Prof. Maria Gabriella Pasqualini


1. Il Reggimento MSU schierato a Nassiria, nella regione di Dhi Khar-Iraq meridionale

La speciale esperienza ottenuta dalla MSU schierata sul terreno iracheno, se posso dire, costituirà una esperienza leader, non solo per la relativa dottrina che è attualmente allo studio, ma anche per le procedure operative che saranno decise, tenendo ben chiaro in mente che sarà sempre necessaria la flessibilità di questo strumento, perché i vari teatri operativi hanno tutti delle loro caratteristiche particolari; e soprattutto perché la professionalità nel campo della polizia a statuto militare e la flessibilità sono tra i valori aggiunti vincenti di una MSU: e questi valori sono presenti nella MSU schierata attualmente in Iraq; gli ammaestramenti che si trarranno da questa esperienza dovranno essere tenuti in conto per futuri schieramenti in questa o in altra area similare in questo settore arabo, che si dimostra essere molto più difficile di quanto si fosse pensato prima.


2. Note generali sulla attuale situazione irachena

Per poter meglio comprendere quale è stato e quale è il ruolo e quali sono i compiti della MSU, a livello di reggimento, presente a Nassiria, a comando italiano, Carabinieri, dobbiamo in primo luogo ricordare la situazione storica e geo-politica di quello stato, dopo la caduta di Baghdad e il quasi totale, se non totale collasso di ogni istituzione irachena, governativa, burocratica, delle polizie locali, quali che fossero. In più, come ognuno sa, l’Iraq è un paese non omogeneo, con molti conflitti etnici e religiosi che complicano il necessario trasferimento dei poteri alle autorità irachene. Il trasferimento dei poteri previsto per il prossimo giugno non migliorerà la situazione, sebbene la comunità internazionale speri il contrario. L’imposizione della legge e la lotta contro il terrorismo sono certamente le prime azioni che debbono essere intraprese localmente, se vi è la volontà di riportare stabilità e sicurezza in questo settore strategico del Medio Oriente, un programma ambizioso e estremamente difficile. Possiamo anche notare che il periodo “combat” è in un certo qual modo ancora presente lì; sebbene la comunità internazionale abbia iniziato il suo lavoro per cercare di stabilizzare e mettere in sicurezza il paese, quell’area di transizione al momento del “combat replacement”, o inizio della stabilizzazione, è ancora molto ampia, quella ‘zona grigia’ nella quale una MSU può agire nel modo migliore e per la quale è stata concepita, fin dal suo primo schieramento anni fa.


3. Iraq meridionale

L’Area di Responsabilità della MSU, che è integrata nella Joint Task Force Italiana, è la piccola, se comparata con tutto il territorio iracheno, regione di Dhi Khar, un’area totalmente Shi’ita, quindi non solamente la città di Nassiria. La regione è caratterizzata dalla presenza di molte tribù assai potenti, i capi delle quali sono anche leaders religiosi, e da un clero musulmano shi’ita, 38 altrettanto potente quanto i capi tribù; a complicare il panorama, bisogna ricordare che alcuni dei capi tribù più potenti sono anche capi religiosi, con la conseguenza che il compito della raccolta di informazioni delicate e affidabili è molto dura. Questo è uno dei compiti espletati dai componenti della MSU nella regione di Dhi Khar e possiamo dire che specialmente ai nostri giorni la situazione politica del territorio è molto ben conosciuta alle autorità italiane in loco, grazie anche a questo tipo di attività info-investigativa. Nulla si può fare specialmente in un paese arabo se non si conosce l’ambiente, in una situazione che è così lontana dal nostro modo di pensare. Bisogna aggiungere che la regione è anche molto povera, deprivata delle condizioni basiche della vita, inclusa l’acqua, potabile e non, e un sistema di fognature; l’elettricità è stato un problema durante il periodo in cui Saddam Hussein, sebbene fosse il sud a produrla, la convogliava al nord, esattamente come faceva con l’acqua. Ora il problema sembra risolto, a meno che per qualche ragione l’elettricità non sia di nuovo convogliata a nord in cospicue quantità.


