Rivista tecnico-scientifica ambientale dell'Arma dei Carabinieri                                                            ISSN 2532-7828

AREE PROTETTE, PARCHI E OASI
LA FORESTA DI VALLOMBROSA: UN PERFETTO CONNUBIO DI TRADIZIONE E INNOVAZIONE
13/11/2017
di Davide Travaglini*, Gherardo Chirici**, Giovanni Galipò***

*Prof.re Associato Università degli Studi di Firenze – Dip. GESAAF
**Prof.re Associato Università degli Studi di Firenze – Dip. GESAAF
*** Vice Perito Reparto CC Biodiversità di Vallombrosa

 

La Foresta di Vallombrosa, si sà è la culla dei forestali italiani! 

RIASSUNTO:

L’importanza dei soprassuoli presenti nella Foresta di Vallombrosa ha portato alla stesura di ben nove piani di assestamento forestale, a partire dal 1986 con il piano di Giacomelli, uno tra i primi redatto in Italia.

Le tempeste che sino sono abbattute con forza su Vallombrosa tra il 2013 e il 2015 hanno determinato la necessità di procedere con urgenza ad una valutazione dei danni subiti dalla foresta e ad un aggiornamento delle cartografie del Sistema Informativo Forestale (SIF). È stata effettuata una mappatura di dettaglio con sistemi di posizionamento satellitare dei danni provocati dal vento nelle abetine storiche della foresta. Con l’ausilio della Regione Toscana, gli attuali Carabinieri forestali hanno effettuato un sorvolo in elicottero delle aree maggiormente colpite dal maltempo per procedere ad una valutazione dei danni e alla ricostituzione del potenziale forestale. Grazie a tale operazione per la prima volta è stato possibile avere i dati laser scanning dell’intera superficie della foresta e le orto-foto digitali a calori naturali, con risoluzione spaziale, che oggi sono parte integrante del SIF. Nel 2016 i dati sono stati ulteriormente aggiornati con i telerilevamenti acquisiti dal geoLAB.

ABSTRACT:

The forest of Vallombrosa, tradition and innovation
The importance of soil in the Vallombrosa Forest has led to the creation of nine management plans since 1986 when Giacomelli’s work was first edited in Italy.  The storms that hit Vallombrosa between 2013 and 2015 required an evaluation of the damage suffered by the forest and to update the Forestry Information System (SIF) cartographies. Detailed mapping with satellite positioning systems of the damage caused by the wind in the ancient fir forests has been provided. With the help of the Tuscany Region, forest carabinieri carried out a helicopter overflight over the areas most affected by bad weather to provide an evaluation of the damage, and implement the reconstruction of the forestry scenario. The obtained laser scanning data of the entire forest surface and ortho-digital photos in natural colours, with spatial resolution, are now an integral part of the SIF. In 2016, data were updated with the remote sensing acquired by geoLAB.

like).


Danni_ventoLa Foresta di Vallombrosa,  si sà è la culla dei forestali italiani! È in questa foresta ombrosa situata sulle pendici settentrionali del versante fiorentino del Pratomagno che nel 1869 nasce il prestigioso Istituto Superiore Forestale. Questo importante complesso boscato si estende per quasi 1300 ettari a quote comprese tra 530 e 1440 m s.l.m. e rappresenta una delle più armoniose e suggestive foreste d’Italia. L’Istituto ha formato le prime generazioni di forestali fino al 1912-1913, anno del suo trasferimento da Vallombrosa a Firenze. Nel 1913, fu così istituito nella Palazzina Reale delle Cascine di Firenze l’Istituto Superiore Forestale alle dipendenze del Ministero dell’Agricoltura. Nel 1924 l’Istituto è trasformato in Regio Istituto Superiore Agrario Forestale e nel 1936 assunse il titolo di Facoltà Agraria e Forestale, oggi Scuola di Agraria. Da allora, la Foresta di Vallombrosa, assieme all’Abbazia dei Monaci Vallombrosani, al complesso aziendale dell’Amministrazione forestale e al centro didattico il Paradisino, rappresentano un paesaggio caro agli studenti dei corsi di laurea forestali dell’Ateneo Fiorentino che ogni anno svolgono a Vallombrosa le esercitazioni degli insegnamenti caratterizzanti i corsi di studi forestali, dall’ecologia alla botanica forestale, dalla pedologia alle sistemazioni idraulico-forestali; dalla patologia all’entomologia forestale, dalla dendrometria agli inventari forestali, dalla selvicoltura all’assestamento forestale, dalle utilizzazioni forestali alla tecnologia del legno. Il legame tra Vallombrosa, l’ex Corpo forestale dello Stato (ora Arma dei Carabinieri), l’Università degli Studi di Firenze e più in generale il mondo della didattica e della ricerca forestale, e i forestali di tutt’Italia, ha radici solide e antiche. Oggi la Foresta di Vallombrosa è una Riserva Naturale Statale Biogenetica e Sito della Rete Ecologica Europea Natura 2000.

