Rivista tecnico-scientifica ambientale dell'Arma dei Carabinieri                                                            ISSN 2532-7828

FLORA 
BIODIVERSITÀ E IBRIDAZIONE NELLE ORCHIDEE SPONTANEE: UN CASO DELL'ALTA MURGIA IN PROVINCIA DI BARI
06/03/2015
di Giuseppe Nicola Silletti Primo dirigente del Corpo forestale dello Stato e Piero Medagli Laboratorio di Botanica Sistematica ed Ecologia  vegetale dell'Università del Salento


 

Riassunto

La famiglia delle Orchidaceae, in base al numero di specie che la compongono, assume una posizione di spicco rispetto a tutte le altre famiglie delle Fanerogame. Infatti, unitamente alla famiglia delle Asteraceae, rappresenta quella più ricca, potendo contare su un contingente di circa 20.000 - 25.000 unità su tutta la Terra. Le aree particolarmente ricche, notoriamente, sono quelle tropicali; sul territorio europeo e paesi circummediterranei se ne contano 529, in Italia 197 (DELFORGE, 1999, 1994, 2005). Se si considerano anche le entità di rango subspecifico, questi numeri si elevano rispettivamente a circa 700 e a circa 230 per il nostro territorio nazionale (DEL PRETE, 2009). L'Italia, con la sua collocazione al centro del Mediterraneo e le sue peculiarità fitogeografiche, è uno dei Paesi europei più ricco di orchidee. Il Gargano e l'Altopiano delle Murge, rappresentano aree con notevoli processi di speciazione, atteso l'elevato numero di specie e di ibridi. Sia per la bellezza dei fiori che per la complessità dei processi biologici, questa famiglia, è stata da sempre oggetto di attenzione da parte di molti studiosi che cercano di chiarire i fantastici fenomeni che contraddistinguono la loro vita, primo fra tutti quello dell'ibridazione.

Abstract
Biodiversity and crossbreeding in wild orchids: a case in the High Murgia, Bari Province.
In term of species Orchidaceae is probably one of the richest families respect to the other Phanerogams. Indeed, together with Asteraceae, is the richest, thanks to its 20.000-25.000 species wide spread throughout the biosphere. The most richest areas are notoriously the tropical ones; in Europeand mediterranean countries 529 species of which 197 for Italy were reported (DELFORGE, 1999, 1994, 2005). If one includes also the subspecies, the counts rise up to 700 for Europe of which 230 for Italy (DELPRETE, 2009). Italy, with its position in the center of Mediterranean and its phytogeographic peculiarities, is one of the most species-rich country of Europe. The Gargano and the Murgia’s altopiano are areas characterized by high speciation rates, as evidenced by the high number of species and hybrids.
Both for the beauty of the flowers that the complexity of its biological processes, this family has always been the subject of attention by many scholars who seek to clarify the amazing phenomena that characterize their lives, first of all the hybridization.

 
 

Caratteristiche stazionali

Il territorio comunale di Santeramo in Colle (BA) fa parte del Sistema di paesaggio delle Murge e Terra di Bari; essendo parte cacuminale, la sua superficie raccoglie le acque che, convogliate in lame e torrentelli, sfociano nel Mare Adriatico verso Nord e nel Mare Jonio verso Sud.  Si tratta di un'ampia zona di 14.335 ettari, di forma grossolanamente pentagonale, compresa fra i territori di Cassano delle Murge (BA) e Acquaviva delle Fonti (BA) a settentrione, Gioia del Colle (BA) a oriente, Laterza (TA) e Matera a mezzogiorno e Altamura (BA) a occidente.
Le altitudini sono comprese fra i 514 metri in località Iazzitello e i 355 nel punto di intersezione tra il Canale della Silica e il confine amministrativo del territorio di Laterza.
Nel territorio di studio affiorano unità geo-litologiche diverse per epoca e ambiente di formazione.
Nella parte centro-settentrionale sono uniformemente diffusi dei depositi calcarei, ceroidi e detritici, ricchi di rudiste, disposti a strati e alternati ad altri calcarei e marnosi: si tratta dei Calcari di Altamura, risalenti al Cretaceo. In quella Sud-occidentale si riscontrano invece depositi calcareo-arenacei e calcareo-arenario-argillosi, variamente cementati e fossiliferi, nonché altri calcarenitici fini, con conglomerato calcareo di base, anch'essi fossiliferi: questi ultimi, formatisi nel Pleistocene, sono rispettivamente denominati Tufi delle Murge e Calcareniti di Monte Castiglione.
Il clima della zona, oltre che dalla posizione geografica, è altresì influenzato dalla modesta altitudine del territorio, le cui maggiori quote costituiscono una linea spartiacque, più o meno parallela alla costa adriatica, che nasce dalle alture di Minervino Murge, prosegue per quelle di Altamura, e dopo Santeramo in Colle, si allaccia a quelle di Gioia del Colle e di Martina Franca.
La caratteristica principale di questo clima, tipicamente mediterraneo, è data dal fatto che l'inverno è mite e sufficientemente umido mentre l'estate è calda e spiccatamente secca. Alla aridità "climatica", quasi sempre, si associa quella "pedologica" dovuta alla notevole permeabilità della roccia calcarea e agli esili strati di terreno vegetale. Il BISSANTI (1974), per la stazione termometrica di Gioia del Colle (BA), dislocata a circa 10 km dal territorio in esame, ammette che mediamente in un anno il numero di giorni estivi (t max ≥ 25°C) e tropicali (t max ≥ 30°C) è, rispettivamente, di 131 e 73 giorni, mentre il numero medio di giorni di gelo (t min ≤ 0°C) è di 13,6.
La stazione pluviometrica di Santeramo in Colle (BA) registra precipitazioni medie annue di 643 mm in 71 giorni piovosi.
La stagione più umida è quella invernale con precipitazioni medie di 209 mm in 24 giorni piovosi; segue quella autunnale, con 193 mm in 19 g.p. e quella primaverile, con 154 mm in 19 g.p.; quella più secca è la stagione estiva con precipitazioni medie di 87 mm in 9 g.p..
In merito agli aspetti vegetazionali, l'agro è caratterizzato dalla presenza di una notevole diversità  di ambienti naturali a cui corrisponde un'altrettanta elevata biodiversità vegetale.
Nella parte più a Nord, quella più estesa, è presente l'area che i residenti individuano con il nome di "Il Bosco". Questa, in effetti, fino a circa tre secoli fa, era quasi per intero coperto da foreste; oggi le colture agrarie costituiscono l'elemento principale del paesaggio, relegando i boschi su aree poco produttive e di modesta estensione. Le formazioni vegetali maggiormente rappresentative sono rappresentate da Quercus calliprinos  (quercia spinosa) con la associazione Hedero helicis-Quercetum calliprini, da Quercus ilex L. (leccio) ascrivibili alla associazione Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis e da Quercus dalechampii Ten. (quercia di Dalechamp) della associazione Stipo bromoidis-Quercetum dalechampii, ma la più rappresentata è quella dei boschi a Quercus trojana Webb (fragno) con la associazione Teucrio siculi-Quercetum trojanae (BIONDI et al., 2004).
Nella parte centrale dell'agro, denominata "Le Murge", il paesaggio è fortemente caratterizzato da ambienti xerofili con diverse forme di vegetazione; quella rupicola, quella substeppica, quella della gariga e, meno rappresentata, quella della macchia. E' questo il regno delle geofite, quindi anche delle orchidee; in questi luoghi si riscontrano diverse associazioni fitosociologiche quali Aurinio-Centauretum apulae (1988), Convolvulo elegantissimae-Stipetum austroitalicae (2008), Stipo austroitalicae-Hyparrhenietum hirtae (2008), Asyneumo limonifolii-Saturejetum montanae (2008), Helianthemo jonii-thymetum capitati (2008), Fumano thymifolii-Satureietum montanae, Asparago acutifolii-Osyridetum albae (1997), ma certamente l'associazione più diffusa è Acino suaveolentis-Stipetum austroitalicae (2005), con le specie caratteristiche Stipa austroitalica subsp. austroitalica, Thymus spinulosus, Euphorbia nicaeensis subsp. japygica, Carduus micropterus subsp.perspinosus e Acinos suaveolens.
Nella parte più a sud, localmente chiamate "Le Matine", sono presenti diversi corsi d'acqua a carattere temporaneo; qui si rinvengono associazioni tipiche di ambienti umidi: Phragmitetum communis (1939), Bolboschoenetum maritimi (1933), Typhetum angustifoliae (1953), Typhetum latifoliae (1973), Sparganietum erecti (1973), Glycerietum fluitantis (1935), Apietum nodiflori (1952) e Nasturtietum officinalis (1967). Tutte queste associazioni sono rinvenibili in canali di scolo e in alcuni laghetti artificiali.

 

