Inaugurazione dell'Anno Accademico 2001 - 2002

L'11 febbraio 2002, nell'Aula Magna della Scuola Ufficiali Carabinieri, alla presenza dei rappresentanti degli Organi Costituzionali, nonché di numerose autorità civili, militari e religiose e del corpo docente, si è aperto ufficialmente l'Anno Accademico 2001 - 2002. Hanno preso la parola, nell'ordine, il Comandante della Scuola, Gen. D. Giorgio Piccirillo, il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Sergio Siracusa, il Ministro della Difesa, On. Antonio Martino.

Inaugurazione dell'anno accademico


Relazione del Comandante della Scuola Ufficiali Carabinieri

Signor Ministro della Difesa,
Signor Ministro dell’Interno,
Signor Comandante Generale,
Autorità,
Ospiti tutti,
carissimi Ufficiali,
Il Comandante della Scuola Ufficiali Carabinieriè con grande orgoglio che per la seconda volta vivo da comandante l’apertura dell’anno accademico. L’esperienza trascorsa nel primo anno di Comando di questo prestigioso Istituto, mi consente di delineare oggi, con soddisfazione, i risultati raggiunti e soprattutto gli adeguamenti introdotti ed i progetti avviati.
La Scuola rappresenta una realtà dinamica che, nel corso dell’ultimo anno, si è confrontata da un lato con l’evoluzione del mondo universitario e dall’altro con le crescenti istanze di formazione.

Con la legge di riforma, infatti, nuove realtà ci attendono, nuovi obiettivi si pongono.
È necessario, quindi, conferire alle strutture addestrative nuove potenzialità che possano garantire all’Arma una classe di dirigenti preparati per compiti più complessi e più delicati.

La Scuola Ufficiali si presenta, così, a questo nuovo anno accademico in una veste profondamente rinnovata, dal punto di vista sia ordinativo che dei contenuti, con un ruolo più dinamico e più moderno. Una scuola più aperta che partecipi più attivamente al ciclo di formazione della conoscenza, ponendosi come “laboratorio culturale” in grado di elaborare e di valorizzare il patrimonio di esperienza degli Ufficiali che rientrano nell’Istituto per la frequenza dei diversi corsi.

Sono proprio costoro a garantire la dimensione partecipata dell’addestramento e ad offrire lo spazio concreto di un confronto continuo con la realtà.
Ma la vera crescita della Scuola si può apprezzare maggiormente nel potenziamento della sua componente didattica per le discipline professionali: l’Istituto di Studi Professionali e Giuridico Militari. Nell’arco di soli due anni dalla sua costituzione l’Istituto, concepito come polo propositivo per ordinare in modo interattivo le materie tecnico - professionali, è divenuto il vero centro propulsore e coordinatore di tutte le attività didattiche, conferendo armonicità ed incisività ai diversi insegnamenti e garantendo il necessario tramite con la docenza universitaria o esterna in genere.

L’articolazione dell’Istituto in cattedre, oggi ben cinque, ha poi consentito la disponibilità di risorse qualificate impegnate a tempo pieno nella elaborazione dei programmi, nella stesura dei testi e nella gestione dell’attività didattica, creando lo spazio necessario per le attività pratiche, indispensabili per conferire concretezza all’insegnamento e per garantire il collegamento costante con la realtà operativa.

La contestuale revisione dei contenuti formativi e la loro ridistribuzione, nell’arco del quinquennio per i corsi di Applicazione provenienti dall’Accademia Militare, garantirà una diversa sedimentazione delle nozioni acquisite, accentuando il concetto di propedeuticità degli insegnamenti, necessariamente legata al passaggio dalla condizione di allievo Ufficiale a quella di Ufficiale allievo, con tutti gli obblighi di legge connessi alla nomina ad Ufficiale dei Carabinieri.

Ciò è stato possibile grazie anche al riordino del corso di laurea che, in linea con la riforma universitaria, è stato riarticolato attraverso il conseguimento della laurea triennale di 1° livello in Scienze giuridiche e della laurea specialistica quinquennale in giurisprudenza.

In tale contesto sono state sottoscritte due convenzioni, rispettivamente con l’Università di Modena, per la gestione del 1° livello e con l’Università di Roma Tor Vergata della laurea specialistica.

I Corsi che già si sono avviati e quelli che fra breve inizieranno sono stati progettati, quindi, in un’ottica di diversa funzionalità, finalizzata al miglioramento dell’apprendimento ed alla essenzialità dei contenuti.

Particolare attenzione è stata dedicata ai Corsi di Applicazione che, per durata e complessità rappresentano l’elemento caratterizzante della Scuola.

Essi, infatti, inquadrano i circa 150 Sottotenenti e Tenenti che provengono dall’Accademia Militare e permangono presso questo istituto per tre anni, fino al conseguimento della laurea in Giurisprudenza.

Sono i corsi che presentano più spazi per l’arricchimento professionale e sono quelli sui quali si è maggiormente inciso per l’allineamento alla riforma universitaria, valorizzando altri aspetti determinanti per la professionalità del futuro, quali le conoscenze informatiche e lo studio delle lingue straniere.

In questi settori sono stati avviati progetti ambiziosi, ma fondamentali per i nostri Ufficiali. In particolare l’impulso dato alla conoscenza delle lingue straniere vuole essere il contributo dovuto all’intensificazione dei contatti e degli scambi internazionali, con particolare riferimento al partenariato FIEP che si sta dimostrando sempre più interessante e fecondo.

La Scuola si propone quale porta aperta sull’Europa e sul mondo per preparare generazioni di Ufficiali capaci di operare disinvoltamente in contesti internazionali, affermando una professionalità solida e ben articolata.
Ma l’evoluzione dei compiti internazionali dell’Arma e le vicende degli ultimi mesi hanno imposto anche un’attenzione diversa sulla formazione per le operazioni di mantenimento della pace. L’impiego sempre più frequente e massiccio all’estero ha reso necessaria la creazione di una dottrina specifica, di una preparazione autonoma.

La Scuola si è cimentata, così, anche in questo tipo di attività rivolta non solo ai propri frequentatori, ma soprattutto ad Ufficiali esterni ed a rappresentanti di Paesi stranieri, riscuotendo consensi ed apprezzamenti per la maturità dei contenuti e la capacità dei docenti.

Anche i Corsi Applicativi, ordinario e straordinario, che inquadrano i circa 140 Sottotenenti provenienti dal Complemento o dal Ruolo dei Marescialli, hanno subito una revisione dei contenuti, che ha inteso valorizzare la professionalità ormai acquisita e l’esperienza già maturata dai frequentatori, coinvolgendoli attivamente nelle attività didattiche e compensando in tal modo la durata dei corsi medesimi.

Completamente rinnovato si presenta anche il Corso d’Istituto per Capitani prossimi all’avanzamento al grado superiore, che rappresenta, indubbiamente, il corso più qualificato e qualificante della Scuola.

