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Immagine descritta nella didascalia sottostante




A Roma, mentre i Sovrani alle 8 antimeridiane del 14 marzo si recavano al Pantheon per l'annuale funzione funebre a suffragio del Re Umberto, un mascalzone tirò loro contro due colpi di rivoltella. I Sovrani si trovavano in un landeau chiuso, a due cavalli, seguito da quattro corazzieri e fiancheggiato a sinistra dal maggiore G. Lang comandante dei corazzieri stessi e a destra dal tenente dei carabinieri Cellario e dal brigadiere Marri. In quel momento la carrozza reale correva lungo il Corso, e trovavasi fra i palazzi Doria e Salviati. L'assassino estrasse la rivoltella allorché ebbe davanti la carrozza: dei quattro colpi tirati due non scattarono, uno ferì il cavallo del brigadiere Mani e l'ultimo colpì al capo il maggiore Lang ch'ebbe l'elmo traforato dal proiettile e riportò una non grave ferita. I Sovrani restarono affatto illesi. L'aggressore venne subito immobilizzato e la folla tosto lo investì gridando "a morte. a morte!", e certo lo avrebbe accoppato lì sul lastrico se i carabinieri non fossero accorsi a proteggere il mascalzone pigliando essi le busse a lui dirette.

(Da "La Domenica del Corriere" del 24 marzo 1912)