Inaugurazione dell'Anno Accademico 2003-2004

Il 22 gennaio 2004, nell'Aula Magna della Scuola Ufficiali Carabinieri, alla presenza dei rappresentanti degli Organi Costituzionali, nonché di numerose Autorità civili, militari, religiose e del corpo docente, si è aperto ufficialmente l'Anno Accademico 2003-2004. Hanno preso la parola, nell'ordine, il Comandante della Scuola, Gen. D. Vittorio Barbato, il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Guido Bellini e il Ministro della Difesa, On. Antonio Martino.

Inaugurazione dell'Anno Accademico 2003-2004

Relazione del Comandante della Scuola
Signor Ministro della Difesa, Autorità, Signore e Signori, desidero salutare e ringraziare tutti i graditi ospiti che, con la loro presenza, conferiscono a questa significativa cerimonia particolare solennità.

Gen. D. Vittorio BarbatoUn sentito ringraziamento al Signor Comandante Generale dell’Arma per avermi voluto destinare, dopo l’esperienza unica, maturata al Comando della Regione Carabinieri Campania, a questo prestigiosissimo incarico che mi consente di tornare, dopo molti anni, tra i giovani ufficiali allievi con il compito, delicato ma affascinante ed assai gratificante, di essere il responsabile della loro formazione. Ringraziamento che estendo al Comandante delle Scuole dell’Arma per il continuo indirizzo e personale sostegno che non ci ha mai fatto mancare. Un cordiale saluto ai miei predecessori per l’opera da loro svolta.

Essi costituiscono un punto di riferimento, ben preciso, per molte generazioni di ufficiali. Un sentito apprezzamento, infine, ai docenti dell’Istituto per aver saputo raggiungere, con grande professionalità e dedizione, gli obiettivi addestrativi prefissati nell’ambito della più ampia “missione” affidata alla Scuola Ufficiali. Missione, importante quanto complessa, che qui viene svolta attraverso linee guida, ben definite: - la maturazione del carattere dei giovani ufficiali allievi, con il costante e concreto richiamo ai valori morali e alla valorizzazione dell’etica militare e professionale; - l’affinamento delle qualità intellettuali con l’ampliamento e l’approfondimento del patrimonio culturale per consentire loro di operare, con disinvoltura e padronanza, nella non facile dinamica sociale del Paese; - la conoscenza approfondita della normativa tecnico-professionale per poter ben esercitare le funzioni dell’ufficiale dei carabinieri; - la giusta esaltazione della tradizionale linea militare dell’Istituzione che ne fa una efficiente, moderna ed affidabile Forza Armata, in servizio di Polizia, che ci viene invidiata nel Mondo.

In tale contesto, nella Scuola, vengono formati gli ufficiali del Ruolo Normale, del Ruolo Speciale, del Ruolo Tecnico- Logistico ed in Ferma prefissata destinati, questi ultimi, a sopperire le vacanze organiche che si vengono a determinare con la sospensione della leva obbligatoria. In breve, quattro sono le tipologie dei Corsi di Formazione:

a. in primo luogo, i giovani ufficiali del Ruolo Normale che, dopo il biennio in Accademia Militare, frequentano, qui, altri tre anni: due di Applicazione ed uno di Perfezionamento, con il grado di Tenente, al termine del quale conseguono la laurea in giurisprudenza e completano il percorso formativo per essere pronti ad assumere incarichi di Comando. Sono attualmente presenti il 182° e 183° Corso di Applicazione e il 10° Corso di Perfezionamento, per complessivi 156 ufficiali allievi;

b. il Corso Applicativo per ufficiali del Ruolo Speciale, provenienti dai Marescialli e dagli Ufficiali di complemento, al termine del quale sono destinati, prevalentemente, ad incarichi di comando dell’Organizzazione Territoriale, data la loro pregressa esperienza professionale. È qui presente il 43° Corso Applicativo costituito da 54 ufficiali;

c. il Corso Formativo per ufficiali del Ruolo Tecnico-Logistico, i quali dopo aver superato un concorso per giovani laureati in discipline scientifiche, con il grado di Tenente, sono ammessi alla frequenza di un corso modulato in base alle esigenze di garantire il necessario apporto tecnico-scientifico alla componente operativa dell’Arma e di gestire gli organi direttivi logistici dell’Istituzione. Sono qui presenti 21 ufficiali tra amministratori, fisici, informatici, ingegneri e medici;

d. dal marzo dello scorso anno, inoltre, nella Scuola, vengono svolti anche i Corsi Tecnico-Professionali per ufficiali in ferma prefissata di trenta mesi. È una nuova categoria che, in tutte le Forze Armate, sostituisce quella degli ufficiali di complemento. Al momento è presente il 4° Corso costituito da 83 frequentatori. Oltre alla formazione di base, l’Istituto ha il compito di sviluppare una intensa e proficua attività di aggiornamento che interessa tutti gli Ufficiali dell’Arma, fino al grado di Generale di Brigata, quando questi, ancora una volta, tornano alla Casa Madre per frequentare un seminario sulle delicate funzioni devolute al Comandante di Regione.