Drone_Dimostrazione_VallombrosaÈ un luogo dove storia, tradizioni e innovazione forestale costituiscono un connubio capace di insegnare l’importanza di conoscere il passato per interpretare il presente e progettare il futuro. È con questo spirito che nel 2002 il laboratorio di geomatica forestale – geoLAB – dell’Università degli Studi di Firenze in collaborazione con l’allora Corpo forestale dello Stato, ha avviato l’informatizzazione delle cartografie storiche della Foresta di Vallombrosa e l’implementazione del Sistema Informativo Forestale– SIF – della Riserva, introducendo per la prima volta a Vallombrosa uno strumento digitale su base geografica dedicato a supportare la moderna gestione di questo territorio ricco di storia e di cultura forestale. È noto infatti che la gestione forestale a Vallombrosa risale all’attività selvicolturale dei Monaci Vallombrosani. In seguito, con la legge del 7 luglio 1866 n. 3039, la Foresta di Vallombrosa e l’Abbazia sono passate al Demanio dello Stato, decretando la fine delle attività dell’Ordine monastico che ha operato nei secoli per la creazione di un paesaggio forestale dominato da uno dei boschi di abete bianco tra i più rinomati dell’Appennino toscano. L’importanza dei soprassuoli presenti in quest’area ha portato alla stesura di ben nove piani di assestamento forestale, a partire fin dal 1876 con il piano di Giacomelli, uno tra i primi piani di assestamento redatti in Italia. Nella sua implementazione iniziale la banca dati geografica del SIF era composta dalle ortofoto digitali del volo AIMA del 1996 e dalla carta tecnica regionale in scala 1:10000 della Regione Toscana. Le curve di livello erano state vettorializzate per costruire un modello digitale del terreno – DTM – con passo di 10 m.

Drone_eBee_02La carta particellare (silografica) allegata al Piano di Assestamento della Foresta di Vallombrosa e Bosco di San Antonio redatto da Generoso Patrone per il quindicennio 1970-1985, precedentemente informatizzata da Roberto Scotti e Giuseppe Garfì con tavolo digitalizzatore, era stata acquisita ed archiviata nel SIF. Da allora il SIF è stato costantemente aggiornato con altre cartografie storiche e nuovi strati informativi. Un momento fondamentale per l’aggiornamento del SIF è stato la redazione del Piano di Gestione e Silvomuseo 2006-2025 della Riserva Naturale Statale Biogenetica di Vallombrosa, curato da Orazio Ciancio. In quella occasione furono informatizzate tutte le carte particellari allegate ai piani di assestamento forestale realizzati a Vallombrosa dal 1876. Fu l’occasione per aggiornare la carta della vegetazione forestale e per sperimentare l’impiego di un metodo innovativo di compartimentazione forestale sulla cui base sono stati pianificati gli attuali indirizzi di gestione forestale della Riserva. Oltre a ciò furono prodotte la carta dei tipi forestali secondo il sistema di classificazione della Regione Toscana, la carta della viabilità forestale secondo il sistema di classificazione proposto da Hippoliti, utilizzata poi per costruire la carta dell’accessibilità forestale della Riserva, la carta degli interventi forestali e una rete di aree di saggio rese permanenti con sistemi di posizionamento satellitare. In seguito, grazie anche al lavoro di studenti che hanno svolto tesi di laurea con il supporto del geoLAB o tirocini formativi presso l’Amministrazione forestale, altre informazioni sono state prodotte e archiviate nel SIF, ad esempio: siti per il campionamento e il monitoraggio della biodiversità forestale in aree lasciate all’evoluzione naturale, sentieri presenti nelle abetine storiche che circondano l’Abbazia, monitoraggio dei gaps nelle abetine storiche, siti di campionamento per il monitoraggio degli impatti della fauna ungulata sulla rinnovazione forestale. Le tempeste di vento che si sono abbattute con forza sulla Foresta di Vallombrosa nei mesi di novembre 2013 e marzo 2015 hanno determinato la necessità di procedere con urgenza ad una valutazione dei danni subiti dalla foresta e ad un aggiornamento delle cartografie del SIF. Per tale motivo, dopo la tempesta del 2013 la Forestale effettuò una valutazione speditiva dei danni da vento sull’intera foresta e i risultati di tale indagine furono archiviati nel SIF. In seguito, con la collaborazione di alcuni studenti che in quel periodo svolgevano il tirocinio formativo pre laurea a Vallombrosa, si è proceduto ad effettuare una mappatura di dettaglio con sistemi di posizionamento satellitare dei gaps provocati dal vento nelle abetine storiche della Foresta di Vallombrosa; inoltre, nel corso di una tesi di laurea furono riportate su cartografia le zone della foresta delle quali si ha testimonianza storica dei danni causati in passato dal vento.

