Rivista tecnico-scientifica ambientale dell'Arma dei Carabinieri                                                            ISSN 2532-7828

MONITORAGGIO DEL TERRITORIO
LA GESTIONE SOSTENIBILE DEL SUOLO: QUALI SFIDE?
06/12/2022

di  Filiberto ALTOBELLI e Maria Grazia PIAZZA[1]
[1] CREA - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.

 



L’umanità si trova a dover affrontare sfide enormi nel campo dell’agricoltura: dai profondi cambiamenti climatici, al rapido incremento demografico accompagnato ad una forte urbanizzazione. Queste sono le urgenze a livello globale alle quali l’uomo è chiamato a rispondere per poter soddisfare l’incremento della domanda alimentare in un contesto di crescente degradazione dei suoli agrari. Alla luce della necessità di combattere la fame e garantire la sicurezza alimentare e la nutrizione, lo studio e l’attuazione di pratiche di gestione sostenibile del suolo non sono mai stati temi tanto decisivi come al giorno d’oggi.

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile individuano la necessità di ripristinare i suoli degradati, al fine di migliorarne la produttività. Vi è un ampio consenso sulla necessità di valorizzare la risorsa suolo. Il fine è quello di sostenere la produzione alimentare nonché quello di immagazzinare e fornire acqua pulita, conservare la biodiversità, sequestrare il carbonio e aumentare la resilienza in un contesto di profondi cambiamenti climatici. Questi obiettivi richiedono l’attuazione di pratiche di gestione sostenibile del suolo a livello mondiale.

Il suolo è alla base della produzione alimentare così come di molti altri servizi ecosistemici fondamentali. È dimostrato che una gestione sostenibile del suolo contribuisce ad aumentare la produzione agroalimentare, favorendo la qualità nutrizionale degli alimenti e consentendo al suolo di mitigare e adattarsi gradualmente al cambiamento climatico.

Humanity is having to face enormous challenges in the field of agriculture: from profound climate changes to rapid population growth accompanied by strong urbanization. These are the global urgencies to which man is called to respond in order to satisfy the increase in food demand in a context of increasing degradation of agricultural soils. In light of the need to fight hunger and guarantee food security and nutrition, the study and implementation of sustainable soil management practices have never been as decisive as today.

The Sustainable Development Goals identify the need to restore degraded soils in order to improve their productivity. There is broad consensus on the need to enhance the soil resource. The aim is to support food production as well as to store and supply clean water, conserve biodiversity, sequester carbon and increase resilience in the context of profound climate change. These goals require the implementation of sustainable soil management practices worldwide.

Soil underpins food production as well as many other key ecosystem services. It has been demonstrated that sustainable soil management contributes to increasing agri-food production, promoting the nutritional quality of food and allowing the soil to gradually mitigate and adapt to climate change.

 

IL CONTRIBUTO DEL SUOLO ALLE SFIDE GLOBALI

 

I suoli hanno diverse proprietà chimiche, fisiche e biologiche. Di conseguenza, differiscono nelle loro risposte alle pratiche di gestione, nella loro capacità di fornire servizi ecosistemici, così come nella loro vulnerabilità al degrado. Il Rapporto mondiale sullo stato della risorsa suolo (SWSR- Status of the World’s Soil Resources), ha individuato dieci minacce chiave che ostacolano il raggiungimento della gestione sostenibile del suolo. Tra queste: l’erosione del suolo dovuta ad acqua e vento, la perdita di carbonio organico del suolo, la perdita di biodiversità del suolo, l’impermeabilizzazione, il ristagno dell’acqua nel suolo. Queste minacce variano in termini di intensità e andamento a seconda dei contesti geografici, sebbene tutte debbano essere affrontate complessivamente.

La gestione sostenibile del suolo contribuisce ad affrontare le sfide mondiali e ad adempiere agli impegni internazionali, tra cui : a) l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, nella quale la gestione sostenibile del suolo potrebbe contribuire direttamente o indirettamente al raggiungimento dei diversi obiettivi concordati; b) la “Sfida Fame Zero” per porre fine a fame e malnutrizione garantendo sicurezza alimentare ad una popolazione in crescita; c) la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico, in particolare alla luce dell’accordo di Parigi adottato in occasione della COP21 (Conferenza delle Parti) dell’UNFCCC (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) che prevede un deciso impegno nell’affrontare i cambiamenti climatici, attribuendo all’agricoltura un ruolo di primo piano;  c) l’impegno a combattere la desertificazione e a mitigare gli effetti della siccità, in particolare quello atto ad ottenere una “neutralizzazione della degradazione del suolo a livello mondiale” tenendo conto dei potenziali benefici per tutti (UNCCD- United Nations Convention to Combact Desertification- COP12); d) garantire la proprietà fondiaria nell’ambito delle Linee Guida Volontarie sulla Gestione Responsabile della Proprietà della terra, della pesca e delle foreste nel contesto della sicurezza alimentare nazionale (VGGT- Voluntary Guidelines on the Responsible Governance of Tenure). Questo quadro generale evidenzia le grandi opportunità di promuovere la gestione sostenibile del suolo.

