NATURA E BIODIVERSITA'
TESORI DA CUSTODIRE
12/06/2019

di Davide De Laurentis
[Vice comandante delle unità forestali, ambientali e agroalimentari Carabinieri]


L’Arma dei Carabinieri con i suoi presidi garantisce capillarmente l’attività di salvaguardia del Capitale Naturale. Conservazione e prevenzione parole chiave per la protezione della biodiversità

 

FOTO APERTURA - Riserva-Tombolo-Feniglia-Maremma - dida lungaIl principio secondo cui la biodiversità è un elemento indispensabile della natura per mantenere gli equilibri ambientali necessari per salvaguardare le prospettive di vita e di prosperità delle attuali e delle future generazioni, è oramai consolidato. È infatti noto come più elevato è il grado di diversità genetica di una specie e maggiore è la sua capacità di adattarsi a modificazioni ambientali sia di natura antropica che naturale. Lo stesso vale per gli ecosistemi, in cui, a elevati livelli di biodiversità, corrisponde una migliore capacità di adattamento alle perturbazioni esterne.

Il rapporto FAO del 22 febbraio 2019 denuncia la preoccupante riduzione della diversità delle specie vegetali e animali, da cui dipende la sussistenza del genere umano sulla Terra, essendo a rischio estinzione oltre il 25% delle specie coltivate (circa 6.000) e delle razze animali allevate (oltre 7.000), mentre più della metà degli stock ittici ha raggiunto il limite di sostenibilità. Nella 14a Conferenza delle Parti della Convenzione sulla biodiversità (COP 14 - Sharm El-Sheikh, 17 - 29 novembre 2018), è stata individuata la necessità che tutti gli Stati Membri pongano particolare attenzione alla tutela e salvaguardia della biodiversità anche al di fuori delle aree protette.

Per contrastare l’erosione di questa ricchezza è quindi necessario sia istituire e gestire un sistema di aree protette ben connesso ed ecologicamente rappresentativo, sia effettuare controlli capillari su tutto il territorio, protetto e non, finalizzati a prevenire la distruzione o l’alterazione degli habitat nonché il prelievo illegale di specie animali e vegetali in natura.

FOTO C - foto Luigi Di Battista (12) - DIDAL’Arma dei Carabinieri, con le oltre 4.500 Stazioni e, nello specifico, attraverso le articolazioni del Comando Carabinieri delle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari (CUFA), in parte preesistenti e, in parte più consistente, acquisite con l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato, opera a 360 gradi nel campo della salvaguardia della biodiversità attraverso 4 pilastri operativi rappresentati dai Comandi:

  • Tutela Forestale, con la rete delle 788 Stazioni Carabinieri Forestali gerarchicamente dipendenti da 83 Gruppi e 14 Comandi Regionali e con il Nucleo Informativo Antincendio Boschivo (NIAB);
  • Tutela Biodiversità e Parchi che ricomprende l’Ufficio Studi e Progetti e i tre Raggruppamenti CITES, Parchi e Biodiversità che sovrintendono alle attività rispettivamente di 35 Nuclei e 11 Distaccamenti CITES, di 20 Reparti Carabinieri Parco, sotto la cui direzione operano le 148 Stazioni Carabinieri Parco, di 28 Reparti Carabinieri per la Biodiversità da cui dipendono i tre Centri Nazionali Carabinieri Biodiversità e i 40 Nuclei Carabinieri per la Tutela della Biodiversità;
  • Tutela Ambientale, articolato su 3 Gruppi Tutela Ambientale e 29 Nuclei Operativi Ecologici;
  • Tutela Agroalimentare, articolato in 5 Reparti

FOTO D - foto Luigi Di Battista (4)L’attività di controllo del territorio e di prevenzione e repressione dei reati ambientali viene svolta in modo trasversale da tutti i Comandi del CUFA, in particolare il contrasto del traffico e smaltimento illeciti dei rifiuti, dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, del consumo illegale di suolo (abusivismo edilizio, illeciti tagli dei boschi e movimenti terra), del fenomeno degli incendi boschivi, delle attività di bracconaggio e dei reati in danno alla fauna selvatica su tutto il territorio nazionale.

Azioni più specifiche sono svolte dal Comando per la Tutela della Biodiversità e dei Parchi.

LE AREE PROTETTE

In particolare il Raggruppamento per la Biodiversità, attraverso i Reparti dipendenti, cura la gestione di 130 riserve naturali statali che rappresentano una realtà peculiare del nostro Paese, veri scrigni di biodiversità: gioielli naturali in cui si tutelano alcune delle aree di maggior pregio a livello nazionale, costituendo spesso il “cuore” più integro dei Parchi nazionali italiani. Su una superficie che è solo lo 0,33% del territorio nazionale e poco più del 3% della superficie protetta, le riserve naturali dello Stato ospitano quasi il 20% delle specie vegetali considerate a vari livelli a rischio di conservazione in Italia, tutte le 18 specie di mammiferi più minacciate nel nostro Paese (tra cui l’orso, il lupo, la lontra, lo stambecco e la lince), il 70% delle specie di avifauna considerate più a rischio (61 su 88) e il 75% degli habitat prioritari a livello europeo (95 su 126).

