
Per molte persone i piedi sono, malgrado la loro importanza nel sostenere il corpo e permettere movimenti vari, la parte fisica meno curata. Tuttavia una certa filosofia di vita che vede nel camminare, anzi nel “modo” di camminare, un portamento essenziale di maggior equilibrio del corpo, il miglioramento della postura e della circolazione, si sta imponendo sempre di più nel mondo civilizzato. Anche in Italia i benefici del camminare a piedi nudi cominciano ad essere apprezzati da schiere di neofiti. Qualcuno apostrofa il tutto come naturale stravaganza però in grado di donare importanti momenti di contatto con l’erba, la sabbia, la terra, naturali “pavimentazioni” che il cittadino avrebbe da tempo dimenticato.
E così presso Fermo nelle Marche oppure in provincia di Verona o nel Viterbese tra i Monti Cimini in appositi percorsi è possibile passeggiare su sassi, pigne, morbidi prati ed usufruire di benefiche connessioni con l’elettromagnetismo terrestre e con gli stimoli sensoriali che un “massaggio” del piede genera per la nostra salute. Ulteriori strutture e percorsi sono in funzione in altri splendidi luoghi, come in alcune valli del Trentino oppure nella Valle d’Aosta con aghi di pino, cortecce e soffici muschi a far da tappeto per i piedi bisognosi di tornare, ogni tanto o con frequenza, allo stato naturale senza stringhe, suole, cuoi, scarponi. Peculiarità in Val Pusteria ove si segue un metodo particolare suggerito da lontane esperienze e studi di un abate bavarese, Sebastian Kneipp, cultore dell’idroterapia, che prevedevano abbondanti camminate su ciottoli di fiume o di mare, dentro l’acqua con le gambe immerse fino alle ginocchia. Si cammina su noccioli di ciliegie, corteccia di pino marino, legno di castagno, canne di bambù, ciottoli bianchi di Carrara al fine di sottoporre i piedi a numerose e diverse sollecitazioni.
Anche per i bimbi funzionano i “percorsi” del barefooting che noi comunque preferiamo chiamare gimnopodismo; essi permettono un contatto diretto con la natura sin dalla giovane età , coinvolgente sul piano emotivo… e corporale! Dunque su pigne, fango, paglia, ghiaia, a piedi nudi e stando attenti a non ferirsi. Camminare scalzi anche dentro casa o addirittura sull’asfalto è pure un’abitudine intesa da altri sostenitori come atto liberatorio per il corpo e per la mente. In fin dei conti i piedi come parte terminale delle gambe possono essere vissuti come “radici” ma anche come “ali”, in una visione dell’esistenza statica e/o in movimento, dell’essere o del divenire, dello stare o del camminare. O di ambedue le opzioni come può capitare nelle scelte delle persone più complete.
#Natura - anno XVII - N. 95 Novembre - Dicembre 2016