Rivista tecnico-scientifica ambientale dell'Arma dei Carabinieri                                                            ISSN 2532-7828

MONITORAGGIO DEL TERRITORIO
L’Ag.E.A.: Compiti, funzioni, evoluzioni applicative e tecnologiche
03/11/2021
di Pier Paolo Fraddosio - Dirigente Ufficio Servizi Finanziari Agea

Le concrete interazioni operative con i Carabinieri Forestali

Nell’ambito di un già pregresso rapporto consolidato di collaborazione, il 9 luglio 2019, l’Ag.E.A. (ente che assicura le funzioni, tra le altre, di Organismo Pagatore dello Stato per l’erogazione di fondi dell’Unione Europea in agricoltura) ed il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri, hanno sottoscritto una apposita Convenzione per assicurare un canale diretto di reciproche comunicazioni e scambio di informazioni e collaborazione.
In tale contesto, lo sviluppo tecnologico ha comportato la sempre maggiore interconnessione dei sistemi informativi, e la necessità di individuare il necessario bilanciamento tra la tutela dell’interesse collettivo, nel caso dell’anti-frodi, le garanzie del singolo cittadino, nel caso della Privacy e la salvaguardia dell’organizzazione, nel caso della Sicurezza delle Informazioni.
Inoltre, la Pandemia di SARS-CoV 2, è diventata anche una occasione per testare nuovi approcci nelle prassi di controllo, valorizzando le tecnologie già disponibili a basso costo ricorrendo modalità di controllo equivalente ed alternative (controlli in loco “da remoto”), stante l’impossibilità di realizzare i controlli in loco a causa delle misure di limitazione degli spostamenti e di distanziamento sociale.
Gli aspetti peculiari di tali innovazioni risiedono nei seguenti tre elementi: l’organizzazione dei controlli (è essenziale concepire un nuovo approccio ai controlli da remoto che ne valorizzi la duttilità), le App e le tecnologie adottate (che devono migliorare l’interazione tra i soggetti e consentire di effettuare un rilievo accurato senza particolari competenze o strumentazioni complesse/costose) e le nuove logiche di rapporto con i beneficiari (che possono coinvolgere oltre il beneficiario controllato, anche il suo fornitore o il direttore dei lavori dell’opera finanziata).


On 9th july 2019 taking into account previous cooperation relationship, Ag.E.A. (a special agency that has specific functions and in particular is state paying agency for agriculture european funds) and Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri, have subscribed a specific agreement to assure a direct channel for exchanging informations and cooperation. 
In this context has been implemented interconnection between informatics systems guaranteeing at the same time collective interest for antifraud and single one for privacy aspects, as well as safeguard of organizations regarding information’s security. 
Pandemic SARS-CoV 2 has determined the opportunity to test new approaches in control practices, enhancing existing low cost technologies using equivalent and alternative checking tests ( remotely checks), considering limitations imposed by sanitary measures.  
Particular aspects of such innovations consist in: control organization (new approach to remotely checks to improve their ductility), used applications and technologies (improving interactions to determine an accurate check even without specific and costly tools) and new relationship logics with
 beneficiaries (can be involved not only the controlled beneficiary but also his provider or the manager of financed work).  

