Rivista tecnico-scientifica ambientale dell'Arma dei Carabinieri                                                            ISSN 2532-7828

AGRICOLTURA E ALIMENTAZIONE
LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE E VALORIZZAZIONE DEI SISTEMI DI PRODUZIONE AGROALIMENTARE DEL TERRITORIO
01/06/2015
di Alberto Di Monte Commissario Capo e Giuliano Palomba Commissario Capo del Corpo forestale dello Stato del Comando Regionale della Puglia - Bari

Lo sviluppo dell’agricoltura industrializzata e la globalizzazione dei mercati e delle produzioni, caratterizzato da una notevole distanza tra produttore e consumatore e dagli innumerevoli passaggi del processo produttivo, hanno favorito un incremento delle contraffazioni alimentari.

RIASSUNTO:

Lo sviluppo dell’agricoltura industrializzata e la globalizzazione dei mercati e delle produzioni, caratterizzato da una notevole distanza tra produttore e consumatore e dagli innumerevoli passaggi del processo produttivo, hanno favorito un incremento delle contraffazioni alimentari.
Le attività di indagini delle forze di polizia quotidianamente evidenziano gli illeciti in questo settore perpetrati a danno dei consumatori.
La valorizzazione dei sistemi di produzione agroalimentari del territorio, vale a dire produzioni tipiche e cibo locale, e il ripristino della diretta comunicazione tra produttori e consumatori, oltre a facilitare quest’ultimo nell’effettuare le scelte di acquisto consapevoli, può essere utile a contenere l’area di azione dei truffatori.
Il ritorno ad una agricoltura a misura d’uomo può significare, inoltre, uso ragionato e non rapinatore delle risorse naturali, quindi uso sostenibile, e maggior riguardo dell'ambiente e della biodiversità.

ABSTRACT:
Struggle for food counterfeiting and enhancement of the territorial agricoltural food production systems
The development of the industrialized agriculture and the globalization of commerce and productions, characterized by a considerable distance between manufacturer and consumer and by numerous phases of the production process, have facilitated an increase of the food counterfeiting.
The police investigation activities daily point out offences in this sector that are committed to damage the consumers.
The enhancements of territorial agricultural food production systems, in other words traditional production and local food, and the reinstatement of the direct communication between manufacturer and consumer, in addition to facilitating the latter in making well-aware choices when purchasing, can be useful in containing the defrauders’ action area.
The return to a manageable agriculture can signify, furthermore, reasonable use and not thief of natural resources, therefore eco-friendly and greater respect for the environment and biodiversity.

 
 
 
 
 

Premessa: "Il Mangiare è un atto agricolo" (Wendell Barry)

