
[Panoramica dall’alto del Delta del Po, in provincia di Rovigo, dove decine di specie d'uccelli nidificano, oltre a sostare e rifugiarsi durante le migrazioni. Foto di Luigi Di Battista]
In un territorio come la pianura Padana, fortemente antropizzato e caratterizzato dalla presenza di numerose industrie, c’è uno scrigno segreto, un luogo unico per il suo valore ambientale ed ancora non troppo conosciuto, dove è possibile fare un’esperienza di forte impatto emozionale a contatto con la natura. Non esiste altro posto al mondo con le caratteristiche del Delta del Po e con la sua biocomplessità, un ambiente che ospita specie vegetali ed animali in equilibrio perfetto, quell’equilibrio tipico della natura e che l’uomo può rischiare di alterare.
La pianura Padana più di mille anni fa era ricoperta da alberi e foreste lussureggianti, una biodiversità di cui oggi non rimangono che alcune tracce.
ZONA UMIDA DEL PO
Il Delta del Po è un vero e proprio corridoio ecologico, decine di specie d'uccelli hanno la possibilità di nidificare e migrare attraversando questo territorio, sostando e rifugiandosi. Le spiagge e le pinete costiere realizzano una connessione ecologico funzionale tra aree diverse tra loro e ognuna con elevato valore naturalistico. L’habitat che si estende dalle storiche pinete di Ravenna fino ai dintorni di Comacchio, passando per il Gran Bosco della Mesola (FE), le dune e le diverse “sacche” alla foce del fiume Reno e del Po, garantiscono alle specie animali la possibilità di effettuare gli spostamenti fondamentali per la loro conservazione e mantiene lo scambio genetico necessario per la salvaguardia della biodiversità. La zona deltizia del Po, che si estende nei territori dell’Emilia Romagna e del Veneto, nel 2013 è stata inserita nel programma “MAB” (Man and Biosphere), come Riserva della Biosfera. In Italia vi sono altre tredici zone inserite in questo programma dell’Unesco, che tende a migliorare il rapporto fra uomo e ambiente per il mantenimento della biodiversità e degli habitat in luoghi di fondamentale valore ecologico, anche attraverso lo sviluppo sostenibile dell’economia e della cultura delle comunità locali. Gli ecosistemi tipici delle zone umide, come il Delta del Po, sono tra i più fruttuosi al mondo, al pari delle foreste tropicali o delle barriere coralline. Contribuiscono a contenere l’effetto serra e a mantenere la qualità dell’acqua.

[Uno dei tipici “casoni di valle” presenti nella zona di pesca.]
I NUMERI E LE SPECIE DEL DELTA DEL PO
Nella zona deltizia, in particolare, nidificano più di 300 specie di uccelli, e sostano diverse specie: aironi cenerini, cavalieri d’Italia, cormorani, pellicani e molti altri e, in quanto zona umida, ambiente perfetto anche per pesci, anfibi, rettili, mammiferi e microbi. Tra gli anfibi ci sono tre specie caratteristiche di questo territorio che sono il tritone crestato italiano, la raganella italiana e la rarissima rana di Lataste.
Volendo fornire alcuni dati, il Delta del Po vanta 11 zone umide di importanza internazionale, 34 zone protette europee di cui 18 Siti di interesse comunitario e 16 Zone di protezione speciale, una grande Iba (Important Bird Area), quasi 200 mila uccelli svernanti osservati ogni anno, con 30 specie presenti in numeri che superano la soglia nazionale e 12 specie che superano quella internazionale.
LE RISERVE NATURALI BOSCO DELLA MESOLA- BASSA DEI FRASSINI – BALANZETTA
Compreso nel Parco del Delta del Po è il Bosco della Mesola (FE), Riserva Naturale dello Stato, bosco planiziale più esteso dell'area deltizia, comprendente foreste dunari di Pinus pinea e stagni temporanei mediterranei, fondamentali per la sopravvivenza di numerose specie animali e vegetali. Al suo interno, la Riserva Naturale Integrale Bassa dei Frassini – Balanzetta, riserva della biosfera dell’UNESCO
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[Una garzetta. Sotto, al centro: il cervo della Mesola è l’unica specie superstite di cervo italiano autoctono, sopravvissuto solo in questa zona grazie all’inaccessibilità del luogo. Foto di Luigi Di Battista]
Il Bosco della Mesola è stato inserito come SIC, Sito di Importanza Comunitaria, per la presenza dei numerosi ambienti naturali e delle tante specie elencate negli allegati alle Direttive Comunitarie relative alla conservazione degli uccelli selvatici e per la tutela di habitat e specie di importanza comunitaria. Tra questi sicuramente alcuni rettili come la Testuggine di Hermann Testudo hermanni e la Testuggine palustre Emys orbicularis, oltre ai rari Anfibi Pelobate fosco Pelobates fuscus.
