In Basilicata ogni cosa custodisce storie lontane nel tempo e tesori inestimabili. Non solo l’arte, le tradizioni e i paesaggi, a cominciare da Matera, eletta non a caso Capitale Europea della Cultura 2019, ma anche il cibo e il vino. È qui ad esempio che all’inizio del secolo scorso gli abitanti di ritorno dalla guerra d’Africa trapiantarono una particolare tipologia di melanzana, che ha trovato campo fertile nella zona del Parco Nazionale del Pollino e dunque l’ambientazione ideale per una love story dal lieto fine. Stiamo parlando della Melanzana Rossa di Rotonda DOP che oggi prospera nei comuni della
provincia di Potenza (Rotonda, Viggianello, Castelluccio Superiore e Castelluccio Inferiore) con caratteristiche che la rendono “compagna” esclusiva di questi luoghi. Piccola, rotonda, di colore arancio intenso con sfumature verdognole e rossastre e dal profumo intenso e fruttato (che ricorda il fico d’india), questo curioso ortaggio sembra un pomodoro, tanto che i locali lo hanno ribattezzato con il soprannome dialettale, “Merlingiana” o “Pummadora”. Eppure solo l’aspetto può ingannare, perché il gusto, tipicamente piccante e intenso con un gradevole finale amarognolo, la rende unica e quindi diversa non solo dalle altre melanzane, ma addirittura da quelle originarie africane. Una diversità che in cucina fa rima con versatilità. Tante sono infatti le ricette tipiche lucane che si possono realizzare con questo particolare prodotto, la cui raccolta avviene a partire proprio dal mese di luglio. Ecco dunque che la regina dell’estate arriva sulle tavole declinata con piatti di mare e di terra oppure da sola e comunque in grado di esaltare i profumi e i sapori di questa meravigliosa terra.
Ma anche un vino può scrivere pagine e pagine di storia. Basti pensare all’Aglianico del Vulture, che nasce dall’omonimo vitigno portato nella Penisola dai Greci e che da secoli è indissolubilmente legato al Vulture, diventando autentica espressione del popolo e delle tradizioni locali. Una terra di briganti, come il leggendario Carmine Cracco, e crocevia di diverse civiltà, come quelle dauna, peuceta, lucana e sannita, fino alla lunga dominazione romana e normanno-sveva, dove la coltivazione della vite è presente da millenni, e da millenni si tramanda di padre in figlio. Proprio ai piedi del maestoso vulcano spento da epoca preistorica prende vita la Doc più prestigiosa della Basilicata. Un vino dalla spiccata personalità, di colore rosso rubino, caratterizzato da un profumo fragrante e vinoso e da un sapore asciutto, che nelle fresche sere d’estate della Lucania può essere valorizzato da una giusta temperatura di servizio (intorno ai 16°C). Va da sé dunque che il suo abbinamento ad esempio con i Gemelli (tipica pasta asciutta) con Melanzana Rossa di Rotonda DOP e salsiccia è in grado di sintetizzare al meglio l’essenza della Basilicata, dando vita a tavola ad un racconto affascinante che viene da lontano.
In collaborazione con Confederazione Nazionale dei Consorzi Volontari per la Tutela delle Denominazioni dei Vini Italiani (FEDERDOC) e Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (AICIG).