Rivista tecnico-scientifica ambientale dell'Arma dei Carabinieri                                                            ISSN 2532-7828

RIFIUTI E INQUINAMENTO
  • LA CASSAZIONE PENALE SULLE ACQUE METEORICHE CONTAMINATE
    di Mauro Kusturin
    Dottore in ingegneria ambientale. Tecnico Provincia Campobasso - Tutela acque. Docente Scuole Arma Carabinieri
    La problematica delle acque meteoriche contaminate, dal punto di vista della qualità dello scarico, non può non essere considerata, in quanto, tale tipologia di reflui può divenire un vettore di trasporto di sostanze altamente inquinanti e nocive per l’ambiente, quali, ad esempio, gli idrocarburi in generale, inquinante facilmente riscontrabile in diverse attività (impianti di distribuzione carburanti, centri demolizione di autoveicoli, ecc.) e che risulta presente nella Tab.3 dell’Allegato 5 alla Parte III del D.Lgs.152/1999 e per il quale è prevista la possibilità di fissare dei limiti più restrittivi (v. Parte III – All.5 – Tab.5). Su questo argomento, si è più volte espressa la Suprema Corte di Cassazione, la quale, con un orientamento univoco, ha sancito, essenzialmente, che le acque meteoriche contaminate devono essere considerate al pari delle acque reflue industriali. Il presente contributo richiama le pronunce più significative della Sezione III del citato organo giudicante.


    The problem of contaminated rainwater, from the point of view of the quality of the discharge, cannot be ignored, as this type of wastewater can become a transport vector for highly polluting and harmful substances for the environment, such as, for example , hydrocarbons in general, a pollutant easily found in various activities (fuel distribution systems, car demolition centres, etc.) and which is present in Tab.3 of Annex 5 to Part III of Legislative Decree 152/1999 and for which the possibility of setting more restrictive limits is foreseen (see Part III – Annex 5 – Tab.5). On this topic, the Supreme Court of Cassation has expressed itself several times, which, with an unambiguous orientation, essentially established that contaminated rainwater must be considered on a par with industrial waste water. This contribution recalls the most significant rulings of Section III of the aforementioned judging body.
  • NOTA DI COMMENTO ALLA SENTENZA DI CASSAZIONE – SEZ. III N. 20236 DEL 25 MAGGIO 2022

    di Mauro KUSTURIN[1]

    LE ACQUE DI VEGETAZIONE DEI FRANTOI OLEARI: INQUADRAMENTO NELLA NORMATIVA AMBIENTALE.

  • Inquinamento da plastiche e microplastiche nell’ambiente marino
    Dott. Chim. Antonio Tursi, PhD  
    Ricercatore Post-Doc, Dipartimento di Chimica e Tecn. Chim. - Università della Calabria 
    Segretario Società Chimica Italiana, Sez. Calabria
    Esperto Chimico Incaricato – Direzione Ambiente, Energia e Territorio – Regione Piemonte
    Abstract

    Da quando la plastica è diventata un materiale di uso quotidiano, dopo la sua scoperta, a partire dagli anni '40 dello scorso secolo, la contaminazione da rifiuti plastici nei diversi comparti ambientali è risultato un problema crescente. La presenza di rifiuti e frammenti plastici nell'ambiente, infatti, desta notevole preoccupazione a causa dei processi di degradazione che possono intercorrere nei diversi ecosistemi e al conseguente rilascio di microparticelle che si diffondono nell’aria, nei mari, nei fiumi e nei suoli.
    Uno degli aspetti più insidiosi dell’inquinamento da plastica, pertanto, è la formazione di frammenti piccoli abbastanza, le cosiddette microplastiche, da poter essere ingeriti dagli organismi viventi, giungendo all’uomo attraverso il consumo di alimenti contaminati. Molteplici studi scientifici hanno evidenziato che le microplastiche agiscono anche come vettori di inquinanti, contribuendo al bioaccumulo di sostanze nocive, in particolare negli ecosistemi marini, negli organismi e successivamente nelle reti alimentari. L'inevitabile esposizione della microplastica per l'uomo sottolinea la necessità di rivedere i potenziali effetti, le vie di esposizione e la tossicità delle microplastiche per la salute umana.
    Nonostante rappresentino un'importante fonte di inquinamento da diversi decenni, esse hanno destato solo recentemente l'attenzione della comunità scientifica e delle agenzie governative preposte alla salvaguardia ambientale e della salute umana. Negli ultimi anni la comunità scientifica e governativa sta ricorrendo alla cosiddetta "strategia della plastica” avente lo scopo di modificare la progettazione, la realizzazione, l’uso e il riciclaggio dei prodotti plastici, oltre a limitarne l'uso quotidiano.