In tale contesto, l’Istituto aggiorna, inoltre, gli ufficiali destinati, per la prima volta, ai Comandi Provinciali e di Compagnia territoriale. Ma il momento più qualificante dell’attività di aggiornamento è, senza dubbio, il Corso d’Istituto per Capitani prossimi all’avanzamento al grado di Ufficiale Superiore. Il corso è diviso in due fasi della durata di tre mesi ciascuna: una preliminare a distanza e l’altra qui alla Scuola. Lo scopo di questo Corso è di abilitare l’ufficiale alle funzioni più complesse del grado superiore o quale componente di uno Stato Maggiore di Grande Unità. Il corso è, anche, propedeutico alla frequenza dell’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze che un numero selezionato di ufficiali è destinato a frequentare con i colleghi delle altre Forze Armate. In sintesi, nella Scuola, viene svolta una intensa attività formativa e di aggiornamento per più di 9.700 periodi didattici ai quali sono ammessi circa 820 Ufficiali per lo più ospitati in moderne e funzionali stanze singole, dotate di tutti i comforts e di personal computers, in rete, che consentono loro, durante lo studio libero, di collegarsi ad Internet ed Intranet.

La Scuola è, altresì, attrezzata per l’attività ginnico-sportiva con una funzionale e moderna Palestra, campi da tennis, di calcio e di calcetto a disposizione degli Ufficiali allievi e del personale del Quadro Permanente. La programmazione ed il corretto funzionamento di dette attività è affidata all’Ufficio Addestramento e Studi della Scuola nonché all’Istituto di Studi Professionali e Giuridico Militari che, dal 2000, svolge, all’interno di questo Istituto, una qualificata attività di ricerca, studio ed elaborazione documentale, anche su indirizzo del Comando delle Scuole e sulla base dell’evoluzione ordinativa e dottrinale della nostra Istituzione. In tale quadro, sono state, altresì, sviluppate ed armonizzate importanti iniziative quali, ad esempio: - l’incremento delle lezioni dedicate alla Storia dell’Arma dei Carabinieri per incentivare, negli Ufficiali frequentatori, lo spirito di appartenenza; - l’aumento dei periodi destinati all’apprendimento specialistico della lingua inglese, atteso il crescente impegno dell’Arma in campo internazionale; - il sensibile ampliamento delle esercitazioni pratiche di Tecnica Professionale, d’impiego tattico, con particolare riferimento alle operazioni di mantenimento della pace, di topografia e di logistica e di organizzazione dei Comandi con l’ausilio dei più moderni mezzi informatici e telematici; - un ciclo di conferenze su tematiche professionali e di cultura generale tenute da personalità di spicco nei vari campi del sapere.

Da quanto fin qui detto, emerge una Scuola Ufficiali attenta e sensibile ai crescenti stimoli culturali, provenienti dal mondo universitario e da quello della ricerca, in una visione moderna della formazione dei giovani ufficiali destinati a svolgere funzioni di Comando e di direzione all’interno dell’Istituzione: dei veri manager preparati, efficienti e ben motivati che traggono costante ispirazione ed ammaestramento dalla Storia dell’Arma e dalle Sue secolari tradizioni. Ed è proprio nel richiamare i “valori morali” che mi rivolgo ai voi giovani ufficiali del: - 20° Corso d’Istituto; - 10° Corso di Perfezionamento; - 182° e 183° Corso di Applicazione; - 43° Corso Applicativo; - 9° Corso Formativo; - 4° Corso Tecnico-Professionale, perché sono i valori morali alla base della nostra comune “motivazione” quella di essere ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, Comandanti di uomini, assertori convinti della legalità, difensori dei più deboli, immersi nel connettivo sociale del Paese, per assicurarne l’ordine ed il progresso civile. Ed è per questo modo di essere Carabinieri e nel comune “credere” nei valori morali che la nostra Istituzione è amata e rispettata in Italia ed all’Estero.

Voi giovani Ufficiali vi state preparando, con serietà, a comandare i nostri meravigliosi Carabinieri: siatene sempre all’altezza e ricordate che la storia della Istituzione è anche la storia del nostro Paese, come vuol indicare la “lucerna” posta sulla copertina della Storia d’Italia, scritta dallo storico inglese Denis Mack Smith. Sta a voi ora continuare a scriverla con professionalità e passione, con riservatezza e lontano dai riflettori, ma soprattutto con onore e completa dedizione e fedeltà alla Patria.

Prolusione del Comandante Generale dell’Arma
L’inaugurazione dell’Anno Accademico è stata sempre occasione propizia per fare il punto sulla situazione complessiva nella nostra Istituzione: una sorta di riflessione generale sullo stato dell’Arma, che quest’anno festeggia i suoi 190 anni di vita, vissuti sempre, tra la gente e per la gente, al servizio del Paese. Abbiamo vissuto nel 2003 un periodo di grande impegno, difficile e tormentato, affrontando con determinazione e grande consapevolezza i gravosi problemi, posti dagli attuali scenari nel mondo globalizzato.

Gen. C.A. Guido BelliniIn tale contesto, la sua duplice natura, quale Forza Armata e Forza di Polizia ad ordinamento militare, ha posto l’Arma in un ruolo chiave nell’attuale sistema di sicurezza nazionale ed internazionale. Essa infatti, oltre a fornire un contributo determinante allo sviluppo delle attività connesse con la sicurezza interna, ha partecipato e partecipa attivamente anche alle iniziative poste in essere per garantire, al massimo livello possibile, la sicurezza della comunità internazionale.

A tali fini, ha saputo integrarsi efficacemente con i corrispondenti sistemi degli altri Paesi, in stretto coordinamento con il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, nell’ambito delle specifiche strutture comunitarie o multinazionali.

