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Culmine San Pietro, nel parco regionale delle Orobie, imbiancato dalle abbondanti nevicate è ricco di spunti fotografici.
E quando tramonta il sole, rami, foglie e fili d’erba si inghirlandano per diventare gioielli orlati e ricamati di ghiaccio.
“Il ghiaccio è acqua che è rimasta fuori al gelo e si è addormentata” John G. Pollard
Sono arrivato col buio quassù, due rifugi e quattro case annidate a 1.300 metri d’altezza, sulla cresta sferzata dal vento in questo angolo di Lombardia a cavallo tra la Val Taleggio e la Valsassina. L’anticiclone delle Azzorre è in vacanza da qualche parte, e qui si aspetta una forte perturbazione che porterà ancora tanta neve. La notte promette bufere e il vento intona già il suo concerto fra le fessure delle finestre del rifugio. – Foto V. Giannella Quando il freddo è intenso l’acqua si trasforma, cambia stato, le piccole sorgenti congelano sulla roccia trasformandosi in colate ghiacciate effimere, pronte a scivolare a valle, mentre le foglie geometriche degli aceri, incrostate di brina, conservano ancora il colore autunnale. Le nuvole s’intrufolano nella fitta faggeta creando un paesaggio onirico e silenzioso. È inverno: la terra ora riposa, le erbe, gli animali e gli uomini sanno che non devono disturbarla. – Foto V. Giannella