Rivista tecnico-scientifica ambientale dell'Arma dei Carabinieri                                                            ISSN 2532-7828

AREE PROTETTE, PARCHI E OASI
IL CONTRATTO DI FIUME DELL’ ALMONE: ESPERIENZE IN CORSO
18/03/2024
di Massimo PACIFICI
Geologo- Associazione per il Cammino Naturale dei Parchi

L’articolo illustra il faticoso iter di attuazione del Contratto di Fiume (CdF) dell’Almone, avviato nel 2016 con la sottoscrizione del Manifesto di Intenti. Dopo la pubblicazione del Dossier di Analisi Conoscitiva Preliminare e la definizione degli assi di intervento nel Documento Strategico, si rende necessario avviare le attività di risanamento ambientale del corpo idrico e del suo bacino, posto in un contesto urbano e periurbano. Ma la difficile armonizzazione delle competenze e degli interessi dei numerosi stakeholder legati al ciclo delle acque, rallenta il compimento dell’iter e rende l’Almone un caso di studio, se non unico, comunque esemplare. In questo contesto,  l’associazionismo gioca un ruolo significativo nell’azione di risanamento ambientale propria dei contratti di fiume (CdF), di sollecito “dal basso” agli enti gestori e di stimolo alla partecipazione attiva della cittadinanza. 

The article illustrates the arduous process of implementing the Almone River Contract (CdF), started in 2016 with the signing of the Manifesto of Intent. After the publication of the Preliminary Cognitive Analysis Dossier and the definition of the intervention axes in the Strategic Document, it is necessary to start the environmental restoration activities of the water body and its basin, located in an urban and peri-urban context. But the difficult harmonization of the skills and interests of the numerous stakeholders linked to the water cycle slows down the completion of the process and makes Almone a case study, if not unique, then exemplary. In this context, associations play a significant role in the environmental remediation action of river contracts (CdF), in "bottom-up" reminders to managing bodies and in stimulating the active participation of citizens. 

1. Via Latina
Via Latina: il basolato ricavato dalle lave del vulcano laziale al Parco degli Acquedotti.



Nel bacino dell’Almone, terzo fiume di Roma dopo il Tevere e l’Aniene, sono state attuate sinora alcune fasi proprie dei Contratti di Fiume (CdF), definiti come “strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo in tal modo allo sviluppo locale”.
Nel bacino, lembi della campagna romana a significativa valenza paesaggistica, contesti a forte naturalità e rilevanti beni culturali si contrappongono alle modifiche morfologiche dell’alveo, all’esteso consumo di suolo, a diffuse situazioni di degrado, infine a scarichi talora non censiti o “impropri”. 
Tenendo fede alla propria missione ambientale, due Aree Naturali Protette (AANNPP), il Parco Regionale Appia Antica (PRAA) e il Parco Regionale dei Castelli Romani (PRCR), unite al Comitato per il Parco della Caffarella OdV (CPC), hanno sottoscritto nel 2016 il Manifesto di intenti, avviando formalmente la prima fase del CdF.
Ad oggi, dopo la pubblicazione del Dossier di Analisi Conoscitiva Preliminare (DAC) di fase 2 del dicembre 2021 e la successiva definizione degli assi strategici di fase 3, lo stato dell’arte impone una sinergia tra i diversi stakeholder legati al governo delle acque, per attivare con il Piano di Azione (ultima fase del CdF) attività concrete a favore del risanamento ambientale e della rigenerazione urbana nei contesti maggiormente degradati.
Per i motivi sopraesposti, il bacino rappresenta un laboratorio in progress, paradigmatico delle problematiche connesse alla implementazione dei CdF nel panorama della Regione Lazio e non solo; in tale scenario, viene analizzato il ruolo che l’associazionismo gioca e può ulteriormente esercitare nella piena attuazione del suo iter.

2. Fonte Egeria
Fonte Egeria: le caratteristiche chimico fisiche dell’acqua Santa di Roma, esposte nell’omonimo stabilimento di imbottigliamento.