Considerazioni sulla morfologia e biologia delle orchidee

Le Orchidaceae sono piante erbacee, perenni, terrestri o epifite (queste ultime da noi non sono rappresentate). Assumano dimensioni svariatissime che spaziano da 3-4 metri di altezza come il caso di Grammatophyllum papuanum della Nuova Guinea a piante che in totale non superano 1 centimetro come il caso Platystele jungermannioides dell'America centrale. Limitando la descrizione alle orchidee nostrane va preliminarmente evidenziato che, di regola, sono obbligatoriamente micotrofiche, cioè dipendenti dalla costituzione di simbiosi con funghi microscopici, nelle fasi giovanili e solo eccezionalmente nelle fasi di piante mature.
L'apparato radicale, costituito, per lo più da bulbo-tuberi o rizotuberi, ha aspetto e dimensioni diverse. Si tratta di organi, funzionanti anche come tessuti di riserva, possono essere tondeggianti, e in questo caso, sessili (Ophrys e Orchis) o peduncolati (Serapias); più o meno profondamente divisi (Dactylorhiza); napiformi (Platanthera e Spiranthes); con veri rizomi forniti di radici (Listera e Epipactis); vere radici fascicolate (Neottia e Cephalanthera); radici coralliformi (Corallorhiza).
La parte aerea è costituita dallo scapo o caule che non è mai ramificato, può essere glabro o pubescente e non presenta gemme all'ascella delle foglie. Queste, possono essere di due tipi: basali, disposte a rosetta, dal cui apice normalmente si eleva lo scapo (solo nella Spiranthes spiralis è laterale) e cauline con dimensioni normalmente decrescenti verso l'alto fino ad assumere la denominazione di brattee in corrispondenza della infiorescenza.
Per quanto riguarda l'apparato fiorale, tranne il caso del genere Cypripedium, questo, è rappresentato da una infiorescenza con pochi o numerosi fiori. Può avere forma cilindrica, conica o globulare; per la sola forma cilindrica, il caso del genere Spiranthes, ha i fiori disposti in forma spiralata. Si ritiene che a seguito di processi evolutivi, il fiore delle orchidee, derivi da una struttura ancestrale attinomorfa simile a quello delle Liliiflorae, basato su due verticilli di tre tepali cadauno. I sei tepali costituenti il fiore sono riuniti in due cerchi alternati, uno esterno (quello dei sepali) e l'altro interno (quello dei petali e labello). I tre pezzi fiorali del verticillo interno sono rappresentati da due petali e da una struttura più grande chiamata "labello" che è la parte più vistosa e che trasforma il fiore da attinomorfo a zigomorfo (a simmetria bilaterale). Un fenomeno assai interessante è quello della torsione dell'ovario o del peduncolo che lo sostiene. A causa di questa rotazione di 180º (resupinazione) il labello, invece di presentarsi nella parte alta del fiore, si presenta nella parte bassa. L'accorgimento consente al labello di assolvere alla sua funzione di posatoio per gli insetti impollinatori. Vi sono però alcuni generi in cui l'ovario non ruota (Nigritella, Epipogium) oppure ruota di 360º (Malaxis, Hammarbya); in questi casi il labello si ritrova nella posizione superiore (originaria) del fiore. Questo fenomeno, raramente, è stato riscontrato anche sul nostro territorio in fiori del genere Ophrys. In alcuni generi (Platanthera, Anacamptis, Gymnadenia) il labello è provvisto, nella parte posteriore, di un vistoso sperone che solo in particolari casi contiene il nettare per l'attrazione degli insetti, mentre più spesso rappresenta una struttura atta ad "ingannare" gli insetti che associano lo sperone alla presenza di nettare.
L'apparato riproduttore è rappresentato dal "ginostemio" che, saldato insieme, raggruppa sia il complesso della parte maschile (androceo) che quello femminile (gineceo). L'androceo è rappresentato da un unico stame fertile che, nel caso delle nostre orchidee, produce due sacche polliniche ognuna sostenuta da un peduncolo ("caudicola") a sua volta fissato in una tasca membranacea detta "rostello" tramite una o più ghiandole ("viscidi"), che possono essere libere o racchiuse in un involucro chiamato "borsicola". L'insieme di sacca pollinica, caudicola e viscidio costituisce il "pollinio". Il gineceo è rappresentato da un ovario, che è sempre infero, e dalla cavità stigmatica, collocata sotto l'androceo, la cui superficie è di natura appiccicosa per favorire l'adesione del polline.
La riproduzione delle orchidee può avvenire sia attraverso la forma asessuata (apomissia = produzione di semi fertili senza fecondazione), limitata nelle regioni fredde con periodo di fioritura molto breve e con scarsità di impollinatori, che attraverso la forma sessuata. In questo secondo caso la fecondazione è conseguenza dell'impollinazione che può avvenire con l'autoimpollinazione (il polline passa dall'antera allo stimma dello stesso fiore, pianta autogama), la geitonogamia (il polline passa dall'antera di un fiore allo stimma di un altro fiore ma della stessa pianta, definita autofertile) e l'impollinazione incrociata (è il caso più frequente, quando il polline di un fiore passa sullo stimma di un altro fiore di pianta diversa nel caso di piante allogame).
Come già evidenziato, nella generalità delle nostre orchidee il polline è raccolto in un organello complesso denominato "pollinio", adatto ad essere trasportato dagli insetti e non dal vento. L'impollinazione quindi è entomogama e può avvenire attraverso tre diversi meccanismi di attrazione: trappola di odori, attrazione alimentare e mimetismo. I primi due casi sono limitati a orchidee che producono nettare, che fa da attrazione. Da noi il primo non si verifica perché per le orchidee italiane è limitato all'orchidea Cypripedium calceolus che vive sulle Alpi e in Abruzzo. Il secondo caso invece è presente ma limitato alle sole orchidee con sperone allungato (es. Anacamptis pyramidalis). Per queste specie il fiore presenta una particolare conformazione adatta a ricevere l'apparato boccale dell'insetto (farfalle); questo, dopo l'introduzione della spiritromba, avvicina la testa alle masse polliniche del fiore consentendo l'adesione dei "pollinii" grazie ad uno specifico organo chiamato "viscidio".
Il meccanismo del mimetismo è quello più diffuso tra le orchidee nostrane e riguarda soprattutto quelle specie che non producono nettare o non posseggono sperone. In questo caso, attraverso espedienti chimici (feromoni capaci di attrarre insetti maschi) e morfologici (il labello assume la conformazione di insetti), le orchidee mettono in atto il fenomeno della "trappola sessuale" che è tipica del genere Ophrys. In questo caso l'insetto subisce "l'inganno sessuale" del fiore che, imitando la femmina dell'impollinatore specifico, induce il maschio a un tentativo di accoppiamento definito "pseudo-copulazione", in questo modo l'unico risultato è quello dell'asportazione dei "pollinii" che trasferiranno poi ad un altro fiore sempre con un altro tentativo di accoppiamento.
La regola che ogni specie di orchidea ha il proprio impollinatore (cioè un impollinatore specifico) alcune volte può essere infranta; infatti, nonostante siano abbastanza rigide le barriere poste all'incrocio fra specie diverse (DEL PRETE et al. 1988), può succedere che, a causa del polimorfismo di molte specie che può ingannare i pronubi o in seguito a visite accidentali, altri insetti, dopo aver ricevuto il polline, lo vadano a depositare sul fiore di un'altra specie dello stesso genere o, addirittura, di un genere diverso. Se i semi che si formeranno sono in grado di germinare, nascerà un "ibrido" con caratteristiche intermedie a quelle delle due specie da cui deriva (specie parentali). E' altresì possibile che nel processo di ibridazione vengano coinvolte addirittura tre specie, in questo cosa si formerà un ibrido "doppio". Infine, può succedere anche che si possono incrociare due ibridi dello stesso tipo e dopo ripetuti reincroci possono stabilizzarsi popolazioni di origine ibridogena che, favorite dagli impollinatori, possono soppiantare le specie presenti in loco, costituendo nuove specie (BIANCO et al. 1988).
Con la maturazione dei semi l'ovario si trasforma in frutto che è una capsula allungata, a sua volta divisa in tre carpelli. I semi, assolutamente privi di sostanze di riserva, sono piccolissimi e numerosissimi. Il loro basso peso specifico consente il trasporto a notevole distanza ad opera del vento. La difficoltà di germinazione e attecchimento delle orchidee viene compensata dal gran numero di semi prodotti da ogni capsula. Si calcola che una sola capsula di Dactylorhiza produce fino a 60.000 semi e che una di Stanhopea addirittura fino ed oltre un milione.
I semi presentano una struttura rudimentale costituita da un abbozzo di embrione carnoso e da un tegumento esterno reticolato. Sono assolutamente privi di sostanze nutritive di riserva (DEL PRETE, 2009).  Per questo il seme di una orchidea difficilmente riesce a riprodursi se prima non viene invaso da particolari microfunghi del suolo spesso riconducibili al genere Rhizoctonia.
E' necessario quindi che si crei una "simbiosi micorrizica" in grado di consentire l'alimentazione dell'embrione perché incapace di alimentarsi autonomamente, almeno nelle prime fasi germinative. L'infezione micotica deve avvenire nelle prime fasi della germinazione; con la penetrazione del fungo si origina un piccolissimo corpo tuberoide chiamato "protocormo", che rappresenta il precursore della plantula. Dal protocormo si sviluppano numerose giovani radichette nella zona mediana mentre dalla parte superione si forma un piccolo abbozzo che formerà il futuro germoglio. Appena si formerà la prima fogliolina alla luce del sole la piantina avrà la possibilità di autoalimentarsi con il processo fotosintetico.  Per quanto riguarda il significato del rapporto fungo-pianta si può dire che ancora oggi non è stato perfettamente chiarito.  Secondo alcuni ricercatori, le "ife" del fungo sarebbero in grado di solubilizzare polisaccaridi complessi presenti nel suolo per poi convogliarli nella cellula dell'ospite.  Se si tiene conto che nelle orchidee occorrono mediamente da 3 a 12 anni affinché si ottenga da un seme una pianta in grado di fiorire, risulta evidente il danno ecologico che ne deriva allorquando si alterano gli habitat naturali o si asportano con indifferenza queste singolari piante (SCRUGLI, 2009).
Nella generalità dei casi le orchidee mediterranee sono considerate geofite; alcuni autori (BOURNÉRIAS & PRAT, 1998, 2005), però, facendo riferimento al ciclo vegetativo annuale, distinguono due periodi critici, quello estivo (per l'elevata aridità) e quello invernale (per le basse temperature). In effetti vi sono orchidee (Epipactis, Limodorum e Cephalanthera) che dopo il disseccamento estivo, continuano la loro latenza anche in autunno e inverno, rimandando nella stagione successiva tutta l'attività vegetativa con l'emersione delle prime foglioline, l'accrescimento, la fioritura e la fruttificazione. Altre orchidee (Ophrys, Orchis, Anacamptis, Serapias, ecc.), dopo il disseccamento estivo riprendono a vegetare già in autunno con l'emersione di foglie basali; con l'abbassamento delle temperature l'attività si blocca per riprendere in primavera quando, nel tempo, si concluderanno tutte le successive fasi vitali.

 