Basti ricordare, sul versante della comunità europea, la partecipazione attiva a tutte le iniziative operative comuni come in ambito EUROPOL e, nel più ampio contesto della comunità mondiale, le operazioni di supporto alla pace.

L’impiego nelle operazioni di supporto alla pace

Proprio con riferimento alle missioni di supporto alla pace, l’Arma ha saputo cogliere in questi anni, con prontezza, capacità ed in modo originale, gli stimoli operativi prodotti dagli scenari internazionali.

È ormai largamente condiviso il convincimento che gli interventi per la sicurezza nelle aree destabilizzate siano da mettere nel novero delle attività che producono effetti indiretti, ma ugualmente importanti, anche sul grado di sicurezza del Paese o dei Paesi che le sviluppano concretamente e quindi rientrino, a pieno titolo, negli interventi volti a salvaguardare interessi specifici nazionali, pur trattandosi in effetti di operazioni svolte talvolta a grande distanza. È innegabile, infatti, che la globalizzazione, annullando sostanzialmente le distanze geografiche, abbia in realtà creato nuove opportunità all’insorgere di attività illegali di ogni genere, specie quelle riferite al terrorismo ed alla criminalità organizzata, divenute, di fatto, un fenomeno globale. Perciò i sistemi di sicurezza nazionali, impegnati a perseguire efficaci forme di specifico contrasto, ricercano nella integrazione multinazionale e, quando necessario, negli interventi operativi “fuori area”, la risposta giusta ad una esigenza pressante e sempre più importante per la sicurezza comune.

In sostanza, vi è una consapevolezza concreta e generalizzata che i problemi della sicurezza si giocano normalmente sul piano globale, anche quando sembrano caratterizzati da dimensioni localistiche. Nessuno Stato oggi può pensare di chiudersi nel suo piccolo mondo ed attrezzarsi autonomamente ai fini della propria sicurezza che dipende invece, in larga parte ed in senso lato, dal clima di sicurezza e di legalità presente pressoché ovunque nel mondo. Perciò, lavorare per la sicurezza a livello globale in fondo vuol dire lavorare anche per la sicurezza del proprio Paese contro ogni forma di criminalità, compreso il terrorismo. L’Italia ha ben compreso questo concetto e da tempo si sta adoperando con le proprie Forze Armate e con le proprie Forze di Polizia, certamente, per aiutare le popolazioni nelle aree di crisi a ritrovare stabilità e benessere, ma, indirettamente, anche per salvaguardare, per quanto possibile, la tranquillità nel nostro Paese e quindi per farlo progredire concretamente sulla via dello sviluppo. Le caratteristiche degli interventi nelle aree destabilizzate possono essere collocate su un largo spettro, che va dall’intervento armato per imporre la pace, di competenza delle Forze Armate, alla semplice assistenza tecnica o umanitaria, di compe- tenza di organismi civili più o meno strutturati.

All’interno di questo spettro è possibile individuare un segmento, alquanto ampio, che non è più riferibile esclusivamente ad attività operative di tipo “combat”, ma che non è ancora configurabile come impegno attribuibile agli ambiti della pura assistenza tecnica o umanitaria. In questo segmento trova particolare valenza l’impiego delle Forze di Polizia ad ordinamento militare, come l’Arma dei Carabinieri. Nell’ambito di tali scenari è infatti richiesta una capacità particolare, una sorta di “polizia intermedia”, che l’Arma ha saputo esprimere sin dal primo insorgere di tali esigenze, essendo in grado di integrarsi perfettamente con le altre Forze Militari presenti in Teatro, ma anche di operare concretamente alla stabilizzazione dell’area in stretta coordinazione con le strutture civili. In sintonia con tale orientamento concettuale ed operativo, la recente riunione informale dei Ministri della Difesa dell’Unione Europea ha registrato una specifica iniziativa, ampiamente condivisa da tutti, relativa alla costituzione di una Gendarmeria Europea, volta appunto a dare concreta attuazione, sul piano comunitario, al concetto di “polizia intermedia” nelle operazioni di supporto alla pace.

In tale contesto, dopo una prima riunione di approfondimento generale, svolta a Parigi tra i Paesi interessati, è stato costituito un tavolo tecnico per definire congiuntamente lo specifico progetto in tutti i suoi aspetti (dottrinali, giuridici, ordinativi, finanziari). La prima riunione tecnica si è svolta a Roma, a metà dicembre; i lavori proseguiranno nel prossimo mese di febbraio. L’Italia si è offerta come Nazione leader per sviluppare lo specifico progetto, ovviamente dopo la sua approvazione a livello comunitario. È da sottolineare che anche nell’ambito del III pilastro della Costruzione Europea (Giustizia e Sicurezza) è stato espresso grande apprezzamento per i progressi registrati nella cooperazione tra Forze di Polizia con numerosi Paesi terzi di importanza strategica per l’Unione Europea, per quanto attiene alla lotta contro la criminalità organizzata; come dire che anche i Ministri europei degli affari interni hanno espresso grande interesse per ogni iniziativa volta a tenere sotto controllo le zone da cui, frequentemente, hanno origine pericolosissime forme di criminalità, esportate di norma proprio nelle aree sviluppate come la nostra. Oggi i Carabinieri impiegati all’estero sono circa 1.500, gran parte dei quali impegnati all’interno delle tre MSU (Multinational Specialized Units) che operano in Iraq e nei Balcani, a Sarajevo e a Pristina; i rimanenti sono inquadrati in contingenti di dimensioni più ridotte, in altre aree come l’Afghanistan, il Libano, l’Eritrea, oppure concorrono ad attività di polizia integrata di tipo civile come in Macedonia, Bosnia, Palestina ed Albania.

