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  • N.4 - Ottobre-Dicembre
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Libri

MANUALI E OPERE MONOGRAFICHE


Gianpiero Paolo Cirillo

Il danno da illegittimità dell’azione amministrativa e il giudizio risarcitorio
Cedam, 2001, pagg. 374, euro 29,95

L’opera di Gianpiero Paolo Cirillo, Consigliere di Stato, costituisce una delle più ampie analisi, sia per gli aspetti sostanziali sia per quelli processuali, sulla problematica del risarcimento degli interessi legittimi. Tema da sempre oggetto di discussione della dottrina più sensibile, ma prepotentemente portato alla ribalta dalla storica sentenza n. 500 del 1999 della Corte di Cassazione e, forse, definitivamente risolto dalla legge 21 luglio 2000, n. 205, recante la riforma del processo amministrativo. L’Autore, nella prima parte dedicata ai profili sostanziali del tema, ripercorre i principali eventi giurisprudenziali e legislativi per poi analizzare, dopo un esauriente quadro delle situazioni giuridiche soggettive connesse con l’azione amministrativa, l’elemento soggettivo e l’elemento oggettivo dell’illecito derivante dalla lesione dell’interesse legittimo, con particolare accentuazione all’antigiuridicità e alla dannosità dell’azione lesiva degli interessi legittimi oppositivi e pretensivi. La prima parte si conclude con l’esame della valenza patrimonialistica dell’interesse legittimo pretensivo (l’aspetto più problematico) e le tecniche di determinazione del danno. La seconda parte, relativa agli aspetti processuali, costituisce una vera e propria ricostruzione del nuovo sistema di giustizia amministrativa, con un’ampia rivisitazione dei singoli istituti. I paradigmi interpretativi utilizzati dall’Autore sono particolarmente stimolanti, soprattutto là dove propongono, come chiave di lettura per comprendere il significato giuridico della lesività dell’azione amministrativa illegittima, la suggestiva trasposizione in ambito amministrativistico di categorie civilistiche, come quella del “contatto” tra i privati durante le fasi precedenti alla stipula dell’obbligazione contrattuale: attività interprivata che ben può costituire possibile fonte di eventuale responsabilità precontrattuale. La materializzazione di un vero e proprio “contatto” tra pubblica amministrazione e privati si attuerebbe nello svolgimento del procedimento amministrativo (sede naturale dei rapporti e delle relazioni tra privati e pubblici poteri amministrativi), costituendo lo stesso la base certa e giuridicamente rilevante per individuare un’eventuale lesione da azione illegittima, con conseguente risarcimento del danno.


R. Marino
A. Landolfi

Ordinamento giudiziario
Simone, VIII ed., 2001, pagg. 460, euro 19,63

L’opera rappresenta un’esauriente sintesi della normativa sull’ordinamento giudiziario e sull’organizzazione amministrativa della giustizia. Il volume è articolato in due parti ed un’appendice legislativa particolarmente ricca di provvedimenti di legge di specifica pertinenza. Nella prima parte gli Autori trattano: degli organi della giurisdizione ordinaria, del pubblico ministero, del funzionamento degli uffici giudiziari, dello stato giuridico dei magistrati, delle guarentigie della magistratura, dei doveri, delle incompatibilità e delle responsabilità dei magistrati, del procedimento disciplinare, della modificazione e dell’estinzione del rapporto di impiego dei magistrati, del Consiglio Superiore della Magistratura, della cancelleria giudiziaria, delle segreterie giudiziarie e degli ufficiali giudiziari. Nella seconda parte, invece, si occupano del Ministero della giustizia, con particolare riguardo alla struttura interna ed al personale preposto a quel dicastero.


David Brunelli
Giuseppe Mazzi

Diritto penale militare
Giuffrè, III ed., 2002, pagg. 552, euro 25,00

La terza edizione dell’opera del Prof. David Brunelli, ordinario di diritto penale presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Perugia, e del dott. Giuseppe Mazzi, magistrato militare presso il Tribunale militare di Roma, non costituisce soltanto un aggiornamento della materia, nei suoi sviluppi dottrinali e giurisprudenziali. Molto è cambiato; molto dovrà cambiare nell’adeguamento della normativa penale militare alle moderne esigenze delle Forze armate ed alla loro vocazione di polizia militare internazionale. Le Forze armate sono ormai un indispensabile strumento del diritto internazionale nell’assicurare la pace e la sicurezza tra gli Stati e, talvolta, anche all’interno degli Stati. Profonde e significative sono state le modifiche al codice penale militare di guerra, ampiamente esposte ed analizzate dagli Autori, con la consueta prospettiva critica di chi guarda al futuro, evidenziando il logorio del passato. La stessa applicazione del codice di guerra è una novità irrinunciabile e allo stesso tempo gravida di considerazione e approfondimenti indispensabili. Forse sta cambiando lo stesso concetto di diritto penale militare di guerra, per lasciare spazio ad una più ampia nozione di diritto dei conflitti armati, come lascia prefigurare il titolo della parte quarta dell’opera: “Legislazione penale di guerra e dei conflitti armati”. È indubbio che il presente testo costituisce un passaggio obbligato (se non l’unico, aggiornato) per conoscere e capire il diritto penale militare, i suoi contenuti e le sue criticità.


