Inaugurazione dell'anno accademico 2004-2005

Il 9 dicembre 2004, nell'Aula Magna della Scuola Ufficiali Carabinieri, alla presenza dei rappresentanti degli Organi Costituzionali, nonché di numerose Autorità civili, militari, religiose e del corpo docente, si è aperto ufficialmente l'Anno Accademico 2004-2005. Hanno preso la parola, nell'ordine, il Comandante della Scuola, Gen. D. Vittorio Barbato, il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Luciano Gottardo e il Ministro della Difesa, On. Antonio Martino.

Immagine raffigurante un momneto della cerimonia

Relazione del Comandante della Scuola

Autorità,
Gentili Signore e Signori,
desidero ringraziare, anche a nome del personale della Scuola, Lei Signor Ministro della Difesa, le Autorità civili e militari e tutti i graditi ospiti che, con la loro significativa presenza, conferiscono a questa cerimonia una particolare solennità. Ringrazio il Signor Comandante Generale per la costante e concreta attenzione alle complesse e delicate problematiche dell’Istituto che Egli ben conosce, per averlo comandato con passione e tanta lungimiranza. Ringraziamento che estendo al Signor Comandante delle Scuole dell’Arma, Gen. Goffredo Mencagli, per l’indirizzo ed il sostegno che non ci ha mai fatto mancare.

Immagine raffigurante il Comandante della Scuola Ufficiali Carabinieri Gen. D. Vittorio BarbatoUn saluto cordiale ai miei illustri predecessori. Una folta schiera di Ufficiali Li ricordano con affetto e riconoscenza, anche per aver contribuito a scrivere la storia della nostra Scuola. Saluto, altresì, gli organi della Rappresentanza Militare ed, infine, rivolgo un sentito e doveroso ringraziamento al Corpo Docente per l’attività didattica svolta, con spiccata professionalità ed affettuosa dedizione, nell’ambito della più ampia e delicata missione affidata a questo Istituto.

È il 2° anno che, in questa particolare circostanza, ho il privilegio di parlare ai giovani Ufficiali allievi e di illustrare, per sommi capi, le linee organizzative dell’attività didattico-formativa, gli obiettivi da raggiungere ed i risultati conseguiti. La missione della Scuola è quella di formare, soprattutto nel carattere, i futuri Quadri dirigenti dell’Arma. Missione, questa, complessa ed assai delicata, che viene svolta attraverso precise e collaudate linee guida, che si concretizzano con:

a. l’ampliamento ed il consolidamento del bagaglio culturale e tecnicoprofessionale dei giovani Ufficiali, indispensabile per esercitare, con padronanza, le delicate funzioni dell’Ufficiale dell’Arma, chiamato ad operare nella attuale complessa dinamica sociale;

b. il rispetto e la giusta esaltazione della tradizionale linea militare dell’Arma che ne fa una moderna ed efficiente Forza Armata, in servizio permanente di polizia, saldamente ancorata alle sue radici, amata ed apprezzata anche all’Estero;

c. la formazione di una concreta e convinta “cultura della legalità” quale fondamentale punto di riferimento per la comunità nazionale.

In tale quadro, nell’Istituto, vengono formati:

a. gli Ufficiali del Ruolo Normale che, dopo un biennio svolto nell’Accademia Militare di Modena dove, unitamente ai colleghi dell’altra Forza Armata, apprendono le basi delle discipline militari e giuridico-professionali, frequentano, qui, due anni di applicazione e uno di perfezionamento, conseguendo, al termine, la “laurea specialistica” in giurisprudenza. Sono, attualmente, presenti il 183° e 184° Corso di Applicazione e l’11° Corso di Perfezionamento, per complessivi 153 Ufficiali allievi; b.gli Ufficiali del Ruolo Speciale, provenienti dal complemento e dai Marescialli che, al termine di un anno accademico, vengono destinati, in linea di massima, ad incarichi di comando nell’Organizzazione Territoriale.