Gli oltre 100 Capitani che hanno iniziato da qualche settimana il corso si troveranno di fronte ad una struttura didattica assolutamente nuova, gestita con il contributo di una Università romana ed impostata secondo i criteri che regolano i Master post-universitari.

Riteniamo che la nuova formulazione possa realmente qualificare il corso e gratificare i frequentatori che potranno essere ammessi alle seconda fase, più marcatamente universitaria, solo se classificatisi fra i primi in sede di avanzamento.

Ma la novità più evidente di questo anno accademico è il 7° corso formativo per gli ufficiali del ruolo Tecnico Logistico.

Per la prima volta, infatti, a seguito della legge di riforma, l’Arma ha reclutato direttamente laureati destinati alle specialità della Sanità e Veterinaria, dell’Amministrazione e del Genio che andranno a sostituire progressivamente gli ufficiali dei Corpi logistici dell’Esercito, che oggi garantiscono la copertura degli incarichi di specializzazione.

Sono, poi, previsti anche i corsi per il transito nel medesimo ruolo tecnico logistico degli ufficiali dell’Esercito già in servizio presso l’Arma.
È un impegno notevole che richiede nuove professionalità fra i docenti e nuove metodiche d’insegnamento.

Ma è un ulteriore arricchimento per la Scuola che copre così, a 360 gradi, le esigenze formative dell’Arma.

Come si vede, dunque, l’anno accademico 2001 - 2002 si presenta con sostanziali novità, non soltanto formali.

Nuovi aspetti qualificanti dell’insegnamento e della formazione, non solo per garantire all’Ufficiale l’assolvimento dei compiti istituzionali, ma anche per favorire la crescita delle qualità e della sensibilità che rappresentano il bagaglio indispensabile del comandante.

Non bisogna dimenticare, infatti, che i nostri ufficiali dovranno essere dei professionisti in grado di esercitare le proprie funzioni in Italia ed all’estero, ma soprattutto avranno la responsabilità degli uomini. Dovranno essere dei “protagonisti”, culturalmente qualificati, teoricamente preparati, ma soprattutto leader motivati e capaci di guidare la nostra “antica” Istituzione nella modernità.
Quindi “comandanti”, vivificati dal confronto delle proprie motivazioni con le quotidiane esperienze professionali, dal dialogo con i propri uomini, dalla conoscenza del territorio e della collettività verso cui rivolgere la propria azione.

È l’antica tradizione dell’Arma, sono i valori che hanno costruito la storia dei Carabinieri.

Ed è oggi più che mai, in un contesto internazionale scosso da scellerati fenomeni di destabilizzazione, in un momento in cui la società ha un più intenso bisogno di essere protetta, che la nostra missione, la vostra missione, giovani ufficiali, assume un significato più pregnante e diventano fondamentali i principi tradizionali che avvicinano gli uomini ed esaltano i sentimenti.

Sono questi, dunque, i valori formativi che oggi la Scuola presenta come credenziali per assolvere il proprio compito. Ne sono ben consapevoli i circa quattrocento ufficiali oggi presenti in queste aule ed i quasi altrettanti che si aggiungeranno nei prossimi mesi per la frequenza di altri corsi. Ed il mio orgoglio di Comandante non può sottacere l’entusiasmo e la motivazione che questi giovani offrono all’Istituzione prima ed al Paese poi nell’affrontare una professione difficile, ma esaltante e ricca di valore perché spesa nell’interesse della collettività.

Il pur duro impegno scolastico sostenuto fra questi banchi appare come poca cosa di fronte all’ansia di intraprendere la propria attività, di unirsi ai mille e mille Carabinieri che, diuturnamente, con sconosciuto eroismo, assolvono il proprio dovere con dignità, coraggio e spirito di sacrificio per il bene dell’Italia tutta.

E questo entusiasmo impegna tutti noi, Comandanti, docenti civili e militari, a guidare per mano i nostri giovani, in una crescita morale e professionale che possa alimentare sempre di più l’entusiasmo e lo slancio per l’adempimento del proprio dovere.

Ufficiali dei corsi di formazione, saremo ancora costantemente al vostro fianco per superare insieme i momenti difficili e per garantire il contributo della nostra esperienza.

La Scuola intera dedicherà ogni energia per aiutarvi a dare il meglio di voi stessi, affinché possiate completare cultura e conoscenza, attraverso lo studio metodico ed approfondito che ora è il primo dei vostri doveri, ma che vi consentirà di entrare a testa alta nelle fila dell’Arma.

Porterete sicuramente un contributo di pensiero più qualificato del passato ma soprattutto uno spirito nuovo, moderno in grado di traghettare l’Arma verso una nuova professionalità e una rinnovata efficienza.

Ancora più vicina, se possibile, alle aspettative del Paese e del futuro, per il soddisfacimento di quel bisogno di sicurezza e di pace che oggi più che mai diventa incontrovertibile diritto di ciascun cittadino.

A tutti buon lavoro e buona fortuna dal vostro Comandante! successo.

Prolusione del Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri

Il Comandante Genrale dell'Arma dei CarabinieriÈ con vivo piacere che, a nome di tutti i Carabinieri, ringrazio il Signor Ministro della Difesa per aver voluto presiedere questa cerimonia e porgo un vivo ringraziamento al Signor Ministro dell’Interno per la Sua partecipazione. La loro presenza testimonia la considerazione e il sostegno che, con costante attenzione, riservano all’Arma dei Carabinieri.

Rivolgo il mio saluto ai rappresentanti del Governo, del Parlamento, della Magistratura ed a tutte le Autorità intervenute, che hanno voluto manifestare sentimenti di stima e di fiducia che superano il pur alto significato della mera ricorrenza accademica.

Un saluto particolare al Capo di Stato Maggiore della Difesa ed ai Capi di Stato Maggiore delle altre Forze Armate e un caloroso ringraziamento al Capo della Polizia ed al Comandante Generale della Guardia di Finanza, ai quali mi legano intensi e consolidati rapporti di fattiva collaborazione.

Un pensiero riconoscente al Presidente ed ai rappresentanti dell’Associazione Nazionale Carabinieri, testimoni dello straordinario legame che da sempre accomuna i Carabinieri in servizio a quelli in congedo.

Un cordiale saluto, infine, ai delegati del Consiglio Centrale di Rappresentanza. Ad essi va la mia gratitudine per la costante collaborazione fornita, tradottasi sempre in apprezzata attività propositiva e di stimolante confronto.

L’inaugurazione dell’Anno Accademico, al di là del significato immediato della ricorrenza, rappresenta tradizionalmente l’occasione per tracciare - alla presenza di un uditorio così qualificato - un quadro sintetico delle attività della nostra Istituzione.
È trascorso poco più di un anno dall’emanazione dei decreti attuativi collegati alla legge di riordino.

Si tratta di provvedimenti di grande rilievo che hanno segnato un passaggio epocale per l’Istituzione, aggiornando un impianto ormai secolare e configurando una struttura proiettata, sempre più efficacemente, al servizio della comunità.