 

LINEE GUIDA VOLONTARIE SUL SUOLO: CONTESTO E MOTIVAZIONE

 

Il suolo è una risorsa naturale fondamentale e non rinnovabile che fornisce beni e servizi vitali per diversi ecosistemi e per la vita umana stessa. I suoli sono essenziali per produrre colture, mangimi, fibre, combustibili, inoltre filtrano e purificano enormi quantità di acqua l’anno. Essendo tra i più importanti serbatoi di carbonio, i suoli contribuiscono a regolare le emissioni di anidride carbonica e di altri gas a effetto serra, il che è alla base della regolazione del clima. La gestione sostenibile del suolo è parte integrante della gestione sostenibile globale della terra, nonché la base di partenza per arginare la povertà e favorire lo sviluppo agricolo e rurale al fine di promuovere sicurezza alimentare e miglioramento della nutrizione.

Circa il 95% dei prodotti alimentari proviene dal suolo. L’adozione di pratiche per la gestione sostenibile del suolo è un prezioso strumento per l’adattamento al cambiamento climatico e per intraprendere un percorso di salvaguardia dei principali servizi ecosistemici e della biodiversità. Per l’incalcolabile valore che i suoli rivestono per la società grazie ai loro servizi ecosistemici, l’adozione di pratiche per la loro gestione sostenibile garantisce un elevato ritorno sugli investimenti. L’applicazione di queste pratiche genera molteplici vantaggi socioeconomici, in particolare per gli agricoltori di piccole aziende agricole, la cui sussistenza dipende direttamente dalla loro disponibilità di terreni e anche per i produttori su larga scala.

Tuttavia, i dati recentemente acquisiti nel documento sullo Stato della Risorsa Suolo nel Mondo (SWSR), e altri studi, dimostrano che circa il 33% dei suoli mondiali sono moderatamente o fortemente degradati, a causa, ad esempio, di pratiche di gestione non sostenibili. Si stima una perdita annuale mondiale di 75 miliardi di tonnellate di suolo coltivabile che costa circa 400 miliardi di dollari l’anno in produzione agricola persa. Questa perdita riduce inoltre significativamente la capacità del suolo di immagazzinare e mettere in ciclo il carbonio, i nutrienti e l’acqua. Le perdite annuali della produzione cerealicola dovute all’erosione sono state stimate in 7,6 milioni di tonnellate. Da tempo ormai è riconosciuta al suolo una valenza strategica e fondamentale, che fornisce beni e servizi vitali per diversi ecosistemi e per la vita umana, al punto che la sua gestione sostenibile è ormai considerata come attività̀ cardine per garantirne la produttività̀ nel tempo, per accrescere la sicurezza alimentare delle popolazioni, per favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici e la loro mitigazione, per promuovere lo sviluppo sostenibile dei popoli. In questa direzione, infatti, nel 2012 presso la FAO è stata fondata l’Alleanza mondiale sul suolo GSP (Global Soil Partnership) per sviluppare la tematica della conservazione del suolo, nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Le Linee guida sulla gestione sostenibile del suolo (VGSSM- Voluntary Guidelines on Sustainable Soil Management) (Fig.1), frutto di un processo inclusivo che ha visto la partecipazione di personalità̀ chiave nella gestione dei suoli, si inseriscono in questo contesto e sono adottate dalla FAO (Food and Agricolture Organization of the United Nations) dalla fine del 2016. La gestione sostenibile dei suoli non può prescindere dal ruolo fondamentale rivestito dall’agricoltura, che, in quanto attività umana, produce una ricaduta e un impatto sull’ambiente naturale: non si può, infatti, parlare di “rischio zero”, anche relativamente al degrado e all’inquinamento del terreno. Per tali ragioni, l’agricoltura ha sempre posto, nella sua storia millenaria, un’attenzione particolare alla gestione del suolo, indirizzando le diverse pratiche verso i principi della sostenibilità̀ e della tutela della biodiversità. A maggior ragione, oggi, questa attenzione se, da un lato, deve ulteriormente aumentare a causa dell’accresciuta pressione da parte della popolazione mondiale, dall’altro, però, può contare su un forte incremento della conoscenza scientifica e della sensibilità dei cittadini. La gestione del terreno può essere definita sostenibile se le attività̀ agricole sono in grado di supportare, incrementare, regolare i servizi ecosistemici forniti dal suolo, senza comprometterne significativamente funzionalità e biodiversità, lasciando intatto il capitale naturale per le future generazioni. Le linee guida della FAO (Food and Agricolture Organization of the United Nations), individuano undici temi fondamentali, che i Governi devono impegnarsi a perseguire per garantire la conservazione del suolo, contrastando tutti i principali fattori degrado: 1) contenere l’erosione, 2) contenere il degrado della struttura, 3) garantire una adeguata copertura vegetale, 4) promuovere lo stoccaggio del carbonio, 5) garantire la fertilità dei suoli per le produzioni evitando perdite di nutrienti, 6) assicurare livelli minimi di salinizzazione e sodicizzazione, 7) garantire il corretto drenaggio delle acque, 8) assicurare livelli di contaminanti sotto la soglia di tossicità̀, 9) garantire il mantenimento della biodiversità̀ del suolo e di tutte le sue funzioni, 10) garantire un giusto e sicuro apporto di nutrienti per la produzione di cibo, foraggi, ecc. 11) ridurre il consumo di suolo con una responsabile pianificazione territoriale.

