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  • N.4 - Ottobre-Dicembre
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Libri

Sergio Romano

Anatomia del terrore (Colloquio con Guido Olimpo)

Edizione Rizzoli, 2004, pagg. 141, euro 5,90

In questo libro intervista, Sergio Romano, opinionista, storico ed acuto osservatore della politica estera, stimolato dalle domande e dalle osservazioni di Guido Olimpo, inviato del Corriere della Sera e a sua volta appassionato conoscitore della questione mediorientale, analizza il fenomeno del terrorismo, costituente oggi, dopo i fatti dell’11 settembre a New York e dell’11 marzo a Madrid, dopo i rapimenti e gli attentati in Iraq, la maggiore minaccia del nostro tempo. Dopo un prima “amara e realistica” considerazione, secondo cui non vi è fede religiosa, ideologica, programma politico o semplice interesse umano che non abbia generato, nel corso della storia, una fazione radicale decisa a perseguire i suoi obiettivi con l’arma della violenza, l’autore espone immediatamente il suo messaggio: conoscere e analizzare il terrorismo è una esigenza vitale anche e soprattutto per scegliere una strategia contro di esso. Per questo, individua tre tipologie di terrorismo (quello politico-sociale, quello nazionalista e quello mistico - religioso) e, colloquiando con il giornalista, si sofferma a riflettere sulle peculiarità di ciascuno di essi: quello politico- sociale ricorre alla violenza per distruggere l’ordine costituito e sostituirlo con un “ordine nuovo” (appartengono a questa categoria, per limitarci ai tempi più recenti, le formazioni rivoluzionarie d’ispirazione comunista durante gli anni di piombo, Brigate Rosse, Rote Armee Fraktion, Action Directe); quello identitario, nazionalista o regionalista, afferma con la violenza un’identità etnica/regionalistica (gli Irlandesi dell’Ira, i Baschi dell’Eta, i Palestinesi delle formazioni militanti dell’Olp, i Sudtirolesi del gruppo Klotz, i Ceceni, ecc.); infine quello misticoreligioso annuncia un mondo perfetto, giustifica le azioni violente, promette la salvezza eterna dei combattenti e incoraggia il loro sacrificio. La religione, che è spesso presente, in misura diversa, anche nel terrorismo identitario, assume in quest’ ultima tipologia di terrorismo una funzione decisiva. E’ il terrorismo fondamentalista di Osama bin Laden ma rientrano in questa categoria tutte le formazioni islamiche che discendono dalla Fratellanza Musulmana, costituita in Egitto nel 1928 e in particolare i gruppi sorti in Libano, Palestina, Afghanistan, Algeria, Pakistan fra gli anni ottanta e novanta. Sebbene si tratti come dice l’autore di una “ripartizione rozza, sommaria, soggetta a correzioni, imprecisa”, essa ha uno scopo essenziale: evitare che tutto venga amalgamato in una stessa grande categoria, credendo che questi fenomeni possano essere combattuti con gli stessi mezzi. Così, se il terrorismo è ideologico, politico, sociale, identitario, lo Stato deve fare del suo meglio per contrastarlo ma non può ignorare che il nemico ha una concreta e precisa aspirazione politica e che le organizzazioni terroristiche si rafforzano se godono di un crescente consenso sociale mentre si indeboliscono al raggiungimento di un accordo politico. Molto più complicata è la lotta al terrorismo religioso, in cui i fondamentalisti non hanno una agenda politica né intendono sedersi al tavolo di una possibile trattativa. Occorre quindi combattere quel terrorismo senza cedimenti e patteggiamenti ma soprattutto senza commettere errori. A giudizio dell’Autore, il primo errore, dopo l’11 settembre, è stato quello commesso da Bush, che, appropriandosi di recenti teorie della cultura americana sugli “scontri di civiltà” e sposando le istanze del partito della guerra a Washington che voleva regolare i conti con Saddam, ha voluto colpire l’Iraq per colpire il terrorismo. Il Presidente americano, inoltre, ha voluto creare, sulla base delle molteplici minacce esistenti, un unico “grande nemico”, ove far confluire alcuni avversari, che considerava, per ragioni diverse, pericolosi: Iraq, Iran, Siria, Corea del Nord. Ed ancora, nella vicenda irachena, l’Europa è rimasta remissiva di fronte ad una politica degli Stati Uniti evidentemente sbagliata; nella vicenda coreana, l’America ha trovato sulla strada quattro Paesi decisi ad impedirle una politica aggressiva: Cina, Giappone, Corea del Sud e Russia. In ultima analisi, il pensiero di Sergio Romano appare ancora più evidente nella risposta all’ interrogativo finale posto da Gianni Olimpo: che cosa fare nella sfida al terrorismo. L’Autore afferma che la linea d’azione è da ricercare nella soluzione della questione palestinese e in una migliore gestione della crisi irachena, nel tentativo di sottrarre al terrorismo una parte del terreno su cui è cresciuto. E, concludendo, sostiene realisticamente che “dovremo abituarci a convivere con questo terrorismo per un periodo abbastanza lungo, forse una ventina d’anni, e al contempo tollerare una crescente interferenza nella nostra vita privata ed accettare che il nostro stile di vita venga condizionato dall’esistenza di una minaccia permanente”.