Con questa citazione di Wendell Barry, "Profeta dell'America Rurale" (New York Time) introduciamo delle considerazioni sui prodotti agroalimentari e sul significato che questi rivestono nell'attuale società industrializzata.
Le parole di Wendell Barry, "intellettuale dei campi", sembrano volerci ricordare che il sistema agricoltura, inteso come produzione di generi alimentari, deve essere ricondotto ad una dimensione più umana e semplice, in uno stretto rapporto di armonia e di rispetto dei cicli e dei ritmi della natura.
Il cibo, nella sua dimensione simbolica, rappresenta quindi il primo collegamento tra l'uomo e la terra e, secondo Barry, inserisce l'essere umano nei cicli ambientali e nella catena alimentare.
Il concetto di cibo così inteso, e le fonti di approvvigionamento ad esso collegato, costituisce uno degli aspetti fondamentali nell'idea di sviluppo economico e normativo della sicurezza agroalimentare.
Per cibo o alimento si deve intendere "qualsiasi sostanza che possa essere ingerita" e proprio tale accezione ci fornisce lo spunto per un'analisi del settore agroalimentare nei suoi aspetti generali.
L'esplosione demografica ed industriale, la competizione fra le aziende, le richieste di mercati sempre più globali, la discutibile imitazione dei modelli di modernità e di proprietà dell'era industriale hanno progressivamente trasformato l'attività primaria dei paesi avanzati in una agricoltura industrializzata, segnata dall'etica dell'obiettivo guadagno e della produzione intensiva.
In questo quadro internazionale assistiamo ad un profondo mutamento degli scenari in cui avvengono gli scambi commerciali. Il rapporto tra produttore e consumatore finale non è più diretto ma mediato da una serie di soggetti, supermercati e catene distributive. In questi luoghi lo scambio dei prodotti alimentari avviene con una meccanica ripetizione di gesti in cui il venditore mette in offerta i propri beni già confezionati e l'acquirente si limita a preferire una merce rispetto ad un'altra. La distanza fisica e tecnologica fra luogo di produzione e consumatore è aumentata,  consentendo, non raramente, anche l'ingresso sul mercato di prodotti carenti delle qualità di sicurezza.
Nella mancanza di dialogo tra produttore e consumatore e negli innumerevoli passaggi del processo produttivo si annidano i rischi delle frodi e contraffazioni alimentari a scapito di ignari consumatori, vittime di danni di natura non solo economica.
In tale processo di produzione eccessivamente articolato, le organizzazioni criminali hanno intravisto una possibilità di azione con un basso livello di rischio, leggendo, negli spazi lasciati aperti dalla filiera produttiva, potenzialità di guadagno, inserendosi con un approccio imprenditoriale, in un settore strategico ed emergente quale quello agroalimentare, con un livello di punibilità molto basso.
Quindi il settore agroalimentare in un periodo di cambiamenti e di crisi economica si presenta vivo, consentendo investimenti con margini di rischio  molto bassi e profitti elevatissimi.
In molte regioni del nostro paese, infatti, la distribuzione delle carni, latticini e i mercati della frutta sono completamente controllati dalla criminalità organizzata che fissa i prezzi, stabilisce i canali di vendita, attraverso i soliti sistemi di intermediazione fondati sulla imposizione di marche e prodotti. L'attività criminale si contraddistingue per la sua virulenza e la capacita di diversificare i campi di azione del suo operato: traffico di cibi contraffatti, compresi marchi a denominazione protetta, traffico di rifiuti in agricoltura, sfruttamento illecito della manodopera, il cosiddetto "caporalato".
Le conseguenze di tale fenomeno criminale pregiudicano l'intero settore merceologico alimentare, con gravi danni per il libero mercato e la leale concorrenza, nonché ripercussioni sulla salute del consumatore.
Infatti, sulle nostre tavole giungono alimenti i cui standards di qualità e livelli di igiene sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli attesi dal consumatore e dalle normative vigenti.

 

2. La lotta alla contraffazione

In questo contesto si sono inserite, negli ultimi diciotto mesi, le iniziative investigative del Comando Regionale di Bari del Corpo Forestale dello Stato che hanno accertato numerosi casi di frodi, soprattutto nel settore della produzione di pasta alimentare, di uova, miele, pappa reale e formaggi. Le indagini partite dal territorio pugliese si sono successivamente estese a tutto il territorio italiano.
In alcuni casi, a causa delle carenze dei requisiti igienico sanitario riscontrate, è stato necessario chiudere aziende e stabilimenti, mentre molto più spesso è stato necessario ritirare i prodotti dal mercato.
Si ricordano quindi le principali operazioni divise per settore.

Pasta alimentare

 
  • Una persona denunciata e sequestro di circa 1000 kg di pasta falso “made in Italy“: la ditta commercializzava pasta, con le indicazioni sulle confezioni “Qualità & Tipicità 100% Made in Puglia”, “Apulia Italy”, “con ingredienti a km a zero” e “semola di grano duro prodotta nella Murgia Barese Altamurana” realizzata diversamente da quanto dichiarato con grano proveniente dai paesi dell’UE e extra UE; 
  • Una persona denunciata e sequestro di circa 10.000 kg di pasta falso “made in Italy”: la ditta commercializzava pasta, con le indicazioni sulle confezioni “Prodotta con semola di grano duro della Puglia”, “Pasta dell’Alta Murgia” e “Cooperativa Coldiretti Spinazzola” realizzata diversamente da quanto dichiarato con grano proveniente dai paesi dell’UE e extra UE;
  • Una persona denunciata e sequestro di circa 1.500 kg di pasta falso “made in Italy”: la ditta commercializzava pasta, con le indicazioni sulle confezioni “Prodotta con semola di grano duro proveniente da piccole aziende agricole dell’Alta Murgia e del Tavoliere delle Puglie che applicano processi biodinamici” realizzata diversamente da quanto dichiarato con grano proveniente dai paesi extra UE;
  • Cinque persone denunciate e sequestro di circa 24.000 kg di pasta falso I.G.P. di Gragnano  e falso “made in Italy”: le ditte commercializzavano pasta I.G.P. con le indicazioni sulla confezione “grano 100% Italiano”. Le indagini invece hanno accertato che l’alimento era prodotta fuori dal comune di Gragnano (nei comuni di Pescara e Salerno), quindi totalmente estranea alle tecniche di produzione adottate dai pastifici di Gragnano e tutelate dalla denominazione I.G.P. Inoltre le ditte utilizzavano, per la produzione della pasta, grano proveniente dai paesi extra Ue anziché grano italiano come dichiarato in etichetta;
  • Una persona denunciata e sequestro di circa 24.000 kg di pasta dietetica falso “made in Italy”: la ditta commercializzava pasta dietetica etichettata “made in Italy”, nonostante l’alimento non era prodotto in Italia ma in Svizzera ed era realizzato con ingredienti non italiani.
 

