La stagione riproduttiva 2011 è stata attesa con molta ansia, dopo che i teams della Wildlife Conservation Science and Center (WSCC) avevano completato, nell'autunno precedente, la costruzione di ulteriori 5.000 nidi artificiali da aggiungere alle nostre griglie sperimentali già esistenti di 250 nidi. Questi nuovi 5.000 nidi artificiali sono stati eretti in 20 distretti amministrativi (250 nidi per ogni distretto), distribuiti su una fascia di 730 x 230 km nella parte centrale della Mongolia. I nidi artificiali sono stati posti a intervalli di 1.5 km, coprendo oltre 10.000 km.q della parte centrale delle steppe della Mongolia.
Nel mese di maggio 2011, cinque squadre di studiosi hanno controllato i nidi artificiali eretti nelle griglie di controllo per registrare il tasso di occupazione da parte di uccelli rapaci in riproduzione. I Falchi sacri sono stati gli uccelli da preda più frequentemente trovati in riproduzione nei nidi artificiali, con 200 coppie monitorate che avevano deposto delle uova (rispetto a 177 Poiane dell’altopiano, 171 Corvi e 83 Gheppi comuni), numero che offre un'indicazione dello stato relativamente sano della popolazione dei sacri nell’area centrale della Mongolia. Il numero di Sacri nidificanti in ogni griglia è stato molto variabile con un numero massimo di 25 coppie nidificanti in una griglia, a tre griglie prive di Falchi sacri. La nostra esperienza con l’utilizzo di griglie sperimentali indica che il numero di Sacri in riproduzione presso i nostri nidi artificiali aumenterà nei prossimi anni.
Durante le visite ai nidi compiute nel mese di maggio, le nostre indagini sono state indirizzate anche per conteggiare i roditori e le potenziali prede aviarie evidenziando un rapporto positivo tra il numero di roditori e quello delle uova deposte.
I successi di nidificazione sono cresciuti, con solamente 24 (12%) fallimenti registrati e con una dimensione media della covata di 3.1 pulli a nido. Abbiamo impiantato un microchip a oltre 600 nidiacei. Due Falchi sacri che si sono riprodotti nel 2011, usando i nostri nidi artificiali, erano in precedenza nati proprio nelle nostre griglie sperimentali nel 2007 e nel 2009, un maschio di quattro anni e una femmina di due anni che si stavano riproducendo a 85 km dal loro sito natale. È interessante notare che, sebbene fossero nati in anni diversi, entrambi provenivano dallo stesso nido artificiale e dagli stessi genitori. Inoltre, abbiamo registrato una femmina con un trasmettitore satellitare non funzionante che si stava riproducendo a 300-350 km dal sito di riproduzione in cui era stata taggata sia nel 2009 che nel 2010, ma purtroppo non siamo stati in grado di catturarla per rimuoverle il tag e identificare quale individuo fosse. Tuttavia, speriamo di essere in grado di utilizzare i marcatori genetici per identificare questo uccello.
Nel 2011 il progetto si è occupato di finanziare tre nuovi studenti che stanno seguendo un Master presso l'Università Nazionale della Mongolia, focalizzandosi su aspetti specifici del progetto. Sarangerel Ichinkhorloosta esaminando l'uso del terreno e la copertura del suolo attraverso la rete delle griglie dei nidi artificiali, Amarkhuu Gungaasta studiando la disponibilità di prede in relazione a occupazione dei nidi e ai successi di riproduzione, mentre Ariunzul Lhagvajav la dieta dei Falchi sacri in riproduzione nei nidi artificiali. Il progetto ha anche finanziatoil dottorato di Choikhand Janchivlamdan presso l'Università di Leicester (UK) sulla politica e il quadro legislativo che circoscrive il commercio di Falchi sacri in Mongolia.
Nel mese di maggio 2011, quando i nostri team hanno visitato le griglie dei nidi artificiali, è risultato evidente che in alcuni distretti vi era stato un grave problema dovuto alla rimozione dei nidi. In molti casi, sia i barili di nidificazione sia i pali di sostegno erano stati rimossi, in altri casi solo il barile o il palo, mentre alcune volte erano stati rubati solo i bulloni di fissaggio del barile al palo! I pali possono essere utilizzati dai pastori locali per costruire palizzate improvvisate per il bestiame, i bidoni come contenitori di fortuna, mentre i bulloni essere impiegati come pezzi di ricambio per i motocicli. Oltre alla popolazione locale, che ha rimosso i nidi artificiali per riutilizzarli, alcuni sono stati sistematicamente rimossi per essere venduti a mercanti di rottami metallici. Furti di un tipo o dell’altro hanno rappresentato una perdita di circa il 10% dei nidi che le nostre squadre avevano eretto, in due distretti più di un terzo dei nidi sono andati persi, mentre in tre altri distretti un quarto dei nidi sono stati rubati.
Per contrastare il problema della rimozione dei nidi da parte dei locali, abbiamo intensificato la nostra campagna d’informazione con l'invio di personale fuori dei distretti centrali per tenere presentazioni pubbliche sul progetto, abbiamo coinvolto la popolazione locale nel monitoraggio e nel mantenimento di nidi e, infine, abbiamo coinvolto i pastori attraverso il progetto MSc sull'uso del suolo. Ancora più importante, abbiamo deciso di sviluppare maggiori collegamenti tra il progetto e le comunità locali attraverso un progetto di “gemellaggio tra le scuole”, che nel 2011 ha avuto inizio in fase pilota tra una scuola in Mongolia e una scuola nel Regno Unito, con l'intenzione di estendere a breve questo progetto anche ad altre scuole. I materiali d’insegnamento sono stati sviluppati per coprire la storia del progetto dei nidi artificiali, l'importanza della conservazione del Falco sacro e il patrimonio culturale della falconeria negli Stati del Golfo, con collegamenti relativi alle diverse tradizioni nazionali e agli scambi culturali. Questo, unitamente ad un maggiore coinvolgimento delle comunità locali nel monitoraggio e nella manutenzione dei nidi artificiali, permetterà di costruire un maggiore senso di partecipazione locale al progetto. Insomma, poiché i nidi artificiali possano avere un futuro a lungo termine, le popolazioni locali devono comprendere che i nidi artificiali hanno per loro più valore se rimangono in piedi nella steppa, piuttosto che essere venduti ad un mercante di rottami metallici.
Inoltre, abbiamo lavorato non solo su soggetti a scala locale, ma anche a livello nazionale per spingere il governo della Mongolia ad adottare un protocollo di prelievo che consenta di registrare l'età e il sesso dei Falchi sacri esportati e di dotare di microchip tutti gli uccelli oggetti di commercio, oltre che di registrare le informazioni sui permessi di esportazione CITES.
La mancanza di una registrazione rigorosa è una delle nostre principali preoccupazioni in relazione al commercio in Mongolia di Falchi sacri ed è un problema che dovrà essere risolto al più presto.
A livello internazionale, abbiamo promosso il ruolo potenziale del progetto dei nidi artificiali che non solo può essere una fonte di prelievo sostenibile di Falchi sacri per la falconeria, ma anche per la conservazione della specie. Abbiamo promosso il progetto in una serie di forum internazionali, dagli incontri del CITES, alle conferenze internazionali.