4. Una sintetica cronologia

Il Nucleo Avanzato di questa MSU arrivò a Nassiria alla metà di giugno dell’anno scorso, mentre il resto del reggimento raggiunse il teatro operativo intorno a metà luglio dello stesso anno, trovando una città quasi completamente distrutta e ogni possibile tensione in questa zona meridionale dell’Iraq, nella quale la quasi totalità della popolazione segue la confessione Shi’ita. Il primo avvicendamento di personale è stato tra il 20 ottobre e il 14 novembre; tra metà febbraio e metà marzo, il secondo. Come ognuno sa, la MSU in Iraq è integrata da un contingente dell’esercito romeno e da uno della Guardia Nazionale Repubblicana portoghese, che è arrivata in teatro dopo il 12 novembre così come era stato deciso molto tempo prima dell’Evento, l’attacco terroristico a Base Maestrale, una delle due basi della MSU.

I componenti dell’Unità, sono in media circa 600 persone (tra le quali poche donne), con una componente di personale italiano di circa 350 Carabinieri nelle diverse situazioni operative, scelti per le loro specifiche capacità professionali e che appartengono al Reggimento Paracadutisti Tuscania, al 7° Reggimento Trentino Alto Adige, al 13° Reggimento Friuli Venezia Giulia, ai GIS - questo per quanto riguarda la parte “combat”, la forte componente militare, così necessaria in questo caso particolare - e ad altre specializzazioni dell’Arma come esperti in problemi ambientali (NOE), in tutela del patrimonio artistico (TPC), in antisofisticazioni (NAS), per quei compiti civili, valori aggiunti al lavoro già fatto e da fare.


5. Condizioni climatiche locali

Dobbiamo sottolineare il fatto che la missione compiuta da questa MSU ha affrontato particolari difficoltà connesse anche con il clima iracheno che raggiungeva i 50° C e più da luglio a settembre-ottobre, il che ha reso la sistemazione logistica delle basi molto complessa. Dopo quei mesi, sono stati il fango e la pioggia a costituire notevoli difficoltà. E non si devono dimenticare anche le tempeste di sabbia che a volte ritardano i normali compiti istituzionali o li rendono assai difficili - esperienza personale - e possono altresì danneggiare i motori e gli strumenti elettronici sofisticati, con una sabbia finissima simile al talco. Dunque una analisi completa delle condizioni climatiche deve essere sempre fatta preventivamente per inviare gli equipaggiamenti e gli indumenti attagliati al clima locale. Pertanto anche questa è una nuova esperienza da tenere in debito conto per futuri impieghi.

Poiché ho avuto la possibilità di essere lì, nella base Comando della MSU di Nassiria, ho avuto l’opportunità di osservare giornalmente come i diversi compiti venivano espletati, partendo dalla base Comando, in differenti occasioni durante attività di perlustrazione o di aiuto umanitario, come la scorta a convogli della CRI che recavano aiuti nei villaggi, negli ospedali e nei presidi sanitari.


6. Alcuni risultati positivi

Come è noto, uno dei compiti più importanti che devono essere espletati in Iraq è il controllo delle aree sensibili, realizzato con un pattugliamento dei punti più critici, anche per raccogliere informazioni per prevenire il crimine di ogni genere (soprattutto, contrabbando di armi e esplosivi o scavi clandestini o traffico di droghe e naturalmente contro il terrorismo), un lavoro da fare giorno e notte. Di seguito, pochi numeri di quanto è stato fatto daranno un’idea dei risultati raggiunti prima e dopo il 12 Novembre dalla MSU: Questi numeri servono non solo per dimostrare il lavoro svolto in un tempo relativamente breve, otto mesi, ma soprattutto per dimostrare la reazione forte e la coesione mostrata da tutti i componenti del reggimento MSU dopo l’attacco a Base Maestrale.