Fattori ecologici e biogeografici

Con la sola eccezione dei deserti e dei ghiacciai la famiglia delle  Orchidaceae è praticamente presente su quasi tutta la superficie del globo e grazie agli adattamenti morfo-fisiologici, riescono a colonizzare la maggiore parte degli ambienti delle terre emerse; dalle tundre polari alle foreste equatoriali e crescono in tanti altri territori interclusi caratterizzati da una gamma straordinaria di  condizioni ambientali.
L'Alta Murgia, fitogeograficamente, fa parte di una delle 33 sezioni (Sezione Apula) delle ecoregioni individuate nel territorio nazionale caratterizzata da un clima tipicamente mediterraneo con presenza di aridità estiva e concentrazione delle precipitazioni nel periodo autunno-invernale.
La maggior parte delle orchidee italiane sono specie xerofile e perciò adatte a climi caldi e siccitosi. Il loro status di geofite (piante dotate di organi sotterranei di riserva) consente di superare agevolmente il periodo di maggiore stress, rappresentato da quello estivo. L'unica specie del nostro territorio che vive in ambiente umido è l'Anacamptis laxiflora.
Relativamente alla reazione chimica del terreno le nostre orchidee sono da considerarsi prevalentemente basifile, cioè tipiche di terreni calcarei. Gli studi di SUNDERMANN (1980) vanno proprio in questa direzione e dimostrano che in particolare le specie del genere Ophrys hanno esigenze eminentemente basifile. Pertanto si tratta di entità calcicole che rifuggono  terreni ricchi di azoto ed eventuali concimazioni organiche o minerali sono di ostacolo alla loro conservazione.
Diversi sono gli habitat dove le orchidee trovano condizioni idonee alla loro vita; in quanto geofite si diffondono agevolmente negli ambienti spiccatamente xerofili ed eliofili. Da noi i pascoli ascrivibili alla classe Scorzonero-Crisopogonetalia sembrano gli ambienti più adatti alla maggior parte delle specie. I generi Ophrys, Orchis e Neotinea sono tipici dei luoghi più degradati; il genere Serapias e le specie Barlia robertiana, Himantoglossun hircinum e Anacampitis pyramidalis, invece, nella scala evolutiva dei suoli, prediligono terreni poco più fertili. Anche le garighe e i macchieti aperti sono ambienti adatti a ospitare orchidee; queste formazioni, nella generalità dei casi da considerarsi di origine secondaria, hanno una elevata ricchezza floristica, costituiscono cenosi nelle quali si riscontra una maggiore presenza di insetti, indispensabili al verificarsi delle fecondazioni incrociate. Se a questa condizione, negli stessi ambienti, si concentrano specie facilmente ibridabili (Ophrys tenthredinifera, Ophrys bertolonii, Ophrys incubacea, Ophrys tarentina, Ophrys holoserica subsp. apulica, Ophrys exaltata subsp. mateolana), si possono, come nel caso dell'agro di Santeramo in Colle, concentrare un gran numero di ibridi e forse anche di nuove specie. Nelle garighe e nei macchieti trovano buone condizioni di vita: Ophrys bombyliflora, Ophrys apifera, Ophrys sipontensis, Ophrys holoserica subsp. parvimaculata, Ophrys lutea subsp. lutea, Ophrys fusca subsp. lucana, Orchis italica, Barlia robertiana, Anacamptis papilionacea, Anacamptis coriophora. Nei boschi mediterranei delle nostre latitudini il carattere xerico diventa più attenuato rispetto alle zone aperte; in questi ambienti, specie di orchidee a carattere sciafilo, in maniera sempre sporadica, possono prendere posto all'ombra degli alberi. Rarissima è la presenza di Cephalanthera damasonium nella lecceta della Gravinella, altrettanto rara è Limodorum abortivum in un bosco rado di querce su via Altamura e Platanthera chlorantha nel bosco della Parata, dove è stato riscontrato un solo esemplare di Dactylorhiza romana. Per quanto riguarda le zone umide, a seguito della grande trasformazione agraria avvenuta nel corso dei secoli, molti ambienti sono stati distrutti. E' possibile anche che con la modificazione degli habitat originali altre orchidaceae siano scomparse; attualmente si rinvengono solo alcuni esemplari di Anacamptis laxiflora, fortunatamente conservati in canali di scolo.
Riguardo i fenomeni della diffusione e della speciazione delle orchidee italiane l'argomento non può essere trattato che attraverso l'analisi dei fenomeni orogenetici e climatici.
Gli avvenimenti preistorici più importanti che hanno determinato la formazione dell'attuale paesaggio vegetale sono quelli delle glaciazioni quaternarie. Durante le glaciazioni, l'immobilizzazione di una enorme quantità di acqua sottoforma di ghiaccio portò come conseguenza un notevole abbassamento del livello dei mari: circa 90 m. sotto l'attuale livello, durante quella del Würm e di quasi 200 m. durante quella del Riss (PIGNATTI, 1959). Nel periodo più freddo delle glaciazioni la flora preglaciale fu in gran parte sterminata, ma alcune piante sopravvissero nei rifugi liberi dai ghiacci. Con il ritiro dei ghiacci, partendo dai rifugi, molte piante hanno riconquistato in tempi rapidissimi aree assai vaste. L'Italia peninsulare e la Penisola Balcanica furono rifugi importantissimi per la nostra flora, essendo state largamente libere da ghiacci e collegate dal ritiro dell'Adriatico durante il massimo glaciale. Possiamo, infatti, immaginare che durante le glaciazioni, a parte le zone rifugio, molta flora o veniva distrutta o si spostava a latitudini e altitudini più calde, viceversa, durante i periodi interglaciali, faceva il percorso inverso, magari con altre specie di nuova formazione.
In seguito alle ultime glaciazioni, che resero possibile la creazione di collegamenti via terra tra la Puglia e la Penisola Balcanica, è possibile ipotizzare scambi floristici fra le due sponde opposte.
Nel caso della Puglia si presume che le migrazioni siano avvenute in tempi diversi già a partire dal Terziario e considerato che la penisola balcanica ha una orogenesi più antica rispetto a quella italiana, tali spostamenti, almeno all'origine, avvennero in direzione occidentale.
La Puglia è considerata la regione "porta d'ingresso" di molte specie balcanico-orientali (PEZZETTA, 2010). E' interessante evidenziare che i collegamenti tra la Puglia e la Penisola Balcanica hanno consentito la migrazione verso occidente di varie orchidee dei generi Serapias e Ophrys e che in quest'ultimo genere, grazie alla sua alta variabilità genetica e al facile fenomeno della ibridazione, si sono costituite nuove specie, anche di tipo endemico. In effetti la maggiore concentrazione di orchidee endemiche sono concentrate sul Gargano e comunque in Puglia; aree geograficamente divise dalla catena appenninica e orientate verso le coste della Penisola Balcanica. Nel territorio in considerazione, oltre le endemiche generiche (Ophrys tarentina, Ophrys holoserica subsp. parvimaculata, Ophrys holoserica subsp. apulica, Ophrys oxyrrhynchos subsp. celiensis, Ophrys fusca subsp. lucana, ecc.) ci sono anche quelle puntiformi (Ophrys tardans, Ophrys exaltata subsp. mateolana).

 

Ibridazione

Alcune orchidee, come nel caso del genere Ophrys, hanno impollinatori esclusivi o specifici e vengono impollinate da una sola specie di insetto. Un caso ben noto è quello di Ophrys ciliata che è impollinata da Dasyscolia (= Campsoscolia) ciliata. In taluni casi alcune specie di insetti impollinano più specie di orchidee o una specie di orchidea può essere impollinata da più specie di impollinatori. Tale impollinazione avviene mediante un interessante e spettacolare caso di mimetismo con conseguente "inganno sessuale". I fiori, imitando i segnali visivi e olfattivi (produzione di feromoni) utilizzati durante l’accoppiamento da parte di alcuni insetti, inducono i maschi a confondere il fiore con la femmina della propria specie e li stimolano ad effettuare un tentativo di accoppiamento definito pseudo-copulazione, mediante il quale si compie  l’impollinazione. L’elevata compatibilità dei patrimoni genetici delle varie entità porta, più correttamente, ad applicare il concetto morfologico di specie, secondo cui entità morfologicamente simili appartengono alla stessa (morfo-) specie. In particolare, se due differenti morfospecie vengono incrociate si hanno frequentemente degli “ibridi”. Il vero ibrido, per definizione, dovrebbe essere sterile e non fertile come appunto nel caso di molte orchidacee. Pertanto nella famiglia delle Orchidacee esistono giganteschi "singameoni" corrispondenti soprattutto ai generi Ophrys, Orchis e Serapias. Per "singameone" si intende un insieme di gruppi di popolazioni (segmenti) geneticamente isolati. I segmenti sono interamente o parzialmente interfecondi solo con segmenti vicini e spesso sterili con segmenti geneticamente e geograficamente lontani. Pertanto il singameone potrebbe essere assimilato ad una categoria sovraspecifica. Esso può essere composto da ecospecie solo parzialmente compatibili, da segmenti potenzialmente compatibili ma di fatto isolati e da segmenti compatibili più o meno in contatto fra loro (cioè sottospecie se morfologicamente distinguibili). Quindi alla base di questi fenomeni vi è l’alta compatibilità dei patrimoni genetici delle varie “specie” che più correttamente sono da considerare entità morfologicamente differenziate o "morfospecie", che non possiedono meccanismi di isolamento riproduttivo tipico della specie, idonei ad impedire un flusso genico da una specie all’altra. Pertanto alla base della stabilità delle varie presunte specie vi è la specificità degli impollinatori che però non garantiscono una stabilità assoluta consentendo un flusso genico tra le varie morfospecie attraverso il fenomeno della ibridazione. Tale flusso genico viene definito "introgressione" o "ibridazione introgressiva".
Queste considerazioni indicano come l’ibridazione possa avere un impatto importante sull’evoluzione di Ophrys Infatti, ibridazione e introgressione, possono contribuire anche all’acquisizione di nuove combinazioni nei tratti fiorali capaci di consentire agli ibridi ricombinanti di occupare una nicchia ecologica vacante, non utilizzata dai parentali, nella quale sono soggetti a differenti pressioni selettive, e di conseguenza al progressivo isolamento dai parentali, promuovendo la speciazione. Pertanto appare evidente che l'introgressione è un fenomeno che può riguardare esclusivamente specie cosiddette "simpatriche", cioè con aree di distribuzione che almeno parzialmente si sovrappongono. Il meccanismo di "evoluzione per ibridazione" appare uno dei meccanismi più efficaci di microevoluzione e adattamento all'ambiente che si conoscano. Sembrerebbe che molti dei fenomeni appena espressi siano in atto in diverse località dell'agro di Santeramo in Colle.
Un esempio in territorio nazionale è rappresentato dall’ibrido, endemico del Salento, Ophrys x tardans O. Danesch & E. Danesch ormai considerato tassonomicamente da molti botanici a livello di specie, originatosi dall’incrocio e reincrocio di Ophrys candica (Nelson ex Sòo) H. Baumann & Künkele e O.tenthredinifera Willd. subsp. neglecta Parl.

 

Elenco delle orchidee

Anacamptis collina (Banks et Sol. ex Russell) R.M. Bateman, Pridgeon et M.W. Chase − Orchidea a sacco − Geofita bulbosa − Prati aridi e garighe − Stenomediterraneo − R − Masseria di Nola, intorno al punto IGM: 0643913 - 4516396 (solo tre esemplari) e al punto IGM: 0644038 - 4516283, 12.03.2011; al piede della Murgia, in località la Guardiola (solo due esemplari), 15.03.2013; Alessandrello, al Ponte Grande, 09.03.2014;

Anacamptis coriophora (L.) R.M. Bateman, Pridgeon et M.W. Chase − Orchidea cimicina, Cimiciattola − Geofita bulbosa − Pascoli, incolti − Eurimediterraneo − C − Masseria Fullone, 15.05.2006; Parco del Capitolo (rara), 17.05.2009; Lama Lunga (rara), 10.05.2010; Via D'Addosio, 18.05.2011; Masseria Grottillo, 27.05.2011;

Anacamptis laxiflora (Lam.) R.M. Bateman, Pridgeon et M.W. Chase (= Orchis laxiflora Lam.; O. ensifolia Vill.; O. mediterranea Ten.) − Orchidea acquatica, Galletto di palude – Geofita gulbosa – Incolti umidi – Eurimediterraneo – RR – Collettore di Cipolla (molto rara), 08.05.2009;

