• >
  • Media & Comunicazione
    >
  • Rassegna dell'Arma
    >
  • La Rassegna
    >
  • Anno 2003
    >
  • N.1 - Gennaio-Marzo
    >
  • Informazioni e Segnalazioni
    >

Questioni internazionali

Mafias du monde Thierry Cretin Presse Universitaire de France (PUF), 2002, 246 pagine (euro 22)

Al di là dei vari episodi particolari, le mafie sono in ultima analisi mal conosciute, soprattutto in Europa, con l’eccezione dell’Italia. Cosa Nostra, cartelli colombiani e messicani, mafia italoamericana, mafie russe, triadi cinesi e Yakuza giapponesi, tutte queste organizzazioni non esitano né a uccidere, né a corrompere.
Lo studio intrapreso da Thierry Cretin, distaccato presso l’ufficio antifrode della Comunità Europea, consente di accostare più da vicino le realtà criminologiche, sociologiche ed economiche delle diverse mafie, per diradare in parte la cortina di mistero che avvolge sempre queste organizzazioni criminali. Oggi esse realizzano la fusione del traffico illecito di stupefacenti, delle armi, dei clandestini, avvicinando e rinforzando così le loro fonti di guadagno.
Prima di tutto la conoscenza dei gruppi mafiosi non può avvenire che con un’analisi che si sforzi di mettere in primo piano il tessuto sociale da cui sono emerse queste organizzazioni. Il giudice Falcone spiegava che c’è sempre uno stretto rapporto fra una società e la sua delinquenza(1). Per questo la lotta contro la mafia richiede buone conoscenze sociologiche e antropologiche.
Per questa ragione la prima parte di questo libro dedica degli approfondimenti alla storia e al radicamento sociale ed economico delle società criminali. Si tratta di un dato di fatto inoppugnabile. Il giro del mondo delle mafie mostra che esse sono radicate in tutti i continenti. Nel momento dell’apertura delle frontiere, questa criminalità transnazionale ha già una lunghezza di vantaggio.
Numerose e diverse, cosa che dà piena ragione dell’uso del termine mafie al plurale, queste organizzazioni criminali hanno comunque degli aspetti comuni, che le caratterizzano.
Nella seconda parte del testo l’autore si impegna a dimostrare che si ritrovano nelle diverse mafie i temi ricorrenti di una posizione centrale del legame familiare, del riferimento al concetto di onore, della cultura della morte (data, subita, minacciata), del carattere iniziatico delle forme di ammissione, del rispetto della tradizione e della prevalenza della struttura mafiosa sull’individuo.
L’iniziazione assume la forma di una cerimonia che vuole dare connotati di sacralità al passaggio ad un nuovo status. Si tratta di una assunzione di impegni, poiché vi si presta giuramento di lealtà, di fedeltà, di obbedienza e di onore.
L’altra caratteristica deriva dalla posizione centrale del nucleo familiare nella grande criminalità organizzata. Il termine famiglia non va inteso in un’accezione letterale. Essa raggruppa i membri di sangue, ma anche gli alleati, comprende quindi sia il concetto di filiazione che quello di affiliazione(2).
Questi diversi criteri consentono di dare una definizione di mafia. Ma più significativo ancora è il rapporto con il mondo che le circonda, che consente di cogliere meglio il peso di queste organizzazioni criminali.
«Non vogliamo governare il mondo, vogliamo possederlo»(3). Questa affermazione riassume in sé il rapporto che le mafie hanno con il potere e con lo stato, e il ruolo e l’influenza che hanno sull’economia: non prendere il potere, ma servirsene per arricchirsi. Per questo esse aggrediscono le strutture che hanno potere decisionale con una rete di corruzione.
Le mafie dominano anche la realtà economica. Il volume di affari annuo delle attività mafiose ammonta a 1.000 miliardi di dollari, più del triplo del bilancio nazionale francese; per questo diventa essenziale ripulire questo danaro sporco.
Ancora più preoccupante è il risultato di sintesi del lavoro di uno dei gruppi di ricerca e di riflessione del “Centre des hautes études de l’armement”(4), redatto nel settembre 1995. Questo testo rivela l’influenza dei movimenti mafiosi sulle nostre capacità di difesa. Il pericolo è reale. Dopo la dissoluzione del bipolarismo mondiale, l’ex Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (URSS) è divenuta territorio di ogni tipo di commerci e vi proliferano i traffici di materiale radioattivo e di armi.
Politica, economia, difesa, media, cinema, la piovra estende i suoi tentacoli in tutti gli ambiti.
I gruppi criminali, meno prolifici fino a poco tempo fa, sono oggi sempre più numerosi. La repressione, benché sia severa, non riesce ad invertire la tendenza. Il crimine organizzato non sembra trovare ostacoli alle sue dimensioni.
La mondializzazione degli scambi unita alla lentezza della messa in atto di una cooperazione giudiziaria transfrontaliera, fanno sì che le mafie siano vieppiù inclini a servirsi di un sistema (economico) che le mette al riparo da ogni persecuzione (giudiziaria).
L’opera di Thierry Cretin getta una luce particolarmente inquietante su questa forma contagiosa di criminalità.

Approfondimenti

(1) - G. Falcone, M. Padovani, Cosa Nostra.
(2) - Cfr.: Il lavoro di antropologia sociale, di A. J. Ianni, Des affaires de famille.
(3) - Christian de Brie, Désarmer les seigneurs de la guerre.
(4) - Questo centro è sotto la tutela della Délégation Générale à l’armement DGA, che dipende dal ministero della Difesa.