Caivano_AGEA-20171. L’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Ag.E.A.) 
L’Ag.E.A. è un Ente pubblico non economico al quale sono attualmente attribuite le funzioni di:
1. Organismo di coordinamento, per lo svolgimento delle funzioni di coordinamento e vigilanza degli Organismi pagatori riconosciuti dall’Unione Europea, promuovendo - mediante disposizioni, istruzioni e circolari - l’applicazione armonizzata della normativa comunitaria di sostegno;
2. Organismo pagatore dello Stato per l’erogazione di aiuti, contributi e premi comunitari previsti dall’Unione Europea e finanziati dai fondi comunitari;
3. gestione del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN);
4. “Autorità competente” dello Stato per il coordinamento dei controlli di cui al Sistema Integrato di Gestione e Controllo (SIGC);
5. costituzione e gestione della banca dati informatizzata nell’ambito del SIGC; 
6. effettuazione di interventi sul mercato agricolo ed agroalimentare per sostenere comparti in contingenti situazioni di crisi per esuberi produttivi, curando la successiva collocazione dei prodotti;
7. esecuzione di forniture dei prodotti agroalimentari disposte dallo Stato italiano;
8. Autorità di Certificazione del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP);
9. Autorità di Audit del FEAMP;
10. Organismo Intermedio nazionale dell’Autorità di Gestione e Organismo Intermedio nazionale dell’Autorità di Certificazione del Fondo Europeo di Aiuti agli Indigenti (FEAD) in virtù di una apposita delega del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e tramite due distinte strutture.
La funzione di Organismo Pagatore rivestita dall’Ag.E.A. assume una particolare valenza in relazione all’ampiezza degli ambiti territoriali e regolamentari che interessa.
Infatti, l’Agenzia svolge la funzione di Organismo Pagatore:
• a livello nazionale per talune specifiche misure quali la promozione dei prodotti agroalimentari e del vino sul mercato interno e nei Paesi Terzi e i  Piani di Miglioramento della Qualità dell’Olio d’oliva;
• per 17 delle 21 regioni e province autonome  per le misure comunitarie relative all’OCM Vino ed ai Programmi Operativi Ortofrutticoli; 
• per 12 delle 21 regioni e province autonome  per tutte le restanti misure comunitarie relative ai fondi FEAGA e FEASR.
Per rispondere ai vincoli di natura regolamentare imposti dalla normativa comunitaria, l’Agenzia deve avere accentuati ed espliciti caratteri di autonomia e indipendenza operativa e gestionale nei confronti di qualsivoglia altro ente e/o autorità ed è articolata in ambiti nettamente separati sul piano organizzativo e funzionale sia in relazione al suo duplice ruolo di Organismo di Coordinamento e di Organismo Pagatore, sia in funzione degli altri ruoli rivestiti (Autorità di Certificazione e Autorità di Audit dei fondi FEP/FEAMP, Organismo Intermedio dell’Autorità di Gestione e Organismo Intermedio dell’Autorità di Certificazione del fondo FEAD).
2. La collaborazione con il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri, (CUFA)
Il 9 luglio 2019, l’Ag.E.A. ed il CUFA, hanno sottoscritto una apposita Convenzione consolidando un rapporto di intensa e pluriennale collaborazione.

Sottoscrivendo tale convenzione,  l’Ag.E.A. si è impegnata a:
• assicurare al CUFA un canale di comunicazione diretto, per il tramite del “Comitato tecnico di coordinamento Carabinieri-AGEA”, di dati e documenti acquisiti per l’espletamento delle indagini;
• rendere disponibile un apposito applicativo per consentire la consultazione sul Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) delle posizioni delle singole imprese agricole;
• studiare la messa a punto di un protocollo collaborativo anche con il coinvolgimento degli altri organismi pagatori ai fini della sincronizzazione dei dati in rispettivo possesso;
• rendere disponibili nei tempi e nei modi che saranno concordati formalmente dalle parti, gli esiti delle attività di screening realizzate nell’ambito del piano antifrode;
• rendersi disponibile allo svolgimento di attività formative e di aggiornamento in favore del personale del CUFA, sulla normativa europea, sulle procedure amministrative in essere, nonché sull’utilizzo delle infrastrutture informatiche del SIAN;
• attuare sul proprio sistema informativo, di concerto con l’ARMA, le misure tecniche necessarie a consentire l’interoperabilità in cooperazione applicativa tra il SIAN e il Sistema Informativo Forestale, Ambientale e Agroalimentare (SIFA), allo scopo di favorire la condivisione di tutti i dati d’interesse comune, con particolare riferimento ai dati territoriali censiti da AGEA (mappature ortofotografiche e tematismi in generale), ai poligoni che delimitano le aree percorse dal fuoco e ai dati analitici del Fascicolo Accertamento Sicurezza Agroalimentare (FASA) e del Fascicolo Accertamento Danni all’Unione Europea (FADUE).
La Convenzione stabilisce, inoltre, che gli organi di polizia giudiziaria - ove emergessero, nell’ambito delle proprie attività di analisi informativa e/o di indagine, condotte potenzialmente illecite tali da compromettere la corretta applicazione del quadro normativo unionale - ne renderanno edotta l’Ag.E.A., previa autorizzazione delle AA.GG. competenti, al fine di permettere l’eventuale assunzione – seppure in via cautelativa e provvisoria – delle misure di autotutela.