Magg. t.ISSMI Rosario Castello


Sandro Montanari

Oltre lo Specchio. Formazione, terapia e paradigma sistemico

Borla editore, 2004, pagg. 168, euro 18,50

Si può far uscire le psicoterapie dagli alvei, ormai angusti, dei dottrinarismi, delle ipersemplificazioni e dei saperi frammentati e disgiunti che - come sostiene Morin - rendono ciechi alla complessità del reale. È cioè possibile spingersi “oltre” e farle gradualmente uscire dalle strettoie delle stesse teorie che le legittimano per evitare che queste ultime si richiudano su se stesse, pietrificandosi. È questo il movimento di ricerca che, nelle sue diverse accezioni, sostanzia il contributo di Sandro Montanari. Non è dunque un caso che la struttura narrativa, attorno la quale si sviluppa il testo, sia rappresentata da una intelaiatura iconicometaforica. La metafora (da metà-forein: portare oltre) serve alla mente per comunicare quello che il pensiero razionale non riesce a dire: per questo motivo la poesia, la letteratura, l’arte si trovano quasi sempre a precorrere le acquisizioni della scienza. E credo sia proprio una metafora poetica ad aiutare il lettore a cogliere la parte “pulsante” e più viva custodita nel volume: “Come Alice, possiamo passare attraverso lo specchio e viaggiare oltre l’immagine che lo specchio ci rimanda”(1). Una metafora che, per sua stessa natura, apre a una molteplicità di significati e che, tra questi, sembra richiamare il contributo metodologico, forse più originale, di Freud, da molti dimenticato: il terapeuta non è un osservatore esterno e neutrale, un semplice “specchio” delle proiezioni del paziente, ma una persona inevitabilmente coinvolta nel rapporto con quest’ultimo; una persona che sa che nelle pieghe delle sue emozioni, reazioni somatiche, sofferenze, sogni può ritrovare le tracce di questo rapporto e seguirle - addentrandosi in “mondi” non sempre conosciuti - ove riincontrare e riscoprire parti di se stesso… spingendosi continuamente “oltre”. Coniugando il linguaggio metaforico con quello scientifico, l’Autore cattura il lettore nel racconto di un interessante caso clinico e spiega tale movimento di esplorazione. E mostra come, innescando tale movimento, si possano trasformare le ferite del terapeuta, riaperte dal rapporto con il paziente, in feritoie: piccole fessure dalle quali egli può scrutare, da angolazioni diverse, il suo mondo interno e le sue intersezioni con quello del paziente, nella consapevolezza che la rielaborazione di tali contenuti psichici può giocare un ruolo nell’avvio di processi di cambiamento. “È impossibile conoscere il mondo senza conoscere, al tempo stesso, la mente che conosce il mondo; il soggetto è presente in tutti gli oggetti che conosce”(2). All’interno della cornice appena delineata, l’Autore accompagna il lettore in un avvincente viaggio nella terapia familiare. La singolare strutturazione a rete, propria del testo, è tale da consentire a chi legge di soffermarsi sia sulla “figura”, sul particolare (sintomo, individuo, ecc.) che sullo “sfondo”, sul contesto (famiglia, sistema terapeutico, ecc.), e di scoprire i giochi reciproci di “rispecchiamento” esistenti tra questi e tra parti del testo e delle storie in esso contenute. La dinamica circolare che ne deriva è tale da stimolare la ricerca di risposte a domande quali: “come si fa una diagnosi?”, “quali sono i possibili obiettivi di una psicoterapia?”, “che emozioni prova uno psicoterapeuta e come le può utilizzare?”, “il processo di cambiamento coinvolge solo il paziente, la sua famiglia o anche il terapeuta?”. Domande fondamentali, niente affatto scontate, nonostante siano ormai passati decenni dalla nascita della psicoterapia moderna. È inoltre doveroso sottolineare come, nel presente volume, venga tratteggiato un interessante e innovativo modello di terapia familiare. Un modello che - anche incorporando principi, concetti e elementi tratti dai più recenti sviluppi della ricerca sull’attaccamento - è teso, tra l’altro, a mettere in comunicazione l’intrapsichico con l’interpersonale, il mondo interno con il mondo relazionale dell’individuo. Per fare ciò l’Autore, muovendosi all’interno del paradigma sistemico, si avvale di un pensiero complesso, utilizzando (e connettendo tra loro) punti di vista e vertici di osservazione distinti, al fine di rendere conto della multidimensionalità e della struttura ramificata dei sistemi umani con i quali, nell’ambito del setting terapeutico, egli entra in relazione. In altri termini, lo spingersi “oltre” ha anche significato, per l’Autore, il saper entrare in un’ottica di integrazione e in una logica di confronto e di dialogo tra istanze diverse, per protendere - coerentemente con le modalità di procedere proprie della prospettiva epigenetica - verso la costruzione di un modello di terapia familiare complesso. Ricco di riflessioni teoriche e di indicazioni cliniche, il volume è, dunque, utilizzabile sia dall’esperto del settore, psicoterapeuta o teorico dell’attaccamento, che vuole approfondire alcune tematiche connesse agli ultimi sviluppi della teoria e della tecnica in terapia familiare, sia dallo studente in psicologia o dalla persona che intende avvicinarsi al mondo della psicoterapia per conoscerla dall’interno ed entrare in stretto contatto anche con aspetti pragmatico- esperienziali. È infatti proprio a partire da essi che vengono tessute le suggestive narrazioni, riportate nel volume, del caso clinico e del lungo tragitto formativo in terapia familiare percorso dallo stesso Autore.

