
Tutti sanno che l’Umbria è il cuore verde d’Italia, una regione dove il patrimonio naturale con i suoi variegati paesaggi si fonde e si intreccia da sempre con la storia, la cultura, la spiritualità e l’enogastronomia. Fattori che caratterizzano quindi fortemente l’identità territoriale, attraverso usi e tradizioni secolari, tesori artistici inestimabili e grandi eccellenze agroalimentari, a partire dalle 21 denominazioni riconosciute a livello europeo. Tra queste, è impossibile non citare due prodotti iconici come il Montefalco Sagrantino Docg e la Lenticchia di Castelluccio di Norcia Igp. Il primo è un vino dalla longevità straordinaria, mentre l’altro è un legume dal sapore inconfondibile e, da soli o in abbinamento, rappresentano un valido rimedio contro il freddo di questo momento dell’anno.
Che siano preparate per una zuppa o un passato, in bianco o con il cotechino, le lenticchie servite calde sono infatti un must per l’inverno, quando il piacere della tavola va a braccetto con la voglia di stare in compagnia tra le mura domestiche. E a proposito di convivialità, il vino è certamente la bevanda prediletta in tali occasioni, emblema di emozioni e gusto, in grado di allietare un pranzo informale così come un grande cenone. Se poi il menu, come da tradizione culinaria umbra, prevede lenticchie con salsicce (perché no di cinghiale), allora un bicchiere di Montefalco Sagrantino Docg è la scelta ideale. Sì perché questo rosso, tannico e ottenuto esclusivamente da uva Sagrantino, per il suo lungo invecchiamento e la sua grande struttura, va a nozze con carni alla griglia e cacciagione, ma anche con zuppe dai sapori decisi. Nasce da un vitigno autoctono coltivato nell’area del comune di Montefalco e in parte del territorio dei comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria in provincia di Perugia. E se le sue origini storiche restano avvolte nel mistero, è invece certo il grande lavoro di recupero messo in atto da alcuni coraggiosi vignaioli, a cui va il merito di averne scongiurato l’estinzione negli anni Sessanta avviando un importante percorso di valorizzazione, fino all’ottenimento della Doc nel 1979, seguita dalla Docg nel 1992. Riconoscimento cui fa eco quello di Indicazione geografica protetta arrivato nel 1997 per la Lenticchia di Castelluccio di Norcia, l’unico legume che non ha bisogno di essere trattato per la conservazione e che, grazie alla buccia sottile e tenera, permette la cottura senza ammollo, riducendo notevolmente i tempi di preparazione. Senza dimenticare che è una delle protagoniste della famosa “fioritura” dei piani di Castelluccio, dove viene coltivata da tempo immemore: qui ogni anno l’estate regala un suggestivo spettacolo di profumi e di colori, dal rosso dei papaveri all’azzurro della lenticchia Igp, unico al mondo.
In collaborazione con Confederazione Nazionale dei Consorzi Volontari per la Tutela delle Denominazioni dei Vini Italiani (FEDERDOC) e Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (AICIG).