Anacamptis morio (L.) R.M. Bateman, Pridgeon et M.W. Chase − Orchidea minore, Giglio caprino, Pan di cuculo, Salep, Testicolo di cane, Zonzella − Geofita bulbosa − Pascoli − Europeo-Caucasico − C − Bosco della Parata, 09.04.2006; Gravinella, 02.05.2006; Longobardo, 05.04.2009; Parco di Netti, 08.04.2009; Masseria Grottillo, 10.04.2009; Costa Mandrino, 21:04.2009; Masseria Fullone, 26.04.2009; Lagopalumbo, 27.04.2009; Masseria Aglietta (bosco di querce), 04.05.2009; Parco del Sacramento, 04.04.2010; Alessandrelli, 11.04.2010; Masseria Giandomenico, 24.04.2010; Corte il Fico, 25.04.2010; Lama Lunga, 26.04.2010; Iazzo Perrone, 20.03.2011; Costa Mandrino, 22.03.2011; Masseria Stambone, intorno al punto IGM: 0651357 - 4521462, 26.03.2011; Pozzo Poverelli, intorno al punto IGM: 0650650 - 4521210, 26.03.2011; Pozzo Poverelli, intorno al punto IGM: 0650682 - 4521688, 26.03.2011; Masseria Bianco, 27.03.2011; Tra Masseria Scampamorte e la località Pozzo Poverelli, 03.04. 2011; Masseria Piscinelle, intorno al punto IGM: 0648413 - 4522563, 08.04.2011; Il Boschetto, 14.04.2011; La Guardiola, 15.04.2011; Boschetto in via Cassano non lontano dalla Masseria Giustino, 23.04.2011; Boschetto vicino la Masseria Bianco, 23.04.2011; Murgia tra La Guardiola e Lama Lunga, 25.04.2011; Piana di fronte allo Stabilimento De Laurentis, 25.04.2011; Murgia De Laurentis, intorno al punto IGM: 0644347 - 4512340, 27.04.2011; Sant'Angelo, 31.03.2012; Boschetto in località Chiancaro, 07.04.2012; Parco di Netti, 25.04.2012; Murge di Di Lena, 14.04.2014;

Anacamptis morio (L.) R.M. Bateman, Pridgeon et M.W. Chase forma albina − Orchidea minore albina − Geofita bulbosa − Garighe, pascoli − Europeo-Caucasico − C − Corte il Fico, 23.04.2006; Bosco della Parata, 02.05.2006; Gravinella, 02.05.2006; Masseria Grottillo, 10.04.2009; Costa Mandrino, 21.04.2009; Masseria Fullone, 26.0420.09; Parco del Sacramento, 04.04.2010; Alessandrelli, 11.04.2010; Masseria Giandomenico, 24.04.2010; Lama Lunga, 26.04.2010; Pozzo Poverelli, intorno al punto IGM: 0650650 - 4521210, 26.03.2011; Masseria Bianco, 27.03.2011; Tra Masseria Scampamorte e la località Pozzo Poverelli, 03.04. 2011; Masseria Piscinelle, intorno al punto IGM: 0648413 - 4522563, 08.04.2011; Il Boschetto, 14.04.2011; La Guardiola, 15.04.2011; Lungo il Tratturo Gioiese, 22.04.2011; Boschetto in via Cassano non lontano dalla Masseria Giustino, 23.04.2011; Murgia tra La Guardiola e Lama Lunga, 25.04.2011; Sant'Angelo, 31.03.2012; Boschetto in località Chiancaro, 07.04.2012; Parco di Netti, 25.04.2012;

Anacamptis papilionacea (L.) R.M. Bateman, Pridgeon et M. W. Chase − Orchidea farfalla − Geofita bulbosa − Pascoli − Eurimediterraneo − C − Bosco della Parata 09.04.2006; Gravinella, 18.04.2006; Pantarosa, 02.05.2006; Longobardo, 05.04.2009; Parco di Netti, 08.04.2009; Costa Mandrino,21:04.2009; Masseria Fullone, 26.04.2009; Lagopalumbo, 27.04.2009; Masseria Aglietta (bosco di querce), 04.05.2009; Parco del Sacramento, 04.04.2010; Masseria Giandomenico, 24.04.2010; Corte il Fico, 25.04.2010; Lama Lunga, 26.04.2010; Iazzo Perrone, 20.03.2011; Costa Mandrino, 22.03.2011; Masseria Stambone, intorno al punto IGM: 0651357 - 4521462, 26.03.2011; Pozzo Poverelli, intorno al punto IGM: 0650650 - 4521210, 26.03.2011; Pozzo Poverelli, intorno al punto IGM: 0650682 - 4521688, 26.03.2011; Masseria Bianco, 27.03.2011; tra Masseria Scampamorte e la località Pozzo Poverelli, 03.04. 2011; Masseria Piscinelle, intorno al punto IGM: 0648413 - 4522563, 08.04.2011; Boschetto vicino la Masseria Bianco, 23.04.2011; Murgia De Laurentis, intorno al punto IGM: 0644347 - 4512340, 27.04.2011; Murge Alessandrelli, 14.05.2011; Parco di Netti, 25.04.2012; Murge di Di Lena, 14.04.2014;

Anacamptis papilionacea (L.) R.M. Bateman, Pridgeon et M. W. Chase subsp. grandiflora Boiss. − Orchidea farfalla a fiore grande − Geofita bulbosa − Pascoli − Eurimediterraneo − C − Costa Mandrino (raro), 05.04.2014;

Anacamptis picta Loisel. − Geofita bulbosa − Pascoli − Europeo-Caucasico − C − Bosco della Parata, 09.04.2006; Alessandrelli, 11.04.2010; Masseria Giandomenico, 24.04.2010; Lama Lunga, 26.04.2010; Parco di Netti, 25.04.2012;

Anacamptis pyramidalis (L.) L.C. Rich. - Orchidea piramidale − Geofita bulbosa − Pascoli, incolti − Eurimediterraneo − C − Murgia Morsara (via Laterza), 12.05.2006; Murgia S. Angelo,15.05.2006; Masseria Fullone,15.05.2006; Via D’Addosio,15.05.2006; Corte il Fico,18.05.2006; Masseria Don Zichiello, 25.05.2006; Lagopalumbo, 27.04.2009; Vallone della Silica (Collettore di Cipolla), 08.05.2009; Podere Di Santo, 17.05.2009; Masseria Giandomenico, 24.04.2010; Lama Lunga, 26.04.2010; Lungo il Tratturo Gioiese, 22.04.2011; Murgia Morsara, 14.05.2011; Boschetto in località Guapitello, 18.05.2011; Bosco vicino alla Masseria Parcone, 04.06.2011;

Anacamptis pyramidalis (L.) L.C.Rich. var. nivea P. Delforge − Orchidea piramidale bianca − Geofita bulbosa − Pascoli − Eurimediterraneo − R − Via D’Addosio (rarissima), 15.05.2006;

Barlia robertiana (Loisel) Greuter − Barlia − Geofita bulbosa − Incolti − Stenomediterraneo − R − Vallone della Silica (molto rara) 01.03.2006; Murgia S.Angelo (molto rara), Gravinella (molto rara), 10.03.2006; Masseria Grottillo (molto rara), 15.03.2009 ; Murgia Sava, intorno al punto IGM: 0643580 - 4514301 (rara), 27.02.2011; Terra Nova, intorno al punto IGM: 0642767 - 4515587 (rara), 05.03.2011; Località tra La Guardiola e la Masseria Di Nola, intorno ai punti IGM: 0643838 - 4516927 (è anche presente un solo esemplare con infiorescenza albina) e IGM: 0644198 - 4516805, 13.03.2011; Masseria Bianco, 27.03.2011; Iazzitello, 27.03.2011; Parco del Sacramento, 22.02.2014;

Cephalanthera damasonium (Mill.) Druce − Cefalantera giallognola − Geofita rizomatosa − Boschi di latifoglie (soprattutto faggete termofile) − Eurimediterraneo − R − Gravinella (segnalata dal sig. Margherita Angelo e confermata dagli scriventi), 03.05.2013;

Dacthylorhiza romana (Sebast.) Soó subsp. romana (= Orchis romana Sebast.; O. mediterranea Klinge; O. pseudosambucina Ten.) − Orchidea romana − Geofita bulbosa − Boschi aperti e cespugliati − Stenomediterraneo − R − Bosco la Parata (un solo esemplare individuato dal sig. Margherita Angelo), 14.04.2014;

Himantoglossum hircinum (L). Spreng. − Barbone di becco − Geofita bulbosa − Pascoli − Mediterraneo-Atlantico − R − boscaglia − Bosco della Parata (rara), 16.05.1989 e 02.05.2006; Masseria Fullone, 03.05.2006; Lama Lunga (rara), 26.04.2010; La Guardiola, 15.04.2011; Boschetto in via Cassano non lontano dalla Masseria Giustino, 23.04.2011; Masseria Monte Fungale, intorno al punto IGM: 0640198 - 4513400, 15.05.2011; Masseria Cula da Chioppa (rarissima), 06.05.2012;

Limodorum abortivum (L.) Swartz − Fior di legna − Geofita rizomatosa − Boschi submediterranei e faggete termofile − Eurimediterraneo − R − Il Boschetto (solo una dozzina di scapi), 27.04.2013;

Neotinea lactea (Poir.) R.M. Bateman, Pridgeon et M.W. Chase − Orchidea aguzza − Geofita bulbosa − Pascoli, macchie − Stenomediterraneo − R − Masseria Stambone, intorno al punto IGM - 0651357 - 4521462 (solo due esemplari, in un oliveto abbandonato), 26.03.2011;

Neotinea tridentata (Scop.) R.M. Bateman, Pridgeon et M.W. Chase − Orchidea screziata − Geofita bulbosa − Pascoli − Eurimediterraneo − C − Gravinella, 10.05.2006;

Neotinea ustulata (L.) R.M. Bateman, Pridgeon et M.W. Chase − Orchidea bruciacchiata − Geofita bulbosa − Pascoli, macchieti − Europeo-Caucasico − C – Masseria Grottillo, 01.04.2007; Alessandrelli (solo due scapi), 11.04.2010; Lama del Lupo, 11.04.2010; Lama Lunga, 26.04.2010; Murgia tra La Guardiola e Lama Lunga (rara), 25.04.2011; Pantarosa, 20.04.2014;

Ophrys apifera Huds. − Ofride fior di api − Geofita bulbosa − Prati, luoghi erbosi e freschi, Radure − Mediterraneo-Atlantico − R − Lama Lunga e Piana De Laurentis (segnalata dal sig. Margherita Angelo e confermato dallo scrivente), 12.05.2013;

Ophrys bertolonii Moretti subsp. bertolonii − Ofride di Bertoloni, Uccellino allo specchio - Geofita bulbosa − Garighe, prati − Stenomediterraneo-Occidentale (Appennino-Balcanico, da Pezzetta, 2010) − R − Gravinella, 18.04.2006; Bosco della Parata, 02.05.2006; Pantarosa, 02.05.2006; Murgia S.Angelo, 15.05.2006; Masseria Fullone,15.05.2006; Vallone della Silica (Collettore di Cipolla), 08.05.2009; Masseria Giandomenico, 24.04.2010; Corte il Fico, 25.04.2010; Lama Lunga, 26.04.2010; Il Boschetto, 14.04.2011; La Guardiola, 15.04.2011; Murgia tra La Guardiola e Lama Lunga, 25.04.2011; Piana di fronte allo Stabilimento De Laurentis, 27.04.2011; Grottillo, 20.04.2012; Masseria Cula da Chioppa, 06.05.2012; Murge di Di Lena, 14.04.2014;

