COSTUME E SOCIETA'
SALE LA FEBBRE DELL’ORO
15/05/2017

Aumenta il numero degli appassionati che nel tempo libero perlustrano fiumi e torrenti, soprattutto al Nord, alla ricerca del prezioso metallo


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C’è chi nei weekend va al cinema, chi va a pesca o per funghi, ma c'è anche chi, prende scarponi, vanga e setaccio e va in cerca d'oro. Lungo i fiumi, nei torrenti, è lì che il prezioso metallo si nasconde e attende solo di essere scoperto dall'occhio attento dei cosiddetti "cercatori d'oro amatoriali". Molti i praticanti, soprattutto al nord, dove lungo tutta l'area settentrionale della Pianura Padana, decine di fiumi e torrenti si originano dai ghiacciai dell'arco alpino e si gettano nel Po. Qui, grazie all'azione erosiva dell'acqua, che incessantemente scorre scavando nelle rocce, sedimenti di vario tipo si depositano a valle e, tra questi, c'è anche l'oro. "Un cercatore esperto, lavorando assiduamente, può anche arrivare a raccogliere alcuni grammi al giorno se è bravo a lavare le sabbie aurifere, ma soprattutto abile nello scegliere il posto dove scavare” - ci conferma Arturo Ramella - Presidente dell'Associazione Mondiale cercatori d'oro. "Questo vuol dire che, con le quotazioni che attualmente oscillano tra i 30 e i 36 euro al grammo, si può arrivare a cifre considerevoli, per oro puro 24kt”. L’associazione mondiale dei cercatori d'oro nasce negli anni '70, nelle nazioni del nord-Europa con lo scopo di promuovere la collaborazione internazionale tra le associazioni nazionali dei cercatori d'oro hobbisti.

 

CHI SONO

Ex pescatori, ex tramvieri, ex insegnanti, ex orefici o ex geologi. “Non esiste un FOTO Cprototipo di cercatore d’oro”, aggiunge Ramella. Un po' come nelle grandi corse all’oro storiche, ove si incontrava qualsiasi persona o personaggio. L’unico denominatore comune è la pensione. L’età, quindi, in media supera i 50 anni. Ci sono pochi giovani purtroppo, che invece avrebbero la possibilità fisica di lavorare duramente per molte ore e passare le stesse a contatto con la natura, alla ricerca di un tesoro. “In Italia si stimano circa cinquecento iscritti, ma è sicuramente maggiore il numero dei praticanti di questo hobby, in quanto molti di essi non sono iscritti ad alcuna associazione. Il numero dei praticanti è cresciuto - dice Ramella – visto l’aumentare delle richieste di informazioni o di partecipazione alle attività”.

 

LE ZONE PROLIFICHE

FOTO BLa terra più fertile è il Piemonte. Nelle valli che scendono dalle Alpi, si trovano numerosi giacimenti primari del metallo prezioso. Seguono la Liguria, la Lombardia e il Veneto. Gli abitanti di queste zone, da generazioni, si tramandano tutti i segreti del “mestiere”. Durante le grandi guerre, la ricerca dell'oro, per le popolazioni locali è stata una vera e propria fonte di sostentamento. Oggi, è solo un passatempo, che, a volte, sa ancora regalare grandi soddisfazioni. I posti storicamente più battuti dai cercatori esperti sono: il Ticino, l’Elvo, l’Orco e il Sesia. “Attualmente, le aree in cui ci sono cercatori d’oro attivi, sono principalmente quelle biellese con i torrenti Elvo e Cervo - afferma Ramella - la zona a ridosso del fiume Ticino sia in Lombardia che in Piemonte e la zona ovadese nel basso Piemonte”.

 

LA MEMORIA

I più esperti, sono spesso dei personaggi quasi “leggendari”, la cui memoria viene 28FOTO D tramandata. Giovanni Vautero, 83 anni, Presidente dell’associazione “La via dell’acqua d’oro” è uno dei più anziani ed esperti cercatori d’oro, in procinto di pubblicare un libro sulla propria vita.