Un anno denso di realizzazioni, intensamente vissuto in tutti i settori e caratterizzato, come sempre, da grandissimo impegno e da significativi risultati.

Un serrato divenire scaturito da attente analisi ed incardinato sulle linee programmatiche espresse dal Governo.

L’Arma è protesa oggi a migliorare la propria efficienza complessiva, mediante un’intensa, scrupolosa opera di revisione e di aggiornamento, in un’equilibrata sintesi tra la connaturata attenzione alle proprie tradizioni e gli stimoli innovativi che provengono dall’incessante evoluzione del contesto sociale.

Lo scopo è quello di delineare una struttura dinamica e moderna, in grado di assolvere al meglio sia i compiti di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica sia quelli militari: le peculiari missioni dell’Arma. Coerentemente con tale impostazione, sono state portate a termine o sono in fase di attuazione una serie di iniziative dirette a snellire e qualificare ulteriormente l’organizzazione per esaltarne le capacità operative. Esse sono derivate da una severa analisi dei processi interni ed hanno dato luogo a provvedimenti tra loro strettamente interconnessi, secondo un progetto di profonda revisione organizzativa che interessa i settori tecnologico, ordinativo, logistico, operativo, addestrativo e regolamentare.

L’opera di razionalizzazione e ammodernamento ha fatto perno sulla massiccia introduzione delle tecnologie informatiche e telematiche per conseguire, sostanzialmente, il governo elettronico dell’intera organizzazione. Mi riferisco al “Progetto I.R.” (Informatizzazione dei Reparti), dalla cui realizzazione deriva un tasso di informatizzazione di 1 a 2 (1 computer ogni 2 Carabinieri), tra i più alti nella Pubblica Amministrazione, associato al cablaggio di tutti i comandi dell’Arma, ora in condizione di dialogare in unico ambiente informatico.

Il progetto comprende la creazione di una rete dati, strutturata sulla Rete unitaria della Pubblica Amministrazione (RUPA) e sulla rete interpolizie in ponte radio, che sarà interamente digitalizzata entro il 2006.

Da mero strumento di office automation, il personal computer è diventato una parte essenziale di un sistema automatizzato per la gestione dei settori operativi e amministrativi.

L’avvenuto completamento delle dotazioni nell’area del centro-nord ha già consentito la totale informatizzazione dei reparti dipendenti dal Comando Interregionale “Pastrengo” di Milano, che dal 1° gennaio scorso sono in grado di dialogare tra loro e con il Comando Generale in via telematica con il generalizzato utilizzo della posta elettronica. Ne stanno derivando l’eliminazione del cartaceo, l’attivazione di archivi elettronici e la progressiva anemizzazione dei centri di trasmissione, con la conseguente drastica riduzione del personale addetto alle attività burocratiche ed agli apparati trasmissivi.

Un importante contributo a tale programma - di prevista ultimazione entro l’anno nell’intera organizzazione dell’Arma - è fornito dalla messa in opera delle centrali telefoniche digitali che rendono disponibili servizi in telefonia avanzata, incrementano la sicurezza e la qualità delle comunicazioni e consentono l’accorpamento dei centri di risposta.

Le innovative procedure hanno richiesto l’adozione, in via sperimentale, di una nuova regolamentazione delle attività di ufficio, a premessa del completo rifacimento, già avviato, della normativa di settore, compendiata nella pubblicazione “Istruzione sul Carteggio”, ormai non più adeguata alle esigenze.
Di pari passo procede la razionalizzazione delle attività di sostegno logistico, con un crescente ricorso alla terziarizzazione nei limiti consentiti dalle assegnazioni di bilancio.

Nel settore della motorizzazione, è in via di completamento il cosiddetto “pacchetto di manutenzione assistita” - introdotto nel 1997 - che attribuisce alle ditte fornitrici l’onere di assicurare l’efficienza dei veicoli per l’intero arco della loro vita operativa. L’assistenza ha interessato, finora, oltre il 60% delle 26.000 autovetture in distribuzione all’Arma, con una sensibilissima, graduale riduzione del numero dei Carabinieri addetti alle officine.

Con lo stesso intento di razionalizzazione, sono stati stipulati contratti che impongono alle ditte fornitrici del vestiario il perfetto attagliamento, previa rilevazione delle misure di ciascun militare, e la fornitura “a domicilio” delle uniformi presso i singoli comandi. La conseguente eliminazione di gran parte dei magazzini di stoccaggio e l’informatizzazione della residua attività di gestione, hanno consentito altra significativa contrazione del personale addetto.

Parallelamente, l’avvio del servizio di “catering” nelle Scuole e in numerosi altri grandi reparti, ha reso possibile il recupero a compiti operativi di una consistente aliquota di Carabinieri prima impiegati per la confezione dei pasti. Dal 1° marzo prossimo il servizio sarà esteso a tutte le sedi dei Comandi di Regione.

Auspichiamo che la futura disponibilità di risorse finanziarie consenta l’evoluzione del programma verso l’estensione del “catering” ad altri comandi e l’introduzione del “buono pasto” presso i reparti minori, dove i Carabinieri provvedono direttamente alla preparazione del vitto.

L’attuazione del progetto di informatizzazione, nel suo divenire, ha anche agevolato la semplificazione delle procedure e la revisione delle competenze dei vari livelli gerarchici.

Questo aspetto rappresenta un altro punto nodale per il conseguimento degli obiettivi prefissati di economicità, speditezza e rispondenza al pubblico interesse nei vari settori funzionali. È infatti essenziale, ai fini di un razionale impiego del personale, non solo transitare in ruoli operativi Carabinieri oggi impiegati in incarichi di sostegno delegabili ad enti esterni, ma anche far sì che il personale dedichi ad attività operative la totalità delle sue capacità lavorative.
Un primo, efficace intervento in tal senso ha riguardato il flusso delle informazioni per gli arruolamenti, che ha consentito di ridurre a soli due livelli, Stazione e Comando Provinciale, l’attribuzione delle relative funzioni, eliminando vecchie ridondanze e liberando significative risorse.

Un rilevante risparmio di personale è conseguito, inoltre, dalla automatizzazione della gestione delle contravvenzioni per infrazioni al Codice della Strada (oltre un milione l’anno). A tal fine è stata siglata un’apposita convenzione con le “Poste”, che hanno assunto gli oneri di notifica, di contabilità, di incasso e di gestione del contenzioso per tutte le contravvenzioni.

Tutte le Stazioni Carabinieri sono state, altresì, affrancate dalle incombenze amministrative connesse alla gestione del personale, recuperando al controllo del territorio migliaia di ore di lavoro. Tali incombenze sono state attribuite a Sezioni Amministrative a livello provinciale che lavorano esclusivamente con sistemi telematici.

Risponde ad analoghe finalità l’istituzione del Centro Nazionale Amministrativo, che ha segnato il passo decisivo per la razionalizzazione dell’intero comparto.