Giovanni Flora

Manuale per lo studio della parte speciale del diritto penale.
Vol. I: il sistema della parte speciale

Cedam, II ed., 2001, pagg. 133, euro 11,36

La seconda edizione del volume del Prof. Flora si arricchisce soprattutto nel capitolo dedicato all’evoluzione della parte speciale del codice penale. In tale senso, puntuale e stimolante appare l’aggiornamento dei paragrafi relativi agli interventi legislativi sulla parte generale “surrogatori” della riforma della parte speciale, agli interventi legislativi sulla parte speciale, agli interventi della Corte costituzionale e all’interpretazione adeguatrice della giurisprudenza ordinaria. Ciò che colpisce di più dell’opera è però l’impianto generale, l’obiettivo dell’Autore di fornire all’interprete, allo studioso e al pratico del diritto penale una chiave di lettura della parte speciale del diritto penale, divenuta per molti aspetti un inestricabile ginepraio di norme, difficilmente comprensibile e talmente complesso da non poter essere più pensato ed interpretato unitariamente. Non solo, quindi, una parte introduttiva che orienta chi si approccia a questa branca penale, sviscerando i rapporti tra parte generale e parte speciale del diritto penale e ricostruendo l’intera organizzazione della parte speciale, comprensiva della legislazione speciale. Soprattutto un tentativo, peraltro ben riuscito, di capire le ragioni profonde di una parte speciale, ferma all’impianto originario del 1930 (con la sua progressione discendente e la sua pubblicizzazione degli oggetti di tutela), spesso oggetto di riforme settoriali (non sempre coordinate e definitive), ma mai di una riflessione complessiva, prodromica ad una reale riforma di tutta la branca giuridica penale. Il messaggio che ci trasmette questo volume è che la parte speciale non è solo momento applicativo, nella necessaria integrazione (reciproca) con la parte generale, ma è soprattutto il campo privilegiato dove le fondamentali scelte politiche penali prendono corpo e dove emerge con maggiore evidenza la funzione di tutela dello stesso diritto penale.


Michele Oricchio

La giustizia contabile
Simone, II ed., 2001, pagg. 490, euro 30,99

L’opera costituisce un’agile guida alle funzioni giurisdizionali e di controllo della Corte dei conti. L’impianto complessivo è strutturato per una completa ed esauriente trattazione di tutte le problematiche inerenti le funzioni e l’organizzazione della Corte. Una prima parte tratta dell’inquadramento sistematico della materia, con lo sviluppo di tematiche costituzionali e di teoria generale ed una prima sommaria illustrazione delle attribuzioni e dell’ordinamento della Corte dei conti, senza trascurare cenni di diritto comparato ed una breve esposizione della Corte dei conti europea. La seconda parte, particolarmente importante per l’evoluzione tuttora in atto, si occupa delle funzioni di controllo, con particolare riguardo al controllo preventivo di legittimità, al controllo sulla gestione delle attività finanziarie, al controllo successivo sugli atti e al controllo sugli enti cui lo Stato contribuisce in via ordinaria e sugli enti locali. La terza parte tratta dei giudizi innanzi alla Corte: quello di responsabilità amministrativa, quello di conto e quello pensionistico. In particolare per il primo vengono affrontati tutti i temi relativi al processo: la fase delle indagini, il sequestro conservativo, gli atti preliminari al dibattimento, il dibattimento, la decisione, l’esecuzione delle sentenze di condanna. Per il giudizio di conto l’Autore illustra i temi della rendicontazione e della responsabilità contabile e le fasi salienti dello stesso giudizio di conto. Brevi cenni anche al sistema previdenziale e al contenzioso pensionistico. Chiudono l’opera i capitoli relativi ai mezzi di impugnazione e ai procedimenti residuali ed un’ampia appendice con documentari vari di interesse, con una rassegna giurisprudenziale delle supreme magistrature e con la legislazione di riferimento.


