Rivista tecnico-scientifica ambientale dell'Arma dei Carabinieri                                                            ISSN 2532-7828

FORMAZIONE
COMUNICAZIONE E RIGORE SCIENTIFICO: UN EQUIVOCO SUL RUOLO DELLE FORESTE
14/09/2023

di Gianpiero ANDREATTA
Generale di Brigata, Comandante Scuola Forestale Carabinieri – Cittaducale (RI)



Viene proposta una riflessione nei riguardi di una affermazione di frequente riportata in svariati contesti, ovvero che “le foreste sono i polmoni della Terra”. L’attenzione è posta sul mancato rigore scientifico di detta affermazione, la quale risulta essere completamente errata. Nella realtà dei fatti, le foreste (nella pressoché totalità del loro “operare biochimico”, vale a dire durante le ore di luce solare) si comportano in maniera diametralmente opposta ai polmoni; infatti le foreste attraverso la fotosintesi clorofilliana emettono in atmosfera l’ossigeno (O2) e rimuovono dalla stessa l’anidride carbonica (CO2), mentre nei polmoni avviene il processo inverso. Appare pertanto sbagliato sostenere che le foreste siano o si comportino come i polmoni della Terra.

A reflection is proposed regarding a statement frequently reported in various contexts, namely that "forests are the lungs of the Earth". Attention is drawn to the lack of scientific rigor of this statement, which turns out to be completely incorrect. In reality, forests (in almost all of their "biochemical operation", i.e. during the hours of sunlight) behave in a diametrically opposite manner to lungs; in fact, forests through chlorophyll photosynthesis emit oxygen (O2) into the atmosphere and remove carbon dioxide (CO2) from it, while the opposite process occurs in the lungs. It therefore seems wrong to claim that forests are or behave like the lungs of the Earth.


FOTO N. 1

Immagine tratta da: https://depositphotos.com/it/photos/polmoni-del-pianeta.html



Introduzione
La comunicazione riveste da sempre un ruolo fondamentale nelle relazioni umane e nella trasmissione di informazioni, notizie, conoscenze.

Tappa fondamentale nell’evoluzione della comunicazione può essere considerato il passaggio dalla forma non verbale a quella verbale, che, solo successivamente, troverà degna espressione di “cristallizzazione” nella scrittura. Al giorno d’oggi la comunicazione, nella gran parte dei Paesi del Mondo occidentale, ha assunto il ruolo di vera e propria “scienza”: alla base della stessa, quale caposaldo irrinunciabile, rimane però – da sempre – un presupposto fondamentale che è quello della necessità della comprensione, vale a dire che la comunicazione serve a far comprendere a coloro cui è diretta quello che si intende trasmettere. Quale corollario a quanto sin ora annunciato, vale l’asserzione che una buona e corretta comunicazione deve basarsi sulla veridicità e sul reale significato di tutto ciò che viene descritto. Nel contesto specifico della comunicazione scientifica, l’esattezza di quanto affermato trova fondamentale sostegno nella conformità alle leggi naturali, ovvero della chimica, della fisica, della biologia, della zoologia, della geologia e delle altre discipline peculiarmente interessate di volta in volta nella trattazione degli specifici argomenti. Quanto scritto a significare, per l’appunto, che il rigore scientifico dev’essere obbligatoriamente alla base di una veritiera e corretta comunicazione in tale ambito.



FOTO N. 2

La foglia (l’ago nelle conifere) costituisce il “laboratorio” dove avviene il “miracolo biochimico” della fotosintesi clorofilliana attraverso il quale composti inorganici (anidride carbonica e acqua) vengono trasformati ed elaborati in sostanza organica (carboidrati) e ossigeno, che viene liberato in atmosfera.
(Foto archivio della Scuola Forestale Carabinieri – Cittaducale, RI).

