Rivista tecnico-scientifica ambientale dell'Arma dei Carabinieri                                                            ISSN 2532-7828

AGRICOLTURA E ALIMENTAZIONE
IL METABOLISMO INTERMEDIO DI G. WATSON E LA DIETA METABOLICA
01/06/2015
Dottor Marcello Mandatori Docente master Medicine Integrate - Università Magna Grecia Catanzaro
Docente master Medicine Naturali  - Università TorVergata Roma
Direttore scientifico Studi Medici Ecologia Clinica Roma – Milano – Verona
Responsabile scientifico

Già negli anni sessanta i biochimici statunitensi avevano compreso come i singoli componenti alimentari subissero all’interno del nostro organismo tutta una serie di trasformazioni chimiche per essere convertiti in energia all’interno delle cellule

 
Riassunto

Già negli anni sessanta i biochimici statunitensi avevano compreso come i singoli componenti alimentari subissero all’interno del nostro organismo tutta una serie di trasformazioni chimiche per essere convertiti in energia all’interno delle cellule.
Questi fenomeni ossidativi avvengono grazie all’azione di vari enzimi che scindono sostanze complesse come zuccheri, proteine  e grassi in composti più semplici da cui viene tratta energia.

ABSTRACT:
Intermediate metabolism by G. Watson and metabolic diet
Back in the sixties United States biochemists understood how single food components were subjected, inside the body, a whole series of chemical transformations to be converted into energy within the cells. These oxidative phenomena take place thanks to the action of many enzymes that break down complex substances such as sugars, proteins and fats into simpler compounds containing energy.

 

 

Si dice di solito che per ridurre il peso corporeo bisogna ridurre l’apporto calorico, per esempio una persona che lavora e che necessità di duemilacinquecento calorie gli basterà attenersi ad uno schema dietetico di 1400-1500 calorie per diminuire il proprio peso corporeo.
Pertanto dovrebbe essere tutto un discorso matematico sul calcolo calorico dei singoli cibi, tanto è vero che spesso si fa affidamento su dei programmi computerizzati per la stesura degli schemi ipocalorici.
Però non sempre è cosi semplice anzi il più delle volte le diete ipocaloriche hanno un effetto limitato nel tempo, non portano al risultato sperato e spesso affamano l’organismo con conseguenze poco piacevoli, questo avviene perchè, come si è dimostrato negli ultimi anni, è di fondamentale importanza interpretare e tener conto il metabolismo della persona che intende perdere peso.
Non intendo il metabolismo tiroideo, che spesso è tirato in ballo il più delle volte a sproposito e senza capirne il significato reale, bensì  il METABOLISMO INTERMEDIO, cioè come metabolizziamo - bruciamo gli zuccheri, i grassi, e le proteine.

 