foto altobelli 1Figura1: Le Linee guida sulla gestione sostenibile del suolo (VGSSM)

 








QUALI MISURE ADOTTARE PER LA GESTIONE SOSTENIBILE DEL SUOLO?

Ridurre al minimo l'erosione del suolo:

l’erosione del suolo da parte di acqua, vento ed attività antropica è la minaccia più significativa per i suoli di tutto il mondo e per i servizi ecosistemici che forniscono. L’erosione del suolo provoca la perdita di strati superficiali di terreno che contengono grandi quantità di nutrienti organici e minerali. È stato stimato che a livello mondiale l’85% della perdita di suolo fertile deriva dall’erosione del suolo. Ogni secondo nel mondo si perde suolo corrispondente ad un campo di calcio per erosione. A livello mondiale le due cause principali di erosione sono acqua e vento, mentre nei paesi industrializzati è l’impatto antropico che innesca il fenomeno dell’erosione che va poi ad essere aggravato dall’azione della natura. È opportuno, quindi, mantenere una copertura di piante in crescita o di altri residui organici e non organici che proteggono la superficie terrestre dall'erosione; attuare misure adeguate quali la pacciamatura, l’aratura minima, la non aratura (attraverso semina diretta); fare ridotto uso di erbicidi, utilizzare colture di copertura, adottare un approccio agroecologio; il traffico di veicoli deve essere controllato, la copertura continua da parte di piante così come la rotazione delle colture assicurata, le strisce di piantagione interrotte; è richiesta l’agroforestazione, l’adozione di cinture di contenimento, di adeguati tassi di stoccaggio e di intensità di pascolo.

-Ottimizzare il contenuto di sostanza organica del suolo:

la prima fonte di fertilità del suolo deriva dalla sostanza organica. In Italia i suoli destinati all’agricoltura sono normalmente affetti da una grave carenza di sostanza organica. Mediamente il contenuto in sostanza organica dei suoli agrari italiani si aggira intorno all’1,5% quando la soglia stabilita dall’ OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) per l’innesco di processi di desertificazione è dell’1%.

L’intensa meccanizzazione, l’irrigazione, il clima mediterraneo, la coltivazione intensiva, l’allontanamento dei residui colturali, sono tra le principali cause di perdita di sostanza organica dal suolo. La sostanza organica del suolo è la componente principale della fertilità da essa derivano gli elementi nutritivi per le colture e costituisce il substrato su cui si sviluppano i microrganismi. Utilizzare il suolo agrario come “carbon sink” o pozzo di carbonio è una pratica molto utile non soltanto a mantenere la fertilità del suolo, ma anche a contribuire al contenimento dell’inquinamento da gas serra ed in modo particolare da CO2.

