
- I Greci e i Romani regalavano piante di nocciolo per augurare felicità e prosperità.
Nutriente, simbolo di prosperità e ingrediente base di tante specialità dolciarie e non, la nocciola è uno dei frutti che hanno reso l'Italia famosa nel mondo. Il Bel Paese ne è il secondo produttore al mondo dopo la Turchia e l’unico a vantare tre marchi europei di qualità: la Nocciola del Piemonte IGP, la Nocciola di Giffoni IGP (tipica della Campania), la Nocciola Romana DOP (tipica del Lazio) e alcuni presidi Slow Food. Un alimento prezioso della dieta mediterranea di altissimo profilo nutrizionale, garantito e controllato in ogni fase della filiera produttiva, dalla terra alla tavola e che rappresenta, oggi, un traino per il turismo rurale ed enogastronomico dei nostri territori.
CENNI STORICI
Un gruppo di archeologi ha recentemente scoperto, attraverso lo studio di pollini fossili,che i noccioli erano presenti sulla Terra già due milioni di anni fa.
Nell’antichità questa pianta era considerata simbolo di saggezza, comunicazione e guarigione presso diverse popolazioni. Alcune credenze popolari narrano che passeggiare nel bosco con un ramo di nocciolo proteggerebbe da fulmini e serpenti.
Una leggenda cristiana considera, invece, la pianta del nocciolo simbolo di buon auspicio e fertilità e associa il frutto completo delle sue tre parti ovvero l’involucro fogliare, il guscio e il seme, alla Trinità.
Il nocciolo e i suoi frutti erano molto diffusi nel bacino del Mediterraneo anche ai tempi dei Greci e dei Romani. Questi ultimi regalavano piante di nocciolo (il cui nome scientifico è Corylus avellana) per augurare felicità e prosperità. La nocciola viene raffigurata negli affreschi di Pompei e citata nelle opere di Virgilio, nelle novelle di Boccaccio, nelle liriche di Pascoli o nei dialoghi di Shakespeare, fino a Gabriele D’Annunzio e Cesare Pavese.
QUANDO SI RACCOGLIE

- L’accostamento nocciola e cioccolato è il più conosciuto al mondo.
Il nocciolo inizia a fiorire alla fine dell'autunno quando i rami sono spogli ed è il primo albero da frutta a spargere il suo polline per fecondare le gemme con i fiori femminili. In tarda primavera inizia a sviluppare il frutto che matura grazie al sole estivo e, tra la fine di agosto e l'inizio di settembre, compaiono i bulbi. Quando la cupola a cui il guscio è attaccato si secca, il frutto cade. La raccolta viene effettuata a terra o mediante reti fissate sotto gli alberi. La parte comunemente consumata a tavola è il seme della pianta, che si trova all'interno del guscio.
CERTIFICAZIONI E PRESIDI
Secondo l'Elenco delle Denominazioni Italiane, iscritte nel registro delle denominazioni di origine protette, delle indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali garantite, la nocciola vanta tre varietà tutelate.
Le Nocciole Piemonte IGP dette anche “tonde gentili del Piemonte” sono una fra le
varietà più conosciute e usate in tutto il territorio, specialmente nelle zone di produzione. Questo tipo di nocciola contiene pochi grassi ed è caratterizzata da un sapore delicato e aromatico. È considerata la nocciola perfetta da abbinare al cacao e al cioccolato, ideale per la realizzazione di creme e torte.
La Nocciola Giffoni IGP ha una forma rotonda ed ha l’interno bianco. Il sapore forte e consistente la rende ideale per la tostatura o la pelatura. Oltre che nelle varie preparazioni dolci, questa nocciola viene impiegata comunemente per realizzare la classica granella, ottima per decorare gelati e dessert.
La Nocciola Romana viene prodotta nelle zone limitrofe alla Capitale fin dal XVI secolo, ed è un tipo di nocciola dalla forma perfettamente sferica, caratterizzata da un gusto forte e deciso e da un aroma persistente. Questo tipo di nocciola è ideale per realizzare torte, biscotti, gelati o creme.
LE NOCCIOLE E IL CIOCCOLATO
L’accostamento più conosciuto è con il cioccolato. Il prodotto più famoso al mondo, la Nutella, sfrutta tutto il sapore di questo frutto. Esistono circa 22 tipi di creme spalmabili a base di nocciola, ma la pasta creata da Pietro Ferrero è la più conosciuta a livello mondiale. Nata come un panetto, diventò una crema racchiusa in barattoli da collezione. La produzione della Nutella come la conosciamo noi iniziò il 20 aprile 1964 nello stabilimento di Alba. Oggi per realizzare la crema dei record vengono usate circa 220mila tonnellate di nocciole l’anno.
Gianduiotti, praline o tartufi. La pasticceria italiana sfrutta al massimo le potenzialità di questo delizioso e piccolo frutto. Biscotti come i baci di dama, i wafer o i tozzetti e poi ancora torrone, croccante e snack, farine per torte e pasta frolla hanno lo stesso comune denominatore: la nocciola abbinata al cioccolato, una vera “ghiottoneria”.
PROPRIETÁ E BENEFICI
Le nocciole non sono solo buone, ma fanno anche bene alla salute. Sono approvate da medici e nutrizionisti e contribuiscono a diminuire il rischio di malattie cardiovascolari. Sono inoltre ricche di grassi buoni (Omega-3 e Omega-6), di fibre e di vitamine B ed E, che combattono l'invecchiamento e favoriscono la sintesi di serotonina e melatonina, molecole responsabili del buonumore e del senso di appagamento gioioso. Inoltre sono un'ottima fonte di magnesio, che contribuisce ad alleviare l'affaticamento muscolare. Per i suoi nutrienti la nocciola è considerata un superfood in quanto capace di prevenire alcune patologie ed è un'ottima arma contro l'obesità perché fornisce un senso di pienezza, grazie alle fibre e all'azione stimolante esercitata sul metabolismo.

- La Nutella sfrutta tutto il sapore delle nocciole. Esistono circa ventidue tipi di creme spalmabili a base di nocciola, ma la pasta creata da Pietro Ferrero è la più conosciuta a livello mondiale.
I NUMERI
Sarà per il gusto o le proprietà nutrizionali, ma gli acquisti di nocciole da parte delle famiglie italiane hanno avuto un’impennata. Le vendite del prodotto confezionato presso la grande distribuzione sono aumentate del 6,3% nel 2019 rispetto all'anno precedente, per un valore di 38 milioni di euro. A dirlo sono i dati diffusi da Ismea che fotografano un settore dalle grandi potenzialità. A registrare il picco più alto delle vendite è il Nord-Ovest con 700mila kg e un valore di 12 milioni di euro. Acquisti che si registrano durante tutto l'anno e non solo a Natale. Nel 2019, infatti, i dati del consumer panel dell’Istituto evidenziano un aumento della spesa del 6,9% rispetto al 2018. L'Italia, ricorda l'Ismea, rappresenta ancora il secondo player mondiale in questa coltivazione. Nel 2019 gli ettari dedicati alla coltivazione sono stati 86mila, con una prevalenza geografica nel Lazio (29%), Piemonte (28%) e Campania (25%), le aree da cui hanno origine anche le varietà più note e tradizionali.