Le MSU si sono costantemente affermate, divenendo l’intelaiatura framework sulla quale si sono di volta in volta sinergicamente inseriti gli assetti forniti da altre Nazioni. Cito, ad esempio, la Gendarmeria Nazionale francese, la Guardia Nazionale Repubblicana portoghese, la Gendarmeria argentina, la Gendarmeria rumena, slovena ed estone, le Forze Speciali ungheresi, nonché il prezioso contributo offerto da ufficiali di staff olandesi e statunitensi. Le nostre Unità hanno sempre operato sulla base dei consolidati criteri di impiego dell’Arma, che privilegia costantemente il momento preventivo rispetto a quello repressivo. In tale contesto, allo scopo di verificare ulteriormente la specifica dottrina d’impiego e le procedure relative, su mandato del Segretariato Generale dell’Unione Europea, nel novembre scorso è stata organizzata a Roma, presso questa Scuola, la prima esercitazione in assoluto, a livello mondiale, denominata “Lucerna ’03”, che aveva come tema l’impiego di Unità Integrate di Polizia, in un’operazione di supporto alla pace a guida dell’Unione Europea. L’esercitazione, alla quale sono state invitate tutte le Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare dei Paesi dell’Unione Europea, ha visto la partecipazione dei rappresentanti di ben 27 Forze di Polizia appartenenti a 22 diversi Paesi ed ha rappresentato un significativo momento di riflessione comune sulla materia.

Una delle questioni emerse è riferibile alla collocazione delle Unità Integrate di Polizia nella catena di comando e controllo del teatro operativo considerato. In proposito, l’esercitazione ha confermato la necessità di attribuire a tali Unità, per quanto possibile, la competenza su tutto il teatro operativo, specie per sviluppare, con la necessaria efficacia, le capacità specialistiche possedute, molto delicate ed importanti, tra cui occorre sottolineare in modo particolare l’intelligence criminale che, per sua natura, richiede normalmente uno sviluppo unitario su tutto il territorio interessato. Ciò, anche allo scopo di valorizzare tale funzione nel più ampio sistema delle strutture di sicurezza multinazionali, esistenti a livello europeo e mondiale.

L’evoluzione strutturale dell’Arma

La nuova struttura dell’Arma, legata al suo riordinamento complessivo, è stata sostanzialmente completata e, in gran parte, adeguatamente sperimentata nel corso del 2003. Ciò ha consentito di individuare anche alcuni perfezionamenti ritenuti necessari, per altro già prospettati nelle sedi opportune, per una loro auspicabile attuazione.

È emersa, in particolare, l’esigenza di esaltare le attività operative dei Comandi Provinciali con l’introduzione, a costo zero, di un nuovo modello ordinativo, già in sperimentazione a Torino, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Messina e Catania, che si fonda su una migliore ripartizione delle attività nel settore info-investigativo e nel controllo del territorio. Comunque, con riferimento all’assetto generale, la cosa da sottolineare è la sostanziale validità complessiva della struttura dell’Arma a suo tempo definita, nell’ambito del riordinamento, basata su aree funzionali distinte. Estremamente valida è apparsa anche la riorganizzazione del sistema logistico- amministrativo, che fa grande affidamento sulle risorse informatiche disponibili.

Analisi del prodotto operativo

Il 2003 è stato un anno indubbiamente di grande impegno nella lotta alla criminalità comune ed organizzata, ma soprattutto nella lotta al terrorismo, sia sul piano internazionale che su quello interno. Un impegno caratterizzato in modo particolare dalla ricerca di nuove sinergie di intelligence fra le Forze di Polizia e gli Organismi di Informazione e Sicurezza, allo scopo di affinare e valorizzare sempre più la raccolta e lo scambio di notizie, anche con gli omologhi Organismi esteri, in un settore dove il concetto di globalizzazione, più volte richiamato, è particolarmente forte. In proposito, su specifica indicazione del Signor Ministro dell’Interno, è stato costituito un tavolo tecnico permanente per il coordinamento delle attività informative, relative al terrorismo, sviluppate appunto dalle Forze di Polizia e dai Servizi. Si tratta di un lavoro estremamente delicato, poco visibile, ma sicuramente molto importante per gli assetti di sicurezza dell’Italia e della comunità internazionale. Per quanto riguarda il prodotto operativo espresso dall’Arma, all’interno dell’intero sistema di sicurezza del nostro Paese, il 2003 ha fatto registrare un sensibile miglioramento rispetto all’anno precedente. Questo almeno dicono i dati statistici, letti nella loro globalità.

