“Dobbiamo vivere nei limiti di un solo pianeta". Siamo ufficialmente entrati nell'Antropocene, termine divulgato dal Premio Nobel per la chimica atmosferica Paul Crutzenper definire questa epoca geologica in cui l'ambiente terrestre è fortemente condizionato dalle attività umane. In questo breve periodo l'impatto umano sugli ecosistemi ha modificato radicalmente il Pianeta. A causa del
nostro stile di vita e di uno sviluppo industriale consumistico ed irreversibile, utilizziamo più di quanto i servizi ecosistemici riescono a produrre. In parole semplici solo noi europei consumiamo un pianeta e mezzo.
Combattere gli sprechi, in modo equo e solidale, vivere nel rispetto della natura e cambiare le nostre abitudini e comportamenti è inevitabile. C'è già chi lo fa, per destino o per scelta, da generazioni. Sono gli abitanti delle isole minori. Vivere entro un confine circoscritto, spesso in condizioni di isolamento, abitua al rispetto dell'ambiente, all'uso sostenibile delle risorse, al prendersi cura del territorio, all'accoglienza. Le isole diventano così metafora del Pianeta.
Appartengono giuridicamente e politicamente alla Repubblica Italiana 458 isole, di cui 365 marittime, solo poche decine sono abitate, comprese le due più grandi del mar Mediterraneo, la Sicilia e la Sardegna. Di natura geologica diversa, rappresentano una varietà di paesaggi e ambienti unica al mondo.
Isole di alto mare o costiere, lagunari, lacustri e fluviali, in Italia le abbiamo tutte, ed è sorprendente scoprire che quasi 1/5 della superficie totale del territorio emerso italiano è insulare. La superficie totale delle isole supera di gran lunga i 50 mila km² sugli oltre 301.000 dell'Italia intera. La maggior parte delle 365 sono raggruppate in ben 13 arcipelaghi marini (tanti, quasi alla stessa stregua di alcune nazioni arcipelago asiatiche), di cui 4 sardi e 4 siciliani. Tra questi, l'Arcipelago Isole Eolie, con ben 36, annovera il maggior numero di isole e isolotti. È la Sardegna a vantare il maggior numero di isole minori: 189 di cui 2 lacustri.
Quelle che conosciamo meno sono le cosiddette minori, spesso difficili da raggiungere e da vivere.
NELL’ARCIPELAGO TOSCANO
Montecristo è tra quelle con il massimo livello di protezione, Riserva naturale statale, riserva biogenetica per buona parte del territorio, Sito di Interesse Comunitario, rientra nel Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. Sull'isola non è possibile pernottare e sono vietate la pesca, la balneazione e la navigazione entro 1.000 metri dalla costa, ha un solo approdo possibile, Cala Maestra, ma solo con autorizzazione. Visitarla è un privilegio riservato solo a 1.000 persone l'anno. Come Pianosa, altra isola superprotetta dell'Arcipelago toscano, il numero chiuso è condizione abilitante per una fruizione sostenibile, nel rispetto di ecosistemi fragili quanto fondamentali. La graduale riapertura di Pianosa, in seguito alla chiusura definitiva del carcere di massima sicurezza nel 2011, consente l'accesso a 250 persone al giorno, solo utilizzando il traghetto che effettua corse quotidiane dall'Elba e dalle coste toscane, ma anche attività subacquee organizzate dai diving centerdell'Isola d'Elba, immersioni sorprendenti per la biodiversità in equilibrio proprio grazie all'estremo livello di protezione degli anni passati.
Stessa sorte di altre ex isole carcere come: Ustica, Asinara, San Domino, Capraia, Ventotene o Gorgona, ancora oggi sede di Colonia Penitenziaria.
LA VITA SULLE ISOLE
Molti confinati politici costretti a vivere per lunghi periodi su queste isole hanno tracciato la nuova identità culturale delle piccole comunità che le abitavano. Furono proprio loro a constatare che la fornitura di acqua potabile – per uso umano – era riservata, negli anni 30/40, esclusivamente alle postazioni carcerarie, al confino politico ed alle stazioni militari ad esse collegate e ancora loro, dopo il 1945 da padri costituenti e deputati della Repubblica, ad emanare leggi a favore delle popolazioni isolane perché la fornitura di acqua potabile andasse a beneficio degli abitanti delle stesse e fosse posta a totale carico dello Stato. Mancanza di collegamenti costanti, approdi inadeguati, spopolamento graduale e inesorabile. Partorire, crescere ed educare i figli è quasi impossibile e arriva il momento in cui la famiglia è costretta a separarsi. Eppure conservano tesori che da soli basterebbero ad incentivare nuovi modelli di turismo sostenibile. Ne è un esempio Linosa: attraversarla per raggiungere la Pozzolana di Ponente, storico sito di deposizione della Caretta caretta, è fare un viaggio nel tempo. Le piccole case colorate del borgo, curate come musei, sono l'avamposto di un'isola dove la vita tra uomo e natura scorre in equilibrio. Vivere di capperi e di lenticchie a Linosa, significa prendersi cura della propria pianta, rispettare quella del vicino e sperare che la stagione sia propizia, significa pescare e preparare la zuppa o la grigliata di pesce per i turisti che sbarcano sull'isola.
A Marettimo significa, invece, aspettare con ansia la domenica per andare alla messa e arrampicarsi fino alle Case Romane per allargare i propri orizzonti, mentre a Stromboli fare i conti con gli umori del vulcano, familiarmente definito "iddu" ma solo per capire che tempo farà e considerare la piccola caserma dei Carabinieri come il luogo dove risolvere ogni problema.
In Palmaria affacciarsi dal forte Cavour per controllare il Tino e il Tinetto, a Capri aspettare la partenza dell'ultimo aliscafo carico di turisti mordi e fuggi per godersi l'isola, a Montisola cucire reti per mantenere l'economia locale. Abbiamo imparato il valore del senso dell'accoglienza attraverso le cronache che raccontano di una Lampedusa, vera isola d'alto mare, che non ha mai voltato le spalle ai barconi e al loro carico di sofferenza. Quell'isola, e la sua comunità, il Nobel per la Pace lo merita più di ogni altro.
QUALCHE DATO
La popolazione totale delle isole italiane è di 7.020.755: tolte Sicilia e Sardegna con 6.617.719, la popolazione totale delle piccole isole è di 403.036 abitanti, dei quali circa 265.000 compresi tra Venezia e Lido, Chioggia, Ischia, Elba, Siracusa e Gallipoli.
Il capitale naturale di questi piccoli continenti, classificato dal mondo scientifico, dalla società civile e delle istituzioni è riportato nel primo Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale che non riguarda solo le isole ma le rende una volta di più esempio e modello di conservazione in un Paese tra i più ricchi al mondo di biodiversità, con 6.700 specie di flora vascolare e oltre 58.000 faunistiche. Tra i principali fattori di minaccia troviamo pressione antropica, cambiamenti climatici, inquinamento, rifiuti, consumo di suolo e abusivismo edilizio, incendi dei boschi e perdita di biodiversità marina, invasione delle specie aliene, spreco di acqua, copertura artificiale del suolo.
Il Rapporto introduce il principio del valore economico della natura, richiama la corretta gestione delle risorse naturali e le traduce in opportunità di sviluppo come fanno, da generazioni, gli abitanti delle nostre isole.
Luigi Pirandello scriveva della sua isolanitudine... Sono nato in Sicilia e lì l'uomo nasce isola nell'isola e rimane tale fino alla morte, anche vivendo lontano dall'aspra terra natìa circondata dal mare immenso e geloso.