr. Darwin, C., Origine dell’uomo e la scelta sessuale, 1871.
 29 Cfr. Bentham, J., Can they suffer?, 1789.
 30 Malattia causata da un agente eziologico trasmissibile dagli animali all’uomo, per via diretta o indiretta.
 31 “The Manhattan Principles on One World, One Health”, 24 settembre 2004.
32  Cfr. Goethe (1749-1832), J.W., Faust, II Atto.


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16. Darwin, C. Origine dell’uomo e la scelta sessuale, 1871.
17. Bentham, J. Can they suffer?, 1789.
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