AMBIENTE
PIETRE FANTASTICHE
19/12/2017

di Stella De Franciscis

 


Quando le rocce danno spettacolo creando paesaggi incantati e leggende misteriose

FOTO BTra i centri abitati di Busca e di Dronero in provincia di Cuneo, nel comune di Villar San Costanzo, nella Riserva regionale naturale Ciciu del Villar è possibile ammirare da vicino uno dei fenomeni geologici più misteriosi e sorprendenti mai visti, i “Ciciu”. Questi massi così particolari sono oggetto di studi e ricerche ormai da moltissimo tempo, anche se per gli abitanti del posto la loro formazione è legata alla leggenda del patrono di Villar, San Costanzo.

 

LA STORIA

La tradizione vuole che San Costanzo fosse un soldato romano, appartenente alla Legione Tebea. Intorno al IV secolo d.C., insieme ai compagni Dalmazzo, Chiaffredo e Magno, fu tra i primi martiri evangelizzatori della dottrina cristiana nelle vallate cuneesi. Il suo martirio avvenne il 18 settembre fra il 303 e il 305 sulla collina che sovrasta Villar, dove oggi sorge il Santuario di San Costanzo al Monte, mentre un tempo c'era solo una semplice croce e un piccolo tempietto. Secondo la leggenda, mentre San Costanzo fuggiva nei boschi inseguito proprio dai soldati romani, giunto sulla Costa Pragamonti si voltò verso di essi urlando: "O empi incorreggibili, o tristi dal cuore di pietra! In nome del Dio vero vi maledico. Siate pietre anche voi!". Fu così che cento di essi vennero immobilizzati all'istante e trasformati in pietra. Da quel giorno nel bosco di Villar esistono i “Ciciu”, che tutti possono ammirare. Il termine in piemontese significa "pupazzi", anche se questi massi giganti, in verità, più che a pupazzi, assomigliano molto di più a dei funghi porcini giganti.

 

FOTO ADI COSA SONO FATTI?

I Ciciu sono costituiti da una colonna di terra compatta sormontata da un grande masso di gneiss occhiadino, roccia metamorfica di origine magmatica tipica del Massiccio Dora-Maira (dominio geologico alpino che si estende dalla bassa Valle Maira alla media Valle Susa, dove scorre il fiume Dora Riparia). Nel gambo si trovano ciottoli derivanti dalla stessa roccia dei cappelli e sono costituiti da diversi strati di terra, utili a comprendere meglio l'ambiente geologico in cui si sono formati. In geomorfologia, ossia la scienza che studia le diverse forme della superficie terrestre e le cause che le hanno generate, i Ciciu vengono classificati come "piramidi di terra" o "colonne d'erosione", che generalmente si formano sui versanti ripidi e privi di vegetazione delle morene glaciali. Secondo un censimento del 2000 realizzato dal ricercatore Alberto Costamagna dell’Università di Torino, Dipartimento di Geografia Fisica, esisterebbero ben 479 Ciciu concentrati in un'area di circa 0,25 Km2, e parliamo di due diverse generazioni di colonne di erosione formatesi in almeno due fasi evolutive distinte.

 

FOTO FNEL RESTO D’ITALIA

Queste formazioni non sono gli unici esempi di piramidi di terra in Italia scavate su morene glaciali, che danno origine a rocce dalle forme e dalle dimensioni particolari. A Segonzano, ad esempio, in provincia di Trento, la millenaria azione erosiva dell’acqua ha creato, nel corso del tempo, delle colonne naturali. La forma classica della piramide è quella sormontata da un grosso masso di protezione, ma si possono osservare anche piramidi a punta, meno alte delle prime perché soggette ad una più rapida erosione. Le origini di queste piramidi di terra, alte fino a 20 metri, risalgono a circa 50mila anni fa quando il movimento dei ghiacciai dell’Avisio e la conseguente disgregazione dei fianchi della montagna produsse enormi depositi morenici.

Per visitarle è stato ideato un sentiero didattico, appositamente attrezzato, ben segnalato e soprattutto ricco di scorci panoramici mozzafiato. Durante i mesi estivi - da aprile a ottobre - l'accesso alle Piramidi di Terra è a pagamento. È possibile visitarle anche camminando sul sentiero di Val Pomara. Si tratta di una passeggiata facile e accessibile a tutti, con partenza dalla località Prada, frazione di Sevignano, dove, in poco più di un chilometro si raggiunge il balcone panoramico con una vista eccezionale sulle piramidi di roccia.

