La pesca sportiva è una disciplina che sta diventando sempre più rispettosa ed etica, verso l’ambiente e le specie. Un tempo si andava a pesca per portare a casa qualcosa da mangiare e la spesa che si sosteneva doveva essere assolutamente inferiore al valore del pescato. Oggi questi tempi sono ormai lontani e di pesca si parla come di un vero e proprio sport al quale dedicarsi per puro divertimento nei momenti di svago. Non solo non c’è più la necessità di mangiare le prede pescate, ma addirittura si sta facendo avanti un’etica della pesca in favore della conservazione dell’ambiente e delle specie: il catch & release, ovvero il rilascio del pesce dopo la sua cattura. Questo tipo di mentalità ha contagiato per primi i pescatori di acqua dolce.
L’attività della pesca sportiva e quella di professione, nelle acque interne è normata dalle leggi Regionali e/o delle Province Autonome, e pertanto si differenzia in relazione alla tipologia di acque presenti nel territorio. In passato le deleghe per l’esercizio della pesca erano affidate alle Province che gestivano le proprie acque, in base alla vocazione alieutica delle stesse, mediante il rilascio di documenti. Con l’abolizione delle Province, le deleghe in materia di pesca ritornano alle Regioni. La documentazione di base è la stessa in tutto il territorio, possiamo però trovare alcune differenze relativamente ai limiti di età e alle diverse classificazioni delle acque, ad esempio salmonicola o ciprinicola. In molte province, in passato, veniva rilasciata una vera e propria Licenza di pesca, che ora è quasi sempre sostituita da un semplice bollettino postale che attesti l’avvenuto versamento di una tassa Regionale, effettuato dal soggetto che dovrà presentare un documento d’identità. La vocazione delle acque potrà richiedere quindi anche un Tesserino segnacatture regionale e/o della zonazione. Inoltre, le Regioni possono stipulare delle concessioni in base alle quali il titolare può rilasciare ai fruitori un permesso per pescare dentro la “riserva”, che diventerà obbligatorio come la tassa Regionale.
Normalmente viene richiesto anche ai non residenti un versamento della tassa Regionale, che in alcuni casi ha una validità non annuale, ed è di importo inferiore. Alcune Regioni hanno esonerato dal pagamento della tassa, in base alla Legge 104, chi sia riconosciuto portatore di handicap.
Per la pesca di professione, nella maggior parte dei casi il titolo per l’esercizio è composto dal versamento della tassa Regionale “d’importo diverso da quella sportiva dilettantistica” sempre accompagnato dal documento d’identità, ed in alcuni casi anche da autorizzazione all’esercizio della pesca di professione in determinate acque.
Le raccomandazioni, valide per principianti e per esperti sono le seguenti:
- togliere l’amo mediante l’apposito slamatore che consente di non procurare ferite al pesce;
- il pesce deve essere rilasciato, dopo essere stato eventualmente curato adagiato su appositi cuscini gonfiabili e con appositi guanti;
- prestare la massima attenzione in caso di utilizzo di canne al carbonio, a non urtare cavi di alta tensione eventualmente presenti sulle postazioni di pesca (spot);
- tutto il materiale: ami, contenitori in plastica o buste, esche e gli eventuali rifiuti devono essere recuperati prima di lasciare lo spot di pesca e conferiti negli appositi contenitori per la raccolta differenziata.