Saluto del Senatore Francesco Bosi

Sen. Francesco Bosi

Signor Comandante Generale, illustri relatori, gentili ospiti, ho l’onore di portare il saluto del Governo italiano, del Signor Ministro della Difesa e mio personale agli organizzatori ed ai partecipanti a questo importante seminario. Un caloroso saluto desidero rivolgere ai rappresentanti di numerosi Paesi amici, in particolare ai delegati delle Forze armate di quelle Nazioni che condividono con i nostri Carabinieri l’esperienza delle MSU. Da oltre 10 anni l’Italia è presente con le proprie Forze armate nei teatri operativi più impegnativi, dove guerre fratricide, terrorismo, violenze e sopraffazioni richiedono l’impegno diretto della Comunità internazionale per riaffermare il primato del diritto e per ripristinare più accettabili condizioni di convivenza civile.

E ciò di fronte alle crisi più gravi, determinatesi a partire dai recenti anni novanta, in cui l’Italia non si è mai tirata indietro anzi, il rilevante impegno profuso si è accresciuto ed ha fatto acquisire al nostro Paese meriti indiscutibili. La partecipazione italiana alle missioni internazionali è scaturita da una spinta di valore umanitario e dalla consapevolezza di dover rispondere ad una minaccia globale portata alla pace ed alla sicurezza mondiale, ovvero contro valori universali la cui difesa non può essere demandata ad uno o pochi Paesi.

Le nostre scelte sono state motivate anche dalla convinzione profonda di dover svolgere, nell’epoca in cui ci è dato di vivere, un ruolo forte e decisivo, pari al valore della nostra cultura, della nostra storia, della nostra civiltà. Siamo convinti di obbedire a principi morali ed etici nei quali si identifica la stragrande maggioranza del popolo italiano. Vogliamo influire positivamente, offrendo un contributo qualificato, al progressivo affermarsi di un sistema universale di relazioni ispirato alle ragioni della sicurezza come condizione indispensabile nell’assicurare a tutti i popoli opportunità di progresso civile ed economico. Questo nostro impegno è coerente con la tradizione politica dell’Italia repubblicana, mai spettatrice ma sempre protagonista nelle alleanze del mondo libero, nella costruzione dell’Europa, nella lotta al terrorismo. L’Italia ha così prontamente aderito alle sollecitazioni degli organismi internazionali, assicurando un contributo militare di notevole consistenza e di alto profilo qualitativo. Ma alle nostre Forze armate, che in tutte le loro componenti hanno svolto e continuano a svolgere con valore i compiti loro assegnati, sono state richieste prestazioni ancor più complesse. Ai nostri militari, infatti, è stato affidato anche il compito di garantire una presenza di pacificazione che disciplini le regole della convivenza e il rispetto della legalità. Insomma, un impegno finalizzato alla solidarietà ed alla sicurezza come presupposto di una presenza più articolata del nostro Paese in quei teatri, cui si accompagna l’iniziativa economica e quella del volontariato. Possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che questi obiettivi sono stati egregiamente perseguiti e in gran parte raggiunti dai nostri militari che in questi anni si sono conquistati vastissimi apprezzamenti.

Ma anche nel più stretto contesto delle attività militari, l’Italia ha saputo connotarsi con le sue riconosciute originalità. Ne sono esempio proprio i Carabinieri che hanno svolto un ruolo del tutto peculiare ideando, organizzando e perfezionando le MSU, di cui l’Arma costituisce la parte preponderante. Le Unità Specializzate Multinazionali si sono, difatti, affermate proprio perché il “modello Carabinieri”, ovvero Forza armata e Forza di polizia allo stesso tempo, si è mostrato particolarmente adatto in situazioni che richiedano un intervento militare a contatto con la popolazione, dove l’operatività necessaria è più rispondente ai criteri addestrativi di controllo del territorio propri di una Forza di polizia. Un modello, dunque, attualissimo e di grande efficacia che può essere vincente in tante situazioni dove la convivenza civile è seriamente compromessa e nelle quali l’insidia non è sul campo di battaglia ma tra la gente nel cuore delle città e si manifesta in forme subdole e quasi sempre mutevoli. È pertanto quanto mai attuale ed opportuna l’iniziativa di questo seminario, finalizzato a diffondere la conoscenza di una formula organizzativa e di impiego, la cui impostazione ed affermazione si deve all’Italia.

Un plauso, dunque, all’Arma dei Carabinieri che, ancora una volta, si mostra capace di assicurare un contributo altamente qualificato, riconosciuto dalle popolazioni che ne traggono riflessi tangibili in termini di sicurezza ed apprezzato dagli Stati ed Organizzazioni internazionali, fra cui in primo luogo le Nazioni Unite che sempre e comunque costituiscono il punto di riferimento e di origine dell’impegno italiano. Questo desidero sottolinearlo dal momento che, soprattutto con riferimento al contesto iracheno, alcuni settori dell’opposizione vorrebbero il nostro disimpegno. Essi ignorano, volutamente o no, che l’Italia è in Iraq nel quadro di quanto indicato in una risoluzione dell’ONU che invita tutti gli stati a partecipare alla Forza multinazionale, a guida americana, che mira a ripristinare in quel Paese condizioni di stabilità e di sicurezza. Francamente, non è comprensibile come disimpegno, ritiro ed isolamento siano poi compatibili con una seria ed efficace lotta al terrorismo. Un più diretto impegno dell’ONU, comunque auspicabile, non potrà peraltro ridurre i livelli di presenza militare, non comportando certo l’attenuazione delle nostre responsabilità. L’Italia ha una storia recente segnata dal sacrificio di molti suoi uomini in uniforme, di magistrati, di funzionari, di semplici cittadini; da questa vicenda lo Stato è uscito rafforzato con la fermezza delle sue istituzioni democratiche.

Tutti assieme abbiamo sconfitto un terrorismo criminale e destabilizzante di cui rimangono ancora in vita alcune frange disperate. È la conquistata consapevolezza di questa nostra storia, unita al rispetto per i caduti, insieme ai risultati di un impegno ultradecennale delle nostre Forze armate, che ci rende forti e convinti sulla strada intrapresa. Il Governo italiano che qui rappresento intende confermare quegli impegni assunti; mantenere questo impegno significa tenere le distanze da ogni cedimento a qualsiasi spinta di renitenza che pure ispira minoranze rumorose. Mantenere questo impegno significa interpretare al meglio le aspirazioni degli italiani che qualche mese fa si sono stretti con corale partecipazione ai loro valorosi caduti che vogliamo onorare anche con una immutata fermezza nella nostra battaglia contro il terrorismo e contro le barbarie. Proprio al loro cospetto, di fronte ai loro cari, giurammo che non avremmo permesso mai che quel sacrificio risultasse vano. È con questi sentimenti che, a nome del Governo, nel rinnovare il nostro apprezzamento alle nostre Forze armate ed all’Arma dei Carabinieri, rivolgo ai partecipanti al seminario gli auspici per un proficuo lavoro, nella certezza che, dall’autorevole confronto di studi e di esperienze, potranno scaturire qualificatissime indicazioni per la costruzione di un mondo più pacifico e più giusto. Grazie.


(*) - Trascrizione da registrazione audio corretta dall’autore.
(**) - Sottosegretario di Stato alla Difesa.