La biblioteca della Scuola Ufficiali Carabinieri nell'ambito del processo evolutivo dei sistemi bibliotecari

Ten. CC Beatrice Di Grazia

“Grazie alla scrittura, ai libri e alla lettura si stabiliscono tra le persone relazioni e rapporti che oltrepassano le barriere del tempo e dello spazio”(1).

Il cambiamento radicale avvenuto nelle biblioteche, per prime quelle americane, inizia nella metà degli anni ’70 e continua per tutti gli anni ’80. Le raccolte aumentano in complessità e voluminosità, a fronte sia dell’evoluzione editoriale e della crescita progressiva delle pubblicazioni offerte, sia dell’aumento dei budget messi a disposizione. Questo periodo coincide anche con l’adozione di sistemi informatici realizzati a supporto, prima solo di alcune attività, poi di tutte le operazioni svolte in biblioteca, diventando un indispensabile strumento di gestione e sviluppo.
Anche a livello terminologico si è passati dal concetto di “sviluppo delle raccolte” a quello di “gestione delle raccolte”, cioè da un’attività che in passato si esplicava ed esauriva nella “scelta del libro” e nel suo successivo acquisto, alla concezione attuale di “gestione” che invece presuppone competenze e abilità articolate, oltreché professionalità sempre più qualificate(2). Per “gestione delle raccolte” s’intende l’insieme degli aspetti collegati alla formazione, all’accrescimento e al mantenimento delle collezioni bibliotecarie, includendo la programmazione, la pianificazione e tutte le attività tecniche e operative(3).
Attualmente il bibliotecario non si occupa più soltanto di comprare i libri, ordinarli, sistemarli sugli scaffali e darli in prestito qualora vengano richiesti, deve ormai essere in grado di gestire, quasi da un punto di vista manageriale, una biblioteca: deve occuparsi della programmazione a lungo termine dell’incremento delle raccolte, promuovere la cooperazione e il confronto tra le varie biblioteche sul territorio, gestire gli acquisti in funzione di una politica prestabilita e deve tener conto delle esigenze degli utenti, promuovendo servizi sempre più rispondenti ed efficaci e senza trascurare mai una verifica continua dell’efficacia delle scelte apportate. Ogni biblioteca infatti, in quanto tale, deve avere una mission, cioè un motivo per cui è in funzione, non può essere solo un deposito di libri o altro materiale, altrimenti non riuscirebbe a soddisfare le esigenze per cui è nata e non si potrebbe definire “biblioteca”. A tal proposito è necessario che si individuino con chiarezza gli obiettivi, soprattutto in relazione ai bisogni della comunità che s’intende servire; una raccolta di documenti, per definirsi “biblioteca”, non può essere una raccolta casuale, ma deve essere organizzata e finalizzata all’utilizzo.
“La biblioteca nasce come struttura incaricata di raccogliere materiale documentario per rispondere a determinati fini. Fini che saranno diversi a seconda del tipo di biblioteca: fini di informazione generale e di informazione di base, di divulgazione culturale e scientifica, di documentazione locale, nel caso di una biblioteca pubblica comunale; fini di raccolta e documentazione della produzione editoriale di un paese, nel caso di una biblioteca nazionale; fini di documentazione della produzione scientifica e di supporto all’attività di ricerca in un determinato campo del sapere, nel caso di una biblioteca specializzata; e così via”(4).
Ogni biblioteca, anche se non specializzata in un determinato ambito disciplinare, “è il risultato di una propria particolare e irripetibile evoluzione storica ed espressione di uno specifico ambiente culturale”(5).
La biblioteca della Scuola Ufficiali Carabinieri, in quanto biblioteca tra le più rappresentative dell’Arma, con oltre 16.000 testi posseduti, di cui alcuni di grande pregio storico e artistico, si è costituita come un deposito di libri e documenti, seguendo le alterne vicende della Scuola che viene istituita a partire dal 1884 presso la Legione Allievi Carabinieri di Torino con la denominazione di “Scuola per aspiranti al grado di sottotenente”, trasferitasi l’anno dopo a Roma e trovando adeguata collocazione in Piazza del Risorgimento solo nel 1906 con la denominazione di “Scuola Allievi Ufficiali dei Carabinieri”, viene trasferita nuovamente a Firenze nel 1926 presso il complesso di S. Maria Novella. Finché nel 1951 ritorna a Roma, stavolta in via Garibaldi, assumendo la denominazione di “Scuola Ufficiali Carabinieri” che, nel 1963, diventa “Scuola di applicazione”, in relazione allo scopo preminente, allora conferito all’Istituto, di completare la preparazione degli Ufficiali dei Carabinieri provenienti dall’Accademia di Modena. Il passaggio alla sede attuale di via Aurelia, col ripristino della precedente denominazione di “Scuola Ufficiali Carabinieri”, è del 10 novembre 1976.