È qui presente il 44° Corso, costituito da 51 Ufficiali; c. gli Ufficiali del Ruolo Tecnico Logistico che, dopo aver superato apposito concorso per giovani laureati in discipline scientifiche, sono ammessi, con il grado di Tenente, alla frequenza di un anno accademico al fine di garantire, alla componente operativa e logistica dell’Arma, il necessario apporto tecnico - scientifico. Sono qui presenti 21 Ufficiali tra fisici, ingegneri, informatici, medici ed amministratori; d.dal marzo del 2003, inoltre, vengono svolti anche i Corsi tecnico-professionali per Ufficiali in ferma prefissata di 30 mesi. È qui presente il 6° Corso, costituito da 56 ufficiali frequentatori. Oltre all’attività formativa, la Scuola ha anche il compito di svolgere un’intensa ed aderente attività di aggiornamento.

Detta attività interessa tutti gli Ufficiali dell’Arma, fino al grado di Generale di Brigata. In tale contesto, vengono organizzati appositi seminari su tematiche professionali per Ufficiali destinati ad assolvere, per la prima volta, le delicate funzioni di Comandante di Regione, di Comandante Provinciale e di Compagnia territoriale. Ma la pietra angolare di detta attività è, senza dubbio, il Corso d’Istituto frequentato dai Capitani, prossimi all’avanzamento al grado superiore. Corso, questo, assai qualificante ed impegnativo, che è suddiviso in due fasi della durata di 3 mesi ciascuna: una preliminare a distanza, l’altra effettuata qui alla Scuola. Lo scopo del corso è quello di abilitare l’Ufficiale alle più complesse funzioni del grado superiore o quale componente di uno Stato Maggiore di Grande Unità elementare o complessa.

Detto corso è, altresì, propedeutico alla frequenza dell’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze al quale è ammesso un selezionato numero di Ufficiali, destinato a frequentarlo con i colleghi delle altre Forze Armate. Il corso d’Istituto si protrae, successivamente, per altri 4 mesi attraverso un Master di 2° livello, organizzato dall’Università di Roma, con lo scopo di elevare, al massimo, le potenzialità manageriali degli Ufficiali frequentatori. In sintesi, nella Scuola, viene svolta un’intensa e diversificata attività di formazione e di aggiornamento, per più di 10.000 periodi didattici, ai quali sono ammessi circa 800 frequentatori, ospitati in moderne aule, dotate di personal computer, con possibilità di accesso ad Internet ed all’Area Intranet del Comando Generale dell’Arma.

La programmazione didattica, elaborata dall’Ufficio Addestramento e Studi e dall’Istituto di Studi Professionali e Giuridico Militari della Scuola, secondo le direttive del Comando Generale ed in armonia con la recente circolare dello Stato Maggiore della Difesa: “Formazione del personale ai fini dello sviluppo delle capacità d’integrazione interforze” prevede, tra l’altro: - l’incremento delle lezioni di Storia Militare e di Storia dell’Arma per incentivare, negli Ufficiali allievi, lo spirito di appartenenza all’Istituzione; - l’aumento dei periodi dedicati all’apprendimento specialistico della lingua inglese, dato il crescente impegno dell’Arma in campo internazionale. In tale quadro vengono approfondite, altresì, le tematiche sulle aree di conflittualità attualmente esistenti nei Balcani ed in Medio Oriente; - l’ampliamento delle esercitazioni pratiche di tecnica professionale, d’impiego d’Arma, con particolare riferimento alle operazioni di mantenimento della pace, di topografia e di logistica; - corsi di specializzazione in Informatica, effettuati in attrezzati e moderni laboratori ad avanzata tecnologia; - seminari sulla tecnica della comunicazione e sulle problematiche derivanti dall’applicazione della legge 626; - un ciclo di conferenze su tematiche professionali e di cultura generale tenute da personalità di spicco nei vari campi del sapere. Un breve cenno, infine, alla logistica che si prefigge lo scopo di migliorare e razionalizzare la funzionalità dell’Istituto.