Fabrizio Ramacci (a cura di)

Le falsità documentali
Cedam, 2001, pagg. 333, euro 21,69

L’opera è il frutto del contributo di diversi autori (Ave Gioia Buoninconti, Maria Beatrice Mirri, Roberto Borgogno, Roberto Rampioni, Stefano Preziosi, Mauro Catenacci, Enrico Mezzetti, Andrea Sereni), coordinati dal Prof. Fabrizio Ramacci, ordinario di diritto penale presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Roma “La Sapienza” e docente della stessa materia presso la Scuola Ufficiali Carabinieri. Il tema delle falsità documentali è un terreno privilegiato per saggiare il fondamento teorico e normativo del principio di offensività del reato, grazie anche all’elaborazione dottrinale e giurisprudenziale che ha creato le figure del falso grossolano, del falso innocuo e del falso inutile: il lettore troverà in merito contributi di estremo interesse. Ma anche tutti gli elementi essenziali dell’analisi del reato vengono analizzati nel volume: così dopo una sommaria rassegna delle fattispecie criminali tipiche, reperibili nel codice penale e in ambito extracodicistico, vengono esaminati l’oggetto materiale e l’oggetto giuridico del falso documentale, la condotta e il dolo. Particolarmente interessanti le riflessioni sui concetti di atto e di documento e sulla differenza tra documento tradizionale e documento informatico, nonché l’intera tematica della problematica del bene giuridico protetto nelle falsità documentali. Anche la distinzione tra falso materiale e falso ideologico trova ampia trattazione, con un excursus storico attento alle soluzioni normative precedenti all’attuale codificazione e al passaggio da un’interpretazione basata su criteri ontologici a quella fondata su criteri normativi.


Mario Canepa
Sergio Merlo

Manuale di diritto penitenziario
Giuffrè, VI ed., 2002, pagg. 582, euro 33,57

Il manuale di Canepa e Merlo è sicuramente un classico del diritto penitenziario. Materia ormai affermata per il suo interesse scientifico ed applicativo, il diritto penitenziario viene illustrato nell’opera da ogni angolo visuale. La vicenda esecutiva della sanzione penale è divenuta terreno fertile di sperimentazione di normative di estremo interesse sociale e civile, contraddistinte dalla ricerca, talvolta affannosa, di percorsi alternativi alla detenzione carceraria. Gli Autori, mostrando particolare sensibilità per gli argomenti di analisi, vogliono offrire un quadro quanto più completo della normativa di settore, non trascurando alcun aspetto del diritto penitenziario. In questo contesto, vengono esaminati, in primo luogo, gli organi della vicenda esecutiva: il magistrato di sorveglianza e il tribunale di sorveglianza, il pubblico ministero e il difensore, l’amministrazione centrale e periferica del sistema penitenziario, con particolare attenzione alle figure del provveditore regionale, del direttore degli istituti, dell’educatore, del professionista esperto e al Corpo di polizia penitenziaria, senza tralasciare i centri di servizio sociale. Nella parte seconda viene illustrato il trattamento penitenziario, con i suoi strumenti di ordinaria gestione, di sostegno e premiali, di rigore (situazioni di emergenza e regime di sorveglianza particolare) e sospensivi. Nella parte terza troviamo un’ampia ed analitica descrizione delle fattispecie modificative del rapporto di esecuzione, riguardanti: le misure alternative alla detenzione (l’affidamento in prova al servizio sociale e le sue ipotesi speciali, la liberazione condizionale, la detenzione domiciliare, il regime di semilibertà), con importanti accenni all’esecuzione nel diritto penale militare, la liberazione anticipata, le pene sostitutive a quelle detentive brevi (la libertà controllata, il lavoro sostitutivo, la semidetenzione), per concludere con le vicende delle misure di sicurezza, detentive e non detentive. In questa parte è di estremo interesse il capitolo relativo ai controlli, oltre anche all’ampia trattazione della normativa dei collaboratori di giustizia. Chiude l’opera la parte inerente alle procedure: competenza e forma dei provvedimenti, procedimento di sorveglianza e procedimento per reclamo.


Ivone Cacciavillani
Carmelo Renato Calderone

I delitti dei pubblici ufficiali nell’attività amministrativa
Cedam, 2001, pagg. 223, euro 18,08

L’opera si segnala per l’originalità della trattazione, per aver cioè voluto integrare le prospettive di diritto amministrativo con quelle di diritto penale. I piani di indagine si intersecano vicendevolmente e ne esce un quadro quanto mai ricco e stimolante. Già il titolo dell’opera lascia prefigurare che non si tratta della consueta illustrazione dei delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione, poiché è ben diverso parlare di reati dei pubblici ufficiali nell’attività amministrativa. Infatti, ampie pagine sono dedicate alla pubblica funzione, all’operatore pubblico, agli atti e all’attività amministrativa, alla tutela dell’Amministrazione lesa e alle responsabilità (civili, erariali e disciplinari) concorrenti. Solo successivamente, nella seconda parte, vengono descritte le principali fattispecie criminose in materia: il peculato, la malversazione, la concussione, la corruzione, l’abuso d’ufficio e l’omissione e il rifiuto di atti d’ufficio. Non solo, quindi, viene ribadita la funzione di tutela del diritto penale, ma viene sottolineato come per la comprensione del fenomeno giuridico nel suo complesso sia importante poter disporre di tutti i paradigmi interpretativi e non lasciare nulla come presupposto scontato.