Dolci

  • Una persona denunciata e sequestro di circa 200 kg di dolci falso “made in Italy”: la ditta commercializzava taralli, con le indicazioni sulle confezioni indicazioni “Qualità & Tipicità 100% Made in Puglia”, “Apulia Italy”, “con ingredienti a km a zero” e “semola di grano duro prodotta nella Murgia Barese Altamurana” realizzati diversamente da quanto dichiarato con grano proveniente dai paesi dell’UE e extra UE.
 

Uova

  • Tre persone denunciate e sequestro di circa 50.000 uova falso “made in Italy” e con data di scadenza posticipata: le ditte commercializzavano uova provenienti dalla Romania falsamente dichiarate come “uova della Capitale”, etichettate con l’immagine della Fontana di Trevi e con la legenda indicante la provenienza italiana delle stesse uova. Inoltre le stesse riportavano una data di scadenza posticipata di diversi giorni;
  • Due persone denunciate e sequestro di circa 40.000 uova rotte e insudiciate vendute come di “categoria B”; le ditte detenevano e commercializzavano uova da destinare allo smaltimento in quanto rotte, insudiciate e incrinate ma diversamente erano vendute come uova di categoria “B”.
 

“Miele”, “Pappa reale” e “Propoli”

  • Due persone denunciate e sequestro di 20.000 kg di miele, pappa reale e propoli per falso biologico e falso made in Italy: la ditta commercializzava i prodotti “pappa reale fresca” d'origine non UE e miele di castagno origine Serbia non biologici, etichettati con dicitura Biologico Italia. Inoltre commercializzava il prodotto “Propoli” Biologico etichettato come D.O.C., totalmente estraneo alle previste procedure normative, contraffacendo in tale maniera le indicazioni geografiche protette e le normativi del Biologico.
 

Grappa

  • Venti persone denunciate e sequestro di 2000 bottiglie di liquore falso “made in Italy”: le ditte commercializzavano liquori cinesi falsamente dichiarati come “Grappa” in violazione del D.P.R. 16 luglio 1997 n° 297 (Regolamento recante norme in materia di produzione e commercializzazione di acquaviti, grappa, brandy italiano e liquori).
 

Formaggi

  • Tre persone denunciate e sequestro di 2000 kg di falso pecorino romano D.O.P.: le ditte commercializzavano formaggio con etichetta riportante il marchio pecorino romano D.O.P. falsificato;
  • Una persona denunciata  e sequestro di 2000 forme di formaggio per falso “made in Italy”: la ditta commercializzava formaggio di origine Germania come formaggio “Sapore di Puglia”;
  • Una persona denunciata e sequestro di formaggio falso D.O.P. ; la ditta commercializzava formaggio con etichetta riportante un richiamo ad un prodotto D.O.P. non corrispondente al prodotto venduto.
 

Prodotti sottolio e sottaceto

  • Due persone denunciate e sequestro di 30.000 kg di prodotti sottolio e sottaceto falso “made in Italy”: le ditte commercializzavano prodotti sottolio e sottaceto di origine Polonia e Cina come “Prodotti Pugliesi” e “Sapori di Puglia”;
  • Due persone denunciate e sequestro di circa 1.000 kg di olive per falso D.O.P.: le ditte commercializzavano olive non D.O.P. come olive Nocellara del Belice D.O.P.
 

Vari prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione

  • Due persone denunciate e sequestro di circa 11.000 kg di prodotti semilavorati, quali olive, carciofini, funghi, lupini in cattivo stato di conservazione;
  • Una persona denunciata e sequestro di circa 15.000 kg di prodotti alimentari vari in cattivo stato di conservazione;
  • Una persona denunciata e sequestro di circa 25.000 kg di pasta in cattivo stato di conservazione;
  • Una persona denunciata  e sequestro di circa 10.000 kg di pasta in cattivo stato di conservazione;
  • Una persona denunciata e sequestro di 3.000 kg di farina in cattivo stato di conservazione e commercio abusivo;
  • Una persona denunciata e sequestro di 5.000 kg di salumi e formaggi in cattivo stato di conservazione e commercio abusivo.
 