Oltre ad una attrezzata e funzionale palestra, sono state realizzate moderne aule didattiche e multimediali, campi da tennis, di calcetto ed è stata notevolmente ampliata la recettività alloggiativa per gli ufficiali allievi, con un prevedibile risparmio di circa 1.300.000 Euro sulle spese di missione. Dal quadro fin qui delineato, emerge una Scuola Ufficiali attenta e assai sensibile agli stimoli provenienti dal mondo universitario e della ricerca per la realizzazione di una efficiente e moderna visione della formazione del giovane Ufficiale dell’Arma che deve trarre, però, sempre più forza dai valori etico-morali e dalle secolari tradizioni dell’Arma. Aristotele, infatti, nel trattare delle virtù etiche, ci ricorda che l’onore, cioè la buona opinione che gli altri hanno di noi, è il più grande dei beni esteriori. Esso tuttavia - continua il filosofo - per non essere solo apparente deve accompagnarsi alla virtù e, quindi, si può affermare che l’onore costituisce il premio della virtù e la virtù, ci sottolinea anche Socrate, è una faticosa quotidiana conquista.

Mi sia quindi concesso, in chiusura, di richiamare ai nostri giovanissimi Ufficiali frequentatori il senso dell’onore, non certamente inteso come sentimento pervaso da vanità o retorica, bensì quale valore basato sul coraggio, la lealtà, l’onestà, la rispettabilità, il gusto della legalità, avendo ben presente che chi è destinato al comando è al servizio di chi apparentemente viene comandato. E, certamente, non deve comandare nella brama del signoreggiare ma solo nel dovere di provvedere. Buon lavoro Ufficiali allievi e auguri, di cuore, di ogni successo, presente e futuro; saranno anche i successi della nostra Istituzione.

Prolusione del Comandante Generale dell’Arma

L’Arma dei Carabinieri, a quattro anni dall’approvazione dei provvedimenti di riordino, ha messo a punto un più agile assetto organizzativo, a sostegno delle strutture operative che continuano ad avere nella Stazione il perno della sua funzionalità, espressione diretta e vigorosa della militarità e dei valori che con essa si coniugano. Quella militarità che lo stesso legislatore ha sottolineato, elevando l’Arma al rango di Forza Armata e disciplinando i peculiari compiti militari, storicamente affiancati a quelli di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.

Immagine raffigurante il Comandante dell'Arma dei Carabinieri Gen. C.A. Luciano GottardoL’Arma, quindi, continua a soddisfare entrambe le funzioni, in aderenza agli indirizzi del Governo, adeguando costantemente l’impiego delle risorse disponibili alle dinamiche della realtà sociale e dei fenomeni delittuosi da sempre al centro dell’interesse dell’Istituzione. L’incontro di oggi mi offre l’opportunità di illustrare l’attività dei Carabinieri e gli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere, per corrispondere alle aspettative del Paese. Le esperienze maturate a fianco delle altre Forze Armate nelle missioni di pace hanno evidenziato la capacità dei reparti Carabinieri di contribuire al mantenimento dell’ordine e della sicurezza a favore delle popolazioni, in aree destabilizzate.

I reggimenti MSU (Multinational Specialized Unit ) rappresentano un ponte tra le forze militari operanti in teatro e le compromesse strutture locali di polizia, fino al ripristino della completa autonomia d’intervento di queste ultime.

La richiesta di collaborazione per la ricerca dei criminali di guerra e l’esigenza di realizzare un contrasto avanzato alla minaccia terroristica hanno, inoltre, suggerito l’opportunità di integrare l’originale modulo della MSU con capacità investigative e di intelligence, inserendo personale in possesso di specifiche professionalità, anche per azioni risolutive. Al momento, due reggimenti MSU operano in Iraq e in Kosovo con l’apporto delle Forze di 10 Paesi. In Bosnia, inoltre, dopo il passaggio all’Unione Europea della gestione della missione di stabilizzazione, il reggimento MSU ha assunto la denominazione di Unità Integrata di Polizia (IPU - Integrated Police Unit), a riprova della versatilità del modulo adottato. L’unità, che mantiene la struttura e la direzione dell’Arma, è stata posta alle dipendenze della Forza Militare Europea e fruisce del contributo di forze di polizia a status militare di 7 Paesi. Allo stesso modello MSU si ispira l’imminente costituzione a Vicenza, presso la caserma “Chinotto”, del quartier generale della Gendarmeria Europea (EGF - Eurogendfor), a cui partecipano, oltre ai Carabinieri, le gendarmerie di Francia, Spagna, Portogallo e Olanda.