Gianfranco Iadecola

Diritto Costituzionale Italiano–Europeo. Elementi di diritto internazionale
Laurus Robuffo, IV ed., 2002, pagg. 313, euro 22.00

L’ordinamento internazionale è una realtà in continua e rapida evoluzione.
Esso è una risultante del largo ricorso, da parte degli Stati, alla politica internazionale quale luogo di composizione, accordo, programmazione, scelte. Da qui nasce la esigenza, fortemente avvertita più che per il passato, di rivedere gli strumenti giuridici all’uopo apprestati ed, eventualmente, ricavarne degli altri, mutuandoli dalle positive esperienze di politica interna.
L’autore propone una rivisitazione per tabulas degli strumenti tradizionali, tracciando i lineamenti generali dell’ordinamento internazionale e analizzando la tipologia degli accordi internazionali Di particolare interesse è la sintetica quanto esaustiva trattazione dell’organizzazione delle Nazioni Unite, attraverso l’indicazione dei compiti dei suoi organi sociali: l’Assemblea generale, il Consiglio di sicurezza, il Consiglio economico e sociale, il Consiglio di amministrazione fiduciaria, il Segretario Generale. Un interessante accento viene posto sulla Corte Internazionale di giustizia: nell’approfondimento che le viene dedicato si evince come essa rappresenti la giurisdizione sopranazionale, cui compete risolvere le controversie giuridiche tra gli Stati membri o comunque aderenti. Una rapida catalogazione viene rivolta alla individuazione dei soggetti titolari di immunità e privilegi derivanti dal diritto internazionale.
L’autore pone l’accento, peraltro già ricavabile dall’area tematica indicata nel titolo, sulla esigenza di una carta fondamentale sopranazionale, indicatrice soprattutto dei valori largamente ed unanimemente riconosciuti dai paesi europei, che sia connettivo per una organizzazione politica più stabile e che sia fondante di un più rafforzato ed unitario protagonismo politico nella scena internazionale.
Il Prof. Iadecola illustra un’analisi dei principi fondamentali della nostra Costituzione, anzitutto poggiando la sua attenzione sul sistema di libertà che la carta fondamentale indica e garantisce, con un interessante riferimento ai cosiddetti nuovi diritti ed al sistema di leggi ordinarie, che apprestano una tutela più ravvicinata rispetto alle indicazioni fornite dalla fonte primaria.
L’organizzazione Costituzionale Italiana, intesa come complesso di organi, funzioni e rapporti è oggetto di un’analisi estremamente particolareggiata, soprattutto in relazione ai riflessi istituzionali che ne conseguono.
Una rivisitazione storica delle fasi che hanno portato all’attuale assetto politico dell’Europa costituisce la premessa all’approfondimento delle strutture, degli organi e del loro funzionamento in ambito comunitario. Di notevole interesse è l’esame dei più significativi documenti in ambito Europeo, che molto hanno contribuito all’allargamento ed alla uniformazione del sistema delle libertà per i cittadini dei paesi membri: si tratta dell’Accordo di Schengen, dei Trattati di Maastricht, Amsterdam e Nizza. È questo il complesso delle norme, faticosamente raggiunto a causa del difficile superamento dei particolarismi, che stabilisce la base ideologica per la realizzazione di una Costituzione Europea, di cui, proprio in questi giorni, si compongono le Commissioni che dovranno formularla. I diritti dell’uomo, già ampiamente riconosciuti pure in importanti statuizioni delle Nazioni Unite, costituiscono il connettivo sul quale dovrà poggiare l’architettura di un sistema giuridico Europeo, avente carattere ed autorità di Carta Fondamentale: per questo l’autore descrive i contenuti delle diverse fonti che hanno contribuito alla formazione del complesso di norme poste a tutela dei diritti fondamentali del singolo, quale protagonista partecipe di un contesto politico sopranazionale che si va consolidando. Si tratta di una linea fortemente tracciata proprio dalla Carta Europea dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. L’Appendice dell’opera, riportando i testi delle principali leggi e convenzioni citate, rende i suoi contenuti maggiormente intellegibili.

Ten. Col. CC Luigi Cortellessa


Walter Laqueur

Il nuovo terrorismo. Fanatismo e armi di distruzione di massa.
(Traduzione di Sergio Mancini)