3. L’impatto delle tecnologie  
Lo sviluppo tecnologico ha portato all’attenzione della società  la sempre maggiore interconnessione dei sistemi informativi, la potenza di analisi e di calcolo e la penetrazione e invasività che l’informatica ha nella vita quotidiana.
Ciò ha fatto emergere in tutta la sua evidenza la stretta connessione esistente tra l’attività anti-frodi, la gestione della sicurezza delle informazioni e la “privacy”.
Si tratta di tre distinti ambiti che spesso impattano sui medesimi oggetti, ma  con diversa finalità e cioè:
• il rispetto della norma e, dunque, la tutela dell’interesse collettivo, nel caso dell’anti-frodi;
• la tutela del singolo cittadino, nel caso della Privacy;
• la salvaguardia dell’organizzazione, nel caso della Sicurezza delle Informazioni.
In effetti, qualsiasi funzione organizzativa si basa ed è alimentata da informazioni. Perciò la Sicurezza delle Informazioni costituisce  un antefatto importante che rende una Organizzazione e/o una catena di Organizzazioni affidabili e «sicuri» nel loro funzionamento.
Per questo concorre a rendere più efficaci sia le politiche anticorruzione che quelle anti-frodi.
La tutela del diritto alla Privacy dei cittadini «interessati» costituisce il principale limite alle attività di profilazione che sono alla base delle politiche antifrode.
Al contempo, però, spesso la commissione di una frode organizzata, si basa sull’uso/abuso di dati personali di terzi «interessati».

Perciò una buona organizzazione delle azioni di protezione dei dati personali da un lato non depotenzia l’azione antifrode perché non la espone ad azioni legali e reclami al Garante  ad opera degli stessi frodatori, dall’altro è un oggettivo strumento di prevenzione delle frodi perché concorre ad inibire l’utilizzo abusivo di dati personali.
4. L’instabilità come dato fondamentale della contemporaneità
La permanente rivoluzione tecnologica, alla quale siamo sottoposti da almeno un ventennio, se da un lato ci induce a modificare continuamente le nostre procedure operative e i nostri approcci organizzativi, rendendoci meno “stabili”, dall’altro costituisce lo strumento fondamentale per rispondere alla mutevolezza delle condizioni tipica dell’attuale contesto e fronteggiare la gravissima crisi ambientale in corso.
Peraltro, sulla scia dell’incremento demografico e dell’aumento della disponibilità pro-capite di beni materiali e servizi, stiamo raggiungendo gradi di antropizzazione - non solo del territorio e delle acque, ma anche degli ambiti immateriali (Etere, Cyberspazio, inquinamento elettromagnetico) - talmente spinti da renderci sempre più difficoltosa una via di uscita di tipo esclusivamente regolatorio.
È questa la ragione per cui a livello globale gli accordi internazionali sull’ambiente si mostrano non del tutto efficaci. Lo stesso dicasi per gli altri approcci regolatori a cominciare dalla normativa Unionale e dei singoli Stati Membri, che ha solo in parte contenuto le conseguenze degli abusi antropici, mentre ormai si tratta di far rientrare in equilibrio, almeno parzialmente, la biosfera e di gestire le conseguenze dei danni irreversibili già arrecati.
In altri termini, la soluzione non può prescindere da una rivoluzione tecnologica di portata così ampia da ridisegnare totalmente, in chiave di sostenibilità ambientale, l’intero sistema della logistica, degli approvvigionamenti energetici e, soprattutto, della gestione complessiva del territorio e delle acque, ad iniziare dai sistemi di monitoraggio e controllo.
Non a caso lo stesso Recovery Plan sviluppa i suoi principali assi strategici proprio su ambiente e innovazione tecnologica.
In questo contesto, la Pandemia di SARS-CoV 2,  pur avendo confermato appieno la natura spiccatamente instabile della contemporaneità ed esposto i diritti dei cittadini a gravi restrizioni, è però  diventata anche una occasione per testare nuovi approcci nelle prassi di controllo, valorizzando le tecnologie già disponibili  a basso costo.
5. I controlli alternativi ed equivalenti
Per sopperire all’impossibilità di realizzare i controlli in loco a causa delle misure di limitazione degli spostamenti e di distanziamento sociale, il Reg. (UE) 2020/532 del 16.04.2020, ha provvisoriamente introdotto nella PAC 2020 modalità di controllo equivalente ed alternative 
basate sull’impiego di nuove tecnologie che offrono alternative alle visite in loco.
In sostanza è stata introdotta la possibilità per gli Stati Membri di:

• sostituire le visite in loco e i controlli “on-the-spot” (per pagamenti diretti, sviluppo rurale e misure di mercato) con prove di controllo alternativo come le foto geo-tagged, immagini satellitari, documenti, registrazioni di videochiamate; 
• sostituire visite in situ per progetti di investimento (obbligatorio nei controlli amministrativi) con prove alternative, durante i periodi di restrizione agli spostamenti.
Il tutto, promuovendo l’adozione di strumenti tecnologici già disponibili a costo molto limitato, che incrementano  l’interazione con gli agricoltori.