La scelta della sede italiana è un ulteriore riconoscimento per il nostro Paese e per l’Arma. Nel medesimo contesto, a Vicenza, prenderà avvio, nel secondo semestre del prossimo anno, un’altra importante iniziativa affidata alla responsabilità dell’Istituzione: il Centro di eccellenza per le unità di polizia per la stabilizzazione (COESPU - Center of excellence for stability police unit). Si tratta di un polo internazionale addestrativo che mira a formare gli istruttori di forze di sicurezza di Paesi africani, destinati a svolgere operazioni di peace keeping. Complessivamente la partecipazione dell’Arma alle missioni di pace si estende anche all’Afghanistan, alla Cisgiordania, al Libano ed all’Eritrea, con un impiego di oltre 1.100 carabinieri. Siamo orgogliosi di questo impegno che ha accresciuto il prestigio dell’Arma nella comunità internazionale e siamo grati al Ministro della Difesa per il sostegno e la fiducia accordata ai Carabinieri.

Tra le attribuzioni di carattere militare assumono particolare rilievo le funzioni di polizia militare esercitate, in via esclusiva, dai reparti Carabinieri per tutte le Forze Armate. Il recente decreto del Ministro della Difesa, che ha definito nel dettaglio i compiti di polizia militare, ha posto le premesse per il riassetto dell’intero dispositivo, da attuarsi in stretta collaborazione con gli Stati Maggiori, sulla base delle direttive del Capo di Stato Maggiore della Difesa. L’apporto dell’Arma potrà essere ulteriormente valorizzato nell’ambito della Difesa, con l’assunzione di incarichi di maggiore responsabilità presso gli Organismi centrali interforze. Sul piano dell’ordine e della sicurezza pubblica la diversità delle minacce - dall’eversione interna al terrorismo internazionale, dalla criminalità organizzata e transnazionale a quella diffusa e locale - postula uno stretto coordinamento tra le Forze di Polizia e un continuo adeguamento delle procedure di raccolta e circolazione delle informazioni, in modo da poter disporre di un quadro di situazione sempre aderente ed aggiornato.

È quindi necessaria una costante sinergia tra gli attori del sistema sicurezza, che porti in ogni caso a valorizzare l’identità di ciascuna Forza di Polizia, vera e propria risorsa di esperienze e di motivazioni per il conseguimento dei comuni obiettivi. Il complesso mosaico descritto trova nel terrorismo, endogeno ed internazionale, e nella criminalità organizzata elementi di costante pericolosità. Ai fini della risposta, si conferma con tutta evidenza l’efficacia dell’assetto dell’Istituzione, caratterizzato da un capillare dispositivo sul territorio e da una spinta professionalità dei reparti speciali. Per fronteggiare entrambe le minacce l’Arma oppone, anzitutto, una struttura specializzata, costituita dal ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) e dalle Sezioni anticrimine, che hanno adeguato le capacità di analisi e di penetrazione informativa ed investigativa all’evoluzione della situazione, operando in stretto raccordo con gli altri Organismi di polizia e di intelligence.

Ma prima ancora che sull’operato dei reparti speciali, l’azione di contrasto si fonda su un’efficace e mirata attività di prevenzione condotta da tutte le unità territoriali. In quest’ottica l’Arma è impegnata a far si che ogni militare diventi un “elemento” di prevenzione, sviluppando una specifica sensibilità che esalti la capacità di osservazione e la massima reattività in presenza di situazioni anche solo sospette. Con riferimento alla criminalità organizzata, si registrano una progressiva internazionalizzazione delle attività illecite dei gruppi criminali, specialmente per quanto attiene al traffico di stupefacenti e di esseri umani, nonché episodi di cruenta conflittualità in alcune aree sensibili del meridione. L’Arma, al pari delle altre Forze di Polizia, come disposto dal Signor Ministro dell’Interno sta reagendo con determinazione alla delicata situazione creatasi a Napoli. Il dispositivo di controllo del territorio è stato rinforzato con 300 Carabinieri tratti da reparti con spiccata mobilità operativa. Sul piano investigativo, i recenti positivi risultati sottolineano la qualità dell’impegno e ci incoraggiano a proseguire negli sforzi, a fianco della Magistratura, per rendere sempre più incisiva l’azione giudiziaria.