Corbaccio Editore 2002, pagg. 380, 16,00 euro

Terrorismo è forse la parola più pronunciata in questa alba angosciosa ed incerta di inizio millennio. Attorno al termine si accalcano interpretazioni di vario tipo, rivisitazioni storiche, addirittura tentativi di revisionismo su taluni momenti della storia recente; ma ciò che il terrorismo evoca è, senza dubbio, una pregnante sensazione di paura, tale da incidere su ogni tratto della vita istituzionale per giungere, alla fine, a condizionare pure i comportamenti dei singoli. L’Autore osserva il fenomeno da una posizione accademica assai privilegiata, quella di Presidente del Research Council del Center for Strategic and International Studies di Washington. La sua riconosciuta esperienza di storico di fama mondiale è confermata dal successo delle sue precedenti pubblicazioni in tema di geopolitica e di terrorismo. Con quest’ultimo lavoro, Laqueur, interpretando i diffusi bisogni di conoscenza da parte di una opinione pubblica drammaticamente sensibilizzata dalla tragedia delle Twin Towers, tenta di imprimere una sistemazione interpretativa al fenomeno del terrorismo, cercando di trarre definizioni accettabili e sgomberando i tanti luoghi comuni.
L’Autore percorre una minuziosa visitazione storica, attraverso la quale opera delle distinzioni terminologiche con i concetti che di solito vengono abbinati al terrorismo, e cioè guerriglia urbana, violenza politica, sovversione, etc.
Davvero interessante la scoperta ontologica di taluni termini comunemente adoperati, quali fanatico ed assassino, che traggono origine appunto da sette anticamente dedite al terrorismo quale forma di lotta politica.
Laqueur delinea una esaustiva panoramica del fenomeno connesso al sorgere delle grandi ideologie del XIX sec., intimamente collegate alla espansione della rivoluzione industriale ed alla polarizzazione delle vicende politiche nei grandi centri urbani. Un particolare riferimento viene dedicato al rilevante fenomeno anarchico della Russia zarista dell’800 ed al ricorso alla violenza come espressione del disagio delle masse operaie e come azione emblematica volta a distruggere i simboli dell’avversario politico. Su questo filone l’opera si sofferma molto sulla descrizione della diffusione dell’anarchismo nell’Europa dei nazionalismi e del colonialismo e sul proselitismo del movimento anarchico tra gli emigranti europei negli Stati Uniti.
Davvero singolare è l’analisi operata sul piano psicologico della personalità dei terroristi, poiché consente di evidenziare gli aspetti motivazionali del ricorso alla lotta armata ed origini remote delle condizioni che favoriscono la scelta della violenza come strumento di lotta politica; in questo senso si intreccia il collegamento tra terrorismo e religione, specie in aree dove questa si profonde con la stessa organizzazione dello stato.
L’opera prosegue con la trattazione del controverso argomento del terrorismo di stato, rilevandone l’antecedente storico nel periodo del terrore della Francia giacobina ed individuandone taluni esempi nella storia contemporanea, specie nell’area dell’America latina.
Le nuove forme di terrorismo, il ricorso alle armi di distruzioni di massa da parte delle organizzazioni eversive, i contatti di queste con i sodalizi della criminalità organizzata sono oggetto di specifica quanto avvincente analisi. In questo senso si incentra la interpretazione delle probabili linee di azione del terrorismo nel prossimo futuro e la proclamazione di una esigenza impellente di adeguate strategie di contrasto.
L’opera, in definitiva, si propone al grande pubblico, per la sua agibilità terminologica e per i molteplici riferimenti storici ed esegetici che solleticano la curiosità del lettore.