Le risorse ambientali e culturali

L’Almone nasce alle pendici dei Colli Albani poco a valle di Rocca di Papa, attraversa il “tavolato” vulcanico di Ciampino-Capannelle, solca poi - nel centro di  Roma - la valle della Caffarella e percorre ormai tombato l’ultimo tratto, per confluire nel Tevere. Amministrativamente ricade nei comuni di Rocca di Papa, Grottaferrata, Marino, Ciampino e Roma (Municipi VII e VIII).
Condizionato dall’andamento centrifugo dell’idrografia originata dai Colli Albani, l’Almone presenta un bacino stretto e allungato di 4.536 ha, con un reticolo a coda di cavallo; oltre il 50% della sua superficie è occupato da edifici, di tipo residenziale - continui e discontinui - e industriali, tra cui coperture destinate a importanti infrastrutture di collegamento (SS7 Appia, Aeroporto di Ciampino, direttrici ferroviarie per Cassino e Formia). La vegetazione naturale copre solo il 15,85 % del bacino, mentre la rimanente matrice agricola (seminativi, colture orticole, vigneti) si presenta molto frammentata, data l’urbanizzazione diffusa nell’area pedemontana dei Castelli Romani e nelle residuali aree libere della periferia SE di Roma.
Per le profonde modifiche subite, anche storiche, date da rettifiche e immissioni in alveo, prima tra tutte quella del fosso dell’Acqua Mariana, il bacino presenta da monte a valle una differente denominazione dei singoli tratti, che non contribuisce certo alla sua unitarietà, come ben documentato nel report del CPC. Vanno poi segnalati i tratti tombati lungo via delle Calcare (Rocca di Papa), lungo la pista ciclabile di Ciampino e infine nel basso corso, ove le acque dell’Almone sono attualmente condotte tramite fognatura – poco a monte di Circonvallazione Ostiense – al depuratore di Roma sud. 
Geologicamente, il bacino è occupato dalle coltri piroclastiche del recente vulcanismo dei Colli Albani, con tufi e pozzolane prevalenti e lave subordinate, ben rappresentate dalla colata di Capo di Bove su cui insiste la via Appia Antica. Al substrato geologico vanno correlate le cavità sotterranee, scavate in passato per sepoltura (Catacombe di San Sebastiano, di San Callisto) e come prodotto più recente delle numerose cave di prestito gestite in sotterraneo; in alcuni tratti il crollo delle volte ha determinato voragini (sink hole), ben testimoniate nella valle della Caffarella. Alcune aree nel bacino, per le proprie caratteristiche di rappresentatività geologica,  sono classificate come “geositi” nei lavori di Regione Lazio e di SIGEA. 
Il regime idrologico dell’Almone, come testimoniano le misure di portata, ormai storiche, presenta una perennità anche nel periodo estivo, sostenuto dall’apporto della falda acquifera superficiale, come confermato da osservazioni speditive dello scrivente nel periodo 2020/2021. Ad influenzare il regime contribuiscono le immissioni artificiali (di acque depurate, di scarichi autorizzati e non, convogliate da pavimentazioni stradali). In altri casi sono le acque scolanti  in passato in alveo ad essere sottratte, come nel caso del collettore fognario a servizio del quartire Quarto Miglio di Roma, realizzato da ACEA sul tratto dello Statuario. 
A livello ecosistemico, va segnalata la fascia di vegetazione ripariale arborea ed arbustiva e la (recente) presenza di macrofite acquatiche in alveo, da relazionare alla diluzione operata da acque di buona qualità dalle sorgenti di valle, e la fascia boscata nella forra del Barco Colonna (Marino). L’infiltrazione nelle permeabili vulcaniti consente l’immagazzinamento delle acque zenitali in falda, che danno origine a sorgenti, puntuali e lineari, tipiche del dominio vulcanico. Risorse idrominerali nel bacino sono testimoniate dalle caratteristiche “acque acidule” per la naturale presenza di CO2, come nella storica fonte  dell’Acqua Santa di Roma (commercializzata nello stabilimento Egeria).
In aggiunta ai caratteri ambientali del bacino va segnalato il rilevante patrimonio di beni storico culturali, dato dal Ninfeo di Egeria, dal tempio di Annia Regilla, dalla chiesa di S. Urbano, dal Colombario Costantiniano, dal Casale della Vaccareccia. Non ultime le vie storiche Appia, Latina e Castrimeniense, con le relative sepolture. Non si devono dimenticare le testimonianze immateriali: in antichità ogni 27 marzo si celebrava sull’Almone il mito della “lavatio mater deum” dedicato a Cibele; Virgilio nell’Eneide ricorda Almone, il giovane latino ucciso nello scontro con i Troiani. Come pure le suggestioni offerte in passato dalla Campagna Romana ai viaggiatori del Grand Tour (Goethe in primis). Dell’originario paesaggio del Saltus, dei casali agricoli storici e delle torri di avvistamento, formatosi sul “tavolato” prodotto dagli espandimenti  piroclastici,  rimangono estesi lacerti a forte valore paesaggistico ambientale: la valle della Caffarella - corridoio ecologico  tra il centro storico e i Colli Albani; l’area degli Acquedotti (Claudio, Marcio) in ingresso a Roma da SE; la villa dei Quintili tra Appia Antica e Nuova; il giardino storico del Barco Colonna in comune di Marino.
Per contro, le varie tipologie indicate nel Piano Territoriale Paesistico Regionale sono state progressivamente intaccate, a cominciare dalle bonifiche dei primi ‘900 sino ai pesanti impatti dell’urban sprawl, intensificatosi dalla seconda metà XX sec. fino a creare settori in evidente degrado (autodemolitori di Via dell’Almone a Roma, via delle Calcare a Rocca di Papa), e diffusi «usi incongrui» del territorio, primo tra tutti l’abusivismo, non sempre di necessità. 
Infine, la pesante urbanizzazione determina un forte pendolarismo in questo quadrante SE, con rilevanti flussi automobilistici (Via Appia Nuova, via Appia Pignatelli) e ferroviari (direttrici per Cassino e Formia) da e per Roma centro.