Drone_eBee_01A maggio 2015, visti gli ingenti danni provocati dal vento in numerose foreste toscane, la Regione Toscana commissionò un volo con elicottero sulle aree maggiormente devastate dalle raffiche di vento, tra cui Vallombrosa, con l’obiettivo di acquisire dati telerilevati di elevato dettaglio spaziale per procedere ad una valutazione dei danni e alla ricostituzione del potenziale forestale. È così che per la prima volta si sono resi disponibili dati laser scanning sull’intera superficie della Foresta di Vallombrosa e orto-foto digitali a calori naturali con risoluzione spaziale di 20 cm, che oggi sono parte integrante del SIF. Grazie a questi dati è stato possibile mappare con elevata precisione gli schianti da vento nella Foresta di Vallombrosa e procedere ad una prima stima del quantitativo di legname atterrato dal vento. A due anni di distanza, molto del legname atterrato è stato esboscato ed è stato possibile misurane con maggiore precisione il reale quantitativo. Tale informazioni sono state oggetto di una tesi di laurea che ha avuto come obiettivo l’informatizzazione dei volumi di legno esboscati a seguito della tempesta di vento del 2015 e la mappatura delle aree esboscate. I dati laser scanning sono serviti anche per generare una carta delle pendenze con passo di un metro che è stata impiegata nell’ambito di una tesi di laurea per procedere all’aggiornamento della carta della viabilità forestale integrandola con la rete storica dei sentieri riportai sulla carta particellare del 1970, i cui tracciati sono stati verificati sulla carta della pendenza. Nella primavera del 2016 il SIF è stato ulteriormente aggiornato con nuovi dati telerilevati acquisiti dal geoLAB nelle lunghezze d’onda del visibile e dell’infrarosso vicino grazie all’impiego di due camere digitali montate su un drone ad ala fissa, modello eBee della senseFly, in occasione di una serie di voli dimostrativi organizzati nell’ambito del progetto “FRESh LIFE14 ENV/IT/000414 – Demonstrating Remote Sensing integration in sustainable forest management”, coordinato dall’Accademia Italiana di Scienze Forestali. I dati laser scanning da elicottero e i dati acquisti con drone, insieme alle oltre 100 aree di saggio acquisite nella Foresta di Vallombrosa tra il 2015 e il 2016 dagli studenti del corso di Inventari forestali e telerilevamento costituiscono una base di dati utile per sperimentare nuove metodologie di integrazione e analisi dei dati telerilevati e dei dati inventariali a supporto delle attività di pianificazione, gestione e monitoraggio della Foresta di Vallombrosa anche in collaborazione con altri istituti di ricerca nazionali e internazionali. Per il neonato Comando Unità Tutela Forestale, Ambientale ed Agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri quindi si pongono nuove interessanti ed appassionanti sfide: il connubio tra le conoscenze storiche e le potenzialità che, al presente, la moderna tecnologia ci offre è al servizio della biodiversità, degli ecosistemi del nostro Bel Paese e della società che i nostri figli, domani, andranno a comporre.