AMBIENTE
UN MARE DI PLASTICA
01/09/2017

di Rosalba Giugni [Presidente Marevivo]


Gli ecosistemi marini sempre più minacciati dai microrifiuti artificiali


Rifiuti in riva al mare

Pesca illegale ed eccessiva, petrolio, veleni di ogni tipo riversati ogni giorno nel mare, ma non finisce qui, c’è un mostro apparentemente inarrestabile e indistruttibile negli oceani e anche nel nostro Mediterraneo, che si insinua persino nella catena alimentare dell’uomo: la plastica.

Per capire come affrontarlo, da oltre un anno, Marevivo ha intrapreso la campagna di informazione e sensibilizzazione Mare Mostro, realizzata in collaborazione con la Marina Militare e il CoNISMa e partita a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci.

 



LE MICROPLASTICHE

La campagna Mare Mostro si sta snodando tra seminari con gli stakeholder del mare presso le Capitanerie di Porto, incontri con gli studenti nelle università, dibattiti con gli amministratori e politici, azioni di bonifica alle foci dei fiumi e anche la proposta di una legge ad hoc contro le microplastiche, che ha rappresentato uno snodo cruciale della campagna.Rifiuti nel mare

Perché anche se a destare più clamore sono i rifiuti di maggiori dimensioni, in realtà i frammenti più piccoli, e apparentemente insignificanti, sono quelli più nocivi e pericolosi. Gli impianti di trattamento e depurazione delle acque non sono in grado di intrappolarli e quindi arrivano direttamente in mare, dove vengono scambiati per cibo da diverse specie.

È il caso dei cosmetici, il cui contenuto in microplastiche supera, talvolta, il peso della plastica di tutto il tubetto o la boccetta in cui sono venduti. Le microplastiche rappresentano dall’1 al 90% del peso del prodotto stesso specialmente negli scrub, bagnoschiuma, dentifrici ma anche rossetti, maschere, mascara, idratanti, spray per capelli, creme lenitive e schiume da barba.

In Europa nel 2013, solo per i prodotti di bellezza, sono state impiegate quasi 5.000 tonnellate di microplastiche, finite quasi tutte in mare.

 

COSA STA SUCCEDENDO AL MARE?

Non ci è consentito di restare in panchina a guardare cosa sta capitando al nostro mare che rappresenta il 71% del Pianeta, produce più dell’80% dell’ossigeno che respiriamo e assorbe un terzo dell’anidride carbonica, quando è in buona salute. Questa benefica funzione viene esercitata non in virtù delle sue acque salate, ma perché il mare è un “organismo vitale”, composto da vegetali e animali in un equilibrio dinamico raggiunto in milioni di anni.

Ogni anno nel mondo vengono prodotte 280 milioni di tonnellate di plastica e si stima che nel 2050 diventeranno 400. Su questo scenario si innesta uno studio della Fondazione Ellen MacArthur, che prevede che per quell'anno ci saranno più plastiche che pesci in mare. Secondo alcune ricerche, oltre il 10% di plastica prodotta viene gettato in mare, andando ad alimentare il “Mostro”.

Tartaruga intrappolataDallo sminuzzamento delle plastiche più piccole di un’unghia e confuse per plancton dai pesci, ai grandi vortici oceanici di rifiuti, che formano “isole” più grandi dell'intero Mediterraneo, sono i temi centrali affrontati da esperti e ricercatori. Poi vanno prese in considerazione le ripercussioni sulla salute umana: le microplastiche, partendo dal plancton, entrano nella catena alimentare e finiscono all'uomo, ultimo consumatore: quanto ne potrà sopportare il nostro corpo?

Inoltre per modellare la plastica vengono usati additivi chimici, come gli ftalati: “se li conosci li eviti”, recita uno slogan all'interno della mostra divulgativa itinerante nata sulla scorta di uno studio della Blue Factory di Marevivo, composta da ricercatori dell’Università “La Sapienza”. Gli ftalati sono tra le sostanze più tossiche, che agiscono sul sistema endocrino e sul metabolismo. A causa delle plastiche è a rischio anche il Mediterraneo, mare semichiuso, che impiega 80 anni per il ricambio delle sole acque superficiali. Nel suo bacino sfociano importanti fiumi, che nel loro percorso raccolgono e trasportano un’enorme quantità di rifiuti plastici. Si stima che siano almeno 250 miliardi i frammenti di plastica sparsi per tutto il Mare Nostrum, con una concentrazione media di 0,116 frammenti /m2 di superficie fino ad un massimo di oltre 0,36 frammenti/m2.

L'Associazione Marevivo intende portare avanti senza sosta, per i prossimi anni, la lotta contro questo Mostro: ne va della salute del Pianeta e quindi dell'uomo con i suoi compagni di viaggio, delfini, tartarughe, balene, gamberetti, tutte le creature del mare. La folle corsa dell’essere umano ad oltrepassare ogni limite e a soddisfare ogni bisogno sta distruggendo la fonte primaria di vita: il Mare.