Alla Stazione di Chiavari

Immagine raffigurante un carabiniere che salva una donna ferma sui binari con un treno in arrivoSignor capo guardiano, abbiamo l'ordine di traduzione della detenuta Gardella a Genova.

Aperta la prigione, il vice brigadiere Molinero Giovanni e il carabiniere Fabrizio Angelo, della stazione di Chiavari, se la mettono in mezzo e senza applicarle i ferri come d'ordinario si pratica colle donne, si avviano alla stazione di Chiavari.

Angela Gardella è una di quelle non poche disgraziate che cominciano col collocarsi al servizio di qualche famiglia e poi, messe sullo sdrucciolo della sensualità, terminano colla prostituzione, col vagabondaggio, col carcere.

Il treno entra nella stazione, con una velocità che se non è la massima non è nemmeno quella di passo d'uomo prescritta.
Uditi i fischi, i due militari, fatta alzare la loro detenuta, si sono avviati con essa sulla banchina di mezzo.

La testa del treno non dista più che due metri da loro: improvvisamente la Gardella sfugge di mezzo ai di lei custodi e si getta sul binario coll'evidente scopo di rimanere stritolata. Il carabiniere Fabrizio, che trovasi dalla parte opposta alla direzione del treno, non vede più il pericolo, esso non ha dinanzi che una infelice da salvare da morte certa ed orribile. Si lancia sul binario, riesce ad afferrare per il petto la sconsigliata ed a trascinarla sulla banchina. Nello stesso tempo il vicebrigadiere che trovavasi sulla sinistra della detenuta, trascina a sè quella donna. Proprio in quell'attimo il treno passava arrestandosi dopo aver ancora percorsi soli pochi metri.

(Da "Il Carabiniere", del 15 marzo 1884)