Prof. Guido Crocetti

(1) - R.R. KOPP (1995): Le metafore nel ispgmico, Trento, Erickson, 1998, citato dall’Autore a pag. 23.
(2) -V. DE ANGELIS (1996): La logica della complessità. Introduzione alle teorie dei sistemi, Milano, Bruno Mondatori.


Antonino Troia

Lassù… attimo per attimo

Periferia, 2003, pagg. 102, euro 10,00

Il volume di poesie “Lassù… attimo per attimo” è frutto della passione e dell’impegno del Tenente Colonnello dei Carabinieri (par.) Antonino Troia che ha speso nelle aviotruppe dei Carabinieri buona parte del suo prestigioso curriculum professionale. Le poesie sono bellissime, di intensità assoluta quale solo la fervida passione per ciò che si ama intensamente può produrre. La simbiosi tra l’Uomo ed il volo è percepibile all’istante: l’Autore si identifica pienamente con la terza dimensione dell’aria e ne trasmette, integra e palpitante, ogni emozione. Si segnalano, per la speciale passione ed il commuovente trasporto, “Nostalgia” e “Ad un fratello parà che lascia il servizio”: entrambe trasudano, in uno, il profondo legame con la propria terra natia e l’intreccio forte per la passione per il volo. Complimenti all’Autore che ci regala un fremito insospettabile che certamente sorprenderà anche il lettore meno appassionato del meraviglioso genere poetico.

Magg. t.ISSMI Pietro Oresta


Michele Casentino, Giuseppe Gagliano, Giorgio Giorgerini

Sicurezza internazionale e potere marittimo negli scenari multipolari

Edizioni New Press, 2004, pagg. 76, euro 6,00

La pubblicazione “Sicurezza internazionale e potere marittimo negli scenari multipolari” è di estremo interesse per la specifica, attualissima materia trattata. È ribadito il ruolo sempre assai prezioso delle Marine Militari nell’attuale scenario geo-strategico osservandone la costante e preziosa partecipazione operativa in poliedrici e fondamentali ruoli sia di combattimento sia di rispetto di sanzioni internazionali. Se ne ribadisce il ruolo strategico ed irrinunciabile quale componente logistica in favore delle varie componenti terrestri nonché la capacità di assistenza alle funzioni vitali di comando, controllo e comunicazione. Interessantissimo il capitolo dedicato all’attuale scenario internazionale dove è sottolineato, a maggior ragione dopo l’11 settembre 2001, il sempre maggior ricorso al mezzo navale militare da parte degli USA per missioni di pattugliamento in alto mare, vigilanza e monitoraggio nei confronti del naviglio mercantile. Viene altresì segnalata la fondamentale opera della Guardia Costiera per i compiti di sorveglianza delle acque costiere, litoranee e di quelle portuali. Si auspica, attese le varie gravi crisi internazionali, la revisione in positivo della collaborazione euro-atlantica tra USA ed Europa nel segno del complessivo rafforzamento della sicurezza internazionale. L’interessante studio conclude con la conferma della sempre valida e storicamente riconosciuta identificazione della politica estera con le marinerie militari intesa come l’utilizzo diplomatico delle forze marittime a sostegno di più vasti, prestigiosi ed ambiziosi obiettivi politici.

Magg. t.ISSMI Pietro Oresta


Elio Casetta

Compendio di Diritto amministrativo

Giuffrè editore, 2004, pagg. 484, euro 29,00

Il volume, giunto alla sua quarta edizione, è aggiornato tra l’altro con il commento della Sentenza della Corte Costituzionale n. 204 del 2004. L’Autore passa in rassegna i vari istituti in maniera sintetica e concisa ma - al contempo - con chiarezza e completezza. In particolare tratta dell’Amministrazione e del diritto che la regola. Del concetto di ordinamento giuridico in seno all’amministrazione pubblica nel più ampio contesto del diritto costituzionale. Dei profili generali dell’organizzazione amministrativa mediante i regolamenti e degli enti pubblici in generale. Poi si sofferma sulle situazioni giuridiche soggettive e sulle loro vicende, quindi tratta del procedimento amministrativo nel suo divenire e delle sue varie fasi fino a giungere al provvedimento amministrativo e agli accordi amministrativi. Affronta il delicato problema delle obbligazioni della pubblica amministrazione e chiude con gli istituti di giustizia amministrativa. Il libro rappresenta un aggiornato e utile ausilio didattico che serve da approfondimento pratico tanto per gli studenti e per gli studiosi appassionati della materia conosciuta attraverso i manuali, quanto per i funzionari e dirigenti della pubblica amministrazione che quotidianamente affrontano le problematiche connesse.