-Preservare e valorizzare la biodiversità del suolo:

nel suolo troviamo il 95% della biodiversità del pianeta in termini di organismi viventi, un quarto delle specie. Nel suolo vivono moltissime specie di organismi: batteri, nematodi, acari, macro artropodi, piccoli mammiferi, ecc., ai quali vanno aggiunti funghi, licheni e radici delle piante. Tutti insieme costituiscono la rete trofica, cioè l’insieme delle nicchie ecologiche concatenate l’una all’altra che determinano la fertilità di un suolo. In pochi grammi di suolo troviamo infatti milioni di microrganismi, che vivono generalmente nei primi 5 cm di suolo. Più un ambiente è ricco di biodiversità, più è stabile e resistente a pressioni negative provenienti dall’esterno. Infatti, qualora dovessero intervenire delle condizioni ostili o letali per alcune specie ne subentrerebbero altre a garantire il funzionamento dell’ecosistema. Senza l’azione incessante degli organismi del suolo che trasformano la sostanza organica nuovamente in elementi minerali da rimettere nel ciclo della vita, saremmo sommersi da rifiuti e l’uomo non sarebbe in grado di sopravvivere sulla Terra non essendo in grado di sintetizzare cibo dagli elementi come invece fanno le piante.

-Ridurre al minimo l'impermeabilizzazione del suolo:

l’impermeabilizzazione o sigillatura del suolo (soil sealing), ovvero la copertura permanente del suolo con materiali artificiali quali asfalto o calcestruzzo, costituisce la forma di copertura artificiale più riconoscibile e diffusa. In Italia il consumo di suolo costituisce da molti anni un problema di grande rilevanza, tanto da porre il nostro paese ai primi posti nella classifica dei paesi europei che consumano suolo. A rendere ancora più pesante questo bilancio, è l’assenza nei comuni di una relazione proporzionale tra crescita del consumo di suolo e crescita demografica.

Nelle aree metropolitane, dove è più alta la percentuale di suolo coperta da costruzioni, da strutture industriali, la problematica dell’impermeabilizzazione è particolarmente evidente, ma un effetto simile si nota anche nelle aree adibite ad agricoltura intensiva, con la formazione di strati compattati. L’effetto più rilevante dell'impermeabilizzazione è sicuramente quello correlato con la gestione delle acque. Oggi, le città sono le aree più vulnerabili rispetto agli impatti dei cambiamenti climatici. Sono sempre più frequenti, infatti, gli effetti di eventi meteorici estremi e anomali (come le precipitazioni intense e concentrate nel tempo o le temperature elevate), che sfociano in alluvioni e onde di calore. Assume, quindi, grande importanza non solo la conservazione del suolo nella sua integrità e nella giusta quantità, ma anche la progettazione degli spazi urbani in modo che, dalla loro organizzazione e interrelazione, la città e i suoi abitanti possano trarre il giusto benessere e la necessaria sicurezza. Restituire alle città nuovi spazi verdi e permeabili, trasformare i suoli urbani per renderli adatti ad ospitare prati, arbusti e alberi, e creare infrastrutture verdi (reti vegetali) e blu (reti delle acque) integrate tra loro, costituiscono, ad esempio, alcuni degli strumenti necessari per migliorare il microclima e la gestione delle acque piovane. Il de-sealing (de-sigillazione, de-cementificazione) è una delle scelte che può essere attuata per restituire il verde alla città, sia nel caso dei grandi interventi di riqualificazione urbana, come quelli orientati a creare veri e propri ecoquartieri, sia nel caso di interventi su spazi pubblici e privati più piccoli e diffusi nelle città.

-Migliorare la gestione dell’acqua nel suolo:

l’acqua è una risorsa indispensabile per gli esseri umani, per la natura e per l’economia. Questa risorsa si rinnova costantemente, ma non è infinita e non può essere riprodotta o sostituita. L’acqua dolce costituisce circa il 2% delle risorse idriche del pianeta e viste le pressioni concorrenti si stima che entro il 2030 la domanda globale di acqua possa superare del 40% l’effettiva disponibilità.