3. Valorizzazione dei sistemi di produzione agroalimentare del territorio

Il nostro Paese produce alimenti di qualità, con radici antiche, derivanti dalla tradizione contadina che nel corso dei secoli ne ha ideato un’incredibile quantità, con caratteristiche organolettiche e nutrizionali di grande pregio, ormai da secoli parte integrante della dieta mediterranea.
Il settore agroalimentare, in una fase di un ciclo economico molto fragile quale quello attuale, può recitare un ruolo da protagonista in quanto ancora dinamico e produttivo.
Occorre ricondurre la visione del cibo e dell'alimentazione ad una dimensione più vicina all'uomo. Questo obiettivo si raggiunge attraverso un'opera di preparazione ed educazione alla cultura del buon cibo, che passi necessariamente attraverso una riscoperta delle tradizioni tipiche e una ricostruzione del legame tra i produttori e i consumatori, non filtrato da figure intermedie.

 

3.1 Sviluppo delle produzioni tipiche

La valorizzazione delle produzioni tipiche costituisce una strategia efficace per il conseguimento di molteplici obiettivi sia di carattere economico (rivitalizzazione delle colture tipiche, diversificazione delle produzioni, acquisizione di nuovi sbocchi di mercato, ecc.) sia socio-culturali (recupero delle tradizioni e della cultura locale, rafforzamento dell'identità locale, ecc.). Essa si fonda su potenzialità specifiche di un territorio: know how, tradizioni e culture locali che conferiscono alle produzioni la loro immagine specifica (tipicità) e rappresenta un'operazione economica che richiede il rispetto assoluto di un requisito essenziale, la qualità.
Il prodotto agroalimentare tipico può essere riconosciuto da un complesso di elementi riferiti alle caratteristiche del territorio di origine e al processo produttivo definito; questi elementi combinati comportano l’identificazione da parte del consumatore poiché il cibo risponde a tradizionali attributi che lo caratterizzano.
Sorge comunque un problema di mercato, in quanto vi sono prodotti che, pur rispettando le caratteristiche richiamate dai regolamenti comunitari sulle Dop, le Igp e le Specialità alimentari, hanno un consumo prevalentemente locale, una massa critica di prodotto insufficiente a garantirne una minima forma di distribuzione (talvolta il produttore coincide consumatore). Questi prodotti, pur essendo “tipici”, non hanno il riconoscimento della Comunità nè occasioni di mercato che ne possano favorire lo sviluppo o, quantomeno, garantirne la sopravvivenza sul mercato locale.
Fondamentale risulterebbe l’attuazione di politiche agroalimentari che diano la possibilità di fare emergere sul mercato nazionale il prodotto tipico, consentendo la costruzione di percorsi di sviluppo, capaci di riposizionare competitivamente le piccole imprese delle aree rurali del Mezzogiorno.

 