Cap. CC Giovanni Fàngani Nicastro


Elena Sanna Ticca

Cittadino e Pubblica Amministrazione nel Processo di Integrazione Europea

Giuffrè editore, 2004, pagg. 338, euro 26,00

Durante l’anno in corso l’Unione Europea è divenuta una realtà che ci tocca sempre più da vicino. In tale contesto il processo d’integrazione europea si rende non solo attuale, ma anche e soprattutto necessario. Il testo viene incontro a questa esigenza e tratta la problematica in una prospettiva circolare al cui centro colloca i principi e i valori sui quali viene costruita l’azione amministrativa e il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini. Elenca le situazioni giuridiche soggettive dei cittadini e il fondamento e l’origine delle loro pretese e dei loro diritti. L’autrice, partendo da tali posizioni snoda un discorso dialettico che è frutto del rapporto esistente tra le pretese del cittadino e l’azione della pubblica amministrazione fondata sui principi del diritto amministrativo. La lettura del volume consente di approfondire gli istituti da un punto di vista dogmatico nella prospettiva di una futura esperienza applicativa nel nuovo contesto europeo.

Cap. CC Giovanni Fàngani


Nicastro Fabio Mini

La guerra dopo la guerra

Einaudi, 2003, pagg. 294, euro 14,00

Fabio Mini, tenente generale dell’esercito, già noto per aver pubblicato nel 1998 un altro volume dal titolo L’altra strategia, ritorna nelle librerie con La guerra dopo la guerra - Soldati, burocrati e mercenari nell’epoca della pace virtuale. L’autore ha strutturato il proprio lavoro in tre parti: “Occidente e Oriente” (Occidente e Oriente della guerra; Dove va l’Occidente; Guerra da Occidente e terrore da Oriente); “Guerra e guerrieri” (Come cambia la guerra; Limiti e asimmetrie; Come cambiano i guerrieri; Elogio del guerriero); “I dopoguerra” (Dopo la guerra; Timor Est e il vicesceriffo; Afghanistan: la vittoria; Kosovo: il modello da esportazione?; Iraq: grazie America!), oltre ad una introduzione ed un epilogo. Nella prima parte Mini affronta le diverse prospettive sulla percezione della guerra dell’Occidente e dell’Oriente, sottolineando come sia stato possibile arrivare, sotto un profilo concettuale, all’11 settembre 2001. A suo giudizio, l’attacco terroristico è stato causato principalmente da un limite tutto occidentale: l’incapacità di riorganizzare i servizi di informazione e di polizia per il contrasto alle forme di terrorismo internazionale, rispondendo a quest’ultimo con operazioni militari il cui esito finale (la sconfitta del terrorismo) non appare così scontato. Nella seconda parte, l’analisi è incentrata sulle trasformazioni della guerra e dei “guerrieri”; per la guerra di oggi “la tecnologia delle armi è importante, ma è l’integrazione tra armamenti, combattenti e logistica del sostegno militare la vera combinazione vincente”. Il profilo dei guerrieri si è trasformato dal cittadino-soldato sorto con la rivoluzione francese al soldato tecnologico e burocratico, che vuole fortemente la Rivoluzione degli affari militari (RMA) e le operazioni a “costo zero”, per arrivare alla figura del soldato professionista di oggi. In parallelo alla trasformazione della figura del soldato evolve anche quella dei mercenari o membri di eserciti privati o delle “compagnie private di sicurezza”, note con gli acronimi PMC (Private Military Companies) o PSC (Private Security Companies). Nella terza parte “I dopoguerra”, Mini analizza la situazione nei singoli Teatri operativi che più recentemente hanno visto la presenza degli americani o di qualche loro “vicesceriffo”, evidenziando successi militari e insuccessi post-conflitto. Il problema principale che viene giustamente sottolineato è quello della ricostruzione di un Paese dopo una sconfitta militare, soprattutto con il vuoto di potere che nei Paesi analizzati emerge con evidenti limiti. In sintesi è un libro importante per la comprensione della situazione politica e militare internazionale tra la fine del XX secolo e i primi anni del III millennio.