Le piramidi di terra più alte e dalle forme più belle d’Europa, però, si troverebbero sul Renon, in provincia di Bolzano, dove questi straordinari fenomeni naturali sono presenti in più località dell’Altipiano: nella valletta di Rio Fosco sulla strada per Longomoso e per Monte di Mezzo, nella valletta di Rio Rivellone nei pressi di Soprabolzano e in quella di Rio Gasterer ad Auna di Sotto. I pinnacoli sono formati da coni di materiale morenico su ciascuno dei quali poggia un grande masso che crea singolari strutture di terra costituite da argilla morenica di origine fluvio-glaciale, residuo del ghiacciaio principale della Valle Isarco e di alcuni ghiacciai locali secondari. Queste formazioni geologiche hanno la peculiarità di essere coese e compatte in condizioni di siccità, ma in quanto argillose, se esposte alla pioggia, perdono stabilità e si sgretolano formando scarpate di circa 10/15 metri. I massi aderiscono all'argilla creando una barriera contro la pioggia, così che ad ogni precipitazione si verifica un inconsueto fenomeno: il materiale non protetto dai massi viene eroso e trasportato a valle facendo emergere letteralmente dal fondo le maestose piramidi di terra.

 

FOTO ENEL MONDO

In Cappadocia, splendida e surreale regione della Turchia, i “Camini delle Fate” mostrano una natura selvaggia e una storia antica e millenaria. L’aspetto affascinante della Cappadocia è proprio legato ai depositi di tufo e all’azione erosiva dei due vulcani Hasan Dagi ed Erciyes Dagi, avvenuta circa 8 milioni di anni fa, che ha dato vita a strane forme coniche, torri, grotte e passaggi sotterranei noti come “Camini delle Fate”, dove l’ingegno umano ha saputo ricavare rifugi, abitazionie luoghi di culto. La Ciudad Encantada (Città Incantata) è un altro sito naturale di 250 ettari della Serranía de Cuenca, zona montuosa della provincia omonima, nella regione spagnola della Castiglia-La Mancia. Il sito, anche in questo caso, presenta numerose configurazioni rocciose erose dalle acque del fiume Júcar, dai venti e da altri agenti atmosferici, che nel tempo hanno assunto forme stravaganti, alle quali sono stati assegnati nomignoli come: El Tormo Alto (La roccia alta), Seta (Fungo), Los barcos (Le barche) El Perro (Il cane) o Cara de hombre (Faccia umana).

 

LA GEODIVERSITÀ

Queste rocce, createsi nel corso di migliaia di anni, rappresentano la diversità e la ricchezza della terra, poiché danno vita a paesaggi dall’alto valore ambientale. Sono siti a valenza principalmente geologica che con i loro depositi superficiali costituiscono la base della vita della Terra. La varietà di questi ambienti geologici, delle loro componenti, dei fenomeni e dei processi che li costituiscono e che si esplica nella varietà di forme rocciose dei minerali, dei fossili e dei suoli, forniscono l’intelaiatura del nostro Pianeta, per questo vanno custoditi e tutelati in modo adeguato. Con il termine geodiversità, usato per la prima volta da Sharples nel 1993, gli scienziati e gli studiosi vogliono sottolineare proprio l’importanza della diversità della Terra come elemento base per gli ecosistemi, ribadendo la necessità di un approccio olistico al tema della conservazione e della natura tout court.

Da questo punto di vista gioca, quindi, un ruolo cruciale e strategico l’approccio legislativo legato alle aree naturali protette, nello sforzo globale di proteggere la geodiversità e di fornirle un supporto giuridico. Sul fronte istituzionale l’APAT, in particolare il Servizio Parchi Ecosistemi e Biodiversità è impegnata nella realizzazione di “centri” per la conoscenza e la conservazione attiva della biodiversità alpina, appenninica e marino-costiera. Attraverso un progetto di raccolta dati, l’APAT, sta tentando di confrontare e mettere in relazione le componenti biotiche ed abiotiche degli ambienti terrestri e marini per giungere ad una conoscenza e ad una valutazione complessiva della diversità biologica e geologica.

 

COME ARRIVARE

La Riserva Naturale dei Ciciu del Villar si trova nel Comune di Villar San Costanzo, ai piedi del monte Bernardo, all'imbocco della Valle Maira, a pochi chilometri dal maggiore centro abitato della valle, Dronero. Da Cuneo: raggiungere Dronero (via Caraglio) seguendo la SS 22 per circa 20 Km. Attraversare Dronero e svoltare a destra per Busca; percorrere la SP 24 per oltre 2 Km fino ad un incrocio a sinistra per Villar San Costanzo. Proseguire per altri 2 Km seguendo le indicazioni che conducono alla Riserva.