L’Ente è stato costituito lo scorso autunno a Chieti, per accentrare, con procedure informatizzate, il pagamento degli stipendi e delle pensioni, la gestione matricolare e l’assistenza fiscale, prima di pertinenza di ben 26 Enti Amministrativi. Il trasferimento di competenze ha già interessato 6 di tali Enti, con ottimi risultati in termini di rapidità ed efficienza; verrà concluso entro la prima metà del 2003 secondo predefinite scansioni temporali.

Il nuovo organismo, posto alle dirette dipendenze del Comando Generale, concretizza la prima applicazione nell’ambito della Pubblica Amministrazione della “firma digitale” e per questo è stato vivamente apprezzato e sostenuto dall’A.I.P.A. (Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione). In ragione del forte contenuto innovativo dell’iniziativa, il Comando Generale ha prodotto, in via sperimentale e previa autorizzazione del Ministero della Difesa, una nuova regolamentazione per la gestione matricolare del personale militare, che sostituirà quella vigente dal 1941.

Altro importantissimo passo nel processo di razionalizzazione è l’istituzione di 5 Raggruppamenti Tecnico-Logistico-Amministrativi. La costituzione dei nuovi organismi alle dipendenze dei Comandi Interregionali attua un fondamentale ed economico principio di ripartizione di competenze tra i vari livelli gerarchici fissato nelle norme di riordino, secondo cui ai Comandi Provinciali sono attribuite funzioni prevalenti nel settore operativo, a quelli Regionali nella gestione del personale ed a quelli Interregionali nel supporto dei reparti. Ai 5 Raggruppamenti sono attribuite le competenze logistiche e amministrative su tutti i reparti esistenti nel territorio di ciascun Comando Interregionale, in precedenza risalenti a 33 Comandi diversi, con notevoli sovrapposizioni funzionali e ridondanze di personale. Il primo Raggruppamento è stato già costituito a Roma presso il Comando Interregionale “Podgora”; i rimanenti quattro, già avviati, saranno operativi entro l’estate di quest’anno.

Nel processo di aggiornamento organizzativo, s’inserisce anche la costituzione, prevista dal Decreto Legislativo 298 del 2000, di un autonomo Ruolo Tecnico-Logistico degli Ufficiali dei Carabinieri, nel quale sono confluite specifiche professionalità destinate ai settori del genio, della medicina e veterinaria, dell’amministrazione, del commissariato e della motorizzazione, in aggiunta ai precedenti comparti delle investigazioni scientifiche, della telematica e della psicologia.

Il Decreto del Ministro della Difesa, con cui sono stati recentemente definiti i contingenti e l’iter per il transito degli Ufficiali da altre Forze Armate, consentirà di ampliare la consistenza del Ruolo, la cui alimentazione proseguirà attraverso il transito di Ufficiali e Marescialli dei Carabinieri e l’arruolamento annuale di giovani laureati.

I primi 29 Tenenti, reclutati nel 2001 con quest’ultima modalità, partecipano attualmente al corso formativo della durata di un anno accademico. Tra loro 6 donne che, assieme alle 7 dei corsi Carabinieri dell’Accademia di Modena ed alle 42 della Scuola Marescialli, qualificano una presenza femminile che non mancherà di apportare positivi contributi all’attività istituzionale.

Il consistente recupero di risorse si accompagnerà a quelli che si avranno con il previsto transito nell’Arma di 700 dipendenti civili già in servizio nell’Amministrazione della Difesa, in aggiunta agli attuali 300, destinati a mansioni tecniche e amministrative attualmente disimpegnate da Carabinieri.
Gli interventi di riordino, di snellimento delle procedure, di generalizzato supporto telematico, stanno consentendo - come programmato - di destinare ad impieghi operativi 5.000 Carabinieri prima dedicati alle attività burocratiche e di sostegno. La percentuale della forza complessiva assorbita da dette attività è stata già ridotta dall’11% del 1997, all’attuale 8%; a manovra ultimata sarà ulteriormente ridotta al 6%. Circa 2.800 Carabinieri sono stati già recuperati e destinati al potenziamento dei reparti speciali e delle Stazioni; le rimanenti 2.200 unità, di prossimo recupero, verranno destinate ai reparti operativi ed in particolare alle Stazioni poste al di fuori dei capoluoghi provinciali.

Rientrano in tale ottica gli intendimenti di potenziare tutte le Stazioni con forza non più rispondente alle esigenze e di istituirne altre nei comuni attualmente privi di presidi di polizia che hanno registrato, negli ultimi anni, rilevanti incrementi della popolazione, degli insediamenti industriali e, di conseguenza, delle problematiche socio-economiche, con riflessi fortemente negativi sulla situazione della sicurezza pubblica. Tra questi comuni, tutti con popolazione superiore agli 8.500 abitanti, numerosi sono stati individuati nella Lombardia e nel Veneto.

È prevista, altresì, l’elevazione a Tenenze, entro il 2003, di almeno altre 30 Stazioni competenti su comuni con più di 20.000 abitanti e l’elevazione a Gruppi, retti da Tenenti Colonnelli, di 50 Compagnie competenti su aree a forte incidenza criminale. Entrambi i reparti avranno potenziamenti in termini di unità operative, per rinforzare i servizi investigativi e di prevenzione.

Il progetto è stato già posto all’attenzione del Ministero dell’Interno ed inserito nello studio sulla revisione dei dispositivi territoriali dell’Arma e della Polizia di Stato, condotto secondo le direttive del Ministro dell’Interno.
Tutti i provvedimenti organizzativi sono prioritariamente rivolti a migliorare il rendimento operativo.

Lo attestano anche una serie di rilevantissime realizzazioni informatiche nell’ambito del “Progetto I.R.”. Intendo qui parlare del “memoriale informatizzato del servizio”, delle “Centrali Operative a tecnologia digitale” e dei “sistemi telecitofonici”.

Il “memoriale informatizzato” - documento fondamentale della Stazione e di tutti i reparti dell’Arma, perché vi sono annotati i servizi comandati e le variazioni attinenti alla forza disponibile (licenze, malattie, straordinari, missioni, ecc.) - è stato adottato già nell’area del nord-ovest e sarà operativo entro l’anno per tutti i reparti. Il sistema, completamente integrato con i terminali di ricezione denuncia, consente la totale automazione della gestione del personale e del servizio, il monitoraggio costante dei fenomeni criminosi a tutti i livelli e l’aggiornamento immediato della Banca Dati di Polizia. Soprattutto, agevola i Comandanti delle Stazioni Carabinieri nel disporre i servizi di controllo del territorio in stretta aderenza all’andamento della criminalità ed i livelli gerarchici superiori nella verifica del corretto impiego delle risorse disponibili. Le “Centrali Operative a tecnologia digitale” sono attive in 51 Comandi Provinciali e 75 Compagnie e saranno istallate entro l’anno in tutti i rimanenti Comandi.