Ten. Col. CC Luigi Cortellessa


Fausto Bassetta

Lineamenti di diritto militare
Laurus Robuffo, 2002, pagg. 232, euro 35,00

Se vi è da scegliere tra le originalità dell’opera, sicuramente si può affermare che con essa si fonda una disciplina, con tutta la dignità del rango: quella appunto del diritto militare.
L’Autore, già noto al pubblico come intraprendente redattore capo di questa Rassegna, ha il merito di conferire sistemazione dottrinale ad una somma di nozioni, norme di rango diverso, contributi sparsi, interventi della giurisprudenza, che sino ad oggi soffrivano della mancanza di un compendio armonico e della dignità, peraltro non immeritata, di disciplina giuridica.
Il Magg. Bassetta perviene alla genesi di questa pubblicazione dopo una lunga palestra nella quale si sono profuse laboriose ricerche, attività di insegnamento del sistema disciplinare e penalistico militare, apprezzati contributi alla redazione di quaderni di tendenza, che certamente hanno il merito di aver diffuso per primi, tra gli addetti ai lavori, degli ancoraggi teorici dei quali, da tempo, si avvertiva la necessità.
Non si tratta di diritto dei militari, ma del diritto che ricomprende, invece, il complesso di norme del sistema militare, e quindi del braccio esecutivo della politica di difesa, sulla quale incidono scelte e responsabilità a diversi livelli: quello politico e diplomatico, quello amministrativo, a volte quello delle varie giurisdizioni, certamente quello più specificamente militare.
Non a caso, lo stesso A. elabora e fornisce una definizione del diritto militare (p. 4), indicandolo come “...l’insieme delle norme, delle relazioni giuridiche e delle istituzioni che attengono alla difesa nazionale, come organizzazione complessiva del potere dello Stato in funzione della sua indipendenza politica, della sua integrità territoriale e della sua capacità di agire come soggetto internazionale sovrano”.
Il D.M., che in un’ottica di aderenza alle esigenze di formazione del moderno dirigente militare andrebbe ricompreso più marcatamente tra le basi conoscitive della più vasta scienza militare, come dall’A. sostenuto, esprime una forte connessione con altre discipline consorelle: anzitutto con il diritto costituzionale, dal quale scaturiscono i principi indifferibili che reggono ed indirizzano le scelte di difesa nazionale, con le indicazioni dei relativi titolari, e gli obblighi scaturenti a carico dei cittadini; in secondo luogo, con il diritto internazionale (convenzioni, trattati, accordi), attraverso i quali trovano regolamentazione gli interventi, sempre più frequenti, a fianco di Paesi alleati e sotto l’egida di organismi sopranazionali, in aree ove, peraltro, si impone una larga applicazione del diritto umanitario. Di attuale interesse è la parte dell’opera dedicata alla indicazione del vertice politico-istituzionale dell’ordinamento della difesa, assai analiticamente svolta anche alla luce delle recenti innovazioni di settore introdotte dalla legislazione ordinaria.
Un interessante riferimento viene attribuito, altresì, agli aspetti tipici dello status militare, con la specificazione delle fonti normative che attengono alla condizione giuridica di cittadino alle armi: si tratta, cioè, di una visione recente, non disgiunta da influenze di natura giusprivatistica, cui si è pervenuti a seguito dell’inevitabile recepimento di taluni principi e norme tipiche del più vasto sistema del pubblico impiego.
Alla fine dell’opera, il lettore viene inevitabilmente stimolato da una considerazione: che cioè troppo a lungo, forse, la dottrina ha tralasciato di considerare, specie in ambito accademico, il necessario approfondimento di tematiche la cui attualità viene più che mai confermata, nel sistema paese, dal corale coinvolgimento di istituzioni civili e militari, chiamate ad attuare ed attualizzare le scelte della politica, in un contesto internazionale sempre più esigente, che affida all’Italia un ruolo comprimario nel mantenimento della sicurezza planetaria e nell’intervento nelle aree di crisi. Ne discende la necessità, per gli operatori ai vari livelli, di poter fare affidamento su un sistema unitario di norme e su un contributo teorico agevole ed intellegibile; il lavoro del Magg. Bassetta adempie appieno a questo compito.
Dopo la lettura dell’opera viene comunque da considerare, senza tema di essere tacciati di sentimentalismo corporativo, che oramai è il caso di introdurre, presso gli Atenei, con la costituzione di apposite cattedre, dei maggiori spazi di approfondimento di una materia che non è solo foraggio per i cittadini con le stellette, ma che, per le sue implicazioni in vari segmenti della vita nazionale, andrebbe posseduta anche da chi è chiamato ad operare delle scelte di alta amministrazione o da chi, nell’attività forense, intende indirizzare la specializzazione professionale verso il settore che afferisce al peculiare rapporto di impiego militare.
Qualche considerazione infine sulla destinazione dell’opera: essa certamente ben figura tra gli scaffali più avvicinabili di una aggiornata biblioteca giuridica.
Ma la collocazione più idonea, quella certamente intravista dall’autore in fase di stesura, è la scrivania del Comandante: Lineamenti di D.M., a portata di mano come ferro del mestiere, può costituire certamente un apprezzabile ausilio per affrontare e risolvere le diversificate problematiche, che la quotidianità, nel mondo militare, non tralascia di proporre.

Ten. Col. CC Luigi Cortellessa


Stefano Cassinelli

Forte Montecchio - Baluardo tra Alto Lario e Valtellina
Macchione Editore, 2002, pag. 99, euro 10,33

Il testo ripercorre, attraverso l’analisi di numerose e diversificate fonti, la storia del Forte Montecchio - Lusardi sito a Colico (LC), fin dal momento della sua costruzione, iniziata poco prima della Grande Guerra con gli stessi parametri d’ingegneria di forti più famosi (come ad esempio il Verena, distrutto nei primi giorni del conflitto mondiale dal tiro curvo degli Austro-ungarici).
Il Forte Montecchio assume particolare interesse, considerando che fu utilizzato quale perno difensivo in occasione della realizzazione della linea Cadorna, allorché si temeva un’invasione dal Trentino o dalla Svizzera. L’importanza del Forte e dei suoi cannoni diventa però ancora maggiore, ove si consideri che si tratta di un’opera rimasta inalterata per circa 80 anni e che permette di verificare l’utilizzo dei più moderni ritrovati dell’epoca e di comprendere realmente la vita militare durante i primi vent’anni del secolo trascorso.
L’autore, basandosi anche su fonti orali reperite in loco, non solo riesce a descrivere la struttura del Forte in modo completo e avvincente, ma ricostruisce sapientemente gli avvenimenti di particolare importanza che il Forte Montecchio ha vissuto nella sua breve vita “militare”.
Il lavoro, arricchito da numerose fotografie d’epoca e recenti, fornisce un contributo, condensato in un numero limitato di pagine, ma comunque significativo, legato alla riscoperta dei mores milites e dei luoghi che, a vario titolo, assumono rilevanza non solamente durante il Primo Conflitto Mondiale, ma per circa trentacinque anni della storia nazionale italiana.
In conclusione, il libro si presenta di vivo interesse sia per chi si occupa, a vario titolo, della storia della 1^ Guerra Mondiale, sia per coloro i quali intendono approfondire, anche dal vivo, l’archeologia di guerra.

