NATURA E BIODIVERSITA'
PATRIARCHI VERDI ON LINE
22/04/2018
di Angela Farina

Sono 2.407 gli alberi monumentali del nostro Paese. Il più anziano è l’olivastro di Luras in Sardegna. Oggi con un semplice click possiamo sapere quali sono e dove si trovano

FOTO APERTURA

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con proprio decreto ha approvato il primo elenco nazionale degli alberi monumentali, istituito e redatto ai sensi della legge n. 10/2013 Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani.

Distinto per regioni, esso enumera 2.407 alberi o sistemi omogenei di alberi, i quali si contraddistinguono per l’elevato valore biologico ed ecologico, per l’importanza antropologico-culturale, per il loro stretto rapporto con emergenze di tipo architettonico, per la capacità di significare il paesaggio sia in termini estetici che identitari. Sono alberi che rispondono ad uno o più criteri di attribuzione del carattere di monumentalità identificati dal decreto attuativo della legge, sulla base di quella che è la definizione di albero monumentale fornita in modo univoco dalla norma stessa. Appartenenti sia a specie autoctone che alloctone, singoli o riuniti in filari, gruppi e alberature, radicati in contesti sia urbani che agro-silvo-pastorali, sono alberi che, sfidando le avversità di natura biotica e abiotica, sfuggendo all’interesse produttivistico da parte dell’uomo, hanno potuto raggiungere età e forme imponenti, piante a volte appartenenti a specie rare o microecosistemi di notevole importanza per uccelli, micro-mammiferi, licheni, muschi, insetti e funghi.

FOTO B  - Foto di Elia FontanaMa sono anche alberi la cui storia biologica può ritenersi intimamente connessa a quella delle popolazioni locali: testimoni silenziosi di una cultura, la loro vita, in alcuni casi, si lega a particolari eventi della storia locale, ad alcuni personaggi, a particolari usi e tradizioni, a leggende e fatti religiosi. Quando li troviamo disposti a creare forme basate su di un progetto unitario e riconoscibile, meglio se in sintonia con i manufatti, a loro attribuiamo un valore architettonico mentre se il loro peso nella percezione del paesaggio è così significativo da renderlo unico, riconoscibile, oltre che apprezzabile, è il pregio paesaggistico il criterio a cui rispondono.

La maggior parte degli alberi censiti rientra nel criterio naturalistico legato all’età e alle dimensioni e questo aspetto è quello che ci spinge a classificarli tra i più vecchi, i più grandi, i più alti, come in una gara tra giganti.

 

IL PIÙ VECCHIO

Allora ci stupiamo davanti a quello riconosciuto come il più vecchio, l’olivastro di Luras in Gallura, che conta oltre 3.000 anni, o rimaniamo colpiti dall’imponenza di alberi come l’antichissimo castagno dei Cento Cavalli in Sicilia, con i suoi 22 metri di circonferenza del tronco e la sua immensa chioma, oppure ancora cerchiamo di raggiungere visivamente la punta della douglasia di Vallombrosa in Toscana, che sembra essere l’albero più alto in Italia con i suoi 62 metri di elevazione. Se invece ci soffermiamo sull’importanza storica, culturale e religiosa, oltre ad alberi più vetusti quali il faggio di San Francesco a Rivodutri (RI), un valido esempio di monumentalità che esclude valenze prettamente biologiche lo troviamo nel fico magnolioide di Via Notarbartolo a Palermo, ormai assurto a simbolo della lotta contro la mafia. Tra i sistemi di rilievo architettonico oltre che paesaggistico citiamo il filare di cipressi di Salò, che con il suo sviluppo di mezzo chilometro adorna un tratto del lago di Garda.

 

Foto C - Foto di Elia FontanaL’ELENCO

Già in fase di consistente aggiornamento, è frutto di un’intensa attività di catalogazione realizzata negli ultimi tre anni, in modo coordinato e sinergico, dall’allora Corpo forestale dello Stato, oggi sostituito per la particolare competenza dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, dalle Regioni, Province autonome e Comuni, che la legge ha voluto come diretti operatori del censimento.

A questi soggetti si sono aggiunti, per il supporto scientifico, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA), e, per le attività di segnalazione, Enti parco, istituti scolastici, professionisti agronomi e forestali, associazioni ambientaliste e cittadini.

Foto D - abetebianco - Foto di Elia FontanaI RECORD

Ogni regione può vantare qualche primato: la Sardegna è la regione che ha più alberi monumentali (285), staccando di oltre 120 il Piemonte e 140 la Lombardia. Queste ultime, però, si contendono il record dell’albero monumentale più alto: da una parte una sequoia sempreverde vicino Lecco e dall’altra un gruppo di abeti che si stagliano a circa 60 metri dal suolo a Biella. L’elenco è pubblicato sul sito istituzionale https://www.politicheagricole.it/, nella sezione: “politiche nazionali/alberi monumentali/elenco nazionale alberi monumentali”.