L’agricoltura assorbe la maggior parte delle risorse idriche. Si calcola che a livello mondiale circa il 70% dell’acqua prelevata dai fiumi, dai laghi e dalle falde sotterranee sia destinato all’irrigazione. A livello mondiale si stima che circa il 70% dell’acqua captata viene utilizzata in agricoltura e in particolare, in alcune regioni dell’Europa mediterranea, tra cui l’Italia, il consumo di acqua raggiunge, percentuali prossime all’80% del totale nazionale. Tra le maggiori sfide che l’agricoltura italiana dovrà affrontare nei prossimi anni, vi è il rafforzamento della performance ambientale della politica agricola comunitaria, dando priorità alle azioni che perseguano obiettivi connessi al clima e all’energia. In tale contesto, la risorsa acqua assumerà sempre più importanza e l’uso irriguo dovrà rispondere alle esigenze del settore agricolo con pratiche sempre più efficienti dal punto di vista del risparmio idrico, incrementando, inoltre, la produzione di benefici per l’ambiente.

Nel nostro Paese l’acqua rappresenta una risorsa fondamentale per l’agricoltura italiana, ma nell’immediato futuro, purtroppo, subirà rilevanti contrazioni a causa delle variazioni climatiche, dell’inquinamento, della competizione con gli altri usi, di un consumo del suolo che sembra non conoscere sosta.

 

LA DIFFUSIONE DELLE BUONE MISURE PER LA SALVAGUARDIA DEL SUOLO

 

L’adesione volontaria alle Linee Guida sulla gestione sostenibile del suolo riguarda tutte le parti interessate a promuovere, sostenere e utilizzare le indicazioni proposte dalla FAO (Food and Agricolture Organization of the United Nations) in base alle rispettive esigenze individuali o collettive, ai mandati, alle abilità e ai contesti nazionali. L’utilizzo efficace delle Linee Guida Volontarie richiede un’azione collettiva di più soggetti coinvolti in modo inclusivo, sensibile alle tematiche di genere ed efficace dal punto di vista della sostenibilità. Nel fare questo, occorre utilizzare conoscenze scientifiche basate su prove concrete e conoscenze locali. Partendo dal presupposto che gli Stati hanno una responsabilità primaria verso la sicurezza alimentare e la nutrizione della loro popolazione, essi sono invitati ad essere parte attiva contribuendo ad 1) assumere un ruolo guida nel promuovere l’uso e la valutazione delle linee guida; 2) istituire piattaforme e contesti pertinenti, per quanto possibile, per azioni collettive a livello locale, nazionale e regionale o utilizzare le strutture esistenti per promuovere tali Linee Guida Volontarie; 3) promuovere servizi di divulgazione efficaci che siano basati su istituti scolastici e di ricerca; 4) valutare il loro utilizzo e l’impatto di una gestione migliore del suolo sulla sicurezza alimentare, sui servizi ecosistemici relativi alle funzioni del suolo e sugli sforzi complessivi per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

In questo sforzo gli Stati dovrebbero richiedere assistenza tecnica alla FAO (Food and Agricolture Organization of the United Nations) o ad altri organismi internazionali, nazionali e regionali. Le alleanze regionali e sub-regionali per il suolo sono fondamentali nella diffusione e nella promozione dell’uso delle linee Guida volontarie sul suolo, in particolare: a) partenariati di sviluppo, b) le agenzie specializzate e i programmi delle Nazioni Unite, c) le istituzioni finanziarie internazionali e le organizzazioni regionali.

Un ruolo decisivo offerto da questi soggetti è quello di a) sostenere la divulgazione e l’attuazione delle Linee Guida Volontarie; b) facilitare, laddove opportuno, la cooperazione tecnica, l’assistenza finanziaria, lo sviluppo delle capacità, la condivisione delle conoscenze e il trasferimento di tecnologie volte a promuovere la gestione sostenibile del suolo.

Anche altri soggetti dovrebbero concorrere in modo attivo: a) le imprese del settore privato coinvolte nella gestione del suolo sono invitate, infatti a promuovere l’uso delle Linee Guida Volontarie dedicando particolare attenzione alla gestione dei rischi per massimizzare gli impatti positivi e ridurre al minimo quelli negativi; b) le organizzazioni della società civile che hanno rilevanza nella gestione del suolo, sono invitate ad integrare le Linee Guida Volontarie nelle loro politiche e programmi e a sostenere l’uso appropriato delle stesse rafforzando le capacità dei propri membri al fine di contribuire alla gestione sostenibile del suolo; c) le organizzazioni di ricerca, università, accademie, organizzazioni di divulgazione e/o progettazione sono invitate a promuovere l’integrazione delle Linee Guida Volontarie nelle proprie politiche facilitando lo scambio di conoscenze e lo sviluppo di competenze che contribuiscono alla gestione sostenibile del suolo.

 

Bibliografia

 

 




[1] CREA - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.