FOTO D - foto Luigi Di Battista (14)Di rilevante importanza è l’attività dei 3 Centri Nazionali Carabinieri Biodiversità riconosciuti anche come Centri per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale. A Pieve Santo Stefano (AR) e Dogana di Peri (VR) l’attività dei Centri prevede azioni, complementari tra loro, di conservazione in situ, tramite la gestione di riserve biogenetiche, di boschi e arboreti da seme, nonché ex situ, basate sulla conservazione di piante e semi forestali delle principali specie ed ecotipi arborei ed arbustivi rappresentativi della variabilità genetica forestale nazionale. A Bosco Fontana (MN) sono stati messi a punto modelli che, partendo dallo studio degli invertebrati, forniscono indicazioni per valutare i livelli di biodiversità presenti e l’impatto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi forestali.

Il Raggruppamento inoltre coordina la gestione di 8 Centri di Recupero della Fauna Selvatica (CRAS) per animali selvatici autoctoni feriti o in difficoltà che, una volta guariti, sono reimmessi in natura se idonei, oppure mantenuti in adeguate strutture per esigenze didattiche o di ricerca. Per finalità di conservazione del patrimonio genetico equino nazionale e per la fornitura delle cavalcature a tutti i Reparti dell’Arma, sono allevate, nei 7 Centri di Selezione Equestre (CSE), alcune delle più importanti razze italiane, in modo autosufficiente dal punto di vista della produzione dei foraggi e attraverso la sperimentazione di modelli di agricoltura sostenibile.

La sorveglianza sui Parchi Nazionali rappresenta un ulteriore importante tassello per la salvaguardia della biodiversità del nostro Paese ed è assicurata dal Raggruppamento Parchi attraverso i Reparti Carabinieri Parco. Oltre alle attività ordinarie di controllo del territorio e di prevenzione e repressione dei reati ambientali, in tali contesti operativi fondamentale è la colla borazione con gli Enti Parco. Il perseguimento delle finalità istituzionali avviene attraverso puntuali verifiche dei nulla osta e delle autorizzazioni, monitoraggi e censimenti faunistici e floristici nonché supporto alla ricerca scientifica, collaborazione per la stima dei danni causati alle colture e al patrimonio zootecnico dalla fauna selvatica, controllo dei flussi turistici e servizio di alta quota al fine di accrescere le condizioni di sicurezza in montagna.

LA REALTÀ INTERNAZIONALE

Altro pilastro delle attività a tutela della biodiversità da parte del CUFA, è la vigilanza e il controllo dell’attuazione delle Convenzioni internazionali in materia ambientale, tra cui riveste un rilievo importante quella di Washington del 1973 (CITES), che ha precorso i tempi in materia di conservazione delle specie di flora e di fauna minacciate di estinzione, avendo affermato l’innovativo principio secondo cui la tutela è perseguita non tanto con il divieto assoluto del prelievo, quanto con un utilizzo razionale e sostenibile delle risorse naturali. L’attività di controllo viene coordinata dal Raggruppamento CITES e svolta su tutto il territorio nazionale attraverso 35 Nuclei e 11 Distaccamenti e riguarda anche la vigilanza venatoria, il contrasto del bracconaggio e dei reati contro gli animali.

Particolare significato hanno il contrasto dell’illegal logging e del commercio illegale di legname nel mondo in attuazione di programmi e regolamenti europei in ambito forestale (FLEGT Forest Law Enforcement, governance and trade, accordi volontari di partenariato, EUTR European Union Timber Regulation, dovuta diligenza), così come è da segnalare l’impegno dell’Arma nel campo della cooperazione internazionale con Paesi in via di sviluppo (Rwanda, Uganda, Zambia), attraverso l’erogazione di specifici percorsi formativi per operatori di polizia locali con competenze nella tutela della biodiversità, nella prevenzione e nel contrasto delle alterazioni ambientali.

Le principali reti di monitoraggio, coordinate dall’Ufficio Studi e Progetti, sono finalizzate alla valutazione dello stato quali-quantitativo degli ecosistemi forestali, con particolare riferimento alla capacità di stoccaggio di carbonio (carbon sink), ai livelli di biodiversità forestale e allo studio dello stato di salute delle foreste.

Attraverso il monitoraggio si contribuisce alla conservazione della biodiversità in quanto la conoscenza è basilare per applicare opportune misure di adattamento dei popolamenti alle perturbazioni esterne. Tra queste, la valutazione dei servizi ecosistemici resi da un determinato ambiente in relazione ai livelli di biodiversità e quindi alla sua complessità ed efficienza e il tempestivo intervento per contenere o eradicare specie esotiche invasive di flora e fauna che rappresentano una delle cause principali di perdita di biodiversità.

Nell’ambito del Comando vengono inoltre realizzati progetti mirati alla tutela di particolari specie o di particolari habitat, che qualificano ulteriormente le azioni a favore della biodiversità, potendo contare sul concorso dell’Unione Europea attraverso lo strumento finanziario del LIFE (L'Instrument Financier pour l'Environment).

Accanto a tali azioni dirette, l’Arma ha voluto investire nell’educazione ambientale e alla legalità, fondamento della civile convivenza, da sempre diffusa dall’Arma dei Carabinieri con l’esempio, l’azione e la divulgazione. Solo mediante consolidati processi partecipativi della società civile e con l’impiego di figure specializzate e appositamente formate “dall’Arma forestale”, è possibile accrescere l’attenzione e la sensibilità nei confronti della tutela della biodiversità e sviluppare una vera e propria responsabilità ambientale nei cittadini di oggi, ma soprattutto in quelli di domani.