    Abstract

    Since plastic has become a material of daily use, after its discovery, starting from the 1940s, the contamination by plastic waste in the various environmental compartments has been a growing problem. The presence of waste and plastic fragments in the environment, in fact, raises considerable concern due to the degradation processes that may occur in the various ecosystems and the consequent release of microparticles that spread into the air, seas, rivers and soils.
    One of the most insidious aspects of plastic pollution, therefore, is the formation of small enough fragments, the so-called microplastics, to be ingested by living organisms, reaching humans through the consumption of contaminated foods. Multiple scientific studies have shown that microplastics also act as vectors of pollutants, contributing to the bioaccumulation of harmful substances, particularly in marine ecosystems, organisms and subsequently in food webs. The inevitable exposure of microplastics to humans underscores the need to review the potential effects, routes of exposure and toxicity of microplastics to human health.
    Although they have been an important source of pollution for several decades, microplastics, just now, attracted the attention of the scientific community and government agencies responsible for safeguarding the environment and human health. In recent years, the scientific and governmental community has been resorting to the so-called "plastic strategy" with the aim of changing the design, manufacture, use and recycling of plastic products, as well as limiting their daily use.

  • I REATI AMBIENTALI ATTIVITA’ DEGLI ORGANI DI VIGILANZA E DELLA P.G.
    di Angelo Robotto, Enrico Brizio, Arpa Piemonte - Angelo Robotto, Direttore Arpa Piemonte – Enrico Brizio, Dirigente Arpa Piemonte

    La legge 22 maggio 2015 n. 68 ha introdotto importanti novità in materia dei reati ambientali, introducendo le nuove e più moderne fattispecie criminose dei “delitti contro l’ambiente”, colpiti con sanzioni penali di adeguata dissuasività a tutela reale del bene giuridico “ambiente”. Al contempo, è stata prevista la possibilità di estinzione di determinati reati contravvenzionali in materia ambientale che non abbiano causato danno all’ambiente, la cui applicazione rimanda alla professionalità ed alla responsabilità degli organi di vigilanza preposti e della polizia giudiziaria.

    The Italian Law n. 68 of 22 May 2015 introduced important innovations in the field of environmental crimes, introducing the new and modern “crimes against the environment”, with criminal sanctions of adequate dissuasiveness to protect the legal principle "environment". At the same time, the possibility of extinction for certain environmental crimes that did not damage the environment was introduced as well; the crime extinction procedure relies on the professional qualities and responsibility of the supervisory bodies in charge and the criminal police.

  • ALPI, DAI GHIACCIAI EMERGONO METALLI PESANTI E SOSTANZE RADIOATTIVE
    Fonte: Università di Milano – Bicocca
     
    Lo studio, effettuato da tre Università, denuncia la presenza di cesio-137, americio-241 e bismuto-207, sostanze radioattive prodotte da test e incidenti nucleari. 
    Ma per gli scienziati non c'è alcun rischio per la salute umana
  • L'ABBANDONO DI RIFIUTI

    di Valentina Vattani
    Giurista, esperta in Diritto Ambientale

     

    Da atto di malcostume alla gestione illegale