Quindi è possibile affermare che, nell’insieme, il livello di sicurezza è migliorato. E ciò è ancora più evidente se ci raffrontiamo con gli altri Paesi europei, gran parte dei quali continuano a precederci nella consueta graduatoria, stilata sulla base degli indici di delittuosità (l’Italia è al 12° posto). Peraltro, la domanda di sicurezza da parte dei cittadini è ancora forte ed investe tutti i campi: interessa certamente la protezione dell’incolumità fisica e della proprietà personale, ma punta anche alla salvaguardia di un ampio panorama di interessi che vanno dal diritto alla salute a quello relativo alla qualità della vita, in rapporto, ad esempio, all’ambiente ed alla fruibilità del nostro straordinario patrimonio culturale. Vale a dire che, mentre la “sicurezza reale”, cioè i dati statistici sono rassicuranti, la “sicurezza percepita” appare invece più problematica. Comunque, al di là di ogni altra considerazione, è innegabile che la risposta del sistema di sicurezza debba ricercare tutti i modi possibili per attenuare nei cittadini anche gli eventuali timori di diventare vittime della criminalità; in sostanza, occorre massimizzare il livello di “sicurezza percepita”, in quanto questa è la precondizione indispensabile per invogliare o attirare gli investimenti e quindi per incentivare lo sviluppo del “sistema Paese”, inteso nella più ampia accezione del termine.

L’Arma è fortemente impegnata su tutti i fronti. Infatti, in stretta sinergia con la Polizia di Stato e con le altre Forze dell’Ordine, ha compiuto rilevanti sforzi per incrementare la sua presenza sul territorio, individuando e mettendo in atto nuove soluzioni operative volte ad esaltare la vicinanza del sistema di sicurezza alla gente e quindi a rafforzare il rapporto di fiducia e di collaborazione con i cittadini. Si è voluto perciò dare particolare risalto all’adeguamento organico delle Stazioni, che costituiscono una straordinaria rete di circa 5.000 presidi capillarmente distribuiti sul territorio. Ne è scaturita una complessa manovra che ha portato gradualmente al potenziamento, in funzione delle situazioni locali e di altri indicatori di riferimento, di circa 900 Stazioni, alle quali è stato assegnato nuovo personale, in gran parte già recuperato grazie al processo di riassetto interno del dispositivo tecnico-logistico-amministrativo. Sono state individuate, inoltre, 51 Stazioni operanti in difficili contesti ambientali, da elevare a Tenenze al comando di Ufficiali o di Luogotenenti. Esse saranno significativamente potenziate nelle dotazioni di personale e mezzi, tra cui un’autoradio costantemente radiolocalizzata, sempre con l’obiettivo di realizzare un più incisivo controllo del territorio.

Da segnalare infine l’istituzione di 85 nuove Stazioni e 7 Compagnie, per il necessario adeguamento del sistema di sicurezza ai cambiamenti verificatisi sul territorio, negli anni recenti, sotto il profilo socio-economico. Tale programma è stato in gran parte già sviluppato e sarà completato auspicabilmente nei prossimi 12 mesi, compatibilmente con la risoluzione di alcuni problemi, tra cui il più importante è quello infrastrutturale. In questo contesto, sulla base di una specifica direttiva emanata dal Signor Ministro dell’Interno, grande rilevanza è stata attribuita alla “polizia di prossimità”, concretamente attuata nel 2003, in tutti i capoluoghi di provincia, con l’istituzione del Poliziotto e del Carabiniere di quartiere. I risultati sono stati lusinghieri, sia per l’effettivo rendimento operativo di tale servizio, sia per il grado di soddisfazione espresso in materia da parte dei cittadini interessati. Questo, perciò, è un settore dove il sistema di sicurezza è impegnato ad espandere ulteriormente, per quanto possibile, la sua operatività.

È importante, ad esempio, che nel 2004 si punti ad avviare concretamente un adeguato servizio di prossimità nelle periferie urbane, specie quelle più degradate, e nelle zone rurali a più elevato indice di urbanizzazione. Occorre però tenere conto che il servizio di cui parliamo è aggiuntivo rispetto a tutti gli altri servizi presenti sul territorio, perciò assorbe ulteriori risorse che occorre ritagliare da altri settori, come quello riferito ad alcune attività burocratiche, che possono essere affidate tranquillamente ad agenzie esterne. Vorrei citare, a titolo esemplificativo, un settore particolare, quello delle notifiche giudiziarie, che oggi assorbono mediamente 2.000 carabinieri al giorno. In merito abbiamo appurato che l’Ente Poste sarebbe pronto ad assorbire, rapidamente, in tutto o in parte, tale servizio; ma occorrono ovviamente nuove regole stringenti. Sempre in materia di “servizio di prossimità”, è importante anche valorizzare il momento del contatto degli operatori del sistema di sicurezza con il pubblico, specie nelle fasi successive alla denuncia dei reati, allorquando la vittima si attende disponibilità, vicinanza e professionalità. Con riferimento a questo settore può essere interessante sottolineare che l’Arma, unitamente alla Polizia di Stato, per dare la necessaria assistenza ai cittadini vittime di furti, in particolare per facilitare la restituzione della refurtiva ai legittimi proprietari, ha istituito nel proprio sito web una specifica sezione, di facile consultazione, dedicata proprio agli oggetti rinvenuti o sequestrati.

Le risorse tecnologiche

Il rendimento dell’ attività operativa e quindi l’efficacia dell’azione di contrasto alla criminalità in tutte le sue forme non può certo prescindere dalla disponibilità di adeguate risorse tecnologiche, che sono da considerare veri moltiplicatori di potenza sotto ogni profilo ed in ogni settore. In proposito il posto di preminenza spetta sicuramente alla telematica che garantisce prontezza e condivisione informativa, oltre che rapidità nei processi di comando e controllo e nelle procedure operative in genere, specie quando vengono utilizzate apparecchiature ad alta sofisticazione. L’Arma si è molto impegnata, in questo campo, nell’anno appena trascorso. È stato completato il programma, già avviato nel 2003, di digitalizzazione di tutte le centrali operative (sono circa 500) distribuite su tutto il territorio e legate da una rete di telecomunicazione in continua crescita per potenzialità e qualità delle comunicazioni effettuate.

