Cerimonie e Commemorazioni

Giuramento degli Ufficiali Allievi del 184° corso di Applicazione

Il 22 ottobre 2004, alla presenza del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Luciano Gottardo, di autorità civili e miliari, dei familiari e del Corpo accademico dell’istituto, ha avuto luogo la Cerimonia del giuramento degli Ufficiali frequentatori del 184° Corso di Applicazione.

Immagine raffigurante un momento della cerimonia

Giuramento degli Allievi Ufficiali del 6° corso AUFP

L’11 novembre 2004, presso la Biblioteca della Scuola Ufficiali Carabinieri, alla presenza del Comandante delle Scuole dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Goffredo Mencagli, di autorità civili e miliari, dei familiari e del Corpo accademico dell’istituto, ha avuto luogo la Cerimonia di giuramento degli allievi Ufficiali del 6° Corso AUFP.

Immagine raffigurante un momento della cerimonia



Presentazione del libro "Storia documentale dell'Arma dei Carabinieri"

Il 10 novembre 2004, presso l’Aula Magna della Scuola Ufficiali Carabinieri, il Prof. Lucio Villari, ha presentato il libro “Storia documentale dell’Arma dei Carabinieri” del Gen. C.A. Arnaldo Ferrara. Pubblichiamo l’intervento dell’Autore.

Caro Prof. Villari,
le sue parole hanno profondamente toccato il mio animo di carabiniere. La ringrazio di vivo cuore. E grato le sono per il calore e la profondità di analisi con cui ha voluto accompagnare la presentazione del mio libro. È dai tempi dell’età giovanile che mi proponevo di realizzare una storia dell’Arma articolata in tutti i suoi risvolti, umani, operativi e sociali, convinto della necessità che i suoi componenti e gli studiosi disponessero di un quadro organico della nostra Istituzione che comprendesse tutti i multiformi documentati aspetti che l’hanno caratterizzata sin dal suo nascere. Ho cominciato, da allora, una ricerca assidua sugli avvenimenti di storia patria in cui l’Arma è stata attivamente presente in ogni tempo.

Ho tratto così una raccolta di dati, testimonianze, relazioni, memorie, stralci di diari, che ho curato di ordinare su una linea rigorosamente cronologica, per poter scrivere, quando i pressanti impegni operativi me lo avrebbero consentito, un’opera completa con impressa, alta, la valenza documentale, affiancando ai testi cospicui riporti estratti dai documenti originali. E sono giunto così a questo mio primo volume. Tali riporti ho realizzato in forma estremamente fedele agli originali grazie ai particolari mezzi riproduttivi di cui mi sono avvalso, conseguenti all’alto livello raggiunto oggi dalla tecnica. Ritengo in tal modo di aver conseguito che il lettore, insieme alla presa della narrativa, avesse la sensazione gradevole di visionarli, come quelli autentici, e penetrare più intensamente negli accadimenti e nei fatti storici descritti.

Dal ché è derivato anche il titolo “Storia documentale dell’Arma dei carabinieri”, che ho voluto dare al mio volume al quale seguiranno anche altri. Titolo che comprende la proposizione di rappresentare, anche attraverso le espressioni documentali, la vita dell’Arma, dai suoi albori sino ai tempi più recenti, e realizzare, infine, un profilo storico di ampio respiro della nostra Istituzione. E qui mi piace ricordare una definizione della storia che molti anni orsono volle formularmi Benedetto Croce, che ebbi la fortuna di frequentare quando ero giovane tenente. Eravamo agli ultimi mesi del 1943, quando, rientrato dalla Russia dopo aver partecipato, quale comandante di un reparto di linea, alle operazioni sul fronte di Ostrogowsk e a tutta la compagna dell’A.R.M.I.R. (Armata Italiana Russia), fui destinato alla zona del salernitano dove erano sbarcati gli Alleati e dove aveva successivamente stabilito la sua sede il Governo provvisorio dell’Italia liberata. Il senatore Croce faceva parte di quel Governo.

Aveva la sua abitazione nella vicina Sorrento dove ero solito accompagnarlo. Qui egli amava intrattenermi, con la semplicità e la cordialità che gli erano abituali, su argomenti di storia, napoletana in particolare, spinto dall’interesse che io, ogni volta, gli manifestavo, oppure per chiedermi notizie sul teatro di guerra della Russia ove ero stato per 13 mesi, sulle popolazioni che avevo incontrato e su taluni aspetti di carattere sociale che avevo avuto occasione di cogliere. Una sera, invitatomi a pranzo e continuando il discorso che aveva iniziato nel suo studio, avendo davanti alcune stampe antiche e cronache sulla rivoluzione napoletana del 1799, mi disse: “caro tenente, non c’è storia se non c’è documenti”, considerando tali, come egli amabilmente volle aggiungere, una qualsiasi acquisizione di testimonianza storica degna di valutazione, pure un semplice frammento di pietra o di marmo con incise, però, anche poche lettere riconducibili ad una frase facilmente ricostruibile. Alcuni mesi dopo, lasciai l’area operativa del salernitano per arruolarmi, volontario, nelle ricostituende unità italiane inglobate nella 8a Armata Britannica prima e nella V Armata Americana poi. Assunsi quindi il comando dei carabinieri del Gruppo di combattimento “Legnano” col quale partecipai a tutta la Guerra di Liberazione, sul fronte di Firenze, su quello di Bologna sino alla liberazione dell’Italia del Nord, con perno su Milano, dove incontrai il mio amato Presidente Sandro Pertini a fianco del quale avrei svolto, durante i sette anni della sua Presidenza, le funzioni di Consigliere per l’Ordine Democratico e la Sicurezza.

Benedetto Croce! Sandro Pertini!: due riferimenti suggestivi della mia vita di carabiniere e di studioso! Dopo quelle lontane frequentazioni col maestro Benedetto Croce, vari incontri ebbi con lui. E molti anni sono trascorsi da allora. Ma io ho sempre portato vivo nel mio pensiero i suoi insegnamenti di storico e il suo parlarmi nella sua casa di Sorrento e successivamente in quella di Napoli. E proprio ispirandomi alla sua definizione della storia - caro Tenente non c’è storia se non c’è documenti - che ho voluto imprimere una forte linea documentale a questa mia opera. Per il resto, si è già degnamente espresso e con profondo argomentare il Prof, Lucio Villari al quale mi è gradito rinnovare il mio vivo, amichevole ringraziamento per aver voluto, con tanta partecipazione e valutazioni così ricche di interesse, presentare il mio lavoro, conferendo così più alto significato a questa cerimonia. Ma, in questa occasione, un saluto particolare io desidero rivolgere a voi, ufficiali frequentatori di questa Scuola, che io volli realizzare 30 anni orsono, e formulare, forte, l’augurio che l’Arma, grazie alla vostra azione, al vostro impegno, al vostro intenso operare, possa raggiungere sempre più lusinghieri conseguimenti e più alti successi.