L’aggressione ai patrimoni mafiosi continua a rappresentare uno dei più efficaci strumenti di lotta ed un obiettivo prioritario sul quale far gravitare l’azione dei reparti investigativi. L’applicazione delle misure di prevenzione potrà ricevere ulteriore slancio dall’adozione di procedure più snelle per accelerare la confisca e la riutilizzazione dei beni sequestrati, il cui valore nell’anno in corso ammonta, per la sola Arma, a oltre 340 milioni di Euro. Auspichiamo che le iniziative legislative nel senso, promosse dal Ministro dell’Interno, ricevano al più presto l’avallo del Parlamento. Dalla dimensione transnazionale dei sodalizi criminali discende, poi, l’importanza della cooperazione internazionale di polizia, alla quale l’Arma fornisce il proprio convinto apporto, sia nell’ambito delle strutture del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, sia negli Organismi internazionali e comunitari, tra i quali l’Interpol e l’Europol. Un’ulteriore connotazione della minaccia è costituita, come anzidetto, dalla criminalità diffusa, in grado di condizionare la qualità della vita nel quotidiano.

L’Arma è fermamente impegnata a rendere più efficace la risposta alle specifiche turbative. Particolare attenzione è rivolta al contrasto dei furti, delle rapine e della ricettazione dei proventi di tali reati, anche per evitare che l’accumulo di profitti possa far evolvere le bande criminali in forme più organizzate. In questo campo le Stazioni Carabinieri rappresentano una scelta organizzativa irrinunciabile, quale punta avanzata del dispositivo di prevenzione e repressione. Detti reparti, infatti, integrandosi con le diverse realtà sociali, rispondono all’esigenza, particolarmente avvertita, di “localizzare” l’offerta di sicurezza e continuano, pertanto, ad essere i sensori dello Stato più vicini alle comunità. Il mantenimento appieno dell’efficienza di queste unità, da perseguire esaltandone le capacità umane ed operative, costituisce, quindi, un obiettivo strategico prioritario. Nell’ultimo anno sono state aperte 5 nuove Stazioni in aggiunta alle 4639 esistenti, ne sono state potenziate 386 e 10 elevate a Tenenza, con un incremento degli effettivi pari a 821 unità.

Ulteriori provvedimenti pianificati prevedono, compatibilmente con la disponibilità delle risorse umane ed infrastrutturali, il potenziamento di 517 comandi, nonché la graduale istituzione di 50 Stazioni in Comuni privi di presidio di polizia. Si tratta di una strategia che si inserisce nel più ampio progetto di intensificazione del controllo del territorio, che postula anche una dimensione “partecipativa” nella gestione delle problematiche, con un sempre maggiore coinvolgimento delle amministrazioni locali. In tale contesto, l’Istituzione assicura il proprio fattivo apporto per il successo dei progetti integrati di sicurezza, così come partecipa con convinzione ai servizi di quartiere, che sono l’espressione più recente della polizia di prossimità, sempre presente nelle scelte organizzative ed operative dell’Arma. Al riguardo, siamo grati al Governo per le iniziative in corso volte ad aumentare le risorse umane da impegnare per l’estensione degli specifici servizi, ora assicurati in circa 500 “quartieri” dei 103 capoluoghi di provincia e di altri 32 centri minori.

Le manifestazioni criminali sin qui considerate presentano, talora, elementi di connessione con l’immigrazione clandestina che assume, pertanto, un carattere di marcata trasversalità. L’Arma, presente con i suoi presidi su tutta la linea di confine del Paese, contrasta il fenomeno in prima fila, accanto alle altre forze interessate, ispirandosi a criteri di fermezza non disgiunta dall’umanità tipica della nostra gente. A completamento del quadro delineato meritano un cenno le minacce emergenti, capaci di incidere anch’esse sulla qualità della vita. Mi riferisco in particolare all’aggressione di beni primari della collettività, quali il lavoro, la salute, l’ambiente, il patrimonio culturale, la genuinità delle risorse agro-alimentari e la difesa della moneta contro la contraffazione, per la cui salvaguardia l’Arma ha sviluppato, nel tempo, reparti speciali, acquisendo posizioni di rilievo, riconosciute anche dal legislatore con il provvedimento di riordino. Il concorso dell’organizzazione territoriale ai reparti speciali ne amplifica le capacità di intervento su tutto il territorio nazionale, conferendo straordinaria incisività ed efficacia all’azione istituzionale negli specifici settori.