3.2 Rivalutazione del cibo locale

Di notevole importanza è la commercializzazione del cibo locale che avviene attraverso il legame diretto tra i produttori e i consumatori. Quando si acquista il cibo direttamente dal produttore agricolo ci si riconnette alla realtà delle cose e alle persone. Grazie alla vendita diretta, il cibo ha una “faccia”,
quella del contadino.
Il movimento a favore del cibo locale, prodotto e venduto direttamente nelle aziende agricole, è in pieno sviluppo in molte parti del mondo occidentale e sta dando i suoi risultati in termini di sostegno ad una agricoltura a misura d’uomo In tal modo si esce dagli schemi di prodotto standardizzato, proprio del supermercato. Tale cibo si contraddistingue per il gusto superiore, poichè prodotto il più vicino possibile alla tavola dove sarà consumato, probabilmente raccolto due o tre giorni prima, raggiunge un alto grado di maturazione e quindi di sapore, presentandosi turgido, dolce e profumato.  Di contro, molti studi confermano che mediamente la distanza percorsa dai cibi dalla fattoria al piatto sono negli Stati Uniti e in Europa 1.500 km, implicando una dilatazione dei tempi dal raccolto al consumo a scapito della freschezza e vitalità dei cibi.
L’agricoltura fondata su questi principi sostiene le fattorie a conduzione familiare. L’agricoltore-produttore guadagna solo il 10% dei proventi, il resto va a vantaggio degli intermediari e circa il 15% in spese di trasporto. Una parte rilevante del reddito di molti agricoltori è dato invece dai sussidi della Comunità Europea che, comunque sottoposti a graduali tagli per mancanza di fondi, potrebbero mettere molte fattorie nella condizione di chiudere. Solo meno del 4% degli occupati italiani lavora in agricoltura e sono migliaia le aziende agricole che ogni anno chiudono i battenti. Solo nella regione Basilicata, tra il 2013 e il 2014, si sono chiuse ben 2000 aziende agricole.
Gli agricoltori che riescono a vendere i loro prodotti in fattoria, e ottenere così un prezzo pieno, sono in grado di non dipendere da sussidi nè sono strangolati dalla morsa del mercato, potendo così continuare a sostenere le loro famiglie, a fare il lavoro che amano e far vivere il territorio dove abitano.
L’agricoltura industrializzata, cioè un’agricoltura meccanizzata intensiva che fa uso di fertilizzanti chimici e pesticidi, ha creato un’incompatibilità tra la pratica agricola e la conservazione ambientale. Diversamente una fattoria familiare utilizza pratiche agricole che maggiormente sono rispettosi dell’ambiente. L’abbandono della monocoltura per far spazio a un intreccio di differenti colture che possono comprendere fieno, frutti, ortaggi, bosco e siepi creano un perfetto sistema ecologico nel quale trova habitat la fauna selvatica. Ogni volta che si acquista cibo in fattoria, soprattutto nelle aree montane, quindi, si contribuisce a conservare il paesaggio rurale.
Perciò appare rilevante l’importanza che tale agricoltura riveste ai fini della salvaguardia della biodiversità agraria. Nella moderna pratica agricola le varietà coltivate sono scelte per la loro attitudine a maturare simultaneamente, così da consentire la raccolta meccanica, e per la loro capacità di conservarsi al lungo, magari perché dotate di buccia più dura o maggiore quantità di cellulosa nella fibra. Quest’ultima caratteristica unita alla uniformità di pezzatura consente il superamento senza danni del processo di lavatura e confezionamento meccanizzato. Solo un pugno di ibridi di ciascuna specie vegetale alimentare hanno queste caratteristiche e così solo una ristretta genetica è messa in coltivazione nelle monocolture che riforniscono il mercato. Le fattorie che fanno vendita diretta sul mercato locale necessitano invece di piante dotate di caratteristiche diametralmente opposte che possono essere trovate proprio fra le vecchie varietà storiche. Spesso esse hanno una lunga stagione produttiva, una buccia più sottile, colori vividi alla luce naturale e il miglior sapore per il più scarso contenuto in lignina. Queste vecchie varietà contengono una genetica ereditata per centinaia di anni e selezionata naturalmente da generazioni di contadini perché buona, produttiva e resistente. Esse sono la base genetica che ci darà la possibilità di creare varietà resistenti ai cambiamenti climatici in arrivo.
Infine nella misura in cui la vendita diretta incrementa il valore dei prodotti di fattoria altrettanto le terre coltivate avranno sviluppo e saranno difese dall’erosione e dall’inselvatichimento. La realtà è che nelle aree dove l’agricoltura è in abbandono le frane aumentano, le coltivazioni si rarefanno e la vita nei piccoli paesini si spegne per spopolamento.

 

4. Conclusioni

Le frodi alimentari sono un campo di guerra senza sosta tra produttori disonesti e le Forze di Polizia.
Potenziare il sistema produttivo primario può essere utile a contenere l’area di azione dei truffatori che attualmente si inseriscono negli innumerevoli passaggi del processo produttivo e commerciale.
Ritornando al principio di quest'articolo e a Wendell Barry risulta necessario ricondurre la visione del cibo e dell'alimentazione ad una dimensione più vicina all'uomo.
Il ripristino di una agricoltura a misura d’uomo e del canale comunicativo tra le due figure principali del mercato, consumatori e produttori, permetterebbe al primo di effettuare delle scelte d'acquisto consapevoli e agli ultimi di assecondare i ritmi e i cicli della natura.
Quindi l'opera di sensibilizzazione nei confronti dei produttori e degli agricoltori non può prescindere  dalla considerazione che proprio l'agricoltura e le trasformazioni ad essa connesse, quali attività primarie dell'uomo, devono consistere in un uso ragionato e non rapinatore delle risorse naturali, devono quindi essere sostenibili, eco-economiche ed ecocompatibili, custodi dell'ambiente e della biodiversità.
In questo senso è fondamentale il compito della politica che, acquisendo la consapevolezza della valenza della tutela dei prodotti agroalimentari, salvaguardi trasversalmente la salute dell'uomo, l'ambiente e il lavoro.

 

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