Sono trascorsi poco più di 20 anni dall’istituzione del Parco Nazionale dell’Alta Murgia avvenuta con Decreto del Presidente della Repubblica il 10 marzo del 2004, periodo in cui i forestali dell’ex Corpo Forestale dello Stato, ora Arma dei Carabinieri, sempre in collaborazione con l’Ente Parco, sono stati protagonisti assoluti nella tutela di questo particolare territorio. In questi anni, 88 sono i Forestali (oggi 31) che si sono avvicendati nel Reparto Carabinieri Parco Nazionale Alta Murgia di Altamura e nei 4 Nuclei Carabinieri Parco di Ruvo di Puglia, Andria, Altamura e Gravina in Puglia. Se oggi l’Alta Murgia non è più quell’entroterra sacrificato a “terra di nessuno”, da umiliare con scempi ambientali, come l’abbandono di rifiuti speciali o la trasformazione del territorio attraverso lo spietramento selvaggio dei pascoli nudi, è anche merito di questi uomini dello Stato che sin dalla istituzione dell’area protetta si sono adoperati per la sua rinascita ambientale. Si è passati dalle grandi operazioni di polizia giudiziaria, effettuate per stroncare i fenomeni criminali che devastavano questo territorio, alle quotidiane e ordinarie attività di sorveglianza.

Tra le prime grandi importanti attività di polizia giudiziaria ricordiamo l’“Operazione Apocalisse”, che vide ottantasei persone indagate, trenta arresti, di cui sedici ai domiciliari, circa 30 milioni di metri quadrati di pascolo dissodato posti sotto sequestro penale e 10.000.000 di euro di sanzioni amministrative elevate per violazioni a danno del paesaggio e truffa per indebito percepimento di aiuti comunitari. Significativa anche l’“Operazione Lythos” in contrasto all’attività cavatoria irregolare in 20 siti. Rilevanti inoltre le azioni rivolte a tutelare il patrimonio boschivo difeso dai furti di legname e dai tagli non conformi alla normativa regionale. Sul fronte della tutela faunistica i forestali hanno portato altresì a termine brillanti interventi in contrasto ai fenomeni di bracconaggio e di caccia illegale alle specie tutelate.
Gli ultimi anni sono stati segnati da una costante attività di prevenzione, avente, com’è noto, carattere prioritario rispetto a quella prettamente repressiva, stante l’interesse negli ambienti naturali di preservare i fragili equilibri degli ecosistemi e la biodiversità ivi presente, non sempre risanabili con l’irrogazione di sanzioni o con il ripristino dello stato dei luoghi.

In tale ambito sono notevolmente aumentati i controlli giornalieri sulle attività, sulle persone e sui veicoli che attraversano la Murgia.
Gli illeciti accertati riguardano i piccoli abusi edilizi, i pochi metri quadri di pascolo dissodato, l’attività della caccia, esercitata ai limiti del Parco, la coltivazione di cave, i tagli boschivi. Impegnative, invece, risultano ancora le attività d’indagine sulle richieste di contributi comunitari sui pascoli, sugli incendi boschivi e nel settore dei rifiuti. L’importanza della presenza sul territorio dei carabinieri forestali si è anche concretizzata in un contributo all’inversione culturale recepita dai proprietari terrieri i quali hanno ben compreso il concetto della salvaguardia del territorio.
Il Reparto Carabinieri Parco Nazionale Alta Murgia di Altamura, inoltre, ha continuato un proficuo lavoro sinergico con l’Ente Parco di Gravina. Il controllo sui provvedimenti autorizzativi dell’Ente, la partecipazione alle attività scientifiche e di divulgazione vengono programmati al fine di consolidare i risultati raggiunti e garantire la tutela nonché la valorizzazione del patrimonio ambientale e paesaggistico di un Parco Nazionale, emblema di una ricchezza che sa farsi non solo natura e paesaggio ma anche soprattutto storia e cultura.
In conclusione si può affermare che le donne e gli uomini dell’ex Corpo Forestale dello Stato e ora dell’Arma dei Carabinieri appartengono alla storia di questo straordinario territorio. Custodire le sue bellezze naturali per consegnarle alle generazioni future continuerà ad essere l’obiettivo primario dei forestali che quotidianamente operano nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia.

Notizie sul Parco Nazionale dell’Alta Murgia
Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, esteso su 68.077 ettari compresi nei territori di tredici Comuni afferenti alle Province di Bari e BAT (Barletta- Andria- Trani), è stato istituito con D.P.R. 10 marzo 2004.
Il suo territorio è contraddistinto da una suggestiva successione di creste rocciose, doline, inghiottitoi, cavità carsiche, scarpate ripide, lame, estesi pascoli naturali e coltivi, boschi di quercia e di conifere, e dalle masserie in pietra edificate dall'uomo, dotate di recinti e stalle per le greggi, cisterne, neviere, chiesette, specchie e reticoli infiniti di muri a secco.
L’Alta Murgia è il luogo dove si intrecciano le storie di dinosauri che percorrevano un antico mare e i racconti di uomini ancestrali che vivevano con i primi animali domestici nelle numerose grotte che si insinuano nei costoni rocciosi.
Di queste rilevanze storiche ne sono testimonianza le numerose tombe scavate nella pietra, presenti in vari siti archeologici, uno scheletro fossile di un uomo vissuto nel Pleistocene medio-superiore (circa 150.000 anni fa) perfettamente conservato, custodito in una delle tante cavità carsiche presenti in agro di Altamura, e le impronte degli antichi ed enormi rettili impresse sulle superfici di strato affioranti di alcune cave di pietra esaurite.
Non mancano poi le testimonianze storiche della dominazione normanno sveva, le cui tracce sono ancora presenti in molti dei centri storici dei Comuni ricadenti nel territorio del Parco e che trovano il loro apice nell’imponente Castel del Monte, voluto da Federico II di Svevia, inserito dall’UNESCO nella lista dei Patrimoni dell'umanità per il rigore matematico ed astronomico delle sue forme e per l'armoniosa unione di elementi culturali del nord Europa, del mondo islamico e dell'antichità classica.
Nel parco nazionale vive un’ampia varietà di fauna, tra le più interessanti della Puglia e d’Italia, soprattutto di piccole e medie dimensioni. Nella Murgia gli animali hanno trovato degli habitat a loro congeniali nelle vaste distese erbose, nei campi coltivati e nelle fitte selve, e buoni rifugi nelle numerose grotte e anfratti presenti.
Tra i rettili più diffusi vanno ricordati il ramarro, la lucertola campestre, la luscengola, il biacco e il cervone. Molti i rapaci che frequentano la steppa alla ricerca di cibo (poiana, lanario, biancone, gheppio), ma tra di essi assume assoluta preminenza la presenza del falco grillaio, raro a livello europeo. Tra i mammiferi si distinguono le numerose specie di chirotteri, la talpa romana, il riccio comune oltre alla volpe, la lepre, il tasso, la faina e la donnola.