Tale rete raggiunge ormai senza problemi tutte le 5.000 dislocazioni dell’Arma sul territorio, che come detto sono costituite in gran parte dalle Stazioni. Inoltre è in avanzata fase progettuale anche l’inserimento di una componente satellitare che ci consentirà, tra l’altro, più rapidi ed efficaci collegamenti con tutti i contingenti proiettati fuori area. Un altro programma pressoché completato è quello relativo all’installazione sulle nostre autoradio di circa 3.000 sistemi per la lettura rapida delle targhe delle auto, anche quando si muovono ad alta velocità. Tali apparecchiature dovrebbero comportare un significativo abbattimento del numero delle auto rubate e contribuire non poco alle attività infoinvestigative. Occorre comunque segnalare che esse hanno riscosso un interesse straordinario anche negli altri Paesi dell’Unione Europea e questo potrebbe portare alla valorizzazione, sul piano internazionale, di un prodotto dell’industria nazionale; ma soprattutto, attraverso un adeguato coordinamento, potrebbe ampliare, a livello euromediterraneo, l’area di monitoraggio delle auto rubate, con un rendimento operativo molto importante.

Vorrei inoltre ricordare che sarà avviata, proprio in questi giorni, la realizzazione del sistema “SITA”, già preannunciato lo scorso anno, che, sostanzialmente, monitorizzerà tutto il territorio nazionale attraverso l’elaborazione di immagini elettroniche prodotte periodicamente dal CNR, con sistemi ogni tempo, mediante satelliti ed aerei attrezzati. Il sistema sarà operativo, secondo il programma, nel primo semestre del 2005 e consentirà un vero salto di qualità nella salvaguardia dell’ambiente, tenendo anche presente che negli ultimi mesi è stato sviluppato un sensibile potenziamento del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, proprio in vista dell’introduzione di questa nuova risorsa tecnologica.

Il settore della formazione

L’Arma sta vivendo un momento di grande evoluzione culturale e strutturale e tutto ciò non poteva non avere profondi riflessi su tutto il proprio sistema scolastico, che deve necessariamente accompagnare, se non precedere, il cambiamento in atto. Perciò, sono stati rivisitati ulteriormente tutti gli iter formativi, ispirandosi al concetto della “formazione continua”, con cicli di studio intensi e di durata commisurata all’ avvertito bisogno di ridurre al minimo le assenze del personale dalle sedi di servizio.

Lasciando da parte il settore degli Ufficiali, è da segnalare il grande salto di qualità realizzato nella formazione di base dei nostri Marescialli, il cui percorso formativo di base ha già conseguito da tempo l’equiparazione universitaria ad un corso di laurea di 1° livello. Tale riconoscimento è stato esteso, circa un mese fa, ad una consistente aliquota di personale che aveva seguito il vecchio iter. Grande valorizzazione è stata attribuita anche ai corsi formativi dei Vicebrigadieri, degli Appuntati e dei Carabinieri, specie con riferimento alle lingue straniere ed all’informatica, nonché ad alcune attività specialistiche come quella del Carabiniere di quartiere. Ad esempio, allo scopo di incentivare la formazione nel settore informatico, è stata stipulata, dieci giorni fa, una convenzione con l’Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico (A.I.C.A.) che agevolerà, attraverso l’attivazione di test point affidati all’Arma, la diffusione della cultura informatica ed il generalizzato conseguimento della specifica Patente Europea. Forte impulso si continua a dare, altresì, all’apprendimento delle lingue più diffuse e di particolare interesse operativo, onde soddisfare le pressanti esigenze connesse con la globalizzazione di tutti i fenomeni socio-economici.

Nel 2003, oltre 1.700 militari hanno frequentato corsi di lingue sostenendo, con successo, gli accertamenti finali. Per quanto riguarda in particolare i Carabinieri, in vista della sospensione del servizio di leva, previsto per il 1° gennaio 2005, abbiamo già avviato una radicale riorganizzazione dello specifico sistema scolastico che tenga conto della imminente scomparsa dei carabinieri ausiliari e del corrispondente incremento dei carabinieri effettivi. Al momento, è stata creata in Benevento una Brigata Scuole Appuntati e Carabinieri che coordinerà, unitariamente, l’attività di specifiche strutture scolastiche distribuite sul territorio. La configurazione finale di tale sistema sarà definita, in tempi brevi, sulla base delle riconosciute potenzialità alloggiative delle varie strutture già esistenti, rapportate agli standard ottimali da conseguire ed all’esigenza di ospitare anche le donne. A fattor comune vorrei segnalare la ricerca avviata dall’Arma verso forme innovative e moderne di apprendimento. Ad esempio, è in fase di progettazione un’applicazione sperimentale della formazione a distanza (e-learning) rivolta ai Capitani frequentatori del Corso d’Istituto. L’iniziativa interesserà uno specifico modulo del programma addestrativo, allo scopo di arricchire di ulteriore valenza didattica la fase per corrispondenza. Segnalo infine l’istituzione di un Centro di Psicologia Applicata per la Formazione, posto alle dirette dipendenze del Comandante delle Scuole, allo scopo di assicurare una costante specifica assistenza agli Allievi presenti presso tutti gli Istituti di Istruzione.