L’equivoco
Premesso quanto sopra, in queste poche righe si vuole porre l’attenzione su di un aspetto particolare che riguarda il ruolo delle foreste, il quale, nella comunicazione di massa attraverso cui viene di frequente diffuso, non rispecchia affatto la correttezza del rigore scientifico. Aspetto di evidente rilevanza è quello che l’affermazione di che trattasi interessa una funzione di vitale importanza per la vita sul nostro Pianeta. Orbene, in innumerevoli circostanze, sia nella forma della comunicazione verbale sia di quella scritta, è stata e viene all’attualità enunciata la seguente frase: “le foreste sono i polmoni della Terra”.





FOTO N. 4

Immagine tratta da: https://www.amazon.it/Salvare-polmoni-foresta-ambientalista Maglietta/dp/B09M9X14FR)

Tale formulazione la si può ritrovare all’interno dei più svariati contesti comunicativi: dibattiti pubblici, trasmissioni televisive e/o radiofoniche, siti della rete specializzati nella trattazione di tematiche ambientali. Non mancano inoltre le immagini (e pare siano sempre più diffuse), alcune delle quali molto suggestive e decisamente d’impatto, che illustrano in maniera grafica il concetto. Si possono trovare – aspetto di recente apparizione – anche capi di abbigliamento, in particolare magliette, dove l’affermazione di che trattasi viene rappresentata ben in vista al fine di evidenziare pubblicamente l’argomento, pressoché sempre collegato a prese di posizione in difesa delle foreste e dell’ambiente più in generale. Le foreste sono i polmoni della Terra: è da porre nella massima evidenza che tale espressione non corrisponde minimamente alla realtà delle circostanze.

La testé citata frase viene accompagnata spesso da affermazioni di contorno tra le quali quelle maggiormente ricorrenti sono: “le foreste rivestono un ruolo di fondamentale importanza per la sopravvivenza di tutte le forme di vita sul Pianeta” oppure “la distruzione delle foreste, oltre a comportare la perdita di biodiversità, può compromettere la stabilità dei fattori climatici sia su ampia scala sia in ambito più localizzato” e infine, ma più raramente in quanto richiama conoscenze (anche se di base) scientifiche, “il ruolo delle foreste, attraverso la produzione dell’ossigeno, assicura la vita sulla Terra”: va opportunamente sottolineato che tutte le tre enunciazioni riportate risultano pienamente in linea con la correttezza scientifica. Ritornando alla affermazione “incriminata”, ossia che “le foreste sono i polmoni della Terra”, si deve necessariamente evidenziare come la medesima appaia totalmente errata e infondata, in particolare se messa a confronto con l’ultima delle frasi sopra riportate.



FOTO N. 6

L’albero rappresenta uno degli sforzi evolutivi che ha raggiunto il maggior successo nel mondo vegetale. Attraverso delicati equilibri bio-chimico-fisici, complessi meccanismi trasportano la “linfa grezza” all’interno dei “vasi legnosi” (o xilema) fino a decine di metri di altezza per poi – dopo essere stata “elaborata” – diffonderla attraverso i “vasi cribrosi” (o floema) a tutti i tessuti, epigei ed ipogei, della pianta. (Foto archivio della Scuola Forestale Carabinieri – Cittaducale, RI).

                                              

