Rivista tecnico-scientifica ambientale dell'Arma dei Carabinieri                                                            ISSN 2532-7828

AGRICOLTURA E ALIMENTAZIONE
PRODOTTI TIPICI ITALIANI: LA MELA ANNURCA CAMPANA I.G.P.
01/05/2015
Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria Silvia Socciarelli ( CRA-CMA – Unità di ricerca per la climatologia e la meteorologia applicate all'agricoltura - Roma)Rossi Gabriella ( CRA- Centro di Ricerca per lo Studio delle Relazioni tra Pianta e Suolo - Roma)

Con una produzione di poco più di 60.000 tonnellate medie annue, la “Melannurca Campana” I.G.P. rappresenta l’80% circa della produzione campana di mele e il 5% circa di quella nazionale, per un valore complessivo stimato in oltre 40 milioni di euro.

Riassunto:

Con una produzione di poco più di 60.000 tonnellate medie annue, la “Melannurca Campana” I.G.P. rappresenta l’80% circa della produzione campana di mele e il 5% circa di quella nazionale, per un valore complessivo stimato in oltre 40 milioni di euro. Attualmente la “Melannurca Campana” I.G.P. è per circa 2/3 assorbita dai mercati regionali di Campania e Lazio, mentre circa un 20% raggiunge i mercati di Lombardia, Piemonte e Toscana. La tutela della mela Annurca si aggiunge a quelle già accordate alle mele Val di Non Dop e Alto Adige Igp, garantendo a più della metà del raccolto nazionale la protezione comunitaria di qualità certificata.

ABSTRACT:
Typical Italian products: “Melannurca Campana” PGI
With a production of over 60,000 tons annual averages, the "Melannurca Campana" PGI  represents 80% of production of apples in Campania and about 5% of the national production, with a total value estimated at over 40 million euro. Currently the "Melannurca Campana" PGI is about 2/3 absorbed by regional markets of Campania and Lazio, while about 20% reaches the markets of Lombardy, Piedmont and Tuscany. The protection of the Annurca apple is added to those already granted to apples Val di Non PDO and PGI Alto Adige, ensuring more than half the national crop protection community of certified quality.

 
 

Cenni storici

Definita la “regina delle mele”, soprattutto per la spiccata qualità organolettica dei suoi frutti, è conosciuta fin dall’antichità tanto da essere raffigurata nei dipinti rinvenuti negli scavi di Ercolano ed in particolare in quello della Casa dei Cervi. Il luogo italiano di più antica coltivazione sarebbe l'agro puteolano, come si desume dal “Naturalis Historia” di Plinio il Vecchio, morto nella eruzione del Vesuvio del 79 d.C., nel quale egli parla di Mala Orcula, poiché tale mela si produceva nella zona di Pozzuoli, laddove i Romani avevano posto l'ingresso degli inferi. Orco era infatti un antichissimo dio romano che personificava la morte. In seguito, tale nome fu comunemente usato per indicare il mondo dell’oltretomba e del dio Plutone. Anche Gian Battista della Porta nel XVI secolo, nel “Suae Villae Pomarium”, nel descrivere le mele che si producono a Pozzuoli, riferisce come queste siano volgarmente dette orcole. Da qui i nomi anorcola e annorcola utilizzati successivamente. La parola annurca potrebbe derivare dalla volgarizzazione “nannurca” del latino “indulco” (addolcire) che fa riferimento alla particolare pratica di arrossamento e maturazione. In ogni caso, il nome “Annurca” compare ufficialmente nel “Manuale di Arboricoltura” di G.A. Pasquale nel 1876.
Seguendo tecniche agronomiche tradizionali, variate solo in poche operazioni, la mela Annurca ha avuto alterne fortune nel corso degli anni, pur rappresentando a tutt’oggi un’importante realtà produttiva della regione Campania.
Nell’immediato dopoguerra, l’Annurca rappresentava circa il 90% della produzione melicola campana ed era apprezzata anche sui mercati esteri. Seguì un momento di crisi legato all’imporsi di nuove varietà di provenienza prevalentemente americana: la gialla Golden Delicious e la rossa Starling. In seguito a ciò la produzione di Annurca si ridusse al 20% del totale. La ripresa della produzione si è verificata a partire dai primi anni ’60, all’inizio solo in alcuni areali, poi più generalizzata, grazie anche all’introduzione di qualche innovazione colturale (inserimento di differenti tipi di portainnesto) e soprattutto alla selezione della varietà “Annurca Rossa del Sud”, operata nel 1979 da F. Limongelli. Tale mutazione si è diffusa a partire dal 1984 ed essendo naturalmente di un colore più rosso rispetto alla cultivar di Annurca “classica“, ha permesso di diminuire il periodo di arrossamento.
Tra i maggiori pregi della mela Annurca è da considerare sicuramente la resistenza alla manipolazione e la lunghissima capacità di conservazione con la possibilità di rimanere sul mercato dalla raccolta autunnale fino all’estate dell’anno successivo.
La “Melannurca Campana” I.G.P. rivendica da sempre virtù salutari: altamente nutritiva per l’alto contenuto in vitamine (B1, B2, PP e C) e minerali (potassio, ferro, fosforo, manganese), ricca di fibre, regola le funzioni intestinali, è diuretica, particolarmente adatta ai bambini ed agli anziani, è indicata spesso nelle diete ai malati e in particolare ai diabetici. Anche per l’eccezionale rapporto acidi/zuccheri, le sue qualità organolettiche non trovano riscontro in altre varietà di mele.