Esse consentono la localizzazione di tutti i servizi operativi, oltre che la gestione remota dei sistemi di sicurezza e di allarme dei veicoli. Sei centrali, a livello provinciale, sono già interconnesse con le analoghe Sale Operative delle Questure, per la contestuale visualizzazione degli automezzi in servizio delle due Forze di Polizia e per assicurare, con il costante collegamento in videoconferenza, l’intervento della pattuglia in grado di agire più rapidamente, così eliminando ogni sovrapposizione od omissione. Il programma di interconnessione, che realizza un efficientissimo strumento di coordinamento, proseguirà per l’estensione a tutte le province, d’intesa con il Dipartimento di Pubblica Sicurezza.

Completano le nuove dotazioni i biosistemi telecitofoni delle Stazioni che consentono di contattare direttamente il personale del reparto impegnato nei servizi esterni, appositamente dotato di telefono cellulare, oppure la Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri competente. L’apparato, collocato all’esterno delle caserme, verrà presto integrato con una porta multimediale, il cosiddetto “totem”, che metterà in contatto video l’operatore con il cittadino e permetterà a quest’ultimo di acquisire informazioni di suo interesse sull’Istituzione, su autorizzazioni amministrative, modalità di presentazione delle denunce e servizi locali di pubblica utilità.

Non è certo questa la sede per una analisi dettagliata dell’attività operativa. Mi limito, pertanto, ad evidenziare alcuni dati che possono dare la misura dell’impegno profuso nel settore.

L’Arma, nell’anno appena passato, ha proceduto per il 67%(1) dei delitti complessivamente denunciati, ha perseguito oltre 2.000 persone per associazione di tipo mafioso sequestrando beni per circa 1.200.000.000 Euro (oltre 2.300 miliardi di lire) ed ha eseguito più di 65.000 arresti, con un aumento del 7% rispetto al 2000.

Anche sul piano investigativo sono state adottate ulteriori iniziative dirette a rendere l’azione di contrasto ancor più efficace e rispondente all’aggressività della sfida criminale.

In primo luogo è stata definita una razionale ripartizione delle competenze tra i vari livelli, attribuendo alle Compagnie ed alle Stazioni il compito di concentrarsi sulla lotta alla criminalità predatoria. Ai Nuclei Operativi dei Comandi Provinciali è affidata la responsabilità delle indagini sui reati che richiedono accertamenti più lunghi e complessi e sulla criminalità organizzata. Su quest’ultimo fenomeno sono competenti, altresì, i reparti centrali e periferici del Raggruppamento Operativo Speciale, fortemente impegnati anche sul fronte dell’eversione e del terrorismo internazionale.

Le attività di prevenzione e di polizia giudiziaria continuano ad essere significativamente sostenute dai reparti specializzati per la salvaguardia di interessi collettivi particolarmente sensibili, alcuni dei quali hanno ricevuto nel 2001 consistenti potenziamenti.

Mi riferisco ai Comandi Carabinieri per la Sanità, Tutela Patrimonio Culturale, Tutela dell’Ambiente, Ispettorato del Lavoro, Politiche Agricole ed Antifalsificazione Monetaria, del quale, in particolare, sottolineo l’attenta azione di monitoraggio che sta svolgendo per l’individuazione dei flussi di falsificazione, a seguito della recente adozione dell’Euro.

Sempre nel quadro del potenziamento dell’attività investigativa, è stata posta particolare cura nella preparazione specifica del personale, con mirati corsi di qualificazione ed aggiornamento sulle più moderne e collaudate tecniche investigative e sono puntualmente introdotte le più avanzate tecnologie sia nel settore degli equipaggiamenti tecnici sia in quello delle indagini scientifiche, che vedono nel Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche una pregevole struttura di riferimento per le attività operative e per quelle addestrative.

Positive ricadute si avranno con il recente provvedimento normativo volto a limitare l’impiego degli organi di polizia per la notifica di atti giudiziari ai soli casi di procedimenti con detenuti, grazie al quale si potranno recuperare preziose risorse alle attività di tutela della sicurezza dei cittadini.

Sono invece già destinate al controllo del territorio le 312 unità che, secondo le direttive del Signor Ministro dell’Interno, è stato possibile recuperare con l’aggiornamento delle modalità operative e la riduzione dei servizi di protezione, nonché con la revisione dei servizi di vigilanza esterna ai palazzi di giustizia.

Andrà, infine, valutata l’incidenza del ricorso agli ufficiali di polizia giudiziaria in servizio alle Stazioni ed ai reparti investigativi per l’assolvimento dei compiti loro attribuiti dal Decreto Legislativo n. 274 del 2000 sulla competenza penale del Giudice di Pace.

La ricerca di sicurezza non può limitarsi alla sola attività di presidio del territorio, ma va perseguita anche e soprattutto nello sviluppo dell’interazione tra cittadini e Forze di Polizia.

Gli studi e le esperienze maturate in diversi Paesi individuano nella cosiddetta “polizia di prossimità” la soluzione più idonea a soddisfare tale istanza, poiché consente il costante adeguamento dei servizi alle esigenze locali. Il criterio, da non confondere con la semplice espressione di una presenza più visibile e continuativa, deve assurgere a principio che ispiri l’organizzazione del servizio e, soprattutto, ne animi l’esecuzione, conferendogli l’indispensabile orientamento al cittadino.

Si tratta, è bene sottolinearlo, di un modello che si attaglia perfettamente alle peculiarità dell’Arma in virtù della capillare distribuzione sul territorio e della familiarità che, sin dalle origini, i Carabinieri hanno con siffatto schema operativo.

In tal senso, sono stati estesi a tutto il territorio nazionale, dopo una positiva sperimentazione, i servizi preventivi svolti nei centri abitati da un solo militare per dissuadere dalla commissione di reati e per favorire la conoscenza diretta tra l’operatore di polizia e la popolazione.

Nella stessa direzione muovono le iniziative formative volte a perfezionare la capacità di “accoglienza ed assistenza” dei militari impiegati in attività di contatto con il pubblico. Un miglior approccio con gli utenti del “sistema sicurezza” contribuisce, infatti, a consolidare la fiducia reciproca ed a mitigare il danno psicologico sofferto da tutti coloro che subiscono un reato.

Un doveroso accenno, ora, al tema della partecipazione alle operazioni militari di mantenimento della pace che rientrano nei compiti militari, puntualizzati dalla legge di riordino.

In tale settore l’Arma, forte della duplice capacità di forza militare e di forza di polizia, ha elaborato un originale modello funzionale nelle “Multinational Specialized Unit”. Esse sono state costituite nei Balcani, nell’ambito delle Missioni NATO, per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, così colmando il gap operativo esistente tra le capacità delle forze militari - non addestrate ed equipaggiate per lo specifico compito - e le carenze delle strutture locali di polizia.

I compiti di M.S.U. sono stati estesi, dopo gli attentati di New York e Washington, alla ricerca e cattura di terroristi e criminali di guerra. Il Reggimento M.S.U. dislocato in Bosnia ha già catturato 5 presunti appartenenti all’organizzazione terroristica “Al Qaeda”.