Cap. CC Flavio Carbone


Giorgio Rochat

Duecento sentenze nel bene e nel male. I tribunali militari nella guerra 1940-943
Gaspari, 2002, pag. 189, euro 15,00

Il libro è lo sviluppo del saggio di Rochat dal titolo “La giustizia militare nella guerra italiana 1940 - 1943. Primi dati e spunti di analisi” apparso sulla “Rivista di storia contemporanea”, 1991, n. 4, pagg. 505-597, ma ampliato e rivisto completamente.
La base di studio del lavoro è fornita dall’analisi di alcuni documenti reperiti - ritenuti di maggior interesse - presso l’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, fonte inesauribile di informazioni.
Il lavoro analizza 220 sentenze dei tribunali militari utilizzandole per tracciare un quadro generale della giustizia militare durante il periodo di guerra. Va ricordato che la composizione di questi ultimi prevedeva una preponderanza di giudici non togati (ufficiali di Esercito, Marina ed Aeronautica) rispetto a quelli togati, peraltro modificata solamente con la riforma stabilita dalla legge 7 maggio 1981, n. 180. L’analisi condotta permette di apprezzare alcuni episodi di particolare curiosità ed interesse, ma si comprende anche il quadro generale nel quale si trovavano ad operare i tribunali militari sottoposti a numerose sollecitazioni da parte del Ministero della Guerra.
Il bacino d’utenza dei tribunali militari non era solamente il personale militare in zona d’operazioni, ma, applicando il Codice Penale Militare di Guerra anche nel territorio metropolitano, venivano sottoposti al giudizio dell’organo militare anche i civili ed i territori sotto controllo italiano, quali ad esempio la Dalmazia.
In conclusione, il libro si presenta di interesse soprattutto per approfondire, sia pur sulla base incompleta dei dati, l’orientamento e l’operato dei tribunali militari italiani in Teatro d’operazioni ed in Patria.

Cap. CC Flavio Carbone


Lorenzo Cantoni
Nicoletta Di Blas

Teoria e pratiche della comunicazione
Apogeo, 2002, pagg. 256, euro 19,00

Il libro nasce dall’inusuale e innovativo innesto di un insegnamento umanistico in un curriculum tecnico: il corso di “Teoria della comunicazione”, professato dagli autori presso la sede di Como del Politecnico di Milano, rivolto a studenti di ingegneria informatica e gestionale.
Gli autori, Lorenzo Cantoni e Nicoletta Di Blas, entrambi di formazione umanistica (filosofica e letteraria), da diversi anni si occupano degli aspetti comunicativi delle nuove tecnologie, in particolare nei campi dell’eLearning e della comunicazione dei beni culturali.
Il manuale si divide in tre parti. La prima parte presenta i principali temi della semiotica e della linguistica generale, seguendo un percorso che va dal segno, alle strutture linguistiche, fino a giungere al testo, inteso come unità comunicativa minima e pertanto “vero” segno.
A essa segue una breve storia dei mezzi di comunicazione, dalle società cosiddette “a oralità primaria” (che conoscono cioè solo la lingua parlata) fino alla moderna società dell’informazione.
L’ultima parte si sofferma su alcune pratiche comunicative; anzitutto la comunicazione elettronica, sulla quale è utile riflettano sia coloro che la realizzano, per migliorarne la qualità, acquistando consapevolezza delle sue dinamiche e peculiarità, sia coloro che ne fruiscono, spesso “timidamente”, per conoscerne i segreti e acquistare maggior disinvoltura. Seguono indicazioni su come parlare in pubblico, frutto di una moderna rivisitazione degli antichi maestri della retorica classica. Non manca qualche cenno alla manipolazione, per “armare” il lettore contro di essa! L’ultimo capitolo affronta il tema della formazione, dedicando un significativo paragrafo all’eLearning, l’insegnamento assistito dalle nuove tecnologie, oggi in rapida diffusione.
Il libro si rivolge sia a studenti, sia a tutti coloro che vogliono avvicinarsi al mondo della comunicazione in modo avveduto e scientificamente fondato.

Dott. Sabina Losi

CODICI


Giorgio Lattanzi

Codice di procedura penale - annotato con la giurisprudenza
Giuffrè, II ed., 2002, pagg. 2218, euro 62,00

Costituzione, Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e relativi protocolli, disposizioni sulla legge in generale, codice di procedura penale, norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, regolamento per l’esecuzione del codice di procedura penale, disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni e relative norme di attuazione, di coordinamento e transitorie, legge delega del nuovo codice di procedura penale, norme sulla Corte costituzionale, disposizioni sul giudice di pace, modifiche al codice di procedura penale, reati ministeriali.