3. Barco Colonna
Barco Colonna: il portale all’ingresso del parco posto in una forra dalla folta vegetazione ripariale

Stakeholder

L’assetto ubano e periurbano del bacino, a forte densità abitativa e con molti soggetti parte in causa, ha reso sinora problematica la governance condivisa delle acque.
A soggetti istituzionali come ACEA, azienda che regola il ciclo delle acque, alle due Aree Naturali Protette che hanno per missione la salvaguardia degli ecosistemi, ai Comuni che gestiscono la depurazione degli scarichi civili, al Consorzio di Bonifica che cura le manutenzioni in alveo all’esterno del Comune di Roma, alla Città Metropolitana Roma Capitale che sovraintende l’autorizzazione degli scarichi, ai gestori delle infrastrutture stradali, ferroviarie e aeroportuali, si affiancano aziende agricole e zootecniche, circoli sportivi e numerose associazioni di volontariato (CPC, Ciampino Bene Comune, Roma Cammina, Humus, Volontari Parco Acquedotti, Hortus urbis,  Retake).
Analogamente ai tanti bacini in situazioni periurbane, come quelli lombardi su cui - non a caso - sono state avviate in Italia le prime esperienze sui CdF dai primi anni 2000 (Olona, Seveso, Lambro), il quadro per l’Almone presenta una difficile armonizzazione dei tanti interessi, talora contrapposti, ed evidenzia lentezze e ostacoli al coinvolgimento attivo degli stakeholder nella prosecuzione del processo di risanamento.
Non ultimo, il problema del riordino di competenze in materia di gestione idrica, tra Consorzio di Bonifica (ora del Litorale Nord) e i Municipi di Roma Capitale, a rendere problematica la definizione stessa dello status del corpo idrico: ancora collettore fognario o finalmente fiume?

4. Acquedotto Claudio
Le potenti arcate dell’acquedotto Claudio in ingresso a Roma, nel Parco degli Acquedotti (Parco Regionale Appia Antica).


Stato dell’arte e interventi progettuali


La raccolta e analisi dei documenti editi, i rilievi in alveo del PRAA, gli spunti operativi forniti dal PRCR e del CPC hanno portato nel dicembre 2021 alla pubblicazione del DAC di fase 2, confermando il quadro a “luci ed ombre” gravante sul bacino. 
Ne sono derivati “de plano” gli assi strategici di intervento (fase 3 del CdF), riconducibili a: 
- BA Bacino idrologico
- ID Rischio idraulico;
- QA Qualità acque;
- EC Ecosistema fluviale;
- ED Educazione e ricerca;
- FR Fruizione;
- GO Governance.
Va detto che significative risorse sono assegnate ad interventi strutturali previsti per il collettamento e la difesa idraulica dal Piano di Studio 5 (PS5) della Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, con sicuro impatto sulle politiche di risanamento, ma ancora “da mettere a terra”. Per contro, tra gli interventi realizzati recentemente o in corso, legati direttamente o indirettamente al CdF vanno citati:
-la pulizia idraulica nell’inverno 2023 da parte dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, come manutenzione straordinaria dell’alveo sul reticolo idrografico minore a rischio; 
-lo studio CNR sulle sorgenti in Caffarella, con fondi CdF Regione Lazio; 
-i recenti monitoraggi sulla qualità delle acque di ARPA Lazio;
-la realizzazione da parte del PRAA del secondo laghetto in Caffarella, per lo sviluppo e valorizzazione della biodiversità delle aree umide in ambito fluviale; 
-i due progetti di educazione ambientale legati al «I CdF delle bambine e dei bambini…», con fondi CdF regionali, con pulizia dell’Almone dei giovani del Liceo Statale Augusto; 
-lo studio geologico sulla Caffarella (in pubblicazione, realizzato con fondi 5 per mille del CPC).
I più limitati finanziamenti comunali destinati al restyling della Valle della Caffarella.
Ma l’unico esempio di una progettualità integrata, che di fatto aveva precorso gli assi strategici di intervento, rimane il “Progetto URBANS” elaborato nel 2019 in risposta al Programma UE Urban Innovative Action. Pur riunendo una partnership  forte e rappresentativa delle diverse motivazioni, composta dalle due AANNPP, Città Metropolitana Roma Capitale, Consorzio di Bonifica Tevere Agro Romano, Università Tor Vergata, alcuni Comuni del bacino, l’iniziativa non è stata giudicata meritevole di finanziamento dalla UE ma rimane di fatto un tentativo “in nuce” di un futuro comitato gestore del CdF, una volta a regime.