Si può dunque affermare che le M.S.U., unanimemente apprezzate a livello internazionale, costituiscono oggi una risorsa di sicuro pregio per fronteggiare le nuove minacce che gli scenari internazionali prospettano.

L’efficacia della formula organizzativa ha, infatti, trovato formale previsione nelle pubblicazioni dottrinali N.A.T.O. ed ha ispirato il progetto del Consiglio Europeo per la creazione di “unità integrate di polizia”, destinate a fronteggiare gli aspetti civili della gestione delle crisi internazionali.

Nell’ambito delle disponibilità fornite dall’Italia, l’Arma impiega propri militari sia quali esperti individuali, sia per la composizione dei complessi di forze.

Inoltre, qualificati rappresentanti sono già inseriti presso l’organismo costituito in seno al Segretariato Generale del Consiglio dell’Unione Europea per la pianificazione delle missioni.

Al fine di soddisfare le accresciute esigenze nel settore è stata istituita in Livorno la 2^ Brigata Mobile, che comprende due Reggimenti - con compiti militari nelle operazioni fuori area e di concorso nei servizi di ordine pubblico - ed il Gruppo d’Intervento Speciale per azioni risolutive in situazioni ad alto rischio. Ad essi si aggiunge il Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”.

In atto, nelle operazioni di supporto alla pace, circa 1.000 Carabinieri sono presenti nei teatri operativi della Bosnia, del Kosovo e dell’Albania, ad Hebron, in Eritrea e, da ultimo, in Afghanistan.

Ad essi e a tutti i militari italiani impegnati nelle missioni di pace, va la nostra riconoscenza per aver saputo guadagnare la stima e la fiducia delle Autorità e delle popolazioni locali.

Gli impegni internazionali dell’Arma si estendono anche alla cooperazione di polizia, strumento indispensabile per la lotta ad una criminalità che prescinde sempre più dai confini dei singoli Paesi.

Esigenze di cooperazione che, dopo gli avvenimenti dell’11 settembre scorso, sono divenute ancora più stringenti anche nella lotta al terrorismo, che accomuna tutte Forze di Polizia nella Task Force Antiterrorismo di Europol.

La revisione ordinativa attuata lo scorso anno ha riguardato anche la 1^ Brigata Mobile, comprendente 11 Battaglioni ed il Reggimento Carabinieri a Cavallo, dedicati ai servizi di ordine pubblico, al concorso nella protezione civile ed al supporto dell’Arma territoriale.

Nell’ambito dei Battaglioni di Milano, Firenze, Napoli e Bari, sono state costituite Compagnie di Intervento Operativo, che vanno ad integrare il dispositivo dei Comandi Provinciali nelle aree in cui si registra la recrudescenza dei fenomeni criminosi che innescano più forte allarme sociale.

Per accrescere le potenzialità operative della Brigata, sono stati inoltre introdotti nuovi, più funzionali equipaggiamenti, aggiornando contestualmente i profili addestrativi del personale.

Lo sforzo imponente di aggiornamento e la semplificazione dell’organizzazione gestionale non possono prescindere dal ricondizionamento delle abilità professionali del personale e dalla corale adesione alla logica innovativa. A questi indirizzi sono orientati tutti i corsi di formazione, aggiornamento e specializzazione.

È ormai consolidata la formazione universitaria per gli Ufficiali, cui verrà assicurato, anche a seguito del recente prolungamento dei cicli di studi presso le Università, il conseguimento della laurea specialistica in Giurisprudenza al termine del quinquennio Accademia-Applicazione.

La struttura del Corso d’Istituto per Capitani prossimi alla promozione è stata, altresì, perfezionata per consentire ai frequentatori l’acquisizione del master universitario di secondo livello in “Scienze della sicurezza e dell’organizzazione”.
Inoltre, allo scopo di integrare ancor più la formazione militare con quella accademica, è stata prevista - nell’ambito di accordo stipulato con Ateneo romano - l’attivazione e la gestione di ulteriori corsi di laurea nel settore delle Scienze della sicurezza, specificamente attagliati alle esigenze dell’Istituzione. L’intesa disciplina anche le modalità per il riconoscimento degli studi pregressi.

Parallelamente, per i Marescialli, che ottengono oggi il diploma universitario in Scienze Criminologiche Applicate, è in fase di definizione una convenzione che - sempre in relazione alla riforma universitaria - consentirà loro di maturare, nel biennio, un congruo numero di crediti formativi utilizzabili per il conseguimento della laurea di primo livello.

A tutti vengono impartite le indispensabili conoscenze per padroneggiare l’uso dello strumento informatico, vera chiave di volta per il governo elettronico dell’organizzazione, con procedure semplificate e accelerate.

Da quest’anno gli Ufficiali, i Marescialli ed i Carabinieri in uscita dalle Scuole sono posti in grado di operare su tutti i programmi applicativi in uso ai reparti dell’Arma e conseguono la patente europea di informatica. Oltre 40.000 militari hanno frequentato, nel 2001, corsi per l’elevazione o l’acquisizione delle capacità di utilizzo degli strumenti informatici e per l’abilitazione all’accesso e all’inserimento di dati negli schedari elettronici di polizia.

L’insegnamento dell’informatica applicata è incluso nei programmi di tutti i corsi di aggiornamento professionale.

Una rete di aule polifunzionali presso le Scuole, i Comandi di Regione ed i Battaglioni dell’Organizzazione Mobile, permetterà inoltre di ampliare l’impiego delle metodiche interattive di apprendimento a distanza e demoltiplicare sul territorio le attività didattiche.

Forte impulso è stato dato, infine, all’apprendimento delle lingue più diffuse ed a quelle c.d. “rare” di interesse operativo: nel 2001, oltre 1.500 militari hanno frequentato corsi presso il neo-istituito Ufficio Lingue Estere dell’Arma, destinato ad evolvere in Scuola.

In definitiva, la situazione delineata disegna una Istituzione in accelerata crescita di efficienza.

Recenti interventi legislativi hanno rimosso alcuni potenziali limiti alla disponibilità della forza prevista dalle leggi. È stato, infatti, avviato a soluzione il problema della sostituzione, in vista della sospensione del servizio di leva, dei 12.000 Carabinieri ausiliari di cui l’Arma si avvale, sin dal 1963, per ricoprire posti d’impiego organicamente previsti, soprattutto nelle Organizzazioni Territoriale e Mobile.

In particolare, la legge di bilancio ha dato la possibilità di arruolare, nel prossimo triennio, 2.100 Carabinieri effettivi in sostituzione di altrettanti ausiliari, con esplicita previsione di completare il programma nelle successive analoghe leggi.