Le misure rese possibili dal predetto regolamento hanno avuto diversi impatti negli SM.
Secondo i dati disponibili:
• almeno il 90% degli SM ha adottato misure di riduzione della % dei controlli IACS (Sistema Integrato di Gestione e di Controllo)  e di proroga delle notifiche sulle statistiche di controllo;
• quasi il 60 % di essi ha sostituito i controlli classici con alternativi grazie a nuove tecnologie e prove documentarie, riducendo al contempo la % dei controlli ex post FEASR e non IACS e con maggiore flessibilità data controllo;
• circa il 25 % ha sostituito completamente le visite in loco con nuove tecnologie da remoto.

In Italia si è provveduto ad incrementare i Controlli per telerilevamento, i Controlli satellitari per monitoraggio (Sentinel), l’impiego Geo‐tagged system con algoritmi EGNSS4CAP, lo sviluppo di scrivanie virtuali per poter interagire da remoto con gli agricoltori e i loro Centri di Assistenza Agricola, oppure utilizzando altra documentazione probante atta a soddisfare i criteri di ammissibilità e obblighi e standards di condizionalità dei rispettivi schemi/misure di aiuti previste dalla PAC.
In particolare, per le misure di investimento del FEASR e per quelle  OCM Frutta e Verdura, sono stati effettuati controlli da remoto del tutto sostitutivi di quelli in loco, tramite interazione tra l’ispettore operante da remoto e il beneficiario presso la sua azienda. 
A valle di queste esperienze possiamo tirare le somme e cominciare a definire una vera nuova strategia di controllo basata sull’impiego delle nuove tecnologie già disponibili.

6. I nodi da sciogliere
I principali nodi da sciogliere sono: 
a) Qualità dei collegamenti: una adeguata connettività nel punto di ricezione ove sta il nostro interlocutore costituisce ovviamente un prerequisito essenziale.
b) Qualità dell’interlocutore: salvo casi particolari, l’interlocutore è in grado di utilizzare gli strumenti di comunicazione scaricando App di facile utilizzo. 
c) Possibilità di sviamento: è necessario assicurarsi che sia impossibile per il beneficiario evitare di mostrare un particolare indicato dall’ispettore.
d) Accuratezza delle misure: è essenziale poter rilevare misure degli impianti accurate per verificarne la conformità al progetto.
La risposta si deve articolare su tre livelli:
I. Organizzazione. 
Perché possa essere efficace ed efficiente, è essenziale che l’organizzazione dei controlli sia stabilmente orientata all’utilizzazione delle modalità interattive. È dunque essenziale uscire dalla logica del controllo interattivo come misura alternativa da adottare in caso di impossibilità di spostamento o assembramento e ipotizzare un nuovo approccio che ne valorizzi la duttilità.
Tali tipologie di controllo, infatti, non sono limitate all’interazione tra un controllore operante da remoto ed un controllato presente sul luogo ove risiede l’oggetto del controllo, ma deve essere adottata anche quando si intenda supportare un controllore di base presente nel sito ove è presente l’oggetto del controllo ed uno o anche più controllori esperti operanti, su chiamata da remoto.
In entrambe le tipologie di interazione (controllore-controllato oppure controllore di base- controllore esperto) la tecnologia adottata assicura:
• la completa ripercorribilità del controllo e “accountability” (essendo registrato);
• la riduzione del rischio di corruzione/condizionamento;
• una maggiore specializzazione del/dei controllore/i;
• importanti riduzioni di costo e di tempo.