Ophrys bertolonii Moretti subsp. bertoloniiformis O. & E. Danesch − Ofride bertoloniforme − Geofita bulbosa − Pascoli − Endemico R − Bosco della Parata (rarissima), 02.05.2006; Pantarosa (rarissima), 02.05.2006;

Ophrys bombyliflora Link − Ofride fior di bombo − Geofita bulbosa − Pascoli − Stenomediterraneo-Occidentale − C − Masseria Iacoviello, 15.04.1991; Bosco della Parata, 15.04.1991 e 09.04.2006; Gravinella, 18.04.2006; Parco di Netti, 08.04.2009; Masseria Grottillo, 10.04.2009; Masseria Fullone, 26.04.2009; Il Boschetto, 14.04.2011; La Guardiola, 15.04.2011; Piana di fronte allo Stabilimento De Laurentis, 25.04.2011; Boschetto in località Chiancaro, 07.04.2012; Parco di Netti, 25.04.2012; Murge di Di Lena, 14.04.2014;Ophrys exaltata Ten. subsp. mateolana (Medagli, D'Emerico, Bianco & Ruggiero) Paulus & Gack − Ofride di Matera – Geofita bulbosa – Pascoli, macchieti – Endemico – RR – Lama Lunga (segnalata dal sig. Angelo Margherita), 21.04.2013; Murge di Di Lena, 14.04.2014;

Ophrys fusca subsp. lupercalis Devillers-Tersch. et Devillers − Ofride scura, – Geofita bulbosa – Pascoli, macchieti – Mediterraneo-Atlantico – C – La Guardiola (solo quattro esemplari), 23.03.2014;

Ophrys fusca Link subsp. lucana (P. Delforge, Devillers-Tersch. et Devillers) Kreutz − Ofride della Lucania – Geofita bulbosa - Boschi – Endemico – R – Corte il Fico, 25.05.2008;

Ophrys holosericea (Burm. f.) Greuter subsp. apulica (O. et E. Danesch) Buttler − Ofride pugliese − Geofita bulbosa − Macchieti, garighe − Endemico − R − Corte il Fico (molto rara nel bosco di Fragno e Roverella), 23.04.2006; Bosco della Parata, 02.05.2006; Pantarosa, 02.05.2006; Lagopalumbo, 27.04.2009; Masseria Giandomenico, 24.04.2010; Lama Lunga (rara), 10.05.2010; La Guardiola, 15.04.2011; Masseria Cula da Chioppa, 06.05.2012; Murge di Di Lena, 14.04.2014; Iazzitello, 20.04.2014, Cocevoline, 15.04.2014;Ophrys holosericea (Burm. f.) Greuter subsp. parvimaculata (O. et E. Danesch) O. et E.Danesch − Ofride a macchia piccola − Geofita bulbosa − Macchieti, garighe − Endemico − RR − Bosco della Parata ( rara), 25.04.1991 e 23.04.2006; Iazzitello, 20.04.2014;

Ophrys holosericea (Burm. f.) Greuter subsp. parvimaculata (O. et E. Danesch) O. et E.Danesch − Ofride a macchia piccola − Geofita bulbosa − Macchieti, garighe − Endemico − RR − Bosco della Parata  ( rara), 25.04.1991 e 23.04.2006; Iazzitello, 20.04.2014;

Ophrys holosericea (Burm. f.) Greuter subsp. cinnabarina Romolini & Soca − Orchidea cinabra − Geofita bulbosa − Pascolo arido − Endemico − RR – La Guardiola, 05.05.2014;

Ophrys holosericea (Burm. f.) Greuter subsp. gracilis (Büel, O. Danesch & E. Danesch) Büel, O. Danesch & E. Danesch − Orchidea gracile − Geofita bulbosa − Pascolo arido − Dalla Francia sud-orientale all'Italia centro meridionale − RR – Lama Lunga (unico esemplare), 08.05.2014;

Ophrys incubacea Bianca subsp. incubacea − Fior di ragno scuro − Geofita bulbosa − Macchieti, garighe − Stenomediterraneo − R − Corte il Fico (molto rara), 23.04.2006; Bosco della Parata, 24.04.2006; Pantarosa, 02.05.2006; Gravinella (rara), 27.04.2008; Masseria Grottillo, 10.04.2009; Costa Mandrino, 21.04.2009: Masseria Fullone, 26.04.2009; Lagopalumbo, 27.04.2009; Masseria Aglietta (bosco di querce), 04.05.2009; Masseria Giandomenico, 24.04.2010; Lama Lunga, 26.04.2010; Masseria Piscinelle, intorno al punto IGM: 0648413 - 4522563, 08.04.2011; Il Boschetto, 14.04.2011; La Guardiola, 15.04.2011; Piana di fronte allo Stabilimento De Laurentis, 25.04.2011; Boschetto in località Chiancaro, 07.04.2012; Parco di Netti, 25.04.2012; Masseria Cula da Chioppa, 06.05.2012; Murge di Di Lena, 14.04.2014;

Ophrys incubacea Bianca subsp. brutia P. Delforge − Fior di ragno della Calabria − Geofita bulbosa − Macchieti, garighe − Endemico dell'Italia Centro-meridionale − RR − Pantarosa (molto rara), 22.04.201;

Ophrys lutea Cav. subsp. lutea − Ofride gialla – Geofita bulbosa – Pascoli, garighe –Stenomediterraneo – C – Gravinella, 18.04.2006; Bosco della Parata, 24.04.2006; Murgia tra La Guardiola e Lama Lunga, 25.04.2011; Murge di Di Lena, 14.04.2014;

Ophrys lutea Cav. subsp. sicula Tineo − Ofride gialla piccola − Geofita bulbosa − Stenomediterraneo − C − Gravinella, 18.04.2006; Masseria Grottillo, 01.04.2006; Masseria Fullone, 26.04.2009; Masseria Giandomenico, 24.04.2010; Corte il Fico, 25.04.2010; Iazzitello, 09.04.2011; Il Boschetto, 14.04.2011; La Guardiola, 15.04.2011; Murgia tra La Guardiola e Lama Lunga, 25.04.2011; Piana di fronte allo Stabilimento De Laurentis, 25.04.2011; Piana di fronte allo Stabilimento De Laurentis, 27.04.2011; Murgia Morsara, 10.04.2012; Murge di Di Lena, 14.04.2014;

Ophrys lutea Cav. subsp. corsica Soleroil − Ofride di Corsica − Geofita bulbosa − Pascoli, macchieti – Mediterraneo-Centro-Orientale − R − Lama Lunga, 26.04.2010;

Ophrys oxyrrhynchos Tod. subsp. celiensis (O. et E. Danesch) Del Prete; - Geofita bulbosa – Pascoli, macchieti – Endemico – RR – Gravinella, 27.04.2008; Masseria Fullone (rarissima), 26.04.2009; Murgia Morsara, 08.05.2009;

Ophrys passionis Sennen ex Devillers-Tersch. et Devillers subsp. garganica O. Danesch et E. Danesch − Ofride del Gargano − Geofita bulbosa − Pascoli − Endemico − R – Recentemente l'endemicità di questa specie è stata messa in dubbio, ritenendola stenomediterranea-occidentale in seguito della scarsa differenza con gli esemplari originariamente noti come O. passionis; gli esemplari del Gargano sono da taluni considerati a livello di varietà (DEL FUOCO, 2009) – Pantarosa, 02.05.2006; Lama del Lupo, 01.04.2009; Bosco Mesola, 08.04.2009; Masseria Fullone, 26.04.2009; Lagopalumbo (rara), 27.04.2009; Costa Mandrino (rara), 22.03.2011; Pozzo Poverelli, intorno al punto IGM: 0650650 - 4521210, 26.03.2011; Masseria Bianco, 27.03.2011; Iazzitello, 27.03.2011; Masseria Piscinelle, intorno al punto IGM: 0648413 - 4522563, 08.04.2011; Il Boschetto, 14.04.2011; La Guardiola, 15.04.2011; Murgia tra La Guardiola e Lama Lunga, 25.04.2011; Piana di fronte allo Stabilimento De Laurentis, 27.04.2011; Boschetto in località Chiancaro, 07.04.2012; Parco di Netti, 25.04.2012; Murge di Di Lena, 14.04.2014;

Ophrys sipontensis R. Lorenz & Gembardt (inclusa O. murgiana Cillo, Medagli et Margherita) - Lama del Lupo, 03.04.2009;

Ophrys sphecodes Mill. subsp. classica − Fior ragno − Geofita bulbosa − Pascoli − Eurimediterraneo − R – Bosco della Parata, 09.04.2006; Gravinella (molto rara), 27.04.2008;

Ophrys tardans O. Danesch et E. Danesch (pro hybr.) − Ofride tardiva – Geofita bulbosa – Garighe e pascoli aridi – Endemico – RR – Bosco la Parata (segnalata dal sig. Cillo Nicola), 15.04.2011; Bosco della Parta (verificata dallo scrivente), 02.05.2012;

Ophrys tarentina Gölz et H.R. Reinhard − Ofride tarantina – Goenfita bulbosa – Gariga, pascoli – Endemico – RR – Masseria Fullone, 26.04.2009; Lama Lunga (segnalata dal sig. Angelo Margherita), 21.04.2013; Iazzitello (segnalata dal sig. Angelo Margherita), 21.04.2013; Murge di Di Lena, 14.04.2014;

Ophrys tenthredinifera Willd. subsp. neglecta Parl.− Ofride fior di vespa - Geofita bulbosa − Pascoli − Stenomediterraneo − C − Bosco della Parata, 09.04.2006; Gravinella, 18.04.2006; Pantarosa, 02.05.2006; Murgia S.Angelo, 15.05.2006; Lama del Lupo, 01.04.2009; Parco di Netti, 08.04.2009; Bosco Mesola, 08.04.2009; Masseria Grottillo, 10.04.2009; Masseria Fullone, 26.04.2009; Parco del Sacramento, 04.04.2010; Masseria Giandomenico, 24.04.2010; Corte il Fico, 25.04.2010; Lama Lunga, 26.04.2010; Iazzo Perrone, 20.03.2011; Masseria Stambone, intorno al punto IGM - 0651357 - 4521462, 26.03.2011; Pozzo Poverelli, intorno al punto IGM: 0650650 - 4521210, 26.03.2011; Masseria Bianco, 27.03.2011; Iazzitello (rara), 27.03.2011; Terra Nuova, intorno al punto IGM: 0642549 - 4516801, 14.04.2011; La Guardiola, 15.04.2011; Lungo il Tratturo Gioiese, 22.04.2011; Boschetto in via Cassano non lontano dalla Masseria Giustino, 23.04.2011; Sant'Angelo, 31.03.2012; Murgia Morsara, 10.04.2012; Parco di Netti, 25.04.2012; Murge di Di Lena, 14.04.2014;

Orchis anthropophora (L.) All. [= O. anthropophora L.; Aceras anthropophorum (L.) R. Br. in W. T. Aiton] − Ballerine, Ometti − Geofita bulbosa – Pascoli − Mediterraneo-Atlantico – C − Bosco della Parata, 09.04.2006; Gravinella, 18.04.2006; Pantarosa, 02.05.2006; Lama Lunga (rara), 10.05.2010;