Magg. CC Flavio Carbone


Giovanni Aliberti

Dalla parsimonia al consumo - Cento anni di vita quotidiana in Italia (1870- 1970)

Le Monnier, 2003, pagg. 176, euro 11,30

Aliberti, professore ordinario di Storia Contemporanea nella facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza”, affronta l’evoluzione dell’economia domestica, dopo un primo lavoro in argomento apparso più di dieci anni fa. L’autore ritorna su un tema a lui caro con un tono ironico, pronto a stigmatizzare i comportamenti più nocivi e nefasti che le scelte politiche in Italia hanno determinato; particolarmente interessanti, in questo senso, appaiono i capitoli dedicati al ventennio ed al secondo conflitto mondiale (Andiamo in campagna, Abbasso la bistecca e Mercato nero zona grigia). L’opera non costituisce semplicemente un ampliamento del suo precedente “L’economia domestica italiana da Giolitti a De Gasperi 1900/1960” apparsa all’inizio degli anni Novanta: l’autore, infatti, dopo La resa di Cavour (Le Monnier, 2000), in cui affronta il carattere degli Italiani attraverso l’opera degli intellettuali in quasi due secoli di storia nazionale, è ritornato a rielaborare un argomento che consente di rileggere l’evoluzione della società italiana proprio attraverso i modelli di vita in generale e di vita domestica in particolare. La chiave di lettura che Aliberti utilizza è costituita dallo studio del ménage familiare contornato da una ricca analisi della società che si evolve anno per anno trasformandosi da modello tipicamente rurale a neo-industrializzato del boom economico degli anni cinquanta - sessanta del Novecento. Uno dei metodi dell’autore consiste nell’impiego di un buon numero di testimonianze di persone che ben ricordano il passato meno florido delle rispettive famiglie. I loro ricordi, integrati da numerosi elementi bibliografici e da ricerche condotte da importanti autori (tra i quali Luzzato Fegiz) riescono a fornire un quadro vivo della società italiana in cento anni di vita nazionale, trasmettendo al lettore la percezione delle difficoltà e dei successi delle famiglie italiane in oltre quattro generazioni. Un ultimo aspetto va sottolineato a proposito del libro. L’autore ha ulteriormente spinto la propria ricerca linguistica arricchendo il testo di parole ricercate, meno note o quasi desuete che conferiscono un ulteriore stimolo per la comprensione di cento anni di vita nazionale.

Magg. CC Flavio Carbone


Guido Sertorio Marina Nuciari

Nuovi soldati per nuove missioni - studio di un caso

Giappichelli Editore, 2003, pagg. 167, euro 15,00

Il libro realizzato dai professori Sartorio e Nuciari si presenta come l’analisi condotta su di un campione selezionato di militari italiani che rispondono alle domande in tre momenti diversi della propria esperienza professionale: all’inizio della propria esperienza, dopo la formazione di base, dopo una prima missione all’estero e infine dopo due missioni all’estero e circa tre anni di servizio come volontari. Le interviste dell’ultima fase sono state condotte sul campione che era rimasto in servizio aderendo ai propositi iniziali di continuare l’esperienza nell’Esercito come Volontario in Servizio Permanente. Alcuni aspetti, tra i tanti che gli autori mettono bene in evidenza, sono particolarmente interessanti: innanzitutto emerge chiaramente la provenienza regionale che confligge in parte con il concetto di “alpinità” legato al reparto in cui sono state condotte le interviste (2° Reggimento della Brigata Alpina Taurinense, di stanza a Cuneo). Gli stessi intervistati, eccezion fatta per i pochi nati al Nord, non sentono particolarmente questa appartenenza al Corpo degli Alpini, al contrario dell’esperienza militare condotta precedentemente in reparti più vicini ai propri legami affettivi e composti su base regionale (come ad esempio la Brigata Sassari). Un’altra circostanza che appare in modo del tutto chiaro è la percezione delle attività militari che questi giovani hanno espresso: accanto ad un riconoscimento di alcuni sul ruolo del militare come difensore della Patria, è ben più netto e marcato quello di peacekeeper come, in fin dei conti, è stato presentato a loro stessi il militare italiano sin dalle prime fasi di addestramento (rifuggendo così dalla percezione di warfighters piuttosto che di peacekeeper che i soldati statunitensi mostravano, invece, nel corso delle indagini sociologiche condotte da D. Segal ed altri). Il lavoro condotto da Sartorio e Nuciari costituisce un interessante spunto per riflettere sulla necessità di estendere indagini sociologiche di questo livello anche ad altre forze e corpi armati dello Stato per cercare di ottenere delle chiavi di lettura più vicine alle reali percezioni dei militari che ne fanno parte, in modo tale da offrire anche uno strumento di maggiore conoscenza di numerosi aspetti e problematiche spesso sottovalutati o addirittura sconosciuti.

