AMBIENTE
Investire in foreste conviene
01/11/2016


1Un rendimento annuale netto tra l’8 e il 10 per cento. Tanto può fruttare investire in foreste. E già molti investitori istituzionali stanno pensando di investire in fondi che acquistano e gestiscono foreste. È una possibilità che esiste da molti anni. Oggi questa asset class vale 100 miliardi di dollari ma è destinata a crescere. Boschi e foreste insomma contro i rischi dell’inflazione. Negli USA per esempio sono nate società che gestiscono anche un milione di ettari di bosco.

Anche in Europa è nato un fondo destinato ad investitori istituzionali interessati ad acquistare foreste che ha raccolto già 75 milioni di euro, di cui 60 arrivati da compagnie di assicurazioni e fondi pensione italiani , e presto si pensa di raddoppiare la raccolta del fondo. Questo tipo di investimento è adatto a chi ha una visione di medio e lungo periodo. La riscoperta gestione delle foreste a fini economici, oltre a riaffermare il valore del legno come ancora ricercato e spesso insostituibile materiale per la vita dell’uomo, ha un interessante risvolto ecosostenibile.

Gestori ed investitori desiderano infatti che le foreste si mantengano e si amplino al fine di conservare inalterati rendita e capitale. Ma sarà sempre così ? Circa due secoli fa il Corpo forestale nacque con lo scopo di preservare ed accrescere il patrimonio boschivo nazionale che allora più di oggi aveva un rilievo economico strategico, ma non dimentichiamo che già allora il legislatore intuì che lo scopo dei boschi non era solo di tipo economico. Il bosco aveva una funzione pubblica notevole soprattutto per quanto riguarda la prevenzione del rischio idrogeologico. Nel tempo sono state riscoperte altre funzioni del bosco che con l’aspetto direttamente economico hanno poco a che fare. Per assicurare la tutela delle principali funzioni del bosco non economiche l’ordinamento ha posto anche alla proprietà privata una serie di limiti, come appunto il vincolo idrogeologico e quello paesaggistico. Molte altre sono le funzioni assolte ogni giorno in silenzio dal bosco: assorbimento dell’anidride carbonica, turistica, ricreativa, raccolta di frutti spontanei, solo per citarne alcune.

È quindi necessario che l’utilizzo boschivo avvenga nel più rigoroso rispetto delle normative e dei principi fondamentali che tutelano la complessità della foresta. Ben venga se anche la finanza si interessa dell’ambiente, purché tutto questo non porti a ridiscutere il valore assoluto del bosco come bene comune. Contemperare l’incremento del patrimonio boschivo nazionale, l’attività delle grandi concentrazioni di proprietà boschive o di diritti di utilizzo da parte di holding internazionali che gestiscono immense distese di foreste, con la complessiva funzione dei boschi sarà compito del legislatore e di tutte quelle istituzioni e quei soggetti che a diverso titolo sono chiamati al rispetto di questi principi.