Problematiche urgenti relative al personale

Prima di passare alle conclusioni, vorrei evidenziare alcune problematiche sul personale che dovranno essere necessariamente affrontate, nel corso del 2004, per conferire al sistema complessivo, espresso dall’Arma, un assetto più equilibrato ed armonico. Il Governo ha già fornito una prova di grande buona volontà, risolvendo, in via definitiva, il problema della imminente scomparsa degli ausiliari, che saranno gradualmente compensati con un corrispondente numero di carabinieri effettivi. Da sottolineare che, pur in presenza di una congiuntura economicofinanziaria alquanto complicata, sono state reperite risorse finanziarie per avviare a soluzione alcuni problemi molto attesi dal personale come la riorganizzazione delle carriere.

L’auspicio di tutti è che, con la finanziaria successiva, quella per il 2005, possa essere perfezionato il quadro, completando la riorganizzazione delle carriere e colmando anche alcune lacune, non più rinviabili, nel settore retributivo. Vi è anche grande attesa per una equilibrata rivisitazione dell’Istituto della Rappresentanza Militare, per rendere più efficace ed incisiva la meritoria opera che già oggi essa svolge a favore delle varie categorie di personale rappresentate. Da ultimo vorrei sottolineare ancora una volta il problema degli alloggi, che condiziona fortemente la mobilità del personale, penalizzandone l’impiego nelle aree del Nord e nelle grandi città in generale, dove più alto è il costo della vita. È auspicabile che, una volta riassorbiti gli impegni finanziari pregressi, connessi con l’affitto delle caserme, si possa impostare un mirato programma di utilizzazione di nuovi alloggi, almeno per le aree più in crisi.

Conclusioni

Ed ora, nell’accingermi a concludere, mi rivolgo direttamente a voi giovani Ufficiali allievi. Desidero formulare il mio augurio più sentito, perché sappiate trarre il massimo profitto dalle attività di studio, mettendo a frutto i preziosi insegnamenti che qui, in questa Scuola, Docenti capaci ed appassionati, con opera meritoria, vi trasmettono. Vivete questo periodo impegnativo con la consapevolezza che si tratta di una fase di fondamentale importanza del vostro iter formativo, attraverso il quale sarete posti in condizione di affrontare, con la dovuta preparazione, le gravose responsabilità che vi attendono nel vostro futuro di Comandanti. Sono certo che il periodo trascorso qui nella Scuola rafforzerà nel vostro animo le motivazioni ideali che a suo tempo vi hanno indotto a scegliere la nostra Istituzione e vi esorto a lavorare sempre con grande passione, generosità e spirito di servizio, facendo di questi principi un riferimento costante nella vostra vita. A tutti buona fortuna e buon lavoro.


Saluto del Ministro della Difesa

On. Antonio MartinoColleghi Ministri e Parlamentari, Generale Mosca Moschini, Generale Bellini, Autorità civili e religiose, inaugurando l’Anno Accademico 2003-2004 della Scuola Ufficiali dei Carabinieri, desidero innanzitutto porgervi il saluto delle Forze Armate e mio personale. Con la presenza a questa cerimonia, le istituzioni politiche e la società civile esprimono profonda considerazione ai militari, donne e uomini, dell’Arma Benemerita e rinsaldano i secolari legami d’affetto esistenti tra l’Italia e i Carabinieri. È ancora vivo, nella Nazione, il corale sentimento di umana e civile partecipazione al lutto per i caduti di Nassirya, vittime del terrorismo che stiamo combattendo in tante parti del mondo. Gli Italiani si sono stretti intorno alle loro Forze Armate, ai loro Carabinieri, che difendono la Patria e garantiscono la nostra sicurezza, ovunque sia messa in pericolo. Nel rinnovare un memore, commosso, pensiero a chi ha dato la vita per l’Italia, sento di dover ricordare ai giovani Ufficiali, alle soglie della seconda parte dei ciclo di studi e formazione, che l’Arma vive della fiducia dei cittadini e trae autorevolezza dallo spirito di servizio diuturnamente comprovato nell’esplicazione dei compiti militari e civili. Signori Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, ora è a voi che voglio direttamente rivolgermi.

Mi compiaccio davvero del percorso professionale che avete già compiuto. Immagino che superare la prima parte della formazione non sia stato facile. Nel periodo, breve ma intenso, passato dentro l’istituzione militare, avrete apprezzato gli sforzi compiuti per garantirvi un’alta formazione. Tutte le Accademie e le Scuole, del resto, fanno del loro meglio, specie per gli Ufficiali, lungo tutto l’arco della vita professionale, come ha ricordato il Comandante Generale richiamandosi al concetto della “formazione continua”. La preparazione culturale è una componente fondamentale della professionalità dell’Ufficiale che deve possedere tutte le conoscenze militari e crimino- logiche per corrispondere ai suoi doveri istituzionali. La specializzazione delle forze di polizia è un fattore indispensabile per la sicurezza pubblica, tanto nella prevenzione quanto nella repressione dei reati. L’Italia è profondamente cambiata anche nel crimine. I reati tipici di un Paese povero hanno ceduto il passo al crimine finanziario, alle frodi alimentari, ai mercati illegali, alle compromissioni dell’ambiente, agli approfìttamenti nella cosa pubblica. E tuttavia dobbiamo sottolineare che la multiforme delinquenza, indulgentemente definita microcriminalità, desta un generalizzato allarme sociale e alimenta un clima d’insicurezza eccessivo rispetto alle cause oggettive ma molto preoccupante, a ragione, per individui e famiglie. La lotta al terrorismo costituisce un altro compito basilare che l’Arma assolve, sia con il contrasto dei fenomeni d’origine interna, sia combattendo il terrorismo internazionale.