                                       
Le foreste, di fatto, (va debitamente posto in risalto che ci riferisce al momento in cui vi è la luce solare) svolgono un ruolo totalmente opposto a quello dei polmoni, non solo del genere umano bensì di tutti gli organismi animali che ne sono dotati. Nei polmoni – e qui ci si addentra nel rigore scientifico – avviene il processo biochimico definito “respirazione” (o più propriamente “ventilazione polmonare”) attraverso il quale, in estrema sintesi, negli scambi gassosi che avvengono a livello di alveoli polmonari, l’organo respiratorio preleva dall’atmosfera l’ossigeno (O2) e nella medesima immette anidride carbonica (CO2). Il processo biochimico appena descritto è esattamente il contrario della fotosintesi clorofilliana che avviene (oltre che in altri organismi) nelle parti verdi delle piante (nelle foglie e nei tessuti verdi in primis) e conseguentemente – contestualizzando il discorso sull’aspetto specifico – all’interno delle foreste. Le foreste – oramai è concetto di dominio pubblico – rappresentano gli ecosistemi terrestri a più elevata biodiversità, biocomplessità e biofunzionalità nonché, contenendo la maggior parte della biomassa vegetale, contribuiscono alla gran parte dell’emissione in atmosfera dell’ossigeno (l’altra grande porzione viene “prodotta” dagli ecosistemi marini). Tale realtà costituisce la conditio sine qua non che per l’appunto consente la vita sulla Terra, dove la presenza dell’ossigeno nell’atmosfera rappresenta un elemento essenziale e imprescindibile per le condizioni di sopravvivenza degli esseri viventi, animali e non. Se effettivamente “le foreste sono i polmoni della Terra” o, per meglio specificare, si comportassero come tali organi, le medesime sottrarrebbero ossigeno all’atmosfera immettendo di contro anidride carbonica. Conseguentemente, nel giro di poco tempo – che potrebbe essere anche in via teorica ipotizzato quantificando l’intervallo temporale e fatto salvo il ruolo degli ecosistemi marini nella “produzione” di ossigeno – la quantità di ossigeno presente in atmosfera verrebbe sostituita progressivamente dall’anidride carbonica, rendendo di fatto impossibili le condizioni di vita sul nostro Pianeta come attualmente vengono considerate.

Specificato quanto sopra – seppur per sommi capi relativi ai soli processi biochimici – si può contestare pienamente la validità (anche parziale) dell’affermazione che “le foreste sono i polmoni della Terra” evidenziandone la totale discordanza con il rigore scientifico. Per completezza del discorso qui affrontato, per doveroso rispetto dell’onestà intellettuale e per cercare una plausibile – ma non scientificamente giustificabile – motivazione all’origine della affermazione, è il caso di specificare che, tralasciando il significato della frase e prescindendo dal rigore scientifico dei processi biochimici, l’unico parziale aspetto di correttezza concettuale, conseguente a una estensione funzionale di significato dell’argomentazione, può essere rappresentato dalla considerazione che “le foreste permettono di far sopravvivere la terra attraverso lo scambio gassoso” (specificato in precedenza) e per similitudine con l’organismo umano viene esteso il concetto ai polmoni: tale interpretazione appare comunque notevolmente forzata e frutto di complesse elucubrazioni, confermando ancora una volta (anche se non ce n’è bisogno) la totale infondatezza nell’asserire che “le foreste sono i polmoni della Terra”.

 

 

FOTO N. 7

Le foreste sono sistemi biologici complessi e rappresentano gli ecosistemi terrestri a maggiore biodiversità, biocomplessità e biofunzionalità, che forniscono il maggior contributo alla immissione di ossigeno e alla sottrazione dell’anidride carbonica nell’atmosfera immagazzinandone la gran parte per prolungati periodi (anche diversi secoli) nei tessuti legnosi di tronco, rami e radici. (Foto archivio della Scuola Forestale Carabinieri – Cittaducale, RI).

 

 

Considerazioni conclusive
Una corretta e puntuale comunicazione, in particolar modo nell’ambito del contesto scientifico, non può prescindere dal rigore e dalla correttezza che per l’appunto deve necessariamente contraddistinguerla. Può risultare fuorviante – e conseguentemente generare equivoci e fraintendimenti – diffondere informazioni sia del tutto prive sia non conformi alla realtà delle varie discipline che connotano il mondo delle conoscenze scientifiche. In tale contesto, uno dei casi più emblematici di informazione “errata” è rappresentato dalla frase “le foreste sono i polmoni della Terra” che interessa non tanto il contesto degli addetti ai lavori, bensì riguarda la comunicazione di massa, vale a dire quella rivolta in generale a tutta la popolazione. Solamente attraverso una precisa e rigorosa comunicazione (che per estensione del concetto vale per tutte le discipline), fondata sulla correttezza delle informazioni, vi può essere una crescita della conoscenza e di conseguenza della cultura, nello specifico caso presupposto indispensabile e imprescindibile per il rispetto dell’ambiente naturale e un futuro di vita in equilibrio tra umanità e risorse naturali del Pianeta.