Orchis italica Poir. − Orchidea italiana − Geofita bulbosa − Macchieti, pascoli − Stenomediterraneo − C − Bosco della Parata (rara),02.05.2006; Murgia Morsara, 03.05.2007; Lagopalumbo, 27.04.2009; Lama Lunga (rara), 10.05.2010; Tra Masseria Scampamorte e la località Pozzo Poverelli (rara), 03.04. 2011; Masseria Piscinelle, intorno al punto IGM: 0648413 - 4522563, 08.04.2011; Murgia tra La Guardiola e Lama Lunga, 25.04.2011; Longobardo, 20.04.2012; Murge di Di Lena, 14.04.2014; Iazzitello, 21.04.2014;

Orchis purpurea Hudson − Orchidea maggiore − Geofita bulbosa − Boschi cespuglieti − Eurasiatico − R − Lama del Lupo (rarissima), 11.04.2010;

Platanthera chlorantha (Custer) Rchb. in J.C. Mossler. − Platantera verdastra − Geofita bulbosa − Boschi − Eurosiberiano − C − Bosco della Parata (rarissima), 24.04.2006;

Serapias bergonii E.G. Camus − Serapide di Bergon − Geofita bulbosa − Garighe, pascoli − Eurimediterraneo – C − Bosco della Parata, 23.04.2006; Murgia Morsara, 14.05.2011; Corte il Fico, 22.05.2011; Masseria Cula da Chioppa, 06.05.2012;

Serapias lingua L. − Serapide lingua − Geofita bulbosa − Pascoli, incolti − Stenomediterraneo − C − Corte il Fico, 23.04.2006; Masseria Fullone, 26.04.2009; Lagopalumbo, 27.04.2009; Masseria Aglietta (bosco di querce), 04.05.2009; Vallone della Silica (Collettore di Cipolla), 08.05.2009; Murgia Morsara, 08.05.2009; Masseria Giandomenico, 24.04.2010; Lama Lunga, 26.04.2010; Vallone della Silica, alla discarica eseurita, 06.05.2011; Murgia Morsara, 14.05.2011; Masseria Monte Fungale, intorno al punto IGM: 0640198 - 4513400, 15.05.2011; Boschetto in località Guapitello, 18.05.2011; Murge di Di Lena, 14.04.2014; Iazzitello, 21.04.2014;

Serapias orientalis Nelson subsp. apulica H. Baumann et Künkele − Serapide pugliese − Geofita bulbosa − Pascoli − Endemico − R − Gravinella (molto rara) 10.05.2006;

Serapias parviflora Parl. − Serapide minore − Geofita bulbosa − Garighe, pascoli − Stenomediterraneo − R − Bosco della Parata, 02.05.2006; Pantarosa, 02.05.2006; Murgia S.Angelo, 15.05.2006; Masseria Fullone, 15.05.2006; Lagopalumbo, 27.04.2009; Lama Lunga, 10.05.2010; Corte il Fico, 22.05.2011;

Serapias vomeracea (Burm.f.) Briq. subsp. vomeracea − Serapide maggiore − Geofita bulbosa − Garighe, pascoli − Eurimediterraneo − C – Bosco della Parata, 23.04.2006; Pantarosa, 02.05.2006; Murgia S.Angelo, 15.05.2006; Masseria Fullone, 15.05.2006; Masseria Don Zichiello, 25.05.2006; Costa Mandrino, 21.04.2009; Lagopalumbo, 27.04.2009; Masseria Aglietta (bosco di querce), 04.05.2009; Vallone della Silica (Collettore di Cipolla), 08.05.2009; Masseria Giandomenico, 24.04.2010; Corte il Fico, 25.04.2010; Lama Lunga, 10.05.2010; Murgia tra La Guardiola e Lama Lunga, 25.04.2011; Piana di fronte allo Stabilimento De Laurentis, 25.04.2011; Murgia De Laurentis, intorno al punto IGM: 0644347 - 4512340, 27.04.2011; Vallone della Silica, alla discarica esaurita, 06.05.2011; Murge Alessandrelli, 14.05.2011; Area limitrofa allo Stabilimento Natuzzi in località Iesce, 15.05.2011; Masseria Monte Fungale, intorno al punto IGM: 0640198 - 4513400, 15.05.2011; Boschetto in località Guapitello, 18.05.2011; Bosco vicino alla Masseria Parcone, 04.06.2011; Masseria Cula da Chioppa, 06.05.2012;

Serapias vomeracea (Burm.f.) Briq. subsp. longipetala (Ten.) H. Baumann et Künkele − Serapide a tepali lunghi − Geofita bulbosa − Garighe, prati magri, incolti − Stenomediterraneo − C – Via D'Addosio, 18.05.2011; Corte il Fico, 22.05.2011; Bosco della Parata, 29.05.2011;

Spiranthes spiralis (L.) Chevall. − Viticcino − Geofita rizomatosa − Pascoli, cespuglieti − Europeo-Caucasico − C − Masseria Iacoviello, 30.09.1990; Gravinella, 23.09.2006; Via Alessandrielli, alla Masseria La Comune, 07.10.2006; Bosco Mesola, 07.10.2006; Murge Sava, 19.11.2009; Parco di Netti, 22.09.2010; Tra Masseria Scampamorte e la località Pozzo Poverelli, 27.09.2010; Località Montefreddo, 23.10.2010; Contrada Alessandrelli (nei pressi del Ponte Grande), 13.11.2010; Masseria Parata, 01.10.2011; Alessandrelli, intorno al punto IGM: 0644848 - 4515387, 31.10.2011.

 

Ibridi noti



Anacamptis morio x A. papilionacea  (Anacamptis x gennarii Reichenb. fil.) - Iazzitello (rara), 29.03.2008; Lama di
Lupo (rara), 09.04.2010; Tra Masseria Scampamorte e la località Pozzo Poverelli (rara), 03.04. 2011; Masseria
Piscinelle, intorno al punto IGM: 0648413 - 4522563 (rara), 08.04.2011; Costa Mandrino, 23.04.2011; La Guardiola,
07.04.2012; Murge di Di Lena, 14.04.2014;

 


Ophrys bertolonii subsp. bertolonii x O. holosericea subsp. apulica (Ophrys x degiorgii Ruggiero, Bianco, Medagli
& D'Emerico) - La Guardiola, 20.04.2014;


 


Ophrys bertolonii subsp. bertolonii x O. passionis subsp. garganica (Ophrys x grottagliensis P. & C. Delforge) -
Pantarosa, 30.03.2014;


 


Ophrys bertolonii subsp. bertolonii x O. incubacea subsp. incubacea (Ophrys x lyrata H. Fleischm.) – Bosco Don
Gianiacopo, 27.04.2008; Grottillo, 14.04.2014; Iazzitello, 21.04.2014; 27.04.2008; Lagopalumbo, 27.04.2009;
Alessandrelli, 11.04.2010; Lama Lunga, 26.04.2010; La Guardiola, 15.04.2011;


 

Ophrys bertolonii subsp. bertolonii  x O. tarentina (Ophrys x monopolitana H. Baumann & Kunkele) - Le Quite,
21.04.2013; Pantarosa, 22.03.2014;



 

Ophrys bombyliflora x O. holosericea subsp. apulica (Ophrys x resurrecta Golz & Reinhard) - Il Boschetto,
10.05.2014;



 


Ophrys bombyliflora x O. incubacea subsp. incubacea (Ophrys x cosana H. Baumann & Kunkele) - Daddosio, 05.04.2014;


 

Ophrys fusca subsp. lupercalis x O. tarentina (Ophrys x parenzani Medagli, Ruggiero et D'Emerico) - Pantarosa, 29.03.2014;


 

Ophrys holosericea subsp. apulica x O. holosericea subsp. parvimaculata (Ophrys x nociana H. Baumann & Kunkele) - Iazzitello, 18.04.2015;


 

Ophrys holosericea subsp. apulica x O. incubacea subsp. incubacea (Ophrys x franciniae Bianco, Medagli, D'Emerico et Ruggiero), segnalata dal sig. Margherita Angelo; La Guardiola, 13.04.2014;



 

Ophrys holosericea subsp. apulica x O. oxyrrhynchos subsp. celiensis (Ophrys x caliandri O. Danesch & E. Danesch) - Lama Lunga, 03.05.2015;


 

Ophrys holosericea subsp. apulica x O. passionis subsp. garganica (Ophrys x coturii Romolini & Soca) - Pantarosa, 17.04.2015;


 

Ophrys holosericea subsp. apulica x O. tarentina (Ophrys x marinoscii Ruggiero, Bianco, Medagli, D'Emerico) - Pantarosa, 29.04.2009;


 


Ophrys holosericea subsp. parvimaculata x O. oxyrrhynchos subsp. celiensis (Ophrys x pugliana H. Baumann & Künkele) - Iazzitello, 19.04.2015;



 


Ophrys holosericea subsp. parvimaculata x O. passionis subsp. garganica (Ophrys x coulotii R. Soca) - Iazzitello, 21.04.2014;


 


Ophrys holosericea subsp. parvimaculata x O. tenthredinifera subsp. neglecta (Ophrys x laurentii O. Danesch & E. Danesch) - Iazzitello, 25.04.2014


 


Ophrys incubacea subsp. incubacea x O. oxyrrhynchos subsp. celiensis (Oprhys x gelana H. Baumann & Künkele nothosubsp. murgettensis Soca) - Iazzitello, 18.04.2015;


 

Ophrys incubacea subsp. incubacea x O. passionis subsp. garganica (Ophrys x celani O. Danesch & E. Danesch) - Lama di Lupo, 09.04.2010; Iazzo Perrone 20.03.2011;


 

Ophrys incubacea subsp. incubacea x O. tarentina (Ophrys x alberobellensis H. Baumann & Kunkele) - Masseria Fullone, 26.04.2009;


 

Ophrys incubacea subsp. incubacea x O. tenthredinifera subsp. neglecta (Ophrys x manfredoniae O. et E. Danesch) - Segnalata a Santeramo dal sig. Margherita Angelo.


 

Ophrys lutea subsp. lutea x O. tarentina (Ophryscyrclarium  Pellegrino, Bellusci, Musacchio) - Pantarosa, 16.03.2014



 

Ophrys x lyrata x O. passionis subsp. garganica (Ophrys x pescolusae Gennaio, Gargiulo, Medagli) - Pantarosa, 25.04.2014;




 

Ophrys passionis subsp. garganica x O. tarentina (Ophrys x trullana H. Baumann & Künkele) - Pantarosa, 30.03.2014; Iazzitello, 21.04.2014



 

Ophrys tarentina x O. bombyliflora (Ophrys x mannarica P. Delforge & C. Delforge) - Pantarosa, 06.04.2014;



 

Ophrys tarentina x O. tenthredinifera subsp. neglecta (Ophrys x venusiana H. Baumann & Künkele) - Pantarosa,06.04.2014;



 

Orchis anthropophorum x O. italica (x Orchiaceras bivonae (Tod.) Soó) - Pantarosa, 01.05.2015;


 

Ophrys tenthredinifera subsp. neglecta x O. passionis subsp. garganica (Ophrys x surdii O. Danesch & E. Danesch) - Pantarosa, 25.04.2014


 

 

Ibridi nuovi

Durante le indagini orchidologiche svolte nel territorio di Santeramo in Colle sono stati individuati anche alcuni ibridi “nuovi”, cioè mai segnalati precedentemente, oppure segnalati ma non ancora descritti. In particolare si è fatto riferimento a BAUMANN & KUNKELE (1988) e  SOUCHE R. (2008).