Magg. CC Flavio Carbone


Emilio Falco

I figli di David e l’Unità d’Italia: Leone Carpi e Luigi Luzzatti

e-Doxa, 2003, pagg. 284, euro 18,00

Il libro “I figli di David e l’Unità d’Italia: Leone Carpi e Luigi Luzzatti” tratta della carriera politica e dell’impegno culturale e scientifico profuso da Carpi e Luzzatti nel progresso dell’Italia unita. Carpi e Luzzatti rappresentano due personalità diverse accomunate dall’interesse di far progredire il Paese attraverso lo sviluppo di alcune iniziative, principalmente di carattere politicoeconomico e finanziario. Si tratta di due appartenenti alla comunità ebraica che, dopo aver partecipato alle vicende risorgimentali continuarono nell’età della Destra a prendere parte alla vita politica italiana. Mentre su Carpi non sono stati svolti particolari studi dal sapore scientifico, su Luzzatti molto è stato scritto. L’autore analizza le Memorie di quest’ultimo che costituiscono una notevole e preziosa fonte per la comprensione della vita politica nei sessanta anni di governo liberale, integrata dall’esame di corrispondenza inedita. In questo modo viene evidenziata l’appartenenza di Luzzatti alla nuova scuola economica ed il dibattito sulle teorie dell’economia politica con i liberisti. Emerge con chiarezza un aspetto che Carpi e Luzzatti ponevano sopra ogni cosa: il grande senso dello Stato e la volontà di partecipare, con il proprio contributo, all’organizzazione e alla modernizzazione del giovane Regno d’Italia. Analogamente traspare un valore tipico di buona parte della classe politica del tempo, ovvero una forte integrità morale. Il volume è stato realizzato da Emilio Falco ricercatore presso il Dipartimento di Studi Politici della facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza”, analizzando numerosi documenti inediti alcuni dei quali custoditi presso l’Istituto veneto di Scienze ed Arti, a cui vanno aggiunti i carteggi di numerosi esponenti parlamentari del periodo.

Magg. CC Flavio Carbone


Enzo Anceschi

I Carabinieri Reali contro la Camorra

Laurus Robuffo, 2003, pagg. 82, euro 24,00

L’opuscolo I Carabinieri Reali contro la Camorra ha un sottotitolo decisamente significativo: una missione speciale negli anni venti. L’autore, ufficiale in congedo dell’Arma dei Carabinieri, ha inteso ricordare un particolare periodo della vita professionale del padre Vincenzo, che fu incaricato direttamente da Mussolini di eliminare i dilaganti fenomeni criminali nella zona dell’agro aversano, nolano e giuglianese. Il colonnello Vincenzo Anceschi (classe 1877) nacque a Giugliano in Campania (NA) località dove il padre assolveva l’incarico di comandante di stazione. La sua carriera iniziò con la Legione Allievi Carabinieri, per poi percorrere la scala gerarchica all’interno dell’Arma, sino a giungere a quello di colonnello. Una prima imprecisione, della quale l’autore fa ammenda nella premessa, è 197 LIBRI legata al profilo della carriera del genitore quando scrive che “per diventare sottufficiale frequenta la Scuola Sottufficiali di Firenze” per poi partecipare come ufficiale ai combattimenti sul Podgora. In realtà la Scuola Allievi Sottufficiali CC. RR. iniziò le attività didattiche solamente nel 1920 concentrando in un’unica sede tutte quelle attività che precedentemente erano localizzate presso i comandi di Legione. L’opuscolo raccoglie e utilizza alcuni documenti che vengono pubblicati per la prima volta e che costituiscono l’attività operativa di quattro anni di contrasto al crimine in una zone dipinta, talvolta in modo eccessivo stante l’epoca storica, per l’efferatezza dei crimini commessi. Dispiace che il volumetto sia stato basato unicamente su alcuni documenti, notizie stampa e ricordi dell’autore senza, ad esempio, approfondire il rapporto tra i Carabinieri incaricati dell’assolvimento di questa “missione speciale” e la popolazione, in ipotesi attraverso una ricerca da condurre sulle fonti locali. Appare opportuno sottolineare che numerosi lavori sulla storia dell’Istituzione hanno orientato l’attenzione sulle vicende belliche nelle quali il Corpo dei Carabinieri Reali ha preso parte ponendo in una posizione secondaria o addirittura marginale le attività di controllo del territorio e di investigazione, da sempre patrimonio dell’Arma. In questo senso il lavoro in commento si segnala per l’attenzione dedicata ad un aspetto che solamente negli ultimi anni, fatte alcune eccezioni, è ritornato all’attenzione di alcune branche della ricerca storica: l’attività di polizia giudiziaria dei reparti territoriali dell’Arma dei Carabinieri. L’opera è arricchita dalla prefazione del Comandante Generale dell’Arma pro tempore, Generale di Corpo d’Armata Guido Bellini.

