• >
  • Media & Comunicazione
    >
  • Rassegna dell'Arma
    >
  • La Rassegna
    >
  • Anno 2005
    >
  • N.1 - Gennaio-Marzo
    >

Editoriale

Copertina del numero

Copertina della Rassegna dell'Arma - N. 1 - Gennaio - Marzo 2005



Concludo con il presente fascicolo la mia esperienza di direttore responsabile della Rassegna dell’Arma dei Carabinieri. Un breve ma intenso periodo che mi ha consentito di conoscere ulteriormente, da un punto di vista singolare e privilegiato, una realtà editoriale che ho sempre apprezzato nella mia vita professionale e che, dall’inizio della mia carriera di ufficiale, ha costituito un punto di riferimento per riflettere, per approfondire, per sviluppare temi ed argomenti di estremo interesse e di indubbio valore culturale.
La Rassegna ha sempre rappresentato il luogo elettivo del confronto dialettico all’interno dell’Istituzione, dove idee, studi, proposte e soprattutto valori, hanno trovato lo spazio congeniale alla loro trattazione e alla loro divulgazione. Una rivista, la cui vocazione è sempre stata duplice: mutuando la famosa distinzione delle riviste scientifiche operata da Massimo Severo Giannini, possiamo affermare che la Rassegna è “mezzo di cultura”, in quanto strumento di diffusione del pensiero e della cultura professionale del Carabiniere e, allo stesso tempo, “fatto di cultura”, in quanto espressione di un preciso programma e di una ben determinata opzione che vuole interpretare e promuovere il ruolo e la
funzione dei Quadri dell’Arma dei carabinieri, ai quali principalmente si rivolge. Una rivista quindi non solo “di dibattito”, ma anche “di indirizzo”, in perfetta simbiosi con il luogo naturale dove opera e viene edita: la Scuola Ufficiali Carabinieri. Una vocazione alla formazione e alla preparazione specifica che condivide con il massimo Istituto d’istruzione dell’Arma, da cui trae alimento e stimoli e verso il quale rivolge le sue maggiori attenzioni. Mi sento, pertanto, particolarmente orgoglioso di aver potuto dirigere la
Rassegna e di aver potuto, tramite essa, perpertuare e sviluppare quel mondo di valori sottesi al servizio che, quotidianamente ed in ogni luogo in cui vengono chiamati ad operare, gli appartenenti all’Arma prestano con dedizione assoluta, profondo spirito di sacrificio ed elevata professionalità. Ho sempre creduto e credo sempre più fermamente che la professione di Carabiniere debba (e possa esclusivamente) essere sorretta da un sistema di valori tradizionali, immutabili e irrinunciabili: il senso del dovere, lo spirito di servizio, la solidarietà verso tutti coloro che da noi attendono fiduciosamente sicurezza e tutela, o anche soltanto un consiglio o una parola di conforto. I valori  istituzionali sono sempre lì a ricordarci la nostra essenza e la nostra missione, cardini certi e sicuri delle nostre scelte e del nostro concreto operare, garanzia di efficienza, ma anche di umanità e di profonda sensibilità verso un mondo in costante evoluzione, continuamente permeato di novità, di stimoli, di domande, di attese. L’esperienza che si conclude con questo numero della Rassegna coincide anche con un altro momento per me estremamente significativo: lascio, infatti, anche il comando della Scuola Ufficiali Carabinieri che ho retto con altrettanto orgoglio e incondizionata passione. Una Scuola alla quale sono particolarmente affezionato per quanto mi ha dato professionalmente e umanamente. Una Scuola nella quale ho vissuto molteplici esperienze di servizio in tempi diversi e anche assai lontani, ricoprendo gli esaltanti e indimenticabili incarichi di insegnante, di comandante di sezione e di ufficiale dello Stato Maggiore. Mi sia consentito, allora, un saluto a tutti i colaboratori della Scuola Ufficiali Carabinieri e agli ufficiali frequentatori che hanno rappresentato il fine ultimo della mia attività di comandante. Un sentito ringraziamento anche ai lettori e agli estimatori per l’attenzione che hanno comfermato alla rivista e per gli apporti di pensiero che hanno voluto dedicarvi. Un grazie riconoscente al Ten. Col. Fausto Bassetta, redattore capo ed alla  Redazione tutta, per avermi aiutato e sorretto in questa gratificante esperienza. Al Gen. Nicolino D’Angelo, che mi sostituirà nell’incarico di comandante della Scuola Ufficiali e che dal prossimo numero assumerà le funzioni di direttore responsabile, gli auguri più sinceri di ogni migliore successo.


Gen. C.A. Vittorio Barbato