Lo stesso provvedimento ha accordato altre due significative assegnazioni di bilancio. La prima, per la trasformazione dei vigenti livelli retributivi in parametri stipendiali connessi con il grado e la qualifica rivestita, che configura per la prima volta spazi di specificità per le Forze Armate e di Polizia; la seconda, per il rinnovo del contratto di lavoro del comparto “sicurezza e difesa”, che consentirà di introdurre nell’ormai avviata “concertazione” nuovi istituti normativi ed economici.Al riguardo, desidero esprimere ancora una volta, a nome di tutta l’Arma dei carabinieri, la gratitudine al Governo ed al Parlamento per la sensibilità e l’attenzione riservate alla nostra Istituzione.

Nel concludere mi rivolgo a voi, Ufficiali frequentatori.
Essere Carabinieri vuol dire saper interpretare e rispondere alle esigenze di sicurezza della collettività con efficienza, radicata onestà intellettuale e determinazione, mantenendo viva ed incondizionata la disponibilità nei confronti del prossimo.

A voi saranno affidate preziose risorse umane: donne e uomini disposti a sacrificarsi per offrire sicurezza al Paese, che dedicano all’Arma ed alla collettività lo stesso slancio, le stesse energie e la stessa passione che riservano alle loro famiglie; donne e uomini che devono vedere nell’Ufficiale il loro modello e la loro guida.

Applicatevi, quindi, con serietà e consapevole desiderio di apprendere gli insegnamenti professionali e di vita impartiti dall’eccellente Corpo Accademico, tenendo presente che il sapere è l’indispensabile presupposto dell’agire e che dovrete essere gli strenui difensori dei diritti altrui, ben consci dei limiti da porre ai vostri.

L’assetto professionale sarà, tuttavia, incompleto se non affonderà tenaci radici nei valori ideali che hanno ispirato la vostra scelta iniziale.

Dedizione al bene comune, spirito di servizio, lealtà, generosità, disciplina: ecco dove troverete la forza per compiere fino in fondo la vostra missione.

Siate fieri del vostro “status di militari” e di appartenere ad un’Istituzione che è gelosa custode della sua storia, cui ispira l’attenta lettura del presente e, soprattutto, la lungimirante proiezione nel futuro per aggiornarsi e per garantire ad ogni cittadino livelli di sicurezza sempre più elevati.

Solo così potrete confermare e consolidare quel credito di fiducia, di affetto e di stima che le nostre popolazioni da sempre ci accordano.

Nell’augurare a tutti un sereno e proficuo Anno Accademico, prego il Signor Ministro della Difesa di dichiarare ufficialmente aperto l’Anno Accademico 2001-2002 della Scuola Ufficiali Carabinieri. Carabinieri.!

Saluto del Ministro della Difesa

Il Ministro della DifesaSignor Colleghi di Governo, Autorità, Generale Siracusa, Signori Ufficiali, Carabinieri tutti,

inaugurando l’anno accademico 2001-2002 di questa prestigiosa Scuola Ufficiali Carabinieri, porgo agli intervenuti il saluto del Governo e delle Forze Armate, specialmente caloroso - consentitemelo - verso gli allievi che intraprendono il nuovo ciclo di studi.

Il Generale Siracusa e il Comandante della Scuola hanno illustrato, in modo chiaro e completo, la variegata mole di compiti che l’Arma assolve quotidianamente.

La società cambia più velocemente del passato, per tante note ragioni che sarebbe superfluo richiamare. È pertanto indispensabile che i Carabinieri, come le altre forze di polizia, gli uni e le altre protagonisti della nostra vita sociale, tengano il passo dei cambiamenti e siano sempre pronti a fronteggiare i fenomeni nuovi con scelte lungimiranti.

Questa peculiare attitudine a trasformarsi nella continuità ha anche evidenziato, negli ultimi anni, la capacità d’andare oltre la tradizionale missione di tutela della legalità e di garanzia della sicurezza.

I mille carabinieri che operano fuori dai confini nazionali - cui ha fatto cenno il Generale Siracusa - ci ricordano che in un mondo quasi più senza confini la difesa della pace e della sicurezza travalica ormai i limiti nazionali. Ogni focolaio di guerra può infatti innescare crisi più gravi e più ampie, e pericolosi processi conflittuali che coinvolgono con diversa intensità i rapporti internazionali.

Lo scenario europeo e mondiale è profondamente mutato. Richiede più puntuali ed articolate azioni di contrasto della criminalità, che profitta dell’abolizione delle frontiere e della facilità degli spostamenti.

L’Italia ha dimostrato, da anni, di fare e saper fare la propria parte, contribuendo agli sforzi della comunità internazionale. Abbiamo fatto tesoro dell’esperienza e sappiamo che occorre dosare l’impiego di forze a spiccata connotazione combattente con quello di altre forze maggiormente capaci di esercitare, dopo, il controllo del territorio.

I Balcani costituiscono l’esempio riuscito di questo indirizzo operativo. Ad una prima fase, in cui è stato necessario garantire il rispetto degli accordi di pace contro possibili violazioni commesse mediante dispiegamento di unità militari o paramilitari, è seguita una seconda fase, l’attuale, in cui le tensioni si manifestano con minore intensità, sotto forma di degenerazioni criminose di varia natura, non ultime quelle connesse al terrorismo pseudoreligioso.

Si tratta di una situazione che richiede professionalità specifiche quali quelle dei Carabinieri che, proprio grazie alla loro natura di forza militare e forza di polizia, si dimostrano capaci d’infondere fiducia alle popolazioni locali, di prevenire e reprimere il diffondersi di varie consorterie criminali prosperanti grazie alla debolezza, quando non al dissolvimento, delle locali autorità statuali.

Le Multinational Specialized Unit sono così divenute un punto di riferimento dell’azione internazionale nelle aree di crisi; un modello da imitare legato all’immagine dei Carabinieri e dell’Italia.

Le ottime prove dell’Arma nel fronteggiare le nuove esigenze fuori dal territorio nazionale sono l’ulteriore conferma della sua tradizionale capacità d’adattamento alle incessanti sfide dei tempi, manifestata anche nei decenni di vita della Repubblica.

L’Arma è oggi un’istituzione complessa, che si caratterizza per la ricerca continua di più elevati livelli di efficacia operativa ed efficienza funzionale.

I compiti specialistici nei settori sanitario, veterinario, agroalimentare ed ambientale, nel contrasto alla falsificazione ed al commercio di opere d’arte ed alla pirateria informatica, hanno richiesto ai Carabinieri l’accrescimento della cultura scientifica e delle capacità tecniche, conseguito anche grazie alla creazione di “aree di eccellenza” che nulla hanno da invidiare ai più avanzati centri che operano in campo civile. Parimenti, sono cresciuti dei nuclei specializzati d’indagine - e mi riferisco in primo luogo al RACIS, ben noto all’opinione pubblica dopo i fatti di Novi Ligure e Cogne - che rappresentano la carta vincente nelle indagini più difficili e complesse.