Col passare degli anni e lo spostamento delle sedi, la biblioteca ha visto crescere il proprio posseduto, difettando tuttavia di un’adeguata programmazione e progettazione.
Ha sopperito però con un grande senso di professionalità e con la consapevolezza di essere pioniera in quest’ambito, prospettando, fin dal 1995, una serie di progetti e attività, come il collegamento col server CIB, Centro Inter-Bibliotecario dell’università di Bologna che si basa sulla condivisione del posseduto, limitatamente ai periodici, con altre biblioteche aderenti. Il catalogo in questione conta circa 2300 biblioteche registrate ed è parte integrante di uno dei Poli bibliotecari, quello bolognese, sparsi sul territorio nazionale.
Inoltre, a partire dal 2003, la biblioteca della Scuola Ufficiali ha reso effettiva l’informatizzazione dell’intero posseduto, dalle monografie, alle riviste, fino alle tesi di laurea. Tale operazione, affidata alla società vincitrice della gara, si è avvalsa di:
-  un software gestionale (AMICUS), un sistema standard adottato a livello nazionale da molte altre biblioteche e quindi facilmente esportabile e adattabile a future collaborazioni e integrazioni di dati, attraverso cui è stata realizzata una ricatalogazione complessiva di tutti i documenti (precedentemente catalogati in Access);
-  un software relazionale che ha permesso di condividere on line nella rete intranet della Scuola i testi posseduti, per mezzo di un sistema di facile consultazione (OPAC, On line Public Access);
-  e infine di un’apparecchiatura di supporto hardware dedicata che consiste in un server e in un sistema d’identificazione digitale, in grado di individuare immediatamente il testo catalogato, tramite microchip posizionati fisicamente all’interno dei testi.
Nell’ambito di una tale ristrutturazione, non ultima è stata la pubblicazione di un nuovo Regolamento della biblioteca che, disegnato sulla base di quello precedente, risalente al 1961, riorganizza su basi certe e aggiornate i cambiamenti apportati negli ultimi anni. Prevede, infatti la gestione informatizzata del catalogo e la possibilità di accedere a internet attraverso le 5 workstation messe a disposizione dei frequentatori; introduce la figura dell’ufficiale del quadro permanente impiegato per esigenze specifiche di sostegno alla Sezione biblioteca; ricorda l’importanza delle norme di comportamento da tenere in una biblioteca, in quanto luogo di studio; propone un nuovo modo affidato ai frequentatori che, liberi dal servizio, possono partecipare attivamente a tutte le mansioni del settore, contribuendo a salvaguardare il patrimonio della propria scuola che poi è il patrimonio dell’Istituzione stessa; specifica le condizioni di prestito ormai divenute obsolete col vecchio regolamento e infine nell’art. 1 definisce le finalità e gli obiettivi: “La Biblioteca della Scuola Ufficiali Carabinieri fornisce ai frequentatori, ai docenti e al personale del Quadro Permanente, opere, pubblicazioni, sinossi, riviste italiane e straniere, quali fonti di consultazione, studio, perfezionamento e affinamento intellettuale. Inoltre rappresenta uno spazio adibito allo sfruttamento di moderne tecnologie informatiche applicate al complesso bibliotecario, nonché alla navigazione su internet.
Come polo di sviluppo culturale, la Biblioteca può essere sede di studi interdisciplinari, luogo destinato ad ospitare conferenze, cerimonie e dibattiti con lo scopo di favorire ed alimentare i rapporti con editori, scrittori, studiosi e personaggi illustri, esperti di argomenti di specifico interesse professionale e culturale.
Con l’obiettivo di configurarsi sempre più come servizio d’informazione professionale e culturale a carattere multimediale, nell’ottica di una maggiore intermediazione tra l’Arma e il cittadino, la Biblioteca favorisce il potenziamento dell’accesso a un uso diretto e consapevole delle immense risorse informative disponibili in rete, senza operare né accettare censure o limitazioni rispetto al diritto-dovere d’informare e documentarsi, nel pieno rispetto dell’universalità della conoscenza”(6).
La biblioteca della Scuola Ufficiali è stata, quindi, ed è un esempio per le altre biblioteche dell’Arma e, in quanto biblioteca di una scuola, deve continuare a rappresentare un valido apporto per lo studio e la preparazione professionale dei quadri direttivi dell’Istituzione, i quali dovranno poter trovare qui ciò che non potrebbero facilmente trovare in altre biblioteche pubbliche.
In tal modo, da un’attenta analisi dello stato reale dei servizi, delle prospettive future e delle esigenze di utilità rappresentate principalmente dagli ufficiali frequentatori, si è arrivati a una serie di conclusioni e proposte costruttive valide per la biblioteca in questione, ma anche per tutti gli istituti simili, in ambito Arma.