20 LUGLIO 2003 - 12 NOVEMBRE 2003

Servizi esterni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.800 Persone arrestate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0 Armi sequestrate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 265 Munizioni sequestrate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15.063 Esplosivi sequestrati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.047 13

NOVEMBRE 2003 - 11 MARZO 2004

Servizi esterni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.803 Persone fermate e consegnate alla polizia locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102 Armi sequestrate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 665 Munizioni sequestrate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33.299 Esplosivi sequestrati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.737

Fonte: Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri

Questi notevoli risultati raggiunti sono importanti per uno degli obbiettivi primari della loro presenza in Iraq: un compito esecutivo per imporre la legalità e ristabilire l’ordine pubblico e la sicurezza. Durante il periodo nel quale ero a Nassiria, ogni singolo giorno e molte notti la presenza dei vari componenti dell’Unità era necessaria o richiesta dalle stesse autorità locali per controllare la folla, ad esempio: ogni occasione di assembramento, fosse per l’arruolamento di poliziotti, stipendi da ricevere, o lo stesso cambio della vecchia moneta con le nuove banconote, era un’occasione di possibili tumulti, ma l’Unità è riuscita a controllare la folla, senza sparare un colpo. Molte volte l’Unità ha agito come forza di interposizione, come in una delle ultime azioni, quella del 9 marzo, nella sera e nella notte, quando si è verificato uno scontro assai pericoloso tra uomini della milizia di partiti politici e membri della Polizia Locale, con quattro morti e altrettanti feriti.

Componenti dell’Unità sono intervenuti, hanno controllato la folla (si erano riuniti circa 150 poliziotti locali per agire contro i miliziani); hanno recuperato i cadaveri, arrestato 9 persone, sequestrato un gran numero di armi e di munizioni, scortato gli arrestati fino alla sede delle prigioni al Comando della Polizia Locale, dopo averli identificati: il tutto senza sparare un proiettile. Desidero sottolineare il fatto che controllare la folla in un paese arabo è particolarmente delicato per il modo assai peculiare del comportamento di questi individui, facili ad infiammarsi e a usare le armi anche quando non è necessario, ma deboli di fronte alla corretta manifestazione di forza, comunque assai pericolosi. L’attività di informazione investigativa e di intelligence che viene fatta è necessaria per isolare persone violente o agenti nascosti di gruppi eversivi, per mettere in sicurezza l’area di responsabilità, anche in funzione antiterrorismo: e questo è stato e viene fatto costantemente, anche ovviamente entrando in contatto con la popolazione locale, ottenendone la fiducia, per una migliore comprensione della reale situazione locale: la humint è di grande aiuto nelle decisioni che riguardano quelle aeree, non solo per pacificare, ma anche per poter fornire aiuto umanitario, dove se ne avverte maggiormente il bisogno e dove è richiesto, così come ho visto veniva fatto dai Carabinieri assegnati a questa delicata funzione info-investigativa.


7. L’organizzazione e l’addestramento delle forze di Polizia locali

Sempre nel settore dell’attività preparatoria per il trasferimento di poteri e delle relative responsabilità alle varie polizie locali, la cui costituzione è stata decisa o lo sarà in futuro (secondo il programma della CPA - Coalition Provisional Authority), molto lavoro è stato fatto da alcuni componenti dell’Unità. A Nassiria Polizia Locale e Polizia Stradale sono riorganizzate e addestrate da alcuni elementi dei Carabinieri, secondo il programma di addestramento deciso dalla CPA, talvolta iniziando dalla ricostruzione delle caserme e dalla consegna di nuove uniformi. Seguendo l’addestramento fatto dalla MSU, la Polizia Stradale di Nassiria aveva iniziato ad essere rispettata dalla popolazione locale e il caotico traffico ha iniziato ad essere diretto con qualche efficacia dalla Polizia della strada irachena. Per quello che riguarda la Polizia Locale (Local Police), anche in questo caso l’aiuto di componenti della MSU (all’Accademia di Polizia ad Al Zubayr, organizzata dalla Gran Bretagna, 10 Carabinieri insieme a 34 inglesi, 10 cecoslovacchi e 4 danesi) sta addestrando e monitorizzando i poliziotti arruolati, vecchi e nuovi, con un controllo dei compiti espletati durante i servizi e con una sorta di “on the job training”, e cioè facendo pattugliamenti con loro per mostrare praticamente come il servizio debba essere fatto.

