TERRITORIO
UNA TERRA FRAGILE
09/02/2022
di Nazario Palmieri

L’impegno dell’Arma Forestale per contrastare il fenomeno del dissesto idrogeologico in Italia. Analisi e dati per la riduzione del rischio

FOTO A - A. De Taddei

Il territorio italiano, per il 70% collinare e montano, è caratterizzato da una tormentata orografia e da sedimenti geologicamente instabili che lo predispongono a diffusi fenomeni di dissesto idrogeologico. L’abusivismo edilizio e la realizzazione di impianti industriali o artigianali nelle aree golenali, i prelievi di inerti non sempre adeguatamente controllati, la ricerca di nuove aree agricole e in generale i fenomeni accentuati di antropizzazione che hanno caratterizzato l’ultimo cinquantennio, hanno contribuito alla destabilizzazione delle condizioni naturali di numerosi bacini idrografici, torrenti e aste fluviali. La crisi climatica, con l’estremizzazione dei fenomeni caratterizzati da elevati livelli delle precipitazioni concentrate in poco tempo, l’eccessivo e inappropriato uso del suolo, le irrazionali utilizzazioni boschive e gli incendi amplificano gli effetti di frane e alluvioni con conseguenti e ricorrenti perdite, in termini di vite umane, economiche e danni alle infrastrutture.

GRAFICO DInfatti i fenomeni di dissesto idrogeologico dipendono dalle condizioni climatiche, dalle caratteristiche geologiche, pedologiche, idrologiche, morfologiche e vegetazionali del territorio, ma possono essere accelerati dalle attività umane, in particolare da quelle agro-silvo-pastorali. Diversi tipi colturali, sistemi di lavorazione e coltivazione, gestione forestale e pascolamento possono determinare l'insorgenza di gravose problematiche economiche e ambientali. Nel merito è indubbia l’efficacia dei sistemi forestali nel contenere i processi erosivi a scala di bacino imbrifero e nella riduzione dei deflussi superficiali con conseguente attenuazione delle ondate di piena.

GRAFICO BIl Rapporto dell’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale sul dissesto idrogeologico in Italia, edizione 2018, fornisce il quadro di riferimento della pericolosità per frane e alluvioni sull’intero territorio nazionale classificando a rischio il 16% della superficie del Paese e il 91% dei comuni italiani anche sulla base del quadro conoscitivo effettuato dalle Autorità di Bacino Distrettuali.

Complessivamente, sono oltre 7 milioni le persone che risiedono nei territori vulnerabili, con particolare riferimento alle regioni Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria. Nell’ambito della mitigazione dei fenomeni di dissesto idrogeologico assumono un rilievo fondamentale da un lato le azioni di prevenzione e di controllo del territorio finalizzate a impedire una irrazionale utilizzazione del suolo e dall’altro quelle di ingegneria ambientale per disciplinare, a livello di bacino idrografico, le acque di scorrimento superficiale con opere di sistemazione idraulica e idraulicoforestale dei bacini e del reticolo idrografico superficiale.

FOTO B - foto A. De TaddeiL’IMPEGNO DEI CARABINIERI

Al riguardo l’Arma dei Carabinieri, ai sensi del Decreto Legislativo n. 177/2016, attraverso il Comando Tutela Forestale e le dipendenti articolazioni territoriali (Comandi Regione, Gruppi e Stazioni), svolge un ruolo di primo piano per contrastare le azioni ai danni dell’ambiente. Concorre al monitoraggio e al controllo del territorio ai fini della prevenzione del dissesto idrogeologico e mediante la collaborazione nello svolgimento dell'attività straordinaria di polizia idraulica, come pure nell'esercizio delle funzioni di polizia forestale di cui all'art. 35 del Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300. In particolare l’Arma Forestale, in virtù della capillare distribuzione sul territorio dei Comandi Stazione Carabinieri Forestale ubicati nelle aree montane e rurali, procede a un monitoraggio continuo dei fenomeni di dissesto idrogeologico, erosione superficiale, frane e dei tagli boschivi indiscriminati.

L’attività di monitoraggio e controllo del territorio è stata preordinata, in special modo, alla prevenzione e repressione delle modificazioni di suolo e soprassuolo nelle aree sottoposte a vincolo idrogeologico (che interessa l’87% delle foreste italiane) e paesaggistico, caratterizzate dalla presenza di boschi e connotate da elementi di particolare fragilità.

In particolare i controlli operati, anche in applicazione delle Convenzioni pattizie Arma Carabinieri-Regioni, si sono estrinsecati in materia di trasformazione del bosco e di cambiamento d’uso del suolo, movimenti terra, dissodamento terreno, prelievi della risorsa idrica eseguiti in assenza di, o difformità dalla, concessione di derivazione e di escavazioni abusive in alveo.

FOTO CNel primo semestre 2021 l’Arma Forestale ha promosso un Piano straordinario di monitoraggio e controllo delle aste fluviali intensificando le azioni di polizia forestale, idraulica ed ambientale, con particolare riguardo al rispetto dei regimi vincolistici ed alla repressione del fenomeno dell’abusivismo edilizio nei fiumi, torrenti e aree golenali ad elevato rischio idrogeologico presenti nelle regioni a statuto ordinario.

La campagna controlli ha interessato le seguenti aste fluviali classificate a rischio di alluvioni ai sensi degli artt. 5 e 6 del Decreto Legislativo n. 49/2010:

Tevere (Umbria e Lazio), Aniene e Velino (Lazio), Reno e Savio (Emilia Romagna), Magra (Liguria), Calore, Sarno e Volturno (Campania), Tronto (Marche), Basento (Basilicata), Brenta e Bacchiglione (Veneto), Ticino e Serio (Lombardia), Crati (Calabria), Po, Tanaro e Dora Riparia (Piemonte), Arno (Toscana), Idro e Lato (Puglia), Pescara (Abruzzo), Tronto (Abruzzo e Lazio) e Trigno (Molise).

GRAFICO ATale attività di controllo del territorio è stata finalizzata sia a ridurre i potenziali pericoli per la cittadinanza derivanti da frane, alluvioni e smottamenti, sia a tutelare il territorio e l’ambiente da attacchi speculativi di tipo urbanistico-edilizio.

Nel corso delle verifiche svolte nei fiumi e nei reticoli idrografici minori, il Comando Carabinieri Tutela Forestale e quello Biodiversità e Parchi, avvalendosi delle oltre 930 Stazioni disseminate sul territorio nazionale, hanno accertato reati di abusivismo edilizio (DPR 380/2001), abusi paesaggistici (D. lgs. 42/2004), violazioni amministrative e penali per deviazione di acque, modificazione dello stato dei luoghi e invasione di terreni demaniali.