Di seguito si da una diagnosi dei nuovi taxa:


 

1 - Ophrys bertolonii  subsp. bertolonii x O. tenthredinifera subsp. neglecta (Ophrys x inzengae Tod. nothosubsp. pantarosae  hybr. nat. nov.)

 
Fig. 1 - Ophrys x inengae Tod. nothosubsp pantarosae Silletti & Medagli

E' noto l'ibrido tra O. bertolonii subsp. bertolonii x O. tenthredinifera subsp. grandiflora (O. x inzengae Tod.) rinvenuto da Todaro sul Monte Catalfano presso Palermo nel 1865 (Baumann & Kunkele, 1988). Nell’ibrido rinvenuto a Santeramo partecipa O. tenthredinifera subsp. neglecta, quindi trattandosi di una sub specie differente viene a determinarsi una nuova nothosubspecie non ancora descritta, anche se già segnalata in passato (Bianco et al., 1988).

Descrizione: pianta alta 20 cm; foglie basali ovato-lanceolate; infiorescenza lassa con 4 fiori; sepali ovato lanceolati,  rosei e con nervatura verdastra centrale (come in O. tenthredinifera subsp. neglecta); petali corti, lunghi circa 1/3-1/5 dei sepali (come in O. tenthredinifera subsp. neglecta); labello intero, privo di gibbosità basali e con margine villoso; macula ampia, grigiastra, lucida, bordata di bianco (come in Ophrys bertolonii); fiorisce in maggio nelle radure erbose. L'ibrido è dedicato alla località "Pantarosa" dell'agro di Santeramo in Colle nel cui territorio è stato rinvenuto.  

Descriptio: planta 20 cm alta; folia basalia ovato-lanceolata; spica laxa, 4 floribus ornata; sepala ovato-lanceolata, rosea cum nervura viridi; petala parva rosea; longitudine 1/3-1/5 sepalorum  partes  aequantia; labellum integrum, quadrangulatum, convexum, obscuro-fuscum, margine villoso; gibberibus basalibus prominentibus; macula caerulo-grisacea, albo marginata; appendix flavo-viridis, triangulata; floret maio, in locis gramineis et lapidosis.

Holotypus: Santeramo in Colle (Ba), loc. “Pantarosa”, legit  G. N. Silletti  11-05-2012 in LEC.

Etymologia: Ex nomine loco prima inventum, taxon dicatur.

 
 

 

2 - Ophrys exaltata subsp. mateolana x O. bertolonii subsp. bertolonii (Ophrys x gambettae  hybr. nat. nov.)

 
Fig. 2 - Ophrys x gambettae Silletti & Medagli


Descrizione: pianta alta 30 cm circa, foglie basali ovato-lanceolate; sepali oblunghi, bianchi, con nervatura centrale verdastra; petali allungati ed a margine ondulato, lunghi circa 2/3 dei sepali; labello integro, quadrangolare, privo di gibbosità basali, di colore scuro e vellutato, con macchia centrale lucida e scura; appendice giallo-verdastra; fiorisce in aprile. L'ibrido è dedicato a Giuseppe Gambetta di Matera che per primo individuò il "locus classicus" di Ophrys exaltata subsp. mateolana.

Descriptio: habitus inter parentes intermedius; planta 30 cm alta; folia basalia ovato-lanceolata; spica laxa, 5 floribus ornata; sepala oblonga, elongata, alba, cum nervura viridia; petala elongata marginibus undulatis, longitudine 2/3  sepalorum partes aequantia; labellum integrum, quadrangulatum, convexum, obscuro-fuscum et villosum; gibberibus basalibus absunt; macula caerulo-grisacea, albomarginata; appendix flavo-viridis; floret aprili, in locis gramineis et lapidosis .

Holotypus: Santeramo in Colle (Ba), legit G. N. Silletti,  9-04-2012 in LEC.

Etymologia: Ex nomine Giuseppe Gambetta, qui primum invenit Ophrys mateolana apud urbem Mateolam  taxon dicatur.

 

 

3 - Ophrys exaltata subsp. mateolanaOphrys  incubacea subsp. incubacea  (Ophrys  x nettii hybr. nat. nov)

 
Fig. 3 - Ophrys x nettii Silletti & Medagli

Descrizione: pianta alta 25 cm, foglie basali ovato-lanceolate; infiorescenza lassa con 5 fiori; sepali ovato lanceolati, bianchi, con nervatura verdastra centrale; petali bianchi, allungati, lunghi circa 2/3 dei sepali, a margine ondulato come in O. exaltata subsp. mateolana,  labello intero, convesso, di colore scuro, a margine villoso; gibbosità basali evidenti come in Ophrys incubacea subsp. incubacea; macchia di colore grigio scuro a forma di H come in O. incubacea subsp. incubacea; appendice piccola. Fiorisce in aprile. Il taxon è dedicato al celebre pittore di Santeramo in Colle Francesco Netti (1832-1894). 

Descriptio: habitus inter parentes intermedius; planta 25 cm alta; folia basalia ovato-lanceolata; spica laxa, 5 floribus ornata; bracteae ovarium subaequantes; sepala ovato-lanceolata, albida cum nervura viridia et petala albida, elongata marginibus undulatis (Ophrys exaltata subsp. mateolana); longitudine 2/3 sepalorum partes aequantia; labellum integrum, convexum, obscuro-fuscum, margine villoso; gibberibus basalibus prominentibus (Ophrys incubacea subsp. incubacea); macula caerulo-grisacea H-formiO. incubaceaae simili; appendice minima; floret aprili.

Holotypus: Santeramo in Colle (Ba), legit G. N. Silletti, 11-04-2014  in LEC.

Etymologia: Ex nomine claro pictore Francesco Netti taxon nominatur.

 

 

4 - Ophrys exaltata subsp. mateolana x Ophrys tarentina (Ophrys x margheritae hyb. nat. nov.)

 
Fig. 4 - Ophrys x margheritae Silletti & Medagli


Descrizione: aspetto intermedio tra quello dei parentali; pianta alta 35 cm; foglie basali ovato-lanceolate; infiorescenza lassa con 6 fiori distanziati; sepali ovato-lanceolati, rosei o bianco, con nervatura verdastra centrale; petali rosei o biancastri, lunghi 2/3 circa dei sepali (come in O. exaltata subsp. mateolana); brattee roseo-verdastre lunghe quanto l'ovario; labello intero, allungato, convesso, a margini arrotondati, scuro, villoso; gibbe basali assenti o appena evidenti; macula di colore più o meno grigio scuro,lucida; appendice piccola; fiorisce ai primi di aprile. Il nuovo ibrido è dedicato ad Angelo Margherita, appassionato naturalista di Santeramo in Colle che per primo lo ha segnalato.

Descriptio: habitus inter parentes intermedius; planta 35 cm alta; folia basalia ovato-lanceolata; spica laxa, 6 floribus ornata; sepala ovato-lanceolata, rosea, cum nervura viridi; petala elongata, marginibus undulatis, rosea, longitudine 2/3 sepalorum partes aequantia; bracteae viridi-roseae, longitudine ovarium subaequantes; labellum integrum, convexum, marginibus recurvatis, obscuro-fuscum, margine villoso; gibberibus basalibus absunt; macula caerulo-grisacea, lunulata;  appendix flavo-viridis, triangulata; floret aprili.

Holotypus: Santeramo in Colle (Ba), loc. Lama Lunga, 21-04-2013, legit G. N. Silletti & Angelo Margherita 11-04-2013 in LEC.

Etymologia: Ex nomine Angelo Margherita qui primum invenit hybridum taxon dicatur.

 

 

5 - Ophrys exaltata subsp. mateolana x O. passionis subsp.  garganica (Ophrys x durae hyb. nat. nov).

 
Fig. 5 – Ophrys x durae Silletti & Medagli

Descrizione: pianta con caratteri morfologici intermedi tra i parentali; alta 23 cm; foglie della rosetta basale lanceolate; infiorescenza lassa, con 4 fiori; sepali di forma ovato-lanceolati di color roseo e con nervatura centrale verdastra; petali di colore porpora scuro, larghi e con margini ondulati (come in O. passionis) raggiungenti la lunghezza di circa due terzi dei sepali; labello intero, allungato, convesso, scuro, con margine laterale fittamente peloso; gibbosità basali assenti; disegno del labello ampio, grigiastro, lucido; appendice breve, color porpora; fiorisce in aprile. L'ibrido è dedicato a Teodoro (Teo) Dura, di Taranto, appassionato naturalista e studioso di orchidee spontanee.

Descriptio: habitus inter parentes intermedius; planta 23 cm alta; folia basalia ovato-lanceolata; spica laxa, 4 floribus ornata; sepala ovato-lanceolata, rosea, cum nervura viridi; petala purpurea, amplia, marginibus undulatis, longitudine circiter 2/3 sepalorum partes aequantia; labellum integrum, elongatum, convexum, obscuro-fuscum, margine laterale villoso, densis pilis cinctum; gibberibus basalibus absunt; macula amplia, caerulo-grisacea; appendix parva, purpurea; floret aprili.

Holotypus: Santeramo in Colle (Ba) località Pantarosa, legit G. N. Silletti 11-04-2013 in LEC.

Etymologia: Ex nomine Teodoro (Teo) Dura, orchidarum Apuliae studioso, taxon dicatur.

 

 

6 - Ophrys exaltata subsp. mateolana x O. x lyrata (Ophrys x santeramana hyb. nat. nov.)

 
Fig. 6 – Ophrys x santeramana Silletti & Medagli

Descrizione: pianta con caratteri morfologici intermedi tra i parentali; alta 30 cm; foglie della rosetta basale lanceolate; infiorescenza lassa, con 5 fiori; sepali di forma ovato-lanceolata di color roseo-biancastro e con nervatura centrale verdastra; petali di colore roseo, larghi e con margini ondulati, raggiungenti la lunghezza di circa due terzi dei sepali; labello intero, allungato, convesso, scuro, con margine laterale superiore fittamente peloso e margine laterale inferiore giallo; gibbosità basali mediamente sviluppate (carattere di O. incubacea); disegno del labello ampio, lucido, simile a quello di O. bertolonii; appendice breve; fiorisce in aprile. L'ibrido è dedicato alla città pugliese di Santeramo in Colle nel cui territorio è stato rinvenuto.