"Mi chiamano il ‘Papa’ quando mi vedono arrivare lungo i fiumi", dice Giovanni, nipote e figlio di cercatori d’oro, abita a Feletto Canavese, un piccolo comune in provincia di Torino, che si affaccia sul torrente Orco, per Giovanni "il torrente” per eccellenza. "Ho girato tanti fiumi in vita mia, credo di averne scandagliati più di duecento, ma nessuno mi ha mai dato tante soddisfazioni come il mio torrente, quello che mio nonno chiamava amichevolmente l’Evador”.

Ancora oggi, assicura il signor Giovanni, il fiume è ricco di questo metallo, bisogna saper scegliere le punte giuste, avere tanta pazienza e soprattutto rispettare l’ambiente naturale. “Non si deve scavare lungo le sponde, per rispettare la natura e il corso dell’acqua”. Per Giovanni, che ha anche provato a lavorare in qualche azienda locale, quello del cercatore d’oro è un vero e proprio mestiere, "il fiume mi chiama – dice Giovanni - e la voglia di trovare una pagliuzza più grande di quella che hai appena scoperto, è sempre forte”. Ancora oggi, Giovanni, va alla ricerca di quel luccichio in fondo alla sua batea, che come ci tiene a sottolineare lui è di legno e non di plastica, come quando all’età di sei anni per la prima volta mise piede nel fiume.

 

LA RICERCA

FOTO ELa prima cosa da fare per un cercatore è quella di individuare una zona aurifera nella quale operare. É fondamentale, quindi, saperla cercare e riconoscere. Alla base di tale ricerca l’applicazione di alcune regole fisiche da tener sempre a mente:

  • azione e comportamento dei flussi delle correnti e delle acque in piena all’interno del letto e sulle sponde dei corsi d’acqua;
  • conformazione, disegno e geometrie del letto del fiume, con lettura ovviamente nel senso della corrente;
  • conoscenza dei materiali pesanti e meno pesanti da ricercare e del loro comportamento all’interno delle correnti fluviali.

Senza individuare una “Punta”, nessuna ricerca aurifera può essere intrapresa. Esse racchiudono quantità d’oro variabili di annata in annata, ma di sicura presenza ciclica nel tempo. Le punte si trovano prevalentemente ai lati dei corsi d’acqua e conoscere per quali dinamiche si formano, è fondamentale per poterle ricercare ed individuare. Oggi con i programmi di mappe digitali è possibile studiare bene la conformazione dei vari corsi d’acqua. Ovviamente ci sono siti internet che riportano le posizioni delle varie punte. Una volta individuata la punta, si è trovata l'area utile, quindi si può stabilire dove scavare. I cercatori d’oro con la macchina arrivano a pochi metri dal fiume, infilano gli stivali in gomma e iniziano a lavorare.

Con la batea portano alla luce le piccole scagliette d'oro che sono mescolate ai detriti. La canalina convoglia le acque in modo da controllare se c'è la presenza di oro. La batea è formata da una serie di contenitori: il cappello da cinese rovesciato ed un catino, con i quali si contiene e si setaccia la sabbia con movimenti circolari, in questo modo l'oro, grazie al suo alto peso specifico, cade all'interno del catino. Esistono in commercio diverse tipologie di batea: l’olandese, la conica e quella piatta, utilizzata nelle gare.

 

LA REGOLAMENTAZIONE

La ricerca dell’oro in Italia è regolamentata dalla legge n. 1443 del 1927 tuttora in vigore, la quale sottolinea come tutti i beni del sottosuolo siano di proprietà governativa. Nella legge però, non sono contemplate le sabbie aurifere e la caccia all’oro, ne deriva che sui fiumi e nei torrenti è possibile andare tranquillamente a cercare oro, tenendo presenti le norme regionali emanate dalle diverse zone d’Italia interessate dalla ricerca del metallo. La legge regionale del Piemonte, ad esempio, impone a chiunque voglia intraprendere la raccolta di minerali per uso collezionistico e scientifico, l’iscrizione gratuita ad un registro regionale.