In sintesi, a fronte delle variegate fenomenologie criminali, il sistema di prevenzione e contrasto dei Carabinieri, che si aggiunge e si integra con quello di altre Forze di Polizia, può essere raffigurato come un insieme di cerchi concentrici che, partendo dalla Stazione, beneficia del coinvolgimento di reparti sempre più specializzati, a seconda delle necessità d’intervento. L’impegno di tutte le componenti dell’Istituzione è sottolineato dall’entità delle risorse umane e tecnologiche messe in campo e dai risultati conseguiti negli ultimi undici mesi. Ne sono testimonianza i circa 10.000 servizi preventivi assicurati ogni giorno; l’alto numero degli arresti, complessivamente 82.000 tra interventi in flagranza e provvedimenti della Magistratura; le oltre 240.000 denunce a piede libero. Tuttavia, la complessa sfida che siamo chiamati ad affrontare impone la necessità di migliorare le capacità operative dell’Istituzione, investendo fortemente nell’innovazione tecnologica, nella formazione e nella valorizzazione delle professionalità.

Tutti fattori decisivi per combattere la crescente sofisticazione e pericolosità di una criminalità capace di cogliere i vantaggi del progresso scientifico, della globalizzazione degli scambi e dei grandi flussi migratori. Oggi tutti i reparti dell’Arma sono inseriti in un unico ambiente informatico, caratterizzato da avanzate soluzioni tecnologiche che conferiscono all’intero sistema maggiore efficienza. Oltre 47.000 postazioni e 6.300 server sono stati resi disponibili sino ai minori livelli ordinativi, per consentire un’adeguata capacità di elaborazione locale, la semplificazione delle attività tecnico-amministrative, l’accesso ai sistemi informativi ed alle banche dati centrali. Il servizio di posta elettronica è divenuto il mezzo prevalente di comunicazione interna con oltre 172.000 e-mail giornaliere certificate con firma digitale. Tale architettura, che consente l’ulteriore recupero di risorse umane da destinare agli impieghi operativi ed una progressiva riduzione degli oneri di gestione, ha immediate ricadute positive sul servizio reso alla popolazione.

Ne è eloquente esempio il sito web dell’Arma, che, configurato come un portale di servizi offerto al pubblico, sarà ulteriormente arricchito dalle funzionalità connesse con il progetto di denuncia via web, la cui sperimentazione, seguendo le direttive del Ministro dell’Interno, prenderà avvio dal prossimo mese di gennaio. Per quanto attiene alla formazione, l’Arma ha sviluppato un vasto programma di revisione del settore finalizzato all’affinamento delle capacità professionali. Su questa base si è proceduto a qualificare ulteriormente i percorsi formativi, attraverso la proficua collaborazione con il mondo universitario, ricercando il giusto contemperamento tra le esigenze accademiche e quelle prettamente tecnico- professionali. Cito, in particolare, la convenzione con l’Università degli Studi di Firenze, sottoscritta lo scorso 29 settembre, per la gestione del corso di laurea in “operatori della sicurezza sociale” a favore degli allievi marescialli. L’intesa si aggiunge all’analoga convenzione stipulata con l’Università di Roma Tor Vergata per il riconoscimento degli studi condotti dagli Ufficiali.

L’Arma dispone, inoltre, di un centro linguistico in grado di preparare il personale per l’impiego all’estero, per corrispondere alle richieste degli stranieri in Italia e per supportare le attività investigative. La “qualità del servizio reso alla collettività” dipende anche dalla capacità di soddisfare le richieste del personale e di creare le migliori condizioni per farlo vivere e operare. È per tale motivo che l’Arma, in linea con la propria tradizione, rivolge da sempre una particolare attenzione alle politiche del personale. In merito, il Comando Generale, unitamente ai Vertici delle altre Forze Armate e di Polizia, è impegnato nello studio di un provvedimento legislativo di riordino, volto a definire nuovi assetti di carriera più aderenti anche alle esigenze operative. Desidero esprimere, al riguardo, il mio apprezzamento al Consiglio Centrale di Rappresentanza, per il qualificato apporto di pensiero e l’equilibrio evidenziati anche in questa circostanza. Gli approfondimenti in corso concernono la possibilità di unificare il ruolo dei Brigadieri con quello degli Appuntati e Carabinieri, al fine di rendere congruente e premiale l’andamento di carriera ed il relativo sviluppo economico. Per quanto riguarda i Marescialli, l’orientamento è quello di riconfermarne la centralità nell’organizzazione, valorizzandone i gradi apicali. Con riferimento agli Ufficiali, si avverte l’esigenza di armonizzarne la progressione in ruolo con quella della pubblica amministrazione. Con particolare attenzione vengono seguiti gli effetti della sospensione del servizio di leva, che nel prossimo anno farà venir meno il gettito dei Carabinieri ausiliari.