5. Almone definitivamente convogliato nella rete fognaria, poco a monte di Circ.ne Ostiense (Roma)

L’Almone definitivamente convogliato nella rete fognaria, poco a monte di Circ.ne Ostiense (Roma).


Considerazioni finali

Il quadro prospettato impone nell’immediato futuro la fattiva concertazione tra stakeholders, per tramutare gli assi del Documento Strategico in obiettivi realistici nell’ultima fase del CdF, data dal Piano di Azione.
In parallelo vi è la necessità di una buona comunicazione e animazione territoriale che accompagni il restante iter del CdF; tra gli strumenti previsti e in minima parte attuati: giornate di studio (come quella tenuta in occasione del convegno “L’Acqua da Modificante a Modificata” nel novembre 2022), e passeggiate di studio - come raccomandato dall’Atlante degli Obiettivi di Regione Lazio - volte alla conoscenza degli ambienti, anche degradati, del bacino (un prototipo effettuato nell’ottobre 2021). Ma anche focus group, tavoli tecnici, assemblee, somministrazione di questionari rivolti alla cittadinanza.
Il rilevante capitale naturale e culturale del bacino continua tuttavia ad offrire opportunità di fruizione attiva e di benessere psico fisico (servizi ecosistemici) ai cittadini (stakeholder anch’essi!). Tra queste:   
-l’accoglienza e le visite periodiche organizzate dai centri visite gestiti dall’associazionismo; 
-le periodiche campagne di pulizia in Caffarella e nell’area degli acquedotti;
-le attività sostenibili date dall’agricoltura, la pastorizia, gli orti urbani e i vivai;
-il “farmer’s market” al Parco Egeria, rispettoso del principio “UE From farmers to fork”;
-le manifestazioni podistiche come “Park run”; 
-il “bird watching” favorito dal recente ampliamento dell’area umida in Caffarella; 
-le opportunità di visita agli opifici storici nella Cartiera Latina, sede del Parco Regionale Appia Antica;
-la abituale frequentazione del Barco Colonna di Marino.
Se non con interventi strutturali, l’associazionismo continua a dare una spinta dal “basso”, nella responsabilizzazione e stimolo degli Enti preposti alla gestione delle acque. Ma anche con le abituali visite guidate nelle due AANNPP e lungo i cammini che intersecano il bacino, come la Francigena del Sud e il Cammino Naturale dei Parchi. Adeguatamente condotte da interpreti ambientali, tali esperienze contribuiscono alla sensibilizzazione sulle situazioni, critiche e non, dell’Almone, stimolando in tal modo consapevolezza e forme di cittadinanza attiva a favore del risanamento delle sue acque. 
Si ringraziano per i contributi di idee ricevuti Fabrizio Piccari del Parco Regionale dell’Appia Antica e Roberto Federici del Comitato per il Parco della Caffarella OdV

Sitografia essenziale 


https://www.caffarella.it/caffa/wp-content/uploads/2020/05/Manifesto_CdF_Almone firmato.pdf
https://www.caffarella.it/caffa/wp-content/uploads/2014/05/Libro_Il-sacro-Almone-da-fiume a-discarica.pdf
https://www.camminonaturaledeiparchi.it/
https://contrattidifiume.mase.gov.it/cosa-sono
https://www.parcoappiaantica.it/wpcontent/uploads/2022/03/Dossier_Analisi_Conoscitiva_Integrata.pdf
https://www.parcocastelliromani.it/s/content/92003020580/1663925143.854
https://progetti.regione.lazio.it/contrattidifiume/
https://www.sigeaweb.it/documenti/geositi_roma.pdf