Persone arrestate per crimini diversi sono consegnate alla Polizia Locale, che è incaricata di tenerle in custodia fino a quando un tribunale locale non ne decida la sorte, ma continui controlli vengono effettuati dalla MSU su come questi prigionieri vengono trattati anche per quanto riguarda il rispetto dei Diritti Umani: direi che questi frequenti controlli sono obbligatori a queste latitudini per ottenere risultati concreti. Parte del programma di riorganizzazione e di addestramento include anche la consegna di alcuni nuovi strumenti di servizio, come ad esempio è stato fatto nello scorso Novembre con la consegna di 12 pick up Mitsubishi assegnate dalla CPA e consegnate, tramite la Forza italiana, nella sede della Polizia Locale.


8. Attività CIMIC

L’Unità lavora in collaborazione con il Centro CIMIC della Brigata Italiana per mettere in corso, ad esempio, quei quick impact projects (progetti ad impatto immediato) che hanno riguardato la ricostruzione di caserme, il mantenimento delle strade e dei marciapiedi cittadini, normalmente in condizioni disastrate: in effetti è quasi obbligatorio cercare di vivificare piccole imprese cittadine in attesa dei grandi progetti di ricostruzione (che stentano a decollare) e far circolare denaro per produrre dei profitti legali in un’area così depressa, dove il flusso dei mezzi finanziari dipende quasi esclusivamente dal contrabbando delle armi, degli esplosivi e dei reperti archeologici. Sempre nel campo dell’assistenza umanitaria, un’idea vincente è anche quella di offrire assistenza medica alla popolazione locale, oltre a dare un grande aiuto agli ospedali locali, anche nei piccoli villaggi intorno a Nassiria; la situazione sanitaria in quei posti è critica: vi mancano molte medicine di base, soprattutto per i bambini che devono essere curati anche per le più semplici patologie infantili.

Questo è stato fatto con un mezzo che funzionava da ambulatorio itinerante, che doveva essere adatto anche per fare telemedicina. L’idea è indubbiamente vincente, come già detto, ma il veicolo era troppo alto e troppo grande e in un certo qual modo anche troppo sofisticato per quel clima e per quelle strade intorno a Nassiria, molto difficili e molto spesso non asfaltate. Ci sarebbe bisogno di un veicolo, equipaggiato con strumenti medici, ma di più facile uso in quelle che a volte sono condizioni estreme. Come ho già detto, un valore aggiunto è quello che riguarda la tutela del patrimonio culturale. Infatti uno dei compiti speciali espletati dalla MSU in Iraq riguarda la tutela del patrimonio artistico iracheno. Come prima, ecco alcune cifre che rendono meglio delle parole:

LUGLIO 2003 - NOVEMBRE 2003

Siti archeologici censiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 Ricognizioni aeree (con il supporto della IT-JTF) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Pattuglie automontate preventive e repressive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Reperti archeologici sequestrati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 101 Persone identificate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61 Persone tratte in arresto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .19 44 1a