La missione che si prefigura per la biblioteca della Scuola Ufficiali, in quanto sviluppa le proprie competenze e i propri servizi nell’ambito di una scuola, non può che essere quella di una biblioteca specialistica e specializzata in alcune materie quali quelle giuridiche, storico-militari e tecnico-professionali, utili cioè all’attività operativa, investigativa e di polizia giudiziaria che gli ufficiali frequentatori si troveranno a svolgere sul territorio. Secondo quanto recita l’art. 1 del Regolamento: “La Scuola Ufficiali dei Carabinieri è un istituto militare e di studi a carattere universitario che provvede allo svolgimento dei corsi per gli Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri previsti dalle leggi per il reclutamento, per l’avanzamento e da disposizioni speciali.
I corsi hanno la finalità di assicurare agli ufficiali, con la formazione e il consolidamento del carattere, la base culturale e la preparazione necessarie per assolvere i compiti istituzionali corrispondenti al loro grado ed alla loro funzione”(7).
La biblioteca dovrebbe quindi poter fornire agli ufficiali frequentatori gli strumenti e le competenze necessarie a sapersi orientare nell’universo informativo e documentario, per raccogliere le notizie e le informazioni di cui essi necessitano. Lungi dall’essere un luogo dove si trova “tutto”, deve poter essere una struttura di supporto capace di suggerire, guidare e indirizzare.
In tal senso, anche in virtù di una informatizzazione e integrazione di tutte le biblioteche dell’Arma, raggruppate magari in un Polo interbibliotecario, con il conseguente accesso on line e la possibilità per tutti, militari e non, seppure con diversi gradi di accessibilità, di consultare l’intero posseduto nazionale dell’Istituzione direttamente da una qualsiasi postazione internet, si ritengono auspicabili alcune misure iniziali necessarie a migliorare il servizio e sfruttare al meglio il patrimonio culturale di cui si dispone.
Per prima cosa la riduzione del numero delle materie in cui è suddiviso il posseduto, mantenendo e ampliando solo quelle giuridiche, storiche, militari e tecnico-professionali. Poi il perseguimento di una politica degli acquisti realizzata in base alle esigenze dei frequentatori e ai suggerimenti dei docenti, prevedendo l’aggiornamento periodico almeno delle materie professionali, seppur limitatamente alle disponibilità finanziarie. Infine la più specialistica preparazione e formazione del personale addetto, in grado così di rappresentare un valido supporto alle richieste dei frequentatori, alimentando di pari passo il dialogo e il confronto con altre realtà simili, sia militari sia civili.
Più in generale, l’attività di sviluppo delle raccolte si presenta come un processo in continua evoluzione: si trasformano le raccolte, cambiano le esigenze, le strutture, le istituzioni e di conseguenza evolvono le attività ad esse collegate(8).
La tendenza irreversibile è comunque verso l’integrazione delle risorse, l’accorpamento delle funzioni, l’informatizzazione, l’aumento della professionalità e la cooperazione tra le biblioteche, ormai sempre più spesso organizzate in Poli bibliotecari. Il lavoro in biblioteca cioè sarà sempre di più svolto su basi collettive, come lavoro di gruppo, confronto e forte tendenza alla cooperazione sia interna che esterna alle istituzioni(9): Il Sistema Bibliotecario Nazionale (SBN), ad esempio, è attualmente organizzato in Poli locali: ogni polo è costituito da un insieme più o meno numeroso di biblioteche che gestiscono tutti i loro servizi con procedure automatizzate, tramite terminali collegati ad un elaboratore comune. La rete ha un’architettura stellare che prevede un colloquio tra il sistema centrale e i Poli periferici. Attualmente i Poli SBN sono suddivisi geograficamente per regioni, in numero di 61. Questa è la conformazione in atto che si prefigurerà nel prossimo futuro e che vedrà la biblioteca della Scuola Ufficiali, perfettamente inclusa nel processo ormai in atto di “globalizzazione” dell’informazione.

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(1) - G. Montecchi, F. Venuda, Manuale di biblioteconomia, Milano, 2000, pag. 9.
(2) - R. Morriello, Sviluppo delle raccolte: passato, presente, futuro prossimo, in Biblioteche Oggi, ottobre 2005, pag. 9.
(3) - Idem.
(4) - G. Solimine, Introduzione allo studio della biblioteconomia, Riflessioni e Documenti, Roma, 1999, pag. 52.
(5) - Idem, pag. 53.
(6) - Regolamento della Biblioteca della Scuola Ufficiali Carabinieri, Roma, 2004, pag. 7.
(7) - Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, Regolamento per la Scuola Ufficiali dei Carabinieri, Roma, 1993.
(8) - R. Morriello, op. cit., pag. 18.
(9) - Idem.