La Riserva è gestita dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Punta Marina. Ha un’estensione di 1.058 ettari e viene visitata ogni anno da circa 40.000 persone. È caratterizzata da una varietà di ambienti naturali costieri in connessione: una serie di dune ricoperte da un bosco litoraneo si fonde in bassure anch'esse ricoperte da vegetazione arborea e poi acquitrini con la tipica vegetazione palustre che volgono in radure con prateria. La flora risente di questi diversi habitat che si compenetrano ed infatti si passa dalle specie tipiche delle sabbie come il Ginepro, l’Olivello o la Gramigna delle spiagge ad altre presenti nella zona più interna come il Leccio, il Pungitopo e la Fillirea. Proseguendo si giunge nel vero e proprio bosco dove le specie caratteristiche sono la Farnia, il Frassino, il Pioppo, ma è copiosa la presenza di felci, in particolare la Felce Aquilina ma anche le cannucce di palude.
La fauna è varia e tra i mammiferi il più rappresentativo della Riserva è certamente il Cervus Elaphus, conosciuto come Cervo della Mesola, di cui attualmente si contano circa 95 esemplari. Questa colonia è la sola superstite di specie “Cervo italiano” autoctono, che è sopravvissuto unicamente in questa zona grazie all’inaccessibilità del luogo che, con le sue paludi, non si presta ad una massiccia antropizzazione e rende generalmente complicato l’accesso delle persone. L'unicità del cervo della Mesola è confermata da una combinazione di varianti nella sequenza del DNA assente nelle altre popolazioni italiane.
Oltre ai cervi sono numerosi i daini, ma è ancor più affascinante osservare la grande varietà di specie di uccelli, molti dei quali a rischio di estinzione: Svasso Maggiore, Tuffetto, Cormorano, Airone cenerino, Airone rosso, Airone bianco maggiore, Garzetta, Sgarza ciuffetto, Nitticora, Tarabusino, Cicogna bianca, Spatola, Oca selvatica, Germano reale, Alzavola, Marzaiola, Mestolone, Moriglione, Moretta tabaccata, Porciglione, Voltolino, Schiribilla, Schiribilla grigiata, Gallinella d'acqua, Folaga, Martin pescatore, Beccaccino, Falco di palude e Albanella reale.

I RISCHI PER LA SOPRAVVIVENZA DELL’HABITAT DEL DELTA DEL PO
La minaccia principale è rappresentata dal peggioramento della qualità delle acque superficiali e dalla salinizzazione della falda conseguentemente al processo di “subsidenza” ovvero lo sprofondamento del fondo dei bacini.
Per sostenere le politiche essenziali alla tutela e alla conservazione di queste zone ma anche per sviluppare la conoscenza di questo importante sito e il coinvolgimento delle comunità locali, è stato approvato in Commissione Ambiente del Senato della Repubblica l’emendamento per istituire un Parco unico del Delta del Po, superando l’attuale assetto che prevede due parchi regionali distinti tra l’Emilia-Romagna e il Veneto.
RISERVA NATURALE
BOSCO DELLA MESOLA E BASSA DEI FRASSINI – BALANZETTA
Superficie: 1.058 ettari
Regione: Emilia Romagna
Provincia: Ferrara
Come arrivare:
Strada Statale 309 "Romea" (Ravenna-Venezia), seguendo le indicazioni stradali turistiche presenti nel tratto tra Pomposa e Mesola.
Contatti:
REPARTO CARABINIERI BIODIVERSITÀ DI PUNTA MARINA (RA)
Via C. Colombo, 21 – 48122
Punta Marina Terme (RA)
Tel. 0544/437379 - Fax 0544/438286
Email: utb.puntamarina@forestale.carabinieri.it