II. App e tecnologie adeguate. 
Le App e le tecnologie adottate devono consentire di :
• Ottimizzare l’organizzazione riducendo i tempi;
• Migliorare l’interazione inserendola in una logica preordinata;
• Effettuare un rilievo accurato senza particolari competenze o strumentazioni complesse/costose;                                                                                        
• Migliorare l’accuratezza del rilievo ed in particolare le misurazioni.
È perciò necessario che i dispositivi siano dotati di:
• Workflow Management: Le funzionalità di Workflow Management consentono di digitalizzare i processi di lavorazione, di assegnazione delle attività, monitoraggio dello stato di avanzamento e validazione delle lavorazioni effettuate. La gestione delle lavorazioni avviene attraverso la loro suddivisione in task, a loro volta suddivisi in diverse attività.
• Work order management: Per ciascun task o attività viene generato il relativo work order, che il soggetto  in campo deve processare. Il sistema consente l’interazione simultanea di tutti i soggetti coinvolti mediante un ambiente virtuale unico accessibile in campo e da remoto, per efficientare la  lavorazione in termini di qualità, trasparenza e rendimento.
• Knowledge Base: Ogni operatore coinvolto ha la possibilità di accedere, sia in ufficio che in campo, alla  documentazione e a video tutorial, archiviati nella knowledge base del sistema. In questo modo viene garantita la disponibilità di informazioni sempre aggiornate e di facile accesso, minimizzando i tempi di ricerca delle informazioni stesse e facilitando un approccio paperless.
• Reportistica: Il sistema genera reportistica per ogni lavorazione inserita, consentendo di tenere sotto controllo lo stato di avanzamento delle attività e l’esito delle stesse. La presenza di dati geo riferiti consente la realizzazione di computi metrici. Con procedure semplificate si realizzano rapporti di lavoro inviati paperless.
• Video e audio streaming, messaggistica: Presenza di funzionalità e interfacce del tutto simili alle app di instant messaging, semplici, immediate e sicure. In questo modo è possibile fornire un supporto in tempo reale ai soggetti coinvolti, ovunque si trovino, anche grazie ad un sistema di assistenza virtuale (chatbot), basato su intelligenza artificiale.
• Archiviazione e storicizzazione degli interventi: Tutte le operazioni effettuate mediante l’applicativo vengono storicizzate, consentendo di consultare e inviare, in qualsiasi momento, le relative informazioni, aggiornando lo status del relativo task e archiviando lo stesso una volta concluso.

• Geotag: L’utilizzo dell’applicazione mobile consente un censimento fotografico georeferenziato delle attività svolte dagli operatori in campo senza la necessità di recarsi sul posto.  Si può documentare la situazione ante e post operam e visualizzare su mappa la localizzazione del punto di acquisizione di ciascuna immagine.

• Realtà aumentata: Per inserire istruzioni a mano libera e informazioni interattive contenenti immagini, file tecnici, simboli vettoriali e note vocali, che vengono visualizzati tramite il dispositivo mobile (smartphone o tablet) nell’ambiente reale del soggetto in campo, rimanendo in posizione grazie al tracking in tempo reale.

III. Nuove logiche di rapporto con i beneficiari. 
La figura che segue illustra la molteplicità delle interazioni possibili in sede di controllo.

 
Si tratta di interazioni che possono coinvolgere insieme al beneficiario controllato, anche il suo fornitore o il direttore dei lavori dell’opera finanziata, fino a vari gradi di controllo (controllore di base, controllore esperto, controllore di secondo livello, auditor).
Insomma, un sistema che comprime tempi e costi della catena di controllo ma che consente anche raccolta, scambio e conservazione di informazioni utilissime in altri contesti.
L’interazione tra controllori e Direttore dei lavori, mentre arricchisce i dati a disposizione dei primi, può consentire a quest’ultimo di ridurre tempi autorizzativi e i rischi di non conformità.
Al contempo, disporre di dati georeferenziati su dove è esattamente interrato un determinato impianto, consente di monitorarne il funzionamento e di manutenerlo azzerando gli interventi di scasso non strettamente necessari.
Si tratta di un nuovo approccio che rende il controllo utile persino al controllato, aprendo la strada ad una serie di utilità economiche, ambientali e sociali per l’intera società.

7. Il Progetto Criminal Focus Area 
Per rafforzare la legalità sul territorio e contrastare fenomeni criminali connessi alle attività produttive, l’Agenzia ha realizzato un progetto, sulla base di un protocollo d’intesa sottoscritto con il Ministero dell’Interno, denominato Criminal Focus Area (CFA).
Attraverso un cruscotto che valorizza le immagini aerofotogrammetriche - ottenute volando ogni anno su un terzo dell’Italia - registra ed analizza le variazioni qualiquantitative degli elementi indicativi di attività criminose inibenti lo sviluppo economico-sociale (depositi di rifiuti, sversamenti, baraccopoli collegate al caporalato, fabbricati in apparente stato di abbandono) vengono identificati dei potenziali Criminal Focus Area (CFA) da monitorare costantemente.
Il cruscotto è stato già messo a disposizione del CUFA.
Il cruscotto fornisce, oltre alle immagini, numerosi elementi informativi (dai dati dei possessori,  alla eventuale connessione con filiere di produzione) e consente per ciascun CFA di acquisire e conservare in un fascicolo riservato, i verbali, i rilievi fotografici ed altro materiale, derivante dalle attività di indagine svolte in campo.