Magg. CC Flavio Carbone


Carlo Jean

Manuale di Geopolitica

Editori Laterza, 2003, pagg. 344, euro 24,00

Il generale Jean ritorna, dopo “Geopolitica” e “Guerra, strategia e sicurezza” (solo per citare i lavori più noti), ad affrontare la delicata questione dell’importanza della Geopolitica. Il suo libro “Manuale di geopolitica” parte necessariamente dalle sue precedenti pubblicazioni in materia, per affrontare le profonde trasformazioni geopolitiche degli ultimi 15 anni e ancor più quelle avvenute all’indomani dell’attacco agli Stati Uniti dell’11 settembre 2001. In quest’ultimo campo va necessariamente ricompresa la National Security Strategy approvata nel settembre 2002 dal presidente degli USA Bush e la conseguente possibilità, sulla base della NSS, di un attacco preventivo come strumento di difesa degli interessi nazionali statunitensi. Ciò integrato con una diversa concezione delle attività di peacebuilding. Lo stesso autore sottolinea che “questo lavoro non rappresenta solo un aggiornamento di Geopolitica [quanto] un rifacimento pressoché completo. Il mondo da allora è troppo cambiato; troppo cambiate sono anche solo l’Italia e l’Europa”. In particolare, Jean analizza con un taglio diverso e accattivante argomenti più vicini alla quotidianità di questo inizio secolo, come ad esempio la geoinformazione (cap. VIII), le Teorie geopolitiche all’inizio del XXI secolo (cap. X) e gli ultimi due capitoli, Le costanti geopolitiche della politica estera italiana (cap. XI) e Interessi nazionali, opzioni e prospettive geopolitiche per l’Italia in Europa e nel mondo all’inizio del XXI secolo (cap. XII). L’analisi del panorama internazionale complessivo nel quale si sviluppano le considerazioni del generale consente di ipotizzare numerose prospettive verso le quali si potrebbe indirizzare la politica estera italiana, fornendo utili spunti per ulteriori riflessioni sul tema. Un interessante apparato di note, indispensabili per ulteriori approfondimenti, completa il lavoro del generale Jean.

Magg. CC Flavio Carbone


Massimo de Leonardis (a cura di)

Il Mediterraneo nella politica estera italiana del secondo dopoguerra

Il Mulino, 2003, pagg. 358, euro 28,50

Il volume curato da de Leonardis, professore di Storia delle relazioni e delle istituzioni internazionali e docente di Storia dei trattati e politica internazionale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Cattolica di Milano, rappresenta il terzo contributo del C.Ri.S.S.M.A. (Centro di Ricerche sul Sistema Sud Mediterraneo Allargato) apparso con la medesima casa editrice. Il testo raccoglie gli atti del convegno tenutosi nel novembre 2001 a Milano per iniziativa dell’Istituto di Studi di Politica Internazionale (ISPI), con il coordinamento scientifico del curatore. Le tre sessioni che costituivano il convegno sono state organizzate per offrire una visione multidimensionale: l’Italia media potenza regionale; l’Italia ed il Mediterraneo: cooperazione internazionale e confronto di civiltà; politica estera e dimensione strategica. A conclusione del convegno si è tenuta una tavola rotonda dal titolo: il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo, i cui contenuti sono anch’essi riportati nel volume. I numerosi contributi presentati nel corso del convegno rivestono tutti grande rilievo, alla luce degli studi condotti dai vari relatori. Tra gli interventi più interessanti sono da annoverare quelli di Walter Maccotta (“La direttrice mediterranea nella politica estera italiana”), Maurizio Cremasco (“L’evoluzione del quadro strategico mediterraneo dagli anni Ottanta”), Valeria Piacentini (“La politica estera italiana, i paesi arabi e il mondo musulmano”) e tutti gli interventi presentati nella terza sessione “Politica estera e dimensione strategica” dai relatori Raimondo Luraghi (“L’Italia nel fronte sud della NATO”), Carlo Bellinzona (“L’Italia paese di «frontiera» per la sicurezza del Mediterraneo”), Pier Paolo Ramoino (“Politica estera italiana e marittimità”) e Giorgio Giorgerini (“Marina militare e diplomazia navale”). In definitiva, il libro offre 199 LIBRI una visione organica e multidisciplinare del lungo e, qualche volta travagliato, rapporto tra l’Italia e il Mediterraneo ripercorrendo il percorso storico -politico - diplomatico e militare che parte dall’indomani del Secondo Conflitto Mondiale per giungere sino ai giorni nostri.

Magg. CC Flavio Carbone


Stefano Sepe, Laura Mazzone, Ignazio Portelli, Giovanni Vetritto

Lineamenti di storia dell’amministrazione italiana (1861-2002)

Carocci Editore, 2003, pagg. 229, euro 18,00

Il volume ripercorre in maniera agevole e completa l’evoluzione delle amministrazioni pubbliche italiane e dei gestori dei pubblici servizi, inquadrati all’interno dell’evoluzione politica e sociale dello stato italiano, sin dalla sua proclamazione. La scelta che gli autori - ben noti e apprezzati conoscitori della materia - hanno operato si è concentrata su “una chiave interpretativa che mette al centro le fasi proprie dell’evoluzione dell’amministrazione. Nella convinzione che la storia amministrativa sia dotata di una sua peculiare specificità”. Proprio partendo da questa premessa, l’analisi si è concentrata su una schematizzazione per periodi, che tiene conto delle “strutture ministeriali, che costituiscono il nucleo centrale e originario del sistema amministrativo; le altre amministrazioni”, del “rapporto centroperiferia, sotto i due aspetti dell’evoluzione dei poteri locali e dell’articolazione periferica dell’amministrazione statale” ed infine de “la burocrazia, con i suoi caratteri numerici e professionali, ma anche con la menzione dei suoi protagonisti nelle diverse fasi”. Il volume, articolato in sei capitoli, consente di seguire la scansione temporale dei mutamenti e delle trasformazioni che la materia ha avuto e che nel corso della storia nazionale si sono verificate. Al riguardo, grande importanza assumono la creazione degli enti regionali negli anni Settanta e lo sviluppo delle autorità indipendenti e delle agenzie governative; per ciò che attiene agli aspetti legati alla burocrazia, invece, si sottolineano le analisi relative alla “istituzione della dirigenza statale e la formazione delle élites amministrative” e la “scomparsa delle carriere e la “privatizzazione” dell’impiego”. Si tratta di un percorso lungo e articolato che Sepe e gli altri autori hanno già affrontato precedentemente in diversi lavori e che ora riescono a contenere nelle 229 pagine che compongono questo libro.