Il lavoro di questa speciale équipe, integrato anche da specialisti dell’ambiente e della biologia, identifica e monitorizza i siti archeologici, controllandoli. È stata disegnata una mappa archeologica accurata della regione. Sono state costruite delle torri di avvistamento e delle recinzioni e stabilite delle comunicazioni radio. Inoltre vengono addestrate, anche all’uso delle armi, alcune ‘guardie archeologiche’ alle quali la Polizia Irachena fornisce anche un Porto d’Armi provvisorio (TWC). Un incredibile lavoro è stato svolto per impedire gli scavi clandestini, peraltro proibiti sotto il regime di Saddam Hussein, e il conseguente spoglio dei reperti, normalmente fatto da una tribù che vive lì vicino, i membri della quale ben conoscono dove scavare, anche per tradizione orale e per familiarità con quei siti. Nella mia visita sul posto ho visto numerosi scavi clandestini abbandonati anche per l’intensa sorveglianza dei Carabinieri. In questo campo è stata fatta attività investigativa per stroncare il traffico illegale degli importanti reperti sumeri. Bisogna altresì notare che viene sempre redatta una lista completa dei reperti sequestrati che vengono anche fotografati, prima di essere inviati a Baghdad, dove sono consegnati alle competenti autorità irachene del locale Museo Archeologico.

LUGLIO 2003 - 10 MARZO 2004

Siti archeologici censiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60 Ricognizioni aeree (con il supporto della IT-JTF) . . . . . . . . . . . . . . . . 16 Pattuglie automontate preventive e repressive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
Reperti archeologici sequestrati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 302 Persone identificate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94 Persone tratte in arresto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46 Armi sequestrate

Fonte: Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri

Questo è un aiuto positivo per la ricostruzione di una nazione ed è molto ben accettato dalla società irachena: l’area sotto controllo è molto ampia e forse servirebbe un maggior numero di esperti o l’aumentare e sveltire le procedure di addestramento delle Guardie archeologiche.


9. Sintesi

a)Secondo la mia personale opinione, i compiti espletati dalla MSU schierata in Iraq sono quelli necessari in tale situazione e in questo genere di area, fino ad ora non molto nota dal punto di vista operativo e da quello psicologico; e se posso aggiungere, anche dal punto di vista storico - storia recente - che è anche fondamentale per comprendere gli avvenimenti dei giorni presenti. Naturalmente, il fatto che nell’area vi sia una situazione ‘combat’ vuol dire che la componente ‘combat’ del reggimento deve essere studiata, come è stato fatto, con cura per vedere se è adatta alla situazione presente, ma anche in previsione di possibili cambi rapidi della situazione; potrebbe essere necessario approfondire la conoscenza del paese, alla luce delle esperienze fatte e delle informazioni avute, in modo da migliorare ancora la già efficiente composizione dell’Unità. Sicuramente sono necessarie più persone che conoscano l’arabo o almeno la lingua inglese, perché, incidentalmente, gli interpreti locali parlano un inglese molto ridotto, il che significa che molto spesso la comunicazione non è facile;
b)le attività di addestramento e di monitoraggio delle polizie civili locali e quelle espletate dal CIMIC dovrebbero essere incrementate, perché sono quelle più efficaci sulla popolazione locale e naturalmente devono essere espletate con il consenso delle autorità locali, statali o religiose, in modo da non alterare gli equilibri locali di ogni genere. Questo tipo di attività può aiutare realmente a stabilizzare e a mettere in sicurezza il paese e di conseguenza il settore strategico che fino ad ora, come ben si sa, è ben lontano dall’essere stabilizzato, nonostante gli sforzi fatti e il numero delle vittime;
c) da un altro punto di vista, posso dire che ogni membro dell’Unità ha lavorato nel quadro delle proprie responsabilità, anche se i suoi compiti non erano quelli di una situazione ‘combat’, con un senso di coesione con il gruppo, perché ognuno ha sentito e sente di essere in prima linea e non nelle retrovie, sia che appartenga all’Arma territoriale sia a un reggimento speciale. Nel suo insieme la MSU sta sviluppando un lavoro molto buono, anche se molto difficile, mostrando alle Forze della Coalizione, alle autorità locali e alla popolazione il modo in cui gli Italiani svolgono la propria attività - sia essa militare o umanitaria - con un forte senso della disciplina e del dovere. Nel caso in cui la MSU in Iraq avesse l’intero comando e controllo della regione, potrebbe ancora meglio espletare le proprie funzioni, già molto ben note nell’area ai Comandi delle forze della Coalizione.


(*) - Docente all’Università di Palermo.