 
 

Conferimento marchio I.G.P.

Negli ultimi decenni la politica agraria comunitaria e quella nazionale stanno perseguendo la tutela giuridica delle produzioni agroalimentari tipiche, la valorizzazione della loro qualità e la difesa del consumatore dalle relative frodi. Nel caso della mela Annurca campana la possibilità di manipolazione si potrebbe realizzare mescolando cultivar diverse con caratteristiche esteriori molto simili.
L'Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.) “Melannurca Campana” è stata riconosciuta, ai sensi del Reg. CE n. 2081/92, con Regolamento (CE) n. 417/2006 (pubblicato sulla GUCE n. L 72 dell’11 marzo 2006). L’iscrizione al registro nazionale delle denominazioni e delle indicazioni geografiche protette è avvenuta con provvedimento ministeriale del 30.03.06, pubblicato sulla GURI n. 82 del 7.04.04, unitamente al Disciplinare di produzione e alla Scheda riepilogativa (già pubblicata sulla GUCE unitamente al predetto Reg. 417/06)
Il Disciplinare designa i frutti dei biotipi riferibili alle cultivar di melo “Annurca” e “Annurca Rossa del Sud” e definisce le aree territoriali di produzione ed i relativi Comuni interessati, specificati uno ad uno, che si trovano nelle province di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno.

 
 
Fig. 1. Annurca ClassicaFig. 2.Annurca Rossa del Sud
 

Il "Consorzio di tutela Melannurca campana I.G.P.", costituito nel 2005 con sede a Caserta, è stato riconosciuto dal MIPAAF con DM 18 aprile 2007 (pubblicato sulla G.U. n. 100 del 2.05.2007) in base all’art. 14 della legge 526/99 per la tutela, vigilanza e valorizzazione del prodotto.

Fig. 3 Loghi I.G.P.

Infine, affinché le aziende possano fregiare e commercializzare la loro produzione con il marchio “Melannurca Campana I.G.P.”, è necessario che, oltre a seguire i dettami del disciplinare sulle condizioni ed i sistemi di coltivazione, iscrivano i loro impianti ad un apposito Elenco, attivato, tenuto e aggiornato dall’organismo di controllo designato. L'organismo di certificazione autorizzato è l'Is.Me.Cert. (Istituto Mediterraneo per la Certificazione dei prodotti e dei processi nel settore agroalimentare).
L'immissione al consumo della "Melannurca Campana” deve avvenire solo con il logotipo stabilito nel Disciplinare di produzione dell’Indicazione Geografica Protetta "Melannurca Campana”, in abbinamento inscindibile con la Indicazione Geografica Protetta e solo se il prodotto risulta confezionato nel rispetto delle norme generali e metrologiche del commercio ortofrutticolo.