Descriptio: habitus inter parentes intermedius; planta 35 cm alta; folia basalia ovato-lanceolata; spica laxa, 5 floribus ornata; sepala ovato-lanceolata, albo-rosea, cum nervura viridi intermedia; petala rosea, elongata, marginibus undulatis, longitudine circiter 2/3 sepalorum partes aequantia; labellum integrum, elongatum, convexum,  obscuro-fuscum, margine laterale superiore villoso, inferiore luteo; gibbae mediocriter signatae (O. incubacea); macula amplia O. bertolonii simili, fulgida, purpurea; appendix parva, purpurea; floret aprili.

Holotypus: Santeramo in Colle (Ba) località Pantarosa, legit G. N. Silletti 11-04-2013  in LEC.

Etymologia: Ex urbe Apuliae "Santeramo in Colle" vocata taxon nominatur.

 

 

7 - Ophrys exaltata subsp. mateolana x O. holosericea subsp. apulica (Ophrys x turcoi hybr. nat. nov.)

 
Fig. 7 – Ophrys x turcoi Silletti & Medagli


Descrizione: pianta con caratteri morfologici intermedi tra i parentali; alta 30 cm; foglie della rosetta basale lanceolate; infiorescenza lassa, con 4 fiori; sepali di forma ovato-lanceolata di color roseo-biancastro e con nervatura centrale verdastra; petali di colore roseo, con margine ondulato, raggiungenti la lunghezza di circa due terzi dei sepali; labello intero, ampio, rossastro (O. apulica); gibbosità basali poco sviluppate; disegno del labello a forma di H, grigiastro, lucido; appendice breve; fiorisce in aprile. Il nuovo ibrido è dedicato ad Alessio Turco di Acquarica di Lecce, noto studioso di orchidee spontanee.

Descriptio: habitus inter parentes intermedius; planta 30 cm alta; folia basalia ovato-lanceolata; spica laxa, 4 floribus ornata; sepala ovato-lanceolata, albo-rosea, rotundato apice, cum nervura viridi intermedia; petala rosea, elongata, marginibus undulatis, longitudine circiter 2/3 sepalorum partes aequantia; labellum integrum, elongatum, convexum, ferrugineo colore (O. apulica); gibbae mediocriter signatae; macula caerulo-grisacea H-formi; appendix parva; floret aprili.

Holotypus: Santeramoin Colle (Ba) località Pantarosa, legit G. N. Silletti 11-04-2013 in LEC.

Etymologia: Ex nomine clarissimo orchidarum Apuliae studioso Alessio Turco, taxon dicatur.

 

 

8 - Ophrys x lyrata x O. tarentina (Ophrys x amatoi hyb. nat. nov.) (Fig. 8).

 
Fig. 8 - Ophrys x amatoi Silletti & Medagli


Descrizione: pianta alta circa 25 cm; foglie basali ovato-lanceolate; infiorescenza lassa, costituita da 5 fiori; sepali verdastri, allungati, ovato lanceolati; petali a margine ondulato, lunghi 2/3 della misura dei sepali
(O. tarentina); labello allungato, intero, di colore scuro, con margine villoso; gibbosità basali prominenti (O. incubacea); macchia scura, lucida, simile a quella di O. bertolonii; appendice giallo-verdastra; fiorisce in aprile. Il taxon è dedicato a Amato Patrone di Caposele (1960- 2014), Sovrintendente Capo del Corpo Forestale dello Stato, distintosi nella sua opera di tutela ambientale.

Descriptio: Planta 25 cm alta; folia basalia ovato-lanceolata; spica laxa, 5 floribus ornata; sepala oblonga, ovato-lanceolata, viridia; petala viridia, marginibus undulatis, longitudine 2/3 sepalorum partes aequantia (O. tarentina); labellum oblongum, integrum, obscuro-fuscum, margine villoso; gibberibus basalibus prominenti bus (O. incubacea); macula caerulo-grisacea, albo marginata (O. bertolonii); appendix flavo-viridis, floret aprili.

Holotypus: Santeramo in Colle (Ba), legit G. N. Silletti 11-04-2014 in LEC.

Etymologia: Ex nomine Amato Patrone taxon dicatur.


 

 

9 – Ophrys bertolonii subsp. bertolonii x O. oxyrrhynchos subsp. celiensis (Ophrys ˣ passalacquae hybr. nat. nov.) (Fig. 9).

Fig. 9 – Ophrys x passalacquae Silletti & Medagli

Descrizione: pianta alta 18 cm, foglie basali ovato-lanceolate; infiorescenza lassa con tre fiori; sepali ovato-lanceolati, roseo-verdastri, con nervatura centrale verde ben evidente; rosei, brevi, lunghi circa 1/5 dei sepali (come in O. oxyrrhynchos subsp. celiensis), a margine intero, labello privo di gibbosità (come in entrambi i parenti), di colore rossiccio (come in O. oxyrrhynchos subsp. celiensis), a margine finemente vellutato; macchia di colore grigio chiaro di aspetto intermedio rispetto ai parenti; appendice come O. oxyrrhynchos subsp. celiensis. Fiorisce in aprile. Questo ibrido viene riportato da Souche (2008) rinvenuto presso Martina Franca, ma non risulta ancora descritto. Il nuovo taxon è dedicato ad Angelo Passalacqua di Santeramo in Colle, studioso di agricoltura, in particolare di antiche cultivar pugliesi.

Descriptio: habitus inter parentes intermedius; planta 18 cm alta; folia basalia ovato-lanceolata; spica laxa, 3 floribus ornata; bracteae ovarium subaequantes; sepala ovato-lanceolata, purpureo-viridia cum nervura viridia et petala purpurea, longitudine 1/5 sepalorum partes  aequantia; labellum integrum, convexum, purpureo-fuscum, margine villoso; gibberibus basalibus absunt; habitus macula intermedio inter parentes; floret maio.

Holotypus: Santeramo in Colle (Ba), legit G. N. Silletti, 05.05.2015 in LEC.

Etymologia: Ex nomine Angelo Passalacqua, rei rusticae studioso, taxon nominatur.

 

 

10 – Ophrys incubacea subsp. brutia x O. exaltata subsp. mateolana (Ophrys ˣ olearum hybr. nat. nov.) (Fig. 10).

Fig. 10 – Ophris x olearum Silletti & Medagli


Descrizione: pianta alta 30 cm, foglie basali ovato-lanceolate; infiorescenza lassa con 4 fiori; sepali ovato lanceolati, verdi, con nervatura centrale ben evidente; petali scuri, allungati, lunghi 2/3 dei sepali, a margine ondulato come in O. exaltata subsp. mateolana, labello con due gibbosità basali prominenti, di colore scuro, a margine villoso; macchia di colore grigio chiaro a forma di H come in O. incubacea subsp. brutia; appendice piccola. Fiorisce in aprile. Il nuovo taxon è dedicato agli alberi di olivo, elemento tipico del paesaggio agricolo pugliese attualmente a rischio per la diffusione di una grave patologia ad opera del batterio Xylella fastidiosa.

Descriptio: habitus inter parentes intermadius; planta 30 cm alta; folia basalia ovato-lanceolata; spica laxa, 4 floribus ornata; bracteae ovarium subaequantes; sepala ovato-lanceolata, viridia cum nervura viridia et petala fusca, elongata marginibus undulatis (Ophrys exaltata subsp. mateolana); longitudine 2/3 sepalorum partes aequantia; labellum integrum, convexum, obscuro-fuscum, margine villoso; gibberibus basalibus prominentibus (O. incubacea subsp. brutia); appendice minima; floret aprili.

Holotypus: Santeramo in Colle (Ba), legit G. N. Silletti, 11.04.2015 in LEC.

Etymologia: Ex nomine arbore "Olea europea", nunc Xylella fastidiosa graviter oppugnato, taxon nominatur.

 

 

11 – Ophrys incubacea subsp. incubacea x O. holosericea subsp. parvimaculata (Ophrys ˣ pasquinae hybr. nat. nov.) (Fig. 11).

Fig. 11 – Ophrys x pasquinae Silletti & Medagli



Descrizione: pianta alta 20 cm, foglie basali ovato-lanceolate; infiorescenza lassa con 4 fiori; sepali ovato lanceolati, bianchi o verdastri, con nervatura verdastra centrale; petali verdastri o bianchi, lunghi circa 1/3 dei sepali, a margine intero come in O. holosericea subsp. parvimaculata, labello intero, convesso, di colore scuro, a margine villoso; gibbosità basali evidenti come in O. incubacea subsp. incubacea; macchia di colore grigio chiaro a forma di H come in O. incubacea subsp. incubacea; appendice ben sviluppata. Fiorisce in aprile. Il taxon è dedicato a Pasquina Bianco, celebre studiosa di flora pugliese, maestra degli autori del nuovo taxon (Sammichele di Bari, 1927-2014).

Descriptio: habitus inter parentes intermedius; planta 20 cm alta; folia basalia ovato-lanceolata; spica laxa, 4 floribus ornata; bracteae ovarium subaequantes; sepala ovato-lanceolata, viridia vel albida cum nervura viridia et petala viridia vel albida, elongata; longitudine 2/3 sepalorum partes aequantia; labellum integrum, convexum, obscuro-fuscum, margine villoso; gibberibus basalibus prominentibus (Ophrys incubacea subsp. incubacea); macula caerulo-grisacea H-formi; appendice expansa; floret aprili.

Holotypus: Santeramo in Colle (Ba), legit G. N. Silletti, 11.04.2015 in LEC.

Etymologia: Ex nomine clara magistra Pasquina Bianco (Sammichele di Bari, 1927-2014), flora Apuliae studiosa, taxon nominatur.


 

 

Conclusioni

Lo studio mostra quanto elevata sia la ricchezza floristica, sotto il profilo orchidologico, del territorio di Santeramo in Colle qui doviziosamente illustrata. Rilevante è il numero di taxa (52 unità) a cui si deve aggiungere la straordinaria presenza di ibridi già noti (26 unità) e di quelli nuovi (11 unità). Sotto il profilo scientifico viene evidenziata l'elevata tendenza a fenomeni di ibridazione, indice di una contemporanea presenza di più taxa e di fenomeni micro-evolutivi che portano alla formazione di numerosi ibridi, in alcuni casi "doppi" e di fenomeni introgressivi indicati dal fatto che numerosi ibridi si sono mostrati "non determinabili" poiché dovuti a più processi successivi di ibridazione e ricombinazione di caratteri. Si evidenzia, altresì, che taluni ibridi, pur originandosi dagli stessi parentali, si presentano con forme e colori diversi a seconda del prevalere dei caratteri del parente maschile o femminile. Il caso ci sembra particolarmente interessante poiché nelle stesse aree si sovrappongono areali di specie molto rare ed endemiche (Ophrys exaltata subsp. mateolana, O. tarentina, ecc.) e di ambienti molto diversi (prati, garighe, macchieti e boschi) che con ogni probabilità creano le condizioni favorevoli allo sviluppo di insetti impollinatori. Pertanto l'area è da monitorare negli anni successivi per meglio evidenziare le tendenze micro-evolutive in atto.
L'area si mostra, altresì, estremamente interessante sotto il profilo conservazionistico, quale prezioso sito ricco di biodiversità orchidologica. Pertanto pone anche la necessità imprescindibile di appropriati interventi di tutela.

 

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