Già negli anni sessanta i biochimici statunitensi avevano compreso come i singoli componenti alimentari subissero all’interno del nostro organismo tutta una serie di trasformazioni chimiche per essere convertiti in energia all’interno delle cellule.
Questi fenomeni ossidativi avvengono grazie all’azione di vari enzimi che scindono sostanze complesse come zuccheri, proteine e grassi in composti più semplici da cui viene tratta energia, questi processi sono influenzabili dalle varie secrezioni ormonali dal tipo di cibo ingerito e dalla tendenza individuale variabile e specifica per ogni individuo ad utilizzare maggiormente alcune sostanze piuttosto che altre.
Il metabolismo intermedio  fu “scoperto” ed analizzato, tra gli altri, dal biochimico americano George Watson, uno dei padri della Nutrizione Ortomolecolare,  e che classificò tre diversi tipi di metabolismo intermedio: IPOSSIDATORE ( cioè una persona che non metabolizza bene i grassi, poco le proteine meglio gli zuccheri), IPEROSSIDATORE ( cioè una persona che non metabolizza bene gli zuccheri, poco i grassi meglio le proteine), NORMOSSIDATORE (cioè una persona che non presenta squilibri metabolici e di solito ha un peso equilibrato).
Ciascuna di queste forme di metabolismo ha quindi delle caratteristiche specifiche nel bruciare gli alimenti, e conoscerle vuol dire sapere quale è il modo migliore di alimentarsi seguendo uno schema finalmente libero dal calcolo delle calorie e che non prevede grossi sacrifici.
I metodi di indagine per individuare il metabolismo basale sono rappresentati da alcuni test sul sangue che di solito vengono effettuati per altri scopi e che solo uno specialista sa interpretare nel modo giusto per individuare il metabolismo, per es.  il ph del sangue venoso, che di solito viene effettuato nei centri di neonatologia; la curva glicemica che di solito viene effettuata per verificare la funzionalità del pancreas; di specifico vi è “l’Odor Test” un originale metodo d’indagine ideato dallo stesso Watson che consiste nel fare annusare sei flaconcini contenenti delle sostanze vegetali e chimiche,  alle diverse risposte del paziente  si darà un’interpretazione e un  punteggio che analizzati individuano il metabolismo intermedio.
Fra le molteplici cause che possono alterare il metabolismo bisogna tener presente sicuramente  le intolleranze alimentari (allergie alimentari croniche), le errate abitudini alimentari, le diete drastiche e troppo riduttive, le intossicazioni croniche, le ipoattività prolungate ecc..
Gli schemi dietetici metabolici di solito sono molto semplici da eseguire, non viene preso in considerazione il calcolo delle calorie, come già detto, e bisogna seguire una sequenza precisa nell’arco della giornata, favorendo alcuni alimenti ed escludendone altri che sono notoriamente contrari al metabolismo da trattare.
Per esempio per il metabolismo lento,  bisognerà preferire cereali non integrali a cena, carni bianche, pesci bianchi a pranzo, limitare i latticini e gli insaccati comunque  sempre a pranzo, preferire frutta fresca di ogni tipo ottima al mattino a colazione e tra le verdure sia a pranzo che a cena escludere quelle che contengono le “purine”, sostanze no per il metabolismo lento es. asparagi, barbabietole rosse, cavolfiori, cavoli di Bruxelles, ravanelli, spinaci, sedano, ecc.
Con questi schemi di solito si ottiene un rapido dimagrimento una migliore performance psicofisica e cosa più importante si mantengono nel tempo i risultati ottenuti con il riequilibrio del metabolismo intermedio…

 

Cause del dismetabolismo

 
  • AGENTI STRESSANTI
  • ALLERGIE ALIMENTARI CRONICHE (INTOLLERANZE)
  • ERRATE ABITUDINI ALIMENTARI
  • ERRATE SUPPLEMENTAZIONI
  • IPOATTIVITA’ FISICA PROLUNGATA
  • INTOSSICAZIONE METALLI TOSSICI
  • SCHEMI DIMAGRANTI SQUILIBRATI – RIGIDI
 

Schema di alimentazione consigliato per il metabolismo intermedio lento

 
MATTINO:
cereali - fette biscottate - pane tostato - frutta fresca - yogurt magro
alla frutta - ( marmellata senza zucchero - miele )
+ tisane - caffè - tea - caffè d’orzo - latte di soia - latte scremato
META’ MATTINO:
spremute di agrumi - succhi di frutta - tisane - frutta fresca
( yogurt magro alla frutta - gelati / granite di frutta )
PRANZO:
minestre - passati di verdure
+ carne o pesce o uova o formaggi
+ verdure

POMERIGGIO:
facoltativo, eventualmente ripetere come a metà mattino
CENA:
- pasta o pizza o polenta + verdure
- legumi o soia o funghi + verdure
- riso o farro o orzo o patate + verdure
- pesce o prosciutto + verdure
 


 
  1. Variare molto, non ripetere lo stesso alimento  per  più  giorni consecutivi per evitare l’insorgere di intolleranze alimentari
  2. Far coincidere i giorni delle fette biscottate o cereali al mattino con pasta o riso la sera, in  questi giorni è possibile mangiare saltuariamente anche del pane
  3. Se a pranzo si assume la pasta o il riso, evitare il secondo piatto abbinando una o più verdure
  4. Il vino si potrebbe bere a cena,  ma con moderazione e comunque non sempre
  5. Ogni  sette - dieci giorni è consigliabile per un giorno assumere solo frutta, verdura e legumi
  6. Alternare gli oli consigliati o sospenderli saltuariamente
 


 





Per saperne di più
“LA DIETA METABOLICA” di Marcello Mandatori TECNICHE NUOVE MILANO