Le peculiari professionalità, sviluppate in questi settori, hanno qualificato tante giovani risorse, Ufficiali, Sottufficiali, Graduati e semplici Carabinieri che, proprio nell’Arma, hanno trovato il modo di sviluppare i loro talenti e mettere al servizio della società le loro inclinazioni verso le nuove frontiere del sapere e della tecnica.

Il rapporto sempre più fecondo con il mondo accademico, sia nel campo delle materie giuridiche, psicologiche e criminologiche, sia nel campo più prettamente scientifico, ha poi portato nuova linfa nell’Arma; ha contribuito a inserire efficacemente i carabinieri nel circuito della conoscenza; ha consentito all’Arma di guardare alle esperienze del mondo dell’economia e della produzione per trarne gli insegnamenti capaci di perfezionare l’organizzazione e la gestione delle risorse.

In definitiva, in un mondo che cambia, i Carabinieri dimostrano di sapersi evolvere continuamente e positivamente, di saper crescere, modificarsi, migliorarsi, come efficacemente hanno illustrato il Generale Siracusa ed il Generale Piccirillo. Si tratta di un cambiamento che è in linea - quando addirittura non precorre - i mutamenti applicativi delle tecnologie informatiche.

In questo campo, l’Arma può legittimamente vantarsi d’essere all’avanguardia nella Pubblica Amministrazione. L’eccellenza qui raggiunta m’induce ad esortarvi a continuare su questa strada, che consente di risparmiare risorse, semplificare la burocrazia, recuperare uomini per le preminenti attività di polizia.

Encomiabile è lo sforzo che, sempre in questa direzione, l’Arma sta compiendo per diminuire l’impiego di Carabinieri in attività di supporto e logistiche, ricorrendo a moderne forme di outsourcing.

L’Italia, i cittadini - questo va sempre ricordato - chiedono all’Arma, come alle altre forze di polizia, presenza, tempestività, efficacia. Chiedono personale adeguato, preparato, ben dislocato sul territorio. Gli elementi organizzativi che possano appesantire l’Istituzione devono essere analizzati ed eliminati. L’Arma vi sta provvedendo con incisività e managerialità sicuramente meritorie.

In questo sforzo di ottimizzazione gestionale - il quale caratterizza l’Arma come le grandi imprese - vi è però un’evidente peculiarità che distingue nettamente questa benemerita istituzione dalle altre, pubbliche o private, pure alla ricerca della massima funzionalità.

Ed è una differenza di natura morale, perché nell’Arma il comportamento quotidiano non mira alla ricerca di un interesse personale diverso dall’assolvimento dei doveri e dal conseguimento dei fini istituzionali. Qui la figura di Salvo d’Acquisto è il modello ideale che guida giorno per giorno gli uomini dell’Arma. Anzi, dobbiamo imparare a dire: le donne e gli uomini dell’Arma.

La ricerca di modelli organizzativi sempre migliori, sulla scia della grande riforma ordinamentale degli anni passati, serve a conseguire e garantire i valori collettivi quali la libertà, la democrazia, la legalità, senza i quali la convivenza non può dirsi civile.

Nelle peculiari caratteristiche dell’Arma risiedono le ragioni dei riconoscimenti prima richiamati dal Generale Siracusa. Lo Stato, le istituzioni, il Paese dimostrano chiara e tangibile attenzione verso chi sceglie di divenire Carabiniere per contribuire a costruire un comune futuro, giusto e sereno sotto la legge.

Non è retorico affermare che l’Italia ha ricevuto tanto e tanto ancora riceve dai carabinieri. E questo generoso servizio trova puntuale riscontro nel generale sentimento di riconoscenza di tutti i cittadini che, anche nei sondaggi d’opinione, non trascurano di collocare i carabinieri in vetta alle graduatorie dei soggetti gratificati della fiducia popolare.

Colleghi di Governo, Autorità, Generale Siracusa, Ufficiali, Carabinieri tutti,

oggi altri giovani, in questa Scuola, imprendono cicli di studi impegnativi. Al Comandante, Generale Piccirillo, al corpo insegnante, al quadro permanente ed al personale tutto, rinnovo il plauso per la silenziosa, costante, preziosa opera di sostegno e formazione dell’Istituto. Plauso vieppiù speciale quest’anno, in cui la Scuola compie un balzo in avanti per rispondere alla mutata realtà ordinamentale dell’Arma.

In questa occasione vorrei sottolineare il significato dell’ininterrotto e qualificato flusso di giovani che, ogni anno, si rivolgono alle Accademie ed alle Scuole militari e, nel nostro caso, alle strutture formative dell’Arma. Si tratta di una ulteriore, inequivocabile testimonianza dell’apprezzamento, esistente nel Paese, verso le Forze Armate ed i Carabinieri: Istituzioni che per tanti ragazzi rappresentano sì un’opportunità di lavoro ma pure la realizzazione di aspettative professionali e di un sincero desiderio di partecipazione solidale alla collettività.

Il diffuso e profondo legame con la società civile, che dà i Carabinieri che la servono, costituisce il segreto meno custodito dei successi dell’Arma.

Il Carabiniere, infatti, non è autorevole solo perché incute un giusto timore. Non è efficace solo perché può contare sull’impeccabile compagine d’Istituto. Egli è forte perché, cittadino tra cittadini, agisce circondato dal credito fidente degli Italiani.

Cari Carabinieri,

gli Italiani vi stimano e vi vogliono bene. Non dimenticano gli esempi di grande e piccolo eroismo dei quali quotidianamente fornite la prova nel diuturno servizio.

Ed anche perciò vi chiedono molto. Dunque non potete sottrarvi a questa richiesta, il cui soddisfacimento è la ragione stessa della vostra istituzione e - lasciatemelo dire - della vostra stessa vita.

Non siete soli né indifesi, però, nell’assolvimento del dovere. Nell’Arma potete contare su un sistema formativo che non esito a definire unico per ampiezza ed intensità. Un sistema che, soprattutto per gli Ufficiali - senza dimenticare i Marescialli - mira ad assicurare alti standard, adeguati ai livelli di responsabilità da assumere, in Patria ed all’estero.

Cari Allievi dell’anno accademico 2001 - 2002, l’Italia vi ringrazia per aver scelto di diventare militari e Carabinieri. Siatene orgogliosi perché, tra l’altro, ne ricaverete soddisfazioni professionali e morali.

Vi esorto ad impegnarvi negli studi, nella preparazione, nell’addestramento che, in questa Scuola Ufficiali, vi avviano al fondamentale completamento della vostra formazione. Poi verrà l’altra, più severa, scuola della vita.

Confidate nei vostri istruttori. Affrontate con coraggio le nuove prove, che servono a prepararvi ai compiti futuri. Non dimenticate mai che, in nessun momento, vi mancherà l’appoggio esplicito e silenzioso dell’Italia intera.

Vi saluto formulando i migliori auguri per la vostra carriera e dichiarando ufficialmente aperto l’anno accademico 2001 - 2002.

Viva i Carabinieri, Viva le Forze Armate, Viva l’Italia!apprezzare.