Magg. CC Flavio Carbone


Carlo Strano

Manuale di Criminologia Clinica SEE

Editrice, 2003, pagg. 862, euro 119,00

La SEE Editrice di Firenze, nata nel 1993, si avvale della collaborazione di valenti specialisti nei vari campi della Medicina per produrre opere specialistiche e proporre strumenti culturali ed operativi sempre più agili e completi, al fine di poter presentare sempre nuovi temi di sicuro interesse per la Professione Medica. Questo Manuale di Criminologia è frutto dell’esperienza dell’Autore nel campo della Psicologia Criminale, maturata nell’ambito della Polizia di Stato, ma anche di un lungo lavoro di ricerca, raccolta e valutazione di oltre 40 CoAutori esperti nelle molteplici tematiche trattate nell’opera, e nasce dall’esigenza di poter disporre di un agile e valido strumento di studio e di lavoro con cui cercare di districarsi nel vasto e complesso mondo della Criminologia. Un Manuale, quindi, utile a tutti quelli che per motivi professionali o per interesse scientifico intendono acquisire e approfondire le tecniche per analizzare il comportamento criminale in modo più profondo e sistematico. Una lettura indispensabile per selezionare le informazioni necessarie e gli strumenti potenzialmente più adeguati per le finalità di tutti coloro che operano nel campo della Criminologia clinica, dagli appartenenti alle Forze di Polizia, ai Medici, Psicologi, Avvocati, Sociologi ed Educatori. L’opera ha il merito non comune di trasformare le fonti di conoscenza in strumenti di conquista della stessa conoscenza, accreditandosi poi quale erudito riferimento per una vasta gamma di operatori. Il volume è articolato in tre parti: nella prima vengono riportati alcuni contenuti teorici riguardanti le situazioni (psicologiche, psicosociali, sociologiche) che possono collocarsi alla base del comportamento criminale e i fattori individuali che spesso interferiscono sull’esecuzione dell’atto delittuoso. La seconda parte annovera un folto repertorio dei principali strumenti a disposizione del criminologo per acquisire informazioni utili all’analisi del crimine, come lo studio della scena del delitto, le tecniche di interrogatorio, l’uso della psicodiagnostica criminologica, ecc. Nella terza parte vengono trattate alcune aree tematiche specialistiche della Criminologia riferite sia ai crimini tradizionali del mondo del crimine (omicidi, pedofilia ecc.), sia a quelle più moderne e non ancora trattate in modo ampio dalla letteratura scientifica, come il computer crime, la Criminologia del lavoro o i crimini maturati nell’ambiente delle sette sataniche. Il volume è corredato infine da una serie di strumenti operativi (test, questionari, griglie di analisi) utili all’attività criminologico- investigativa. La Criminologia è una “scienza empirica” che studia il fenomeno criminoso nella sua complessità, considerando qualunque prospettiva attenga il crimine, quindi, in essa si sovrappongono molteplici discipline (Diritto, Medicina, Psicologia, Psichiatria, Biologia, Sociologia, Antropologia, Statistica, Scienze economiche, ecc.) e l’interdisciplinarietà è sua caratteristica precipua. Sintetizzando si può dire che in essa si confrontano due gruppi di scienze: quelle umane e quelle giuridiche. Nello specifico, la funzione primaria della Criminologia clinica o applicata è quella di integrare ed interfacciare le Scienze criminali, in particolare il Diritto penale, con le Scienze dell’uomo (mediche, psicologiche e sociologiche), offrendo al sistema giudiziario delle informazioni utili all’applicazione individualizzata e risocializzativa della pena, estrinsecandosi, quindi, soprattutto al momento dell’esecuzione della pena e durante la detenzione. Marco Strano è Direttore Tecnico Psicologo della Polizia di Stato italiana presso il Centro di Neurologia e Psicologia Medica. Presta servizio alla Polizia Postale e delle Comunicazioni come Dirigente dell’Unità di Analisi sui Crimini Informatici. Svolge attività di ricerca e insegnamento universitario presso l’Istituto di Psichiatria e Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e collabora inoltre con la Cattedra di Criminologia. È ricercatore incaricato presso la Duke University (North Carolina - USA) dove sta svolgendo esperimenti per la riproduzione in laboratorio del funzionamento della mente di un criminale attraverso l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale, nell’ambito del progetto NNPCP (Neural Network for Psychological Criminal Profiling). Collabora inoltre con l’Unità di Scienze comportamentali (Behavioral Science Unit) dell’Accademia FBI di Quantico con cui sta sviluppando un progetto di ricerca sul criminal profiling.

Mar. Ca. Alessio Rumori