Piero Luigi Vigna

Legislazione per l’udienza penale - (volume I, con cd-rom).
Norme penali speciali e collegate. Legislazione sulle Forze di polizia - (volume II)

Laurus Robuffo, 2002, pagg. 874+2753, euro 32,00+30,00

Costituzione, codice penale, codice di procedura penale, aborto, affissioni, alberghi e pensioni, alimenti, ambiente, Arma dei carabinieri , armi, assegni bancari, associazioni illecite civili e militari, beni confiscati, beni culturali, caccia e pesca, circolazione stradale, codice civile (stralcio), collaboratori di giustizia, contrabbando, convenzioni internazionali, coordinamento delle Forze di polizia, coordinamento delle indagini di criminalità organizzata, corti d’assise, corti penali internazionali, decentramento amministrativo, depenalizzazione e sanzioni sostitutive, disciplina militare, diritto d’autore, documenti e legalizzazioni, economia pubblica, edilizia e urbanistica, elezioni, esercizi pubblici e commercio, Europol, fallimento e reati societari, fascismo, Forze di polizia - riordino, fumo, genocidio, giudice di pace, Governo - organizzazione, gratuito patrocinio, imposte e tributi, indennità giudiziarie, lavoro, mediatori, minorenni, misure di prevenzione e mafia, notificazioni, obiezione di coscienza, operazioni controllate e sottocopertura, ordinamento giudiziario, ordinamento penitenziario, ordine pubblico, passaporti, Polizia di Stato, polizia aerea, polizia ferroviaria, di frontiera e postale, polizia municipale, polizia penitenziaria e personale civile dell’Amministrazione penitenziaria, procedimenti per reati presidenziali e reati ministeriali, prostituzione, razzismo, responsabilità amministrativa - enti e dipendenti dell’Amministrazione pubblica, riciclaggio, sanità, scommesse clandestine e gioco del lotto, segreto di Stato e servizi di sicurezza, sequestro di persona, spese di giustizia, stampa e televisione, stranieri e cittadinanza italiana, stupefacenti, terrorismo, testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e regolamento di esecuzione, trattamento dei dati personali, Unione europea - Carta dei diritti fondamentali, usura, videoregistrazioni e processo penale, vittime di reati.


Davide Brunelli
Giuseppe Mazzi

Codici penali militari
Giuffrè, VI ed., 2002, pagg. 809, euro 32,00

Costituzione, codice penale militare di pace, codice penale militare di guerra, disposizioni di coordinamento, transitorie e di attuazione dei codici penali militari, disciplina militare, legislazione di guerra e dei conflitti armati, leva e reclutamento obbligatorio, obiezione di coscienza, ordinamento giudiziario militare, ordinamento penitenziario militare, segreto militare, stupefacenti.


Vito Poli
Vito Tenore

Codice di diritto amministrativo militare
Giuffrè, 2002, pagg. 1293, euro 75,00

Costituzione e disposizioni generali; organizzazione delle Forze armate, dei servizi di sicurezza e del Ministero della difesa; sanzioni e procedimento disciplinare, misure cautelari; reclutamento, stato giuridico, avanzamento del personale delle Forze armate; ordinamento, reclutamento, stato giuridico e avanzamento per il Corpo della Guardia di finanza; ordinamento, reclutamento, stato giuridico e avanzamento per l’Arma dei carabinieri; servizio di leva, trasformazione dello strumento militare in professionale, obiezione di coscienza; sanità militare, accertamenti militari, tossicodipendenza; procedimento amministrativo, diritto d’accesso e tutela della riservatezza, semplificazione documentale; ricorsi giurisdizionali e amministrativi, difesa dell’Avvocatura dello Stato; contratti, contabilità e responsabilità amministrativo-contabile; appendice di aggiornamento con la nuova normativa sulla documentazione caratteristica.


Adolfo Tencati

I codici penali militari - illustrati con il commento e la giurisprudenza
La Tribuna, 2002, pagg. 1184, euro 20,00

Costituzione; codice penale militare di pace; codice penale militare di guerra; accordi internazionali; armi e munizioni; arsenali militari; associazioni; demanio pubblico; disciplina militare; disciplina penale ordinaria (stralcio); documenti militari; leva e reclutamento; notificazioni; obiezione di coscienza al servizio militare; organizzazione amministrativa delle Forze armate: funzioni delle Forze armate, Ministero della difesa, Stato Maggiore; personale delle Forze armate: reclutamento e stato giuridico del personale militare non direttivo, reclutamento e stato giuridico degli ufficiali, assistenza spirituale al personale militare, formazione professionale del personale militare, matrimonio dei militari, pensioni militari; responsabilità civile delle Forze armate; restrizioni della libertà personale nell’ambiente militare; stupefacenti; tutela dei segreti nell’ambiente militare; ufficiali; uffici giudiziari militari; veicoli.