La completa sostituzione di dette unità con altrettanti militari effettivi non potrà realizzarsi prima del 2007, in relazione ai tempi previsti per le immissioni. Quanto al reclutamento del personale femminile, posso affermare con soddisfazione che oggi la donna è presente in tutti i ruoli, senza preclusioni d’impiego, in ossequio al criterio di affidare ogni incarico a chi possiede le caratteristiche più idonee per espletarlo. Non posso non evidenziare, infine, il crescente fabbisogno di alloggi di servizio per agevolare la mobilità e la reperibilità dei militari. Utili strumenti, al riguardo, possono essere gli accordi di programma stipulati con gli enti locali per aumentare le quote di appartamenti da porre a disposizione delle Forze dell’Ordine. Mi avvio a concludere, rivolgendomi a voi Ufficiali allievi. Il difficile ruolo che andrete a ricoprire sarà entusiasmante e professionalmente coinvolgente. Impegnatevi senza risparmio di energie per acquisire al meglio le conoscenze che i vostri Docenti vi trasmetteranno, affinché possiate essere un punto di riferimento costante e qualificato per gli uomini e le donne che vi saranno affidati e per i cittadini che richiederanno il vostro intervento.

Considerate gli studi e la permanenza alla Scuola un’opportunità per porre le basi della vostra autonomia professionale e per interiorizzare il patrimonio di valori, che rappresenta il fondamento della motivazione del Carabiniere. Per descriverli non trovo migliori parole di quelle lasciate accanto ad un mazzo di fiori da un anonimo per dimostrare l’affetto all’Arma, nei difficili momenti seguiti ai tragici fatti di Nassiriya: “Dove il senso del dovere si fonde con l’onore, l’orgoglio ed il sacrificio, lì c’è un Carabiniere!”. Per tutti noi è certamente una gratificazione, ma al tempo stesso un monito, affinché l’impegno di ciascuno sia sempre guidato da tali principi, che conferiscono alla nostra professione il senso di una vera e propria missione. L’augurio che vi formulo è che possiate diventare Comandanti amati e apprezzati dai vostri uomini, che vi seguiranno, non solo per dovere e disciplina, ma per la devozione e la stima che avrete saputo conquistare.

A tutti buona fortuna e buon lavoro!

Saluto del Ministro della Difesa

Desidero dare a tutti i presenti il benvenuto nella Scuola Ufficiali Carabinieri e porgere il saluto delle Forze Armate e mio personale. Siamo davvero grati per aver voluto intervenire all’inaugurazione dell’anno accademico.

Immagine raffigurante il Ministro della Difesa On. Antonio MartinoTale presenza onora tutti noi e dimostra l’interesse per la Benemerita ed i militari tutti. Saluto e ringrazio particolarmente l’amico e collega Onorevole Pisanu, Ministro dell’Interno, che condivide le responsabilità d’impiego dell’Arma dei Carabinieri. Un particolare saluto al Sottosegretario Gianni Letta. Si sceglie di diventare Carabinieri - e, in modo particolare, Ufficiali dei Carabinieri - non allo stesso modo in cui si sceglie un altro lavoro. Preesiste qualcosa di più profondo che spinge verso una carriera che è bensì professionale ma non è certo soltanto una professione. Sono valori tradizionali, familiari, personali che determinano la preferenza. Ma anche la storia dell’Arma; gli esempi dei suoi eroi, primo fra tutti il martire Salvo D’Acquisto; la quotidiana lotta al crimine per affermare la legalità; la difesa dell’ordine pubblico nelle circostanze più difficili e talvolta drammatiche; gli impegni militari nei teatri internazionali, sempre al servizio della convivenza civile; tutto questo e molto altro ancora inducono uomini e donne dalla coscienza retta ad indossare la divisa di Carabiniere. E si diventa Carabinieri nella consapevolezza che la fedeltà ai valori interiori ed ai valori istituzionali potrà richiedere persino il sacrificio della propria vita.