Anche su questo piano i buoni risultati non mancano, spesso frutto - come ha ricordato il Generale Bellini - della collaborazione fra tutte le forze di polizia ed i servizi d’intelligence, nel contesto europeo e sovranazionale. È indispensabile intensificare la collaborazione internazionale fra le Forze di Polizia, perché tale collaborazione è la carta vincente contro il duplice network criminale e terroristico che tende a saldarsi in comuni azioni illegali. Sulla strada della cooperazione internazionale il Governo intende procedere con crescente lena, come dimostra l’opera encomiabile del collega Pisanu, con il quale sinceramente mi congratulo. La capillare presenza territoriale è un carattere fondamentale dell’Arma ed un fattore decisivo dei suoi successi. La vicinanza della “Stazione Carabinieri” ai cittadini in ogni parte d’Italia si integra con le capacità dei nuclei con più elevato grado di specializzazione e operatività. Sono due facce della stessa medaglia, essenziali per la piena efficacia dei Carabinieri in difesa della legalità e della sicurezza. L’attenzione del Governo e del Parlamento verso l’Arma e le sue esigenze collima con le iniziative che valorizzano il capitale più prezioso della Benemerita, cioè gli uomini e le donne che la compongono. Cari ufficiali, non può mancare qualche considerazione sulle MSU, compito ormai consolidato per i Carabinieri, assai rischioso e gravoso come purtroppo i fatti ci ricordano.

Esse compiono operazioni militari vere e proprie, che richiedono rigorose selezioni, uno specifico, severo addestramento, e relative turnazioni. L’utilità delle MSU viene amplificata dalle condizioni che si profilano nei teatri operativi dove la guerra calda trasmuta in pace fredda. Qui, l’insostituibile ruolo di presenza e deterrenza degli eserciti dimostra di aver dato i suoi frutti. È necessario, inoltre, riflettere sulla continuità della lotta al terrorismo internazionale fuori e dentro i confini nazionali. Poter disporre di una forza militare come i Carabinieri, capace di combattere tale lotta in Italia e all’estero, è valida risorsa per il nostro Paese, anche perché, in sinergia con l’ottima azione dei servizi d’intelligence, consente l’acquisizione e la circolazione delle informazioni nonché la formazione di adeguate competenze e conoscenze, in grado d’investigare tutte le sfaccettature del fenomeno terroristico e di elaborare le migliori strategie per contrastarlo. Per tali considerazioni e per il probabile andamento dei conflitti in molti scenari planetari, le MSU costituiscono un importante settore di specializzazione mediante il quale l’Italia, grazie ai Carabinieri, ha sicuramente conquistato l’eccellenza in campo internazionale.

L’intensificazione della cooperazione con altre forze militari europee con funzioni di polizia è parte integrante del disegno di rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza comuni. Colleghi Ministri e Parlamentari, Generale Mosca Moschini, Generale Bellini, Autorità civili e religiose, i Carabinieri condividono molte delle loro difficoltà con le altre Forze Armate. E mi riferisco agli alloggi, alla rappresentanza, alle politiche del personale; poi, per altri aspetti, la Benemerita richiede riflessioni ad hoc. Desidero ricordare che la legge finanziaria 2004 ha autorizzato l’Arma a reclutare, nel triennio, 9.640 carabinieri effettivi, per completare il programma di sostituzione di altrettanti carabinieri ausiliari che verranno a mancare dal 2005 per la sospensione della leva. Il provvedimento non ha soltanto carattere compensativo, ma di fatto potenzia l’Arma in ragione della migliore preparazione dei militari di carriera. Inoltre, la riserva di posti di carabiniere effettivo in favore di chi ha prestato servizio volontario nelle Forze Armate vivificherà il carattere militare che contraddistingue l’Arma fin dal nome stesso e la lega indissolubilmente alle altre Forze Armate della Repubblica.

I problemi dell’Arma sono costantemente all’attenzione del Governo, che li considera prioritari anche nella scala degli impieghi finanziari. Sulle questioni d’interesse del personale, un rilevante apporto propositivo potrà venire dalla Rappresentanza militare, la cui legge di riforma sta proseguendo l’iter approvativo in un clima di fattiva collaborazione tra Governo e Parlamento. Lasciatemi adesso rivolgere un saluto speciale al Comandante delta Scuola, Generale Barbato, al corpo docente, al quadro permanente ed al personale tutto dell’istituto, e ringraziarli per il lavoro profuso con diligenza e passione in favore della Scuola, assicurandone l’alto livello formativo. Agli Ufficiali del corso, infine, auguro i migliori successi e la più brillante carriera. Dichiaro dunque aperto l’Anno Accademico 2003-2004 della Scuola Ufficiali Carabinieri.

Viva la Benemerita!
Viva le Forze Armate!
Viva l’Italia!