I giovani Ufficiali, che oggi salutiamo, consapevoli di tali valori, sono determinati a servirli nell’interesse comune. A loro, dunque, vanno il nostro apprezzamento e la nostra gratitudine. La Scuola Ufficiali ha sempre dimostrato di svolgere al massimo livello i propri compiti formativi. Perciò è doveroso esprimere un convinto plauso al Comandante della Scuola, Generale Barbato, al Corpo Insegnante, al Quadro Permanente ed al personale tutto. L’alta qualità della formazione impartita da questo Istituto, universalmente riconosciuta, costituisce il vero premio dell’impegno accademico che si rinnova negli anni e fa della Scuola un’“area di eccellenza” nell’intero panorama dell’educazione militare. I pregi di questa Scuola sono il miglior viatico per Ufficiali che dovranno assolvere compiti difficili e disparati. La Benemerita è una Forza armata, una forza di polizia, una forza combattente. I Carabinieri sono militari che operano dentro e fuori i confini. Alle funzioni tradizionali presto s’aggiungeranno quelle derivanti dalla costituzione della Gendarmeria Europea: un grande progetto che ha ricevuto impulso dalla Presidenza Italiana della UE.

La Gendarmeria Europea potrà essere impiegata, in linea con quanto finora avvenuto per le MSU dell’Arma dei Carabinieri, nell’intero ambito delle operazioni di pace, con compiti di polizia militare, di coordinamento e cooperazione con unità di polizia locali o internazionali, di collaborazione con agenzie civili internazionali. Tale Forza, per decisione del Governo e con l’assenso del Parlamento, potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea e potrà anche operare in favore dell’ONU, della NATO, dell’OSCE o di altri organismi e coalizioni internazionali. Si tratta, dunque, di un’iniziativa europea di grande significato politico, della quale l’Italia è protagonista grazie alle qualità ed all’esperienza dei propri Carabinieri. Un motivo in più per apprezzare la Benemerita. Nel corso degli anni la Scuola ha rafforzato i collegamenti con il mondo universitario, che costituiscono un elemento fortemente innovativo per l’intera rete educativa delle Forze armate. Oggi tale legame appare scontato, ma in un passato neppure tanto lontano l’istituzione militare ha sofferto di una marcata “separatezza” dai circuiti della vita sociale e culturale. Ebbene, essere invece riusciti a creare una rete di connessione fra la formazione militare superiore e le Università è un risultato importante, perché migliora tanto il mondo militare quanto il mondo civile.

Questa osmosi è particolarmente benefica per i Carabinieri che sono Forza armata e forza di polizia e, quindi, partecipi della dimensione civile e militare della vita nazionale. L’Arma fa quello che fa perché è quello che è. Non amo l’espressione “splendida anomalia” spesso usata in passato per qualificare lo specifico di questa grande Istituzione. La Benemerita è splendida, non anomala. La sua essenza è la militarità. Essa è parte integrante della sicurezza nazionale. Lo Stato Maggiore della Difesa dispone di quattro Forze Armate che agiscono, secondo il suo motto, come “Una Vis”. Autorità, Signore e Signori, nell’avviarmi a concludere, lasciate che mi rivolga più direttamente agli Ufficiali Allievi. Vi accingete ad affrontare il ciclo di studi che completerà la vostra formazione. Siate operosi e fiduciosi. Benché certi che sia irraggiungibile, mirate alla perfezione. Le responsabilità che vi aspettano cresceranno via via. Negli anni a venire sarete voi la guida dell’Arma. Voi rappresentate una ricchezza della Nazione. L’Italia si aspetta da voi che siate sempre all’altezza dell’Arma affinché l’Arma sia sempre all’altezza delle aspettative degli Italiani. Con un fervido “In bocca al lupo”, dichiaro dunque aperto l’anno accademico 2004-2005 della Scuola Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri.

Viva i